Film > The Avengers
Segui la storia  |       
Autore: Evilcassy    28/07/2013    2 recensioni
"I miei cognati non hanno lavori dozzinali. Stiamo parlando di un avvocato e del chirurgo plastico a cui devi l'assenza di
zampe di gallina attorno agli occhi!"
Bruce scoppia a ridere, Tony ringhia: "Quante volte te lo devo ripetere, Pepper: non davanti ai ragazzi. Ora Bruce manderà un messaggio a Barton e sarò lo zimbello dei Vendicatori!"

Sequela di OS sul TheSeventhUniverse, slegate tra di loro.
Genere: Avventura, Commedia, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yuri | Personaggi: Clint Barton/Occhio di Falco, Loki, Natasha Romanoff/Vedova Nera, Nuovo personaggio
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'A Seven Heroes Army [The Seventh Saga]'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

The Seventh:

50 Shades of Grey(Raven)

 

 

  • PART: ORIGIN.

 

  • Shades of Hawkwardness

 

Il lavoro consiste in qualsiasi cosa il corpo sia obbligato a fare... Giocare consiste in qualsiasi cosa che il corpo non sia obbligato a fare.[Mark Twain]

 

Prima di Budapest, la fama da cecchino di Barton era di poco superiore a quella di tombeur de femmes. O almeno così dicono. Conosco almeno quindici donne oltre a Natasha che si vantano di aver 'afferrato il falchetto al volo' , e mi è difficile spesso riconoscere le mitomani dalle 'afferratrici' reali.

Ad ogni modo, è risaputo che per un certo periodo OcchioDiFalco fosse seriamente impegnato con la Responsabile di Plancia, tale Agente Barbara Morse.

Lei è, ad onor del vero, una gran bella donna: Alta, bionda, gambe chilometriche, cipiglio serio e labbra perennemente arricciate in una moue concentrata. Però è anche una sacrosantissima rompicoglioni ed una stronza arrivista con le smanie da caporale verso i suoi sottoposti. E verso le Agenti Attive, come me e Natasha.

"Fa così perché è stata scartata dal servizio attivo" Coulson verso il quarto cocktail diventava un'adorabile portinaia: "Non aveva il sangue freddo necessario per stare sul campo, ha avuto buoni punteggi ai test, ma non abbastanza. Però come Responsabile di Plancia... oh, beh, è ineccepibile!"

Come Barton abbia fatto ad infatuarsi di una plancista pedante resta comunque un mistero, ma Coulson - il quinto cocktail era sempre un mojito - giurava che avesse già praticamente traslocato da lei. Nidificare in casa d’altri pare essere una fissa costante di Clint.

Insomma, le cose procedevano a gonfie vele, fino a Budapest.

 

A Budapest la Morse era troppo lontana e la Romanoff troppo vicina.

A Budapest, dopo una lotta serrata ed un inseguimento mozzafiato OcchioDiFalco aveva bloccato la VedovaNera, l'aveva ferita ma aveva agito diversamente rispetto all'ordine di eliminarla.

Tutto questo in diretta radio con la Plancia di Comando. Cuffiette nelle orecchie, Morse era passata da un'espressione di tronfio orgoglio per l'operato eccezionale del suo uomo ad una perplessa, per finire con una sconcertata e furibonda.

E quando fu chiaro l'interesse di Clint nei confronti di Natasha - si scorda spesso di spegnere l'auricolare, spesso ci tocca sentire imbarazzanti scrosci d'acqua dal wc o rumori digestivi - domandò un paio di giorni di permesso, prese quasi in prestito un elicottero per volare sino al suo appartamento di Boston e, dopo aver buttato nella vasca da bagno gli effetti personali di Clint, li inondò di alcol etilico e vi appiccò fuoco.

Neppure Fury trovò le parole adatte per commentare la vicenda.

 

Da allora l'astio nei confronti delle Attive è aumentato a dismisura. Non solo quello della Morse, ma anche del resto del personale di Plancia, che ci incolpa di aver reso la Responsabile ancora più insopportabilmente acida di quanto già non fosse.

Per non parlare del livore nei confronti di Natasha e di chi le gravita attorno.

Tipo Barton.

Tipo me.

E una volta pare che anche Coulson ci abbia quasi rimesso un dente, a tessere le lodi della VedovaNera in presenza della Morse.

