The Seventh:
50 Shades of Grey(Raven)
- PART:
ORIGIN.
- Shades
of Hawkwardness
Il lavoro consiste in qualsiasi cosa il corpo sia
obbligato a fare... Giocare consiste in qualsiasi cosa che il corpo non sia
obbligato a fare.[Mark Twain]
Prima di Budapest, la fama da cecchino di Barton era di poco superiore a quella di tombeur de femmes. O
almeno così dicono. Conosco almeno quindici donne oltre a Natasha
che si vantano di aver 'afferrato il falchetto al volo' , e mi è difficile spesso
riconoscere le mitomani dalle 'afferratrici' reali.
Ad ogni modo, è risaputo che per un certo periodo OcchioDiFalco fosse seriamente impegnato con la
Responsabile di Plancia, tale Agente Barbara Morse.
Lei è, ad onor del vero, una gran bella donna: Alta,
bionda, gambe chilometriche, cipiglio serio e labbra perennemente arricciate in
una moue concentrata. Però è anche una
sacrosantissima rompicoglioni ed una stronza arrivista con le smanie da
caporale verso i suoi sottoposti. E verso le Agenti Attive, come me e Natasha.
"Fa così perché è stata scartata dal servizio
attivo" Coulson verso il quarto cocktail diventava
un'adorabile portinaia: "Non aveva il sangue freddo necessario per stare
sul campo, ha avuto buoni punteggi ai test, ma non abbastanza. Però come
Responsabile di Plancia... oh, beh, è ineccepibile!"
Come Barton abbia fatto ad
infatuarsi di una plancista pedante resta comunque un
mistero, ma Coulson - il quinto cocktail era sempre
un mojito - giurava che avesse già praticamente
traslocato da lei. Nidificare in casa d’altri pare essere una fissa costante di
Clint.
Insomma, le cose procedevano a gonfie vele, fino a
Budapest.
A Budapest la Morse era troppo lontana e la Romanoff troppo vicina.
A Budapest, dopo una lotta serrata ed un inseguimento
mozzafiato OcchioDiFalco aveva bloccato la VedovaNera, l'aveva ferita ma aveva agito diversamente
rispetto all'ordine di eliminarla.
Tutto questo in diretta radio con la Plancia di
Comando. Cuffiette nelle orecchie, Morse era passata da un'espressione di
tronfio orgoglio per l'operato eccezionale del suo uomo ad una perplessa, per
finire con una sconcertata e furibonda.
E quando fu chiaro l'interesse di Clint nei confronti
di Natasha - si scorda spesso di spegnere
l'auricolare, spesso ci tocca sentire imbarazzanti scrosci d'acqua dal wc o
rumori digestivi - domandò un paio di giorni di permesso, prese quasi in
prestito un elicottero per volare sino al suo appartamento di Boston e, dopo
aver buttato nella vasca da bagno gli effetti personali di Clint, li inondò di
alcol etilico e vi appiccò fuoco.
Neppure Fury trovò le parole
adatte per commentare la vicenda.
Da allora l'astio nei confronti delle Attive è
aumentato a dismisura. Non solo quello della Morse, ma anche del resto del
personale di Plancia, che ci incolpa di aver reso la Responsabile ancora più
insopportabilmente acida di quanto già non fosse.
Per non parlare del livore nei confronti di Natasha e di chi le gravita attorno.
Tipo Barton.
Tipo me.
E una volta pare che anche Coulson
ci abbia quasi rimesso un dente, a tessere le lodi della VedovaNera
in presenza della Morse.
Per queste ragioni l'ho evitata come la peste per ben
due anni. E per non sbagliare, ho proprio evitato di uscire con qualche plancista.
Vabbè, quasi evitato. Un
paio di loro me li sono impalmati nell’Armeria di Livello1 in una serata in cui
non davano nulla in TV.
Finché un bel giorno Barton
non entra come una furia nella Sala Ristoro gettandosi in ginocchio ai miei
piedi, sguardo implorante e mani giunte: "Farò tutto quello che vuoi"
La giornata
prende una piega decisamente interessante,
sorseggio il mio the freddo con un sopracciglio alzato: "Purché sia
pressoché legale e non mi faccia degradare e/o finire in detenzione"
aggiunge.
"Anche pagandomi?"
"Soprattutto pagandoti. Posso alzarmi da
terra?"
"No, continua a startene in ginocchio ti prego,
son cose che fan bene all'autostima. Parla pure."
"Ti chiedo di recuperare un file. Un filmato,
ecco" Alzo le spalle: niente di più facile, non capisco neppure perché non
l'abbia fatto da solo. Dove sta la fregatura? "È nel computer della
Morse."
"Oh no, Barton, proprio
no! Io sono ancora in fase di addestramento, precludermi ogni possibilità di
carriera qua dentro va contro ogni senso logico! E tu non hai abbastanza soldi
per comprarmi. No, non guardarmi così, non sei il Gatto di Shrek.
Ti ho detto di no. E metti via quel portafogli!" Barton
mi porge una Visa "Ha un credito di duemila dollari" pigola.
"Barton -"
"Ho anche un'American Express!"
Ha vinto: "Vedrò cosa posso fare..."
"Stai per cacciarti in un bel guaio"
Trasalgo voltandomi di scatto: Coulson
è comparso - chissà da dove - mani in tasca e sorrisetto sardonico.
"Sospettavo. Ma sai com'è, ho già dato la mia
parola..." sogghigno sventagliando le carte di credito.
"Quattromila dollari sono sufficienti per una
carriera nel macero e una detenzione assicurata? Sai, è contro il regolamento hackerare i file privati di un agente, e si va incontro a
pesanti sanzioni".
"Tsk! Devono prima
prendermi!"
"Oh, non ho dubbi che darai ampio sfoggio di ciò
che stai imparando nel training: dicono che tu sia un'ottima allieva. E sei anche
dotata di una buona dose di inventiva, sicuramente avrai già in mente un ottimo piano."
"... modestamente..."
"Però ecco l'imprevisto, Borgo: io so. E
come agente di livello superiore ho l'obbligo di denunciare le violazioni di
regolamento, che siano lievi o gravi."
Oh, merda. "Dovresti prendertela
con Barton! È lui che-"
"Ma sei tu che hai accettato. E poi Barton è già partito per la sua missione, Borgo. E tu
no."
Sospiro e gli porgo le carte: "Visa o American
Express?"
"Oh, Borgo, come sei ingenua!" Me le sfila
entrambe dalle dita e davanti alle mie proteste - che fare il lavoro gratis non
mi va – mi prende in giro con un: "Il mondo è davvero un posto
ingiusto."
Allargo le braccia: "Beh pazienza, che se lo
recuperi da solo il filmato!"
Coulson ha già una mano sulla
maniglia della porta, si volta e mi rifila un tale sorriso da stronzo
che se non fosse un mio superiore gli avrei già causato un trauma facciale con
il tacco della scarpa: "Ma hai già dato la tua parola, Addison. E poi un così bel piano come quello che hai in
mente non lo vuoi proprio usare?"
Odio essere una matricola.
In qualsiasi base S.H.I.E.L.D.
vige la regola ferrea della partecipazione alle esercitazioni di evacuazione.
Nessuno, neppure Fury, ne è esente: si dice che una
volta interruppe pure una riunione con il Consiglio al suono dell'allarme. Più
che rigore al dovere, direi che ha colto l’occasione al volo per togliersi di
torno quelle piaghe poltronate che a suo dire ‘vorrebbero sapere anche quante volte viene tirato
lo sciacquone qui dentro’.
Ad ogni modo, ogni volta che l'allarme suona e la voce
dagli altoparlanti invita ad evacuare l'edificio che questa non è
un'esercitazione tutte le postazioni vengono ordinatamente abbandonate e
tutte le unità si dispongono nei propri ruoli per far tutto procedere senza
intoppi.
Alla prima a cui ho partecipato una squadra di
buontemponi aveva improvvisato una corsa tra i corridoi, armi in pugno ed urla
a destra e a manca, per far salire un po' la tensione, rendendo il tutto più
realistico. Finiti in prossimità della Hill, sono rimasti in detenzione per
quarantacinque giorni.
Allo S.H.I.E.L.D. non hanno
un gran senso dell'umorismo.