 

Per queste ragioni l'ho evitata come la peste per ben due anni. E per non sbagliare, ho proprio evitato di uscire con qualche plancista.

Vabbè, quasi evitato. Un paio di loro me li sono impalmati nell’Armeria di Livello1 in una serata in cui non davano nulla in TV.

 

Finché un bel giorno Barton non entra come una furia nella Sala Ristoro gettandosi in ginocchio ai miei piedi, sguardo implorante e mani giunte: "Farò tutto quello che vuoi"

 La giornata prende una piega decisamente interessante, sorseggio il mio the freddo con un sopracciglio alzato: "Purché sia pressoché legale e non mi faccia degradare e/o finire in detenzione" aggiunge.

"Anche pagandomi?"

"Soprattutto pagandoti. Posso alzarmi da terra?"

"No, continua a startene in ginocchio ti prego, son cose che fan bene all'autostima. Parla pure."

"Ti chiedo di recuperare un file. Un filmato, ecco" Alzo le spalle: niente di più facile, non capisco neppure perché non l'abbia fatto da solo. Dove sta la fregatura? "È nel computer della Morse."

"Oh no, Barton, proprio no! Io sono ancora in fase di addestramento, precludermi ogni possibilità di carriera qua dentro va contro ogni senso logico! E tu non hai abbastanza soldi per comprarmi. No, non guardarmi così, non sei il Gatto di Shrek. Ti ho detto di no. E metti via quel portafogli!" Barton mi porge una Visa "Ha un credito di duemila dollari" pigola.

"Barton -"

"Ho anche un'American Express!"

Ha vinto: "Vedrò cosa posso fare..."

 

"Stai per cacciarti in un bel guaio"

Trasalgo voltandomi di scatto: Coulson è comparso - chissà da dove - mani in tasca e sorrisetto sardonico.

"Sospettavo. Ma sai com'è, ho già dato la mia parola..." sogghigno sventagliando le carte di credito.

"Quattromila dollari sono sufficienti per una carriera nel macero e una detenzione assicurata? Sai, è contro il regolamento hackerare i file privati di un agente, e si va incontro a pesanti sanzioni".

"Tsk! Devono prima prendermi!"

"Oh, non ho dubbi che darai ampio sfoggio di ciò che stai imparando nel training: dicono che tu sia un'ottima allieva. E sei anche dotata di una buona dose di inventiva, sicuramente avrai già in mente un ottimo piano."

"... modestamente..."

"Però ecco l'imprevisto, Borgo: io so. E come agente di livello superiore ho l'obbligo di denunciare le violazioni di regolamento, che siano lievi o gravi."

Oh, merda. "Dovresti prendertela con Barton! È lui che-"

"Ma sei tu che hai accettato. E poi Barton è già partito per la sua missione, Borgo. E tu no."

Sospiro e gli porgo le carte: "Visa o American Express?"

"Oh, Borgo, come sei ingenua!" Me le sfila entrambe dalle dita e davanti alle mie proteste - che fare il lavoro gratis non mi va – mi prende in giro con un: "Il mondo è davvero un posto ingiusto."

Allargo le braccia: "Beh pazienza, che se lo recuperi da solo il filmato!"

Coulson ha già una mano sulla maniglia della porta, si volta e mi rifila un tale sorriso da stronzo che se non fosse un mio superiore gli avrei già causato un trauma facciale con il tacco della scarpa: "Ma hai già dato la tua parola, Addison. E poi un così bel piano come quello che hai in mente non lo vuoi proprio usare?"

Odio essere una matricola.

 

In qualsiasi base S.H.I.E.L.D. vige la regola ferrea della partecipazione alle esercitazioni di evacuazione. Nessuno, neppure Fury, ne è esente: si dice che una volta interruppe pure una riunione con il Consiglio al suono dell'allarme. Più che rigore al dovere, direi che ha colto l’occasione al volo per togliersi di torno quelle piaghe poltronate che a suo dire ‘vorrebbero sapere anche quante volte viene tirato lo sciacquone qui dentro’.

Ad ogni modo, ogni volta che l'allarme suona e la voce dagli altoparlanti invita ad evacuare l'edificio che questa non è un'esercitazione tutte le postazioni vengono ordinatamente abbandonate e tutte le unità si dispongono nei propri ruoli per far tutto procedere senza intoppi.