Tali esercitazioni vengono effettuate a sorpresa,
ovviamente, ma hanno una frequenza statistica abbastanza puntuale: un paio a
trimestre. L'anno scorso sono state tre, nel periodo natalizio, e di questa
eccezione nessuno se ne è lamentato. Ed è per questo che nel mio piano
bellissimo e perfetto ne prevista una.
C'è che la programmazione delle prove viene fatta
dall'ufficio di Gestione Risorse, che è formato da tre ragazze più uno
stagista.
C'è che questo stagista mi sbava dietro dalla prima
volta che ci siamo incontrati nei corridoi.
C'è che le ragazze vanno sempre in pausa insieme
lasciando l'ometto solo per quindici minuti buoni.
C'è che mi infilo tacchettando dentro all'ufficio
mentre lo stagista è da solo, con la scusa ignobile che mi si è smagnetizzato
il badge e ho bisogno di uno nuovo.
C'è che questa parte del piano è talmente semplice che
fila tutto liscio come l'olio: davanti alla sottoscritta strizzata in una tuta
di una taglia in meno, truccata e con quindici centimetri buoni di tacco, lo
stagista va in agitazione si scorda dove sono i badge. Ne segue una breve ma
intensa caccia agli oggetti smarriti, ed un suo momento di distrazione mi
permette l'accesso al piccolo pannello di comando delle emergenze, aprirlo,
girare la chiavetta nel quadrante e battere la difficilissima password: 0000.
Tutto il mondo è Paese, lo S.H.I.E.L.D.
non ne è esente.
Quando l'allarme inizia a suonare fa un salto da terra
e si volta verso di me sudato e balbettante, lasciando cadere una risma di
moduli per richiesta di veicoli paramilitari. Sbattendo le ciglia con aria
conciliante mi chino per aiutarlo a raccoglierli: "Credo che dovremmo
rispettare il protocollo e abbandonare le nostre postazioni, che dici?"
"Ma... ma oggi non era prevista
un'esercitazione..." balbetta.
Gli sollevo il mento con due dita - lo sguardo resta
incollato alla mia scollatura e devo invitarlo a guardarmi negli occhi - ed
aggiungo che la voce all'altoparlante parla chiaro: "Non so te, ma io non
ho assolutamente intenzione di ricevere un'ammenda."
"Ha... ha... hai ragione Borgo!" Scatta in
piedi con foga e spalanca la porta dell'ufficio, uscendo con passo svelto e le
guance in fiamme.
Lo seguo, ma solo sino al primo bivio del corridoio.
Poi a continuare è qualcosa che ha perfettamente le mie sembianze, mentre io
prendo un'altra strada.
Si chiamano proiezioni astrali ed all'epoca non
ne ero molto pratica, anche perché non avevo ancora Morrigan
come catalizzatore di poteri: sapevo
crearle per una quindicina di minuti, impartirle l'ordine telepatico di
camminare e muoversi, ma non di parlare o fare dell'altro.
Ora riesco a farle prendere direttamente il mio posto,
a patto che non afferrino oggetti o non vengano toccate, che allora esplodono
in tanti piccoli frammenti neri.
È un limite, come ce ne sono tanti nei miei poteri, ma
riesco comunque a giocarmela bene.
Per l'appunto la mia proiezione segue la massa di personale
S.H.I.E.L.D. nel punto di raccolta. Trova il mio
caposquadra e si mette in prima fila mentre questo sciorina i nomi
dell'appello: basta che alzi gli occhi un attimo per trovarmi lì davanti - lo
sguardo un po' vago ed insolitamente silenziosa e tranquilla - e non c'è
bisogno che urli 'presente' quando dice il mio nome.
Risalgo il condotto d'areazione sino alla Plancia di
Comando, e prima di svitare il bocchettone per uscire infilo la lama di un
coltello nella grata e controllo dal riflesso che sia deserto: perfetto.
Quindi tolgo la grata, assicuro la piccola carrucola
con una ventosa alla superficie metallica del condotto e mi lascio scivolare
giù.
Si inceppa mentre sono a mezzo metro da terra. Torco,
tiro e strattono, che come sempre le attrezzature in dotazione per il training
fanno sempre cilecca.
Al quarto strattone la carrucola riprende a funzionare
tutto d'un colpo e sbatto la faccia sul pavimento.
Odio essere una matricola.