Alla prima a cui ho partecipato una squadra di buontemponi aveva improvvisato una corsa tra i corridoi, armi in pugno ed urla a destra e a manca, per far salire un po' la tensione, rendendo il tutto più realistico. Finiti in prossimità della Hill, sono rimasti in detenzione per quarantacinque giorni.

Allo S.H.I.E.L.D. non hanno un gran senso dell'umorismo.

 

Tali esercitazioni vengono effettuate a sorpresa, ovviamente, ma hanno una frequenza statistica abbastanza puntuale: un paio a trimestre. L'anno scorso sono state tre, nel periodo natalizio, e di questa eccezione nessuno se ne è lamentato. Ed è per questo che nel mio piano bellissimo e perfetto ne prevista una.

 

C'è che la programmazione delle prove viene fatta dall'ufficio di Gestione Risorse, che è formato da tre ragazze più uno stagista.

C'è che questo stagista mi sbava dietro dalla prima volta che ci siamo incontrati nei corridoi.

C'è che le ragazze vanno sempre in pausa insieme lasciando l'ometto solo per quindici minuti buoni.

C'è che mi infilo tacchettando dentro all'ufficio mentre lo stagista è da solo, con la scusa ignobile che mi si è smagnetizzato il badge e ho bisogno di uno nuovo.

C'è che questa parte del piano è talmente semplice che fila tutto liscio come l'olio: davanti alla sottoscritta strizzata in una tuta di una taglia in meno, truccata e con quindici centimetri buoni di tacco, lo stagista va in agitazione si scorda dove sono i badge. Ne segue una breve ma intensa caccia agli oggetti smarriti, ed un suo momento di distrazione mi permette l'accesso al piccolo pannello di comando delle emergenze, aprirlo, girare la chiavetta nel quadrante e battere la difficilissima password: 0000.

Tutto il mondo è Paese, lo S.H.I.E.L.D. non ne è esente.

 

Quando l'allarme inizia a suonare fa un salto da terra e si volta verso di me sudato e balbettante, lasciando cadere una risma di moduli per richiesta di veicoli paramilitari. Sbattendo le ciglia con aria conciliante mi chino per aiutarlo a raccoglierli: "Credo che dovremmo rispettare il protocollo e abbandonare le nostre postazioni, che dici?"

"Ma... ma oggi non era prevista un'esercitazione..." balbetta.

Gli sollevo il mento con due dita - lo sguardo resta incollato alla mia scollatura e devo invitarlo a guardarmi negli occhi - ed aggiungo che la voce all'altoparlante parla chiaro: "Non so te, ma io non ho assolutamente intenzione di ricevere un'ammenda."

"Ha... ha... hai ragione Borgo!" Scatta in piedi con foga e spalanca la porta dell'ufficio, uscendo con passo svelto e le guance in fiamme.

Lo seguo, ma solo sino al primo bivio del corridoio. Poi a continuare è qualcosa che ha perfettamente le mie sembianze, mentre io prendo un'altra strada.

 

Si chiamano proiezioni astrali ed all'epoca non ne ero molto pratica, anche perché non avevo ancora Morrigan come catalizzatore di poteri:  sapevo crearle per una quindicina di minuti, impartirle l'ordine telepatico di camminare e muoversi, ma non di parlare o fare dell'altro.

Ora riesco a farle prendere direttamente il mio posto, a patto che non afferrino oggetti o non vengano toccate, che allora esplodono in tanti piccoli frammenti neri.

È un limite, come ce ne sono tanti nei miei poteri, ma riesco comunque a giocarmela bene.

 

Per l'appunto la mia proiezione segue la massa di personale S.H.I.E.L.D. nel punto di raccolta. Trova il mio caposquadra e si mette in prima fila mentre questo sciorina i nomi dell'appello: basta che alzi gli occhi un attimo per trovarmi lì davanti - lo sguardo un po' vago ed insolitamente silenziosa e tranquilla - e non c'è bisogno che urli 'presente' quando dice il mio nome.

 

Risalgo il condotto d'areazione sino alla Plancia di Comando, e prima di svitare il bocchettone per uscire infilo la lama di un coltello nella grata e controllo dal riflesso che sia deserto: perfetto.

Quindi tolgo la grata, assicuro la piccola carrucola con una ventosa alla superficie metallica del condotto e mi lascio scivolare giù.

Si inceppa mentre sono a mezzo metro da terra. Torco, tiro e strattono, che come sempre le attrezzature in dotazione per il training fanno sempre cilecca.

Al quarto strattone la carrucola riprende a funzionare tutto d'un colpo e sbatto la faccia sul pavimento.

Odio essere una matricola.

 

Mi concedo tre minuti buoni per crackare il pc della Morse. Smanetto come una forsennata e riesco ad evadere la password e trovare la cartella personale dove ha stipato un sacco di stronzate – e chi l'avrebbe detto che Barbara Morse avesse un debole per Nicholas Sparks? Si è scaricata tutti gli ebooks e pure la filmografia completa. Avessi tempo glieli sostituirei con omonimi porno, tipo 'Le Parole che Non ti Ho Detto... perché Ingoiavo' – mi restano 89 secondi e non posso far altro che recuperare il file incriminato, scaricarlo sulla chiavetta usb ad alta velocità, cancellarlo dal pc ed accorgermi che la Morse al momento dell'allarme era connessa a Facebook.

Alla faccia dell'impeccabile, severa professionalità.

Tocco di Classe, fotografo la mia scollatura con la Webcam, facendo ben attenzione che le protagoniste siano solo le gemelle e non altri dettagli, e gliela metto come foto nel profilo.

Peccato non avere il tempo per constatare quanti 'Like' possano raccogliere...

 

È l'una di notte passata quando termino il mio turno di guardia e mi avvio verso la zona degli alloggi sbadigliando sonoramente.

"'Notte Borgo."

"Oh, Coulson. ‘notte a te." Ricambio incrociandolo lungo il corridoio illuminato.

Indovino il sorrisetto beffardo mentre mi oltrepassa, così mi limito a fermarmi e a stiracchiarmi le braccia allungandole dietro le spalle attendendo la sua battuta.

"Non sai come saltarci fuori, vero?"

Reclino appena la testa all'indietro e gli restituisco l'occhiata sardonica: "Non mi piace essere sottovalutata, Coulson." Mi giro e muovo qualche passo felino per avvicinarmi a giocherellare con il lembo della sua cravatta. "È una cosa che mi irrita davvero tanto. Ma per la fortuna tua e di questa bella cravatta d'ordinanza sono molto di buon umore, stasera. Così di buon umore, che desidero concludere la giornata in un modo molto, molto, molto divertente nell'Armeria di 1° livello."

"...come hai...?"

"Non farti domande, Phil, non fartene mai su di me. Potresti ricevere risposte che non vuoi davvero sentire" mi pavoneggio con una mezza piroetta sui tacchi prima di riprendere ad ancheggiare per il corridoio.

 

Un leggero bussare: sblocco la serratura e ed apro, facendo scorrere la pesante porta di lato.

Coulson è impeccabile anche alle due e mezza di notte con gli occhiali scuri infilati nel taschino della giacca e due involucri in mano.

"PopCorn Normali e al Caramello" spiega indicando prima uno e poi l'altro abbozzando un sorriso: "Non sapevo quale scegliere."

Mi scosto per farlo entrare: " È per questo che ci hai messo così tanto?"

“Oh no, volevo farmi desiderare.” Attraversa l'armeria, si infila tra due grosse casse di munizioni e si accuccia per terra commentando positivamente la sistemazione che ho dato alla mia tana. "Oh, hai anche messo un frigobar!"

"C'era già prima, l'ho solo spostato di posizione." Spiego, sedendomi per terra tra i cuscini staccati ad una delle poltroncine della sala ristoro e gli lancio uno sguardo di sfida: "Pronto?" Annuisce. "Un po' agitato, immagino?"

"Sai, non ti nascondo che questa è la prima volta che..."

Gli appoggio un dito sulle labbra: "Sssssht. Non aggiungere altro" sussurro, picchiettando poi la tastiera del Pc portatile per togliere lo stand-by: "Lasciamo i commenti alla fine. Mi passi quelli al caramello?"

 

"Tu dici che sia un porno?"

"Uhm... conosco abbastanza bene Barton, direi che non gli avrebbe dato fastidio che la sua ex ragazza diffondesse un suo filmato hard. Anzi..."

"Magari è un filmato dove fa cilecca!"

"Potrebbe."