Mi concedo tre minuti buoni per crackare
il pc della Morse. Smanetto come una forsennata e
riesco ad evadere la password e trovare la cartella personale dove ha stipato
un sacco di stronzate – e chi l'avrebbe detto che Barbara Morse avesse un
debole per Nicholas Sparks? Si è scaricata tutti gli ebooks e pure la filmografia completa. Avessi tempo glieli
sostituirei con omonimi porno, tipo 'Le Parole che Non ti Ho Detto... perché
Ingoiavo' – mi restano 89 secondi e non posso far altro che recuperare il
file incriminato, scaricarlo sulla chiavetta usb ad alta velocità, cancellarlo
dal pc ed accorgermi che la Morse al momento
dell'allarme era connessa a Facebook.
Alla faccia dell'impeccabile, severa professionalità.
Tocco di Classe, fotografo la mia scollatura con la
Webcam, facendo ben attenzione che le protagoniste siano solo le gemelle e non
altri dettagli, e gliela metto come foto nel profilo.
Peccato non avere il tempo
per constatare quanti 'Like' possano raccogliere...
È l'una di notte passata quando termino il mio turno
di guardia e mi avvio verso la zona degli alloggi sbadigliando sonoramente.
"'Notte Borgo."
"Oh, Coulson. ‘notte a
te." Ricambio incrociandolo lungo il corridoio illuminato.
Indovino il sorrisetto beffardo mentre mi oltrepassa,
così mi limito a fermarmi e a stiracchiarmi le braccia allungandole dietro le
spalle attendendo la sua battuta.
"Non sai come saltarci fuori, vero?"
Reclino appena la testa all'indietro e gli restituisco
l'occhiata sardonica: "Non mi piace essere sottovalutata, Coulson." Mi giro e muovo qualche passo felino per
avvicinarmi a giocherellare con il lembo della sua cravatta. "È una cosa
che mi irrita davvero tanto. Ma per la fortuna tua e di questa bella cravatta
d'ordinanza sono molto di buon umore, stasera. Così di buon umore, che desidero
concludere la giornata in un modo molto, molto, molto divertente nell'Armeria di 1° livello."
"...come hai...?"
"Non farti domande, Phil, non fartene mai su
di me. Potresti ricevere risposte che non vuoi davvero sentire" mi
pavoneggio con una mezza piroetta sui tacchi prima di riprendere ad ancheggiare
per il corridoio.
Un leggero bussare: sblocco la serratura e ed apro,
facendo scorrere la pesante porta di lato.
Coulson è impeccabile anche alle
due e mezza di notte con gli occhiali scuri infilati nel taschino della giacca
e due involucri in mano.
"PopCorn Normali e al
Caramello" spiega indicando prima uno e poi l'altro abbozzando un sorriso:
"Non sapevo quale scegliere."
Mi scosto per farlo entrare: " È per questo che
ci hai messo così tanto?"
“Oh no, volevo farmi desiderare.” Attraversa
l'armeria, si infila tra due grosse casse di munizioni e si accuccia per terra
commentando positivamente la sistemazione che ho dato alla mia tana.
"Oh, hai anche messo un frigobar!"
"C'era già prima, l'ho solo spostato di
posizione." Spiego, sedendomi per terra tra i cuscini staccati ad una
delle poltroncine della sala ristoro e gli lancio uno sguardo di sfida:
"Pronto?" Annuisce. "Un po' agitato, immagino?"
"Sai, non ti nascondo che questa è la prima volta
che..."
Gli appoggio un dito sulle labbra: "Sssssht. Non aggiungere altro" sussurro, picchiettando
poi la tastiera del Pc portatile per togliere lo
stand-by: "Lasciamo i commenti alla fine. Mi passi quelli al
caramello?"
"Tu dici che sia un porno?"
"Uhm... conosco abbastanza bene Barton, direi che non gli avrebbe dato fastidio che la sua
ex ragazza diffondesse un suo filmato hard. Anzi..."
"Magari è un filmato dove fa cilecca!"
"Potrebbe."
"Certo che, per spendere più di quattromila
dollari per un recupero dev'essere davvero roba
forte."
Coulson si infila un altro pop corn in bocca e alza un sopracciglio: "Non li ha
spesi."
"Oh, ma che dolce, hai custodito le carte di
credito gratuitamente!"