"Certo che, per spendere più di quattromila dollari per un recupero dev'essere davvero roba forte."

Coulson si infila un altro pop corn in bocca e alza un sopracciglio: "Non li ha spesi."

"Oh, ma che dolce, hai custodito le carte di credito gratuitamente!"

"Veramente ci eravamo messi d'accordo: te le avrebbe offerte come pagamento ed io le avrei sequestrate per ricatto. Su, Addison, non fare quella faccia! Davvero pensavi che Barton ti avrebbe pagato così tanto per un video? Non credo neppure che li abbia sul conto, quattromila dollari!" Un altro popcorn in sfregio alla mia espressione scandalizzata e fa partire il filmato.

 

È l'inquadratura, prima sfocata e poi più nitida, di Barton che si alza dal tavolo, attraversa la sala di un locale gremito di persone che mangiano e bevono sino a raggiungere un uomo che sta aggiustando un impianto audio su un piccolo palcoscenico. Si china verso di lui per accordarsi con qualcosa parlandogli all'orecchio. Chi tiene la videocamera ridacchia - una voce di donna, senza dubbio della Morse - ed aumenta lo zoom verso Clint, ora sul palco di fianco all'uomo che gli allunga qualcosa.

"Sbaglio è un microfono?"

"Oh cacchio, lo è."

"Sbaglio o sul cartello in alto a sinistra c'è scritto Karaoke Night?"

"Oh miseria!"

"E sbaglio o sta per cantare Suspicious Mind?"

Mollo il sacchetto di pop corn e mi premo le mani sulle orecchie: più che cantare Barton sta uggiolando. "E' agghiacciante!"

Coulson ha l'aria di divertirsi un mondo: "Clinton Barton: OcchioDiFalco, VoceDaStruzzo."

 

"Coulson."

"Barton. Ecco qui, ho pensato volessi distruggere le prove personalmente."

"Ti ringrazio." Clint fa oscillare la chiavetta USB sulla fiamma dell'accendino tenendola per il gancio con la punta delle dita, sino a far sciogliere la protezione causando lo sbuffo infastidito di Coulson, che agita la mano davanti al naso per togliere l'odore di plastica bruciata. "Hai verificato che...?"

"Ogni singolo sistema operativo dello S.H.I.E.L.D. e dei suoi dipendenti. Non esiste più nessuna copia del filmato, da nessuna parte." Barton sospira sollevato. "Oh, ed ecco le tue carte di credito. Intatte."

"Davvero Borgo non è riuscita a prelevare nulla?"

"Promette bene, ma ne ha ancora della strada da fare, e noi non siamo qui per renderle le cose più facili."

"Affatto. Però..."

"Uhm?"

"Mi sento un po' in colpa, tu no?"

"Uhm. Non è proprio senso di colpa è più... non saprei definirlo. Oh, beh, rimedierò comprandole un Chupa-Chups. Alle ragazze piacciono no?"

"Beh, sì. Direi che Borgo è proprio un tipo da Chupa-Chups.”

 

Il Direttore Fury difficilmente usufruisce della sala ristoro del primo livello durante l'orario di punta. Le poche volte che è in sede è talmente preso dai suoi doveri che difficilmente si ricorda di avere bisogni fisiologici umani come la necessità di mantenersi idratato e nutrito. Le rare volte che il suo stomaco pare reclamare, comunque, è notte fonda e i corridoi sono pressoché deserti.

Su quale fuso orario sia settato il bioritmo di Fury è uno dei tanti misteri che gravitano attorno alla sua persona, fonte di innumerevoli leggende metropolitane.

Ad ogni modo, puro caso vuole che quel giorno Fury sentisse il bisogno - quasi un richiamo del suo proverbiale sesto senso - di lasciare il comando per qualche minuto alla Hill (che dalla gioia suppongo abbia imitato DiCaprio sulla prua del Titanic) per concedersi il lusso di una bibita fresca ed un paio di barrette al caramello e nocciole di cui - leggenda vuole - pare esserne drammaticamente goloso.

Arrivato davanti alla porta della Sala Ristoro lo immagino storcere il naso davanti all'assembramento di plancisti, agenti attivi, piloti, paramedici e personale tecnico di vario genere davanti al distributore automatico.

Dico lo immagino perché il mio istinto di sopravvivenza mi ha portato a girare al largo da quella zona, ma ad ogni modo le mie fonti sono attendibili, quindi so per certo cosa sia accaduto.

Accade che, come sempre, il cicaleccio e le risate sguaiate terminarono immediatamente nell'esatto momento in cui l'anfibio destro del Direttore varca la soglia.

Gelo in Sala - si registrano un paio di malori a causa della forte tensione nell'aria.

"Lieto di constatare che l'umore delle truppe sia notevolmente alto." È il suo solo commento acido, mentre la piccola folla si apre per farlo passare in due ali simmetriche in stile Mosè al Mar Rosso.

McKenzie, Plancista di Quarto Livello addetto al funzionamento dei settori 3 e 4 nonché uno dei miei compagni di infrattamento, si schiarisce la voce prendendo il coraggio a due mani e spiega al Direttore che tutta quella confusione è data da un'anomalia nello schermo led del distributore. "Che genere di anomalia?" domanda Fury con la vena sulla fronte che iniziava a pulsare.

Pare che McKenzie sia così pallido da far temere un principio di infarto. Balbettando, riesce solo a spiegare che, quando si seleziona qualcosa, sullo schermo appare un filmato.

Probabilmente pensando all'ennesima pubblicità idiota di una qualche merendina e con l’aria a metà tra lo scettico ed il seccato, il Direttore infila il suo quarto di dollaro nella fessura e seleziona una lattina di CocaCola.

Ed il filmato appare.

La lattina scivola dalla sua casella e si posiziona con un tonfo sordo nella fessura per il ritiro senza che Fury riesca a degnarla di attenzione.

A filmato terminato, si fruga nella tasca del cappotto ed infila un altro quarto di dollaro nel distributore, selezionando le barrette al caramello e nocciole.

Il filmato ricomincia da capo.

 

Offre a McKenzie un pacchetto di patatine.

Ci sono testimoni pronti a giurare che alla terza visione del filmato stia sogghignando visibilmente e che alla quarta abbia il pugno premuto sulla bocca e fatichi a trattenersi dal ridere, con la testa imperlata di sudore.

La porta della Sala Ristoro si riapre un secondo prima che venisse infilato dentro il quinto quarto di dollaro: "Hey, quanta gente! Saldi alla macchinetta? Oh, Direttore, mi scusi, non l'avevo vista."

"Barton, vieni, vieni pure qui. Sei già tornato dalla tua missione, davvero lodevole."

"Grazie Signore, era una cosa di poco conto niente di che..."

"No, no, non sminuirti. Lasciati offrire qualcosa, vuoi?"

"Beh, sì, perché no..."

 

Sì, ho molto da imparare.

Tipo a nascondermi meglio.

Clint ci mette esattamente dodici minuti per recuperare arco e frecce e stanarmi, talmente infuriato da mandare a quel paese la Hill che, megafono in mano, lo rincorre ricordandogli la regola del Niente Frecce per i Corridoi.

 

Ma ne è valsa la pena.

 

 

E rieccomi a tempo di record! Non nascondo che non vedevo l’ora di rimettere in pista Phil Coulson!

Mi piace un sacco immaginarmi la vita all’interno dello SHIELD condita con un po’ di sano cameratismo e piena di situazione tragicomiche: molto lo devo a Vannagio e alla sua serie ‘Eliveivolo e Dintorni’ (http://www.efpfanfic.net/viewseries.php?ssid=6757&i=1) che vi consiglio caldamente.

Barbara Morse è nel Comic verse, Mockingbird, membro dei vendicatori sposata a lungo con Clint.

Spero di non trovarmela mai davvero nei film, e che il Clintasha continui ad imperare senza freno nel MovieVerse!

McKenzie, invece, l’ho inventato io.

Grazie a tutti per l’accoglienza di questa raccolta! Spero che vi piaccia, che non vi deluda e che vogliate lasciarmi un commentino.

Come dicevo, queste sono OS scritte ‘per divertimento’, ma non per questo cerco di metterci meno cura nello stile e nella trama.

Ad ogni modo, per qualsiasi evenienza o domanda, ecco il mio ASK: http://ask.fm/EvilCassyBuenacidos.

Alla prossima, se vorrete,

EC.

PS: parlo di Budapest, ed in Tv danno il GP d’Ungheria! XD

 

 

   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > The Avengers / Vai alla pagina dell'autore: Evilcassy