"Veramente ci eravamo messi d'accordo: te le
avrebbe offerte come pagamento ed io le avrei sequestrate per ricatto. Su, Addison, non fare quella faccia! Davvero pensavi che Barton ti avrebbe pagato così tanto per un video?
Non credo neppure che li abbia sul conto, quattromila dollari!" Un altro
popcorn in sfregio alla mia espressione scandalizzata e fa partire il filmato.
È l'inquadratura, prima sfocata e poi più nitida, di Barton che si alza dal tavolo, attraversa la sala di un
locale gremito di persone che mangiano e bevono sino a raggiungere un uomo che
sta aggiustando un impianto audio su un piccolo palcoscenico. Si china verso di
lui per accordarsi con qualcosa parlandogli all'orecchio. Chi tiene la
videocamera ridacchia - una voce di donna, senza dubbio della Morse - ed
aumenta lo zoom verso Clint, ora sul palco di fianco all'uomo che gli allunga
qualcosa.
"Sbaglio è un microfono?"
"Oh cacchio, lo è."
"Sbaglio o sul cartello in alto a sinistra c'è
scritto Karaoke Night?"
"Oh miseria!"
"E sbaglio o sta per cantare Suspicious
Mind?"
Mollo il sacchetto di pop corn
e mi premo le mani sulle orecchie: più che cantare Barton
sta uggiolando. "E' agghiacciante!"
Coulson ha l'aria di divertirsi un
mondo: "Clinton Barton: OcchioDiFalco,
VoceDaStruzzo."
"Coulson."
"Barton. Ecco qui, ho
pensato volessi distruggere le prove personalmente."
"Ti ringrazio." Clint fa oscillare la
chiavetta USB sulla fiamma dell'accendino tenendola per il gancio con la punta
delle dita, sino a far sciogliere la protezione causando lo sbuffo infastidito
di Coulson, che agita la mano davanti al naso per
togliere l'odore di plastica bruciata. "Hai verificato che...?"
"Ogni singolo sistema operativo dello S.H.I.E.L.D. e dei suoi dipendenti. Non esiste più nessuna
copia del filmato, da nessuna parte." Barton
sospira sollevato. "Oh, ed ecco le tue carte di credito. Intatte."
"Davvero Borgo non è riuscita a prelevare
nulla?"
"Promette bene, ma ne ha ancora della strada da
fare, e noi non siamo qui per renderle le cose più facili."
"Affatto. Però..."
"Uhm?"
"Mi sento un po' in colpa, tu no?"
"Uhm. Non è proprio senso di colpa è più... non
saprei definirlo. Oh, beh, rimedierò comprandole un Chupa-Chups.
Alle ragazze piacciono no?"
"Beh, sì. Direi che Borgo è proprio un tipo da Chupa-Chups.”
Il Direttore Fury
difficilmente usufruisce della sala ristoro del primo livello durante l'orario
di punta. Le poche volte che è in sede è talmente preso dai suoi doveri che
difficilmente si ricorda di avere bisogni fisiologici umani come la necessità
di mantenersi idratato e nutrito. Le rare volte che il suo stomaco pare
reclamare, comunque, è notte fonda e i corridoi sono pressoché deserti.
Su quale fuso orario sia settato il bioritmo di Fury è uno dei tanti misteri che gravitano attorno alla sua
persona, fonte di innumerevoli leggende metropolitane.
Ad ogni modo, puro caso vuole che quel giorno Fury sentisse il bisogno - quasi un richiamo del suo
proverbiale sesto senso - di lasciare il comando per qualche minuto alla Hill
(che dalla gioia suppongo abbia imitato DiCaprio
sulla prua del Titanic) per concedersi il lusso di una bibita fresca ed un paio
di barrette al caramello e nocciole di cui - leggenda vuole - pare esserne
drammaticamente goloso.
Arrivato davanti alla porta della Sala Ristoro lo
immagino storcere il naso davanti all'assembramento di plancisti,
agenti attivi, piloti, paramedici e personale tecnico di vario genere davanti
al distributore automatico.
Dico lo immagino perché il mio istinto di
sopravvivenza mi ha portato a girare al largo da quella zona, ma ad ogni modo
le mie fonti sono attendibili, quindi so per certo cosa sia accaduto.
Accade che, come sempre, il cicaleccio e le risate
sguaiate terminarono immediatamente nell'esatto momento in cui l'anfibio destro
del Direttore varca la soglia.
Gelo in Sala - si registrano un paio di malori a causa della forte
tensione nell'aria.
"Lieto di constatare che l'umore delle truppe sia
notevolmente alto." È il suo solo commento acido, mentre la piccola folla
si apre per farlo passare in due ali simmetriche in stile Mosè al Mar Rosso.
McKenzie, Plancista
di Quarto Livello addetto al funzionamento dei settori 3 e 4 nonché uno dei
miei compagni di infrattamento, si schiarisce la voce
prendendo il coraggio a due mani e spiega al Direttore che tutta quella
confusione è data da un'anomalia nello schermo led del distributore. "Che
genere di anomalia?" domanda Fury con la
vena sulla fronte che iniziava a pulsare.
Pare che McKenzie sia così
pallido da far temere un principio di infarto. Balbettando, riesce solo a
spiegare che, quando si seleziona qualcosa, sullo schermo appare un filmato.
Probabilmente pensando all'ennesima pubblicità idiota
di una qualche merendina e con l’aria a metà tra lo scettico ed il seccato, il
Direttore infila il suo quarto di dollaro nella fessura e seleziona una lattina
di CocaCola.
Ed il filmato appare.
La lattina scivola dalla sua casella e si posiziona
con un tonfo sordo nella fessura per il ritiro senza che Fury
riesca a degnarla di attenzione.
A filmato terminato, si fruga nella tasca del cappotto
ed infila un altro quarto di dollaro nel distributore, selezionando le barrette
al caramello e nocciole.
Il
filmato ricomincia da capo.
Offre a McKenzie un
pacchetto di patatine.
Ci sono testimoni pronti a giurare che alla terza
visione del filmato stia sogghignando visibilmente e che alla quarta abbia il
pugno premuto sulla bocca e fatichi a trattenersi dal ridere, con la testa
imperlata di sudore.
La porta della Sala Ristoro si riapre un secondo prima
che venisse infilato dentro il quinto quarto di dollaro: "Hey, quanta gente! Saldi alla macchinetta? Oh, Direttore,
mi scusi, non l'avevo vista."
"Barton, vieni, vieni
pure qui. Sei già tornato dalla tua missione, davvero lodevole."
"Grazie Signore, era una cosa di poco conto
niente di che..."
"No, no, non sminuirti. Lasciati offrire
qualcosa, vuoi?"
"Beh, sì, perché no..."
Sì, ho molto da imparare.
Tipo a
nascondermi meglio.
Clint ci mette esattamente dodici minuti per
recuperare arco e frecce e stanarmi, talmente infuriato da mandare a quel paese
la Hill che, megafono in mano, lo rincorre ricordandogli la regola del Niente
Frecce per i Corridoi.
Ma ne è
valsa la pena.
E rieccomi a tempo di record! Non nascondo che non vedevo
l’ora di rimettere in pista Phil Coulson!
Mi piace
un sacco immaginarmi la vita all’interno dello SHIELD condita con un po’ di
sano cameratismo e piena di situazione tragicomiche: molto lo devo a Vannagio e alla sua serie ‘Eliveivolo
e Dintorni’ (http://www.efpfanfic.net/viewseries.php?ssid=6757&i=1)
che vi consiglio caldamente.
Barbara
Morse è nel Comic verse, Mockingbird, membro dei vendicatori sposata a lungo con
Clint.
Spero di
non trovarmela mai davvero nei film, e che il Clintasha
continui ad imperare senza freno nel MovieVerse!
McKenzie, invece, l’ho inventato io.
Grazie a
tutti per l’accoglienza di questa raccolta! Spero che vi piaccia, che non vi
deluda e che vogliate lasciarmi un commentino.
Come
dicevo, queste sono OS scritte ‘per divertimento’, ma non per questo cerco di
metterci meno cura nello stile e nella trama.
Ad ogni
modo, per qualsiasi evenienza o domanda, ecco il mio ASK: http://ask.fm/EvilCassyBuenacidos.
Alla
prossima, se vorrete,
EC.
PS: parlo
di Budapest, ed in Tv danno il GP d’Ungheria! XD