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Autore: ferao    06/02/2008    12 recensioni
Com'è nata la storia tra Percy Weasley e Penelope Light? Leggete!!
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Penelope Clearwater, Percy Weasley
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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Breve storia su come potrebbe essere nata una delle coppie più sorprendenti di Hogwarts!
(Si tratta della versione ampliata della mia seconda FF... siate clementi e commentate, in bene e in male!!)
(ps Percy è mooolto OOC... mi scuso nel caso ci sia qualche ammiratore ( °_° ) del personaggio...)

Un Prefetto imperfetto

-Accidenti! E ancora accidenti!-

Percy Weasley, Prefetto di Grifondoro al suo quinto anno ad Hogwarts, figlio di Molly e Arthur Weasley e terzo di sette fratelli, perfezionista come pochi erano stati nella storia di Hogwarts (o forse della magia?) non faceva altro che pensare che i suoi fratelli lo avrebbero preso in giro fino alla morte se lo avessero visto così. Era spettinato, la divisa sistemata alla bell'e meglio; era a digiuno (e questo lo faceva imprecare più che tutto il resto); ma soprattutto - oh, quale disonore!- era in ritardo per Trasfigurazioni. Di quasi (gli disse l'orologio da taschino) mezz'ora.
-Accidenti!!!!-
Tutto questo perchè (e qui Molly stessa avrebbe avuto difficoltà a riconoscere il figlio) non si era voluto alzare dal letto. Pazzesco. Non gli succedeva mai.
Preciso come un orologio, si alzava sempre alla stessa ora, faceva una doccia da non più di dieci minuti, indossava la divisa sempre ben piegata e pettinava con cura la chioma di capelli fulvi tagliati con precisione meticolosa. Dopodichè scendeva a fare colazione. Sempre in perfetto orario. Quel giorno invece, si era trovato così bene sotto le coperte che aveva deciso di rimanerci altri dieci minuti, poi venti. Poi mezz'ora. Dopo tre quarti d'ora si era reso conto del tempo che aveva perso ed era corso giù, imprecando e ricordandosi a malapena di vestirsi e prendere gli occhiali, verso l'aula di Trasfigurazione.
Si fermò; non voleva entrare con il fiatone. Si appoggiò al muro e chiuse gli occhi cercando di recuperare ossigeno.
All'istante gli balzarono in mente frammenti decisamente vividi del sogno che aveva fatto quella notte. Era per quello che aveva deciso di rimanere sdraiato ancora un po' a fantasticare. Sognava raramente, e raramente rifletteva sui suoi sogni; certo non si sarebbe messo mai a cercare di riprendere sonno per continuare un sogno. Ma quello era così bello, così realistico, così...
Il Prefetto Percy Weasley si riscosse. Assunse la solita aria autorevole, sistemò gli occhiali di corno sul naso, bussò alla porta e, respingendo con un ultimo sforzo di volontà la sua visione notturna, entrò.

****

Il Prefetto di Corvonero Penelope Light era in orario come al solito, sebbene quella mattina avesse perso del tempo a cercare di elaborare una nuova acconciatura per i suoi lunghi capelli ricci e biondi. Una stranezza che non pochi notarono e commentarono: di solito la ragazza, già molto bella, non perdeva tempo a sistemarsi o a cercare di rendersi più carina per attirare l'attenzione: Penelope Light ("Chiamatemi Penny, Penelope è un nome così stupido..."), dicevamo, Penny non sentiva il bisogno di farsi ronzare attorno i ragazzi, cosa che le sue compagne di dormitorio avvertivano come una necessità primaria.
A lei non importava di avere addosso gli sguardi di questo o quel ragazzo, o di avere storielle effimere per potersene vantare con le amiche. In fondo, cosa ci trovavano nei loro coetanei? Erano tutti così stupidi, così immaturi, così lontani dal ragazzo che avrebbe voluto. Beh, quasi tutti.
L'unico che le piaceva decisamente era il Prefetto di Grifondoro, quel Weasley. Anche se i loro rapporti si erano finora limitati a quelli tra Prefetti, Penny aveva subito notato, dietro l'apparenza di vanità e rigidità di Percy, una dolcezza nei modi e una gentilezza inusitata; aveva pensato che il suo modo di fare da perfettino fosse una reazione all'eccentricità dei suoi fratelli più famosi, Fred e George; guardandolo da questa prospettiva era riuscita a comprendere e ad accettare quasi tutti i suoi comportamenti e le sue fissazioni. Quasi tutti.
A parte...
A parte quella sua mania delle regole...
Merlino, va bene essere Prefetti ma a tutto c'è un limite! Persino lei, a volte, si era concessa di scavalcare qualche regolamento, stando bene attenta a non farsi beccare; era sì autoritaria verso chi infrangeva le regole, ma spesso faceva anche delle risate insieme ai malandrini che le combinavano. Percy invece...
Forse mi sto sbagliando.
Forse è davvero preso soltanto da sé stesso.
Forse non si accorgerà mai davvero di chi o cosa ha intorno.

Penny sospirò e smise di pensarci. Lo specchio le rimandava un'immagine decisamente gradevole, e gliela confermarono le voci di ammirazione delle amiche. Ottimo.
Prese la borsa dei libri e andò in Sala Grande per la colazione.

****

Percy era decisamente giù di morale. Quella giornata era la peggiore di tutte quelle passate in cinque anni. A Trasfigurazione aveva sbagliato formula almeno una decina di volte, e le due ore di Pozioni erano state una mezza tragedia. Per non parlare di Aritmanzia... Tutto per quello stupido sogno.
Stupido, bellissimo, meraviglioso sogno.
L'ora di pranzo arrivò come una benedizione. Tardiva ma efficace. Corse alla Sala Grande sempre di pessimo umore, sperando che un buon pasto lo avrebbe distratto da tutto il resto. Si tirò un po' su di morale vedendo il suo fratellino, Ron, al primo anno a Hogwarts, insieme a Harry Potter, ma si incupì nuovamente quando i gemelli Fred e George lo chiamarono per l'ennesima volta "Perfetto".
Sempre meglio che essere un buffone.
Mangiò di corsa, si era ricordato di dover fare urgentemente una ricerca in biblioteca per Babbanologia. Si alzò da tavola e andò verso la porta.
-Weasley!-
Si bloccò. Si voltò, e d'improvviso svanì tutto. Svanì l'umore nero, svanirono i gemelli, Ron, Harry Potter. Svanì la Sala Grande e la sua confusione, per un breve attimo riuscì a pensare che aveva i capelli spettinati ma svanì anche quel pensiero. E in quella bolla invisibile che si era creata intorno a lui rimasero solo Percy Weasley e la figura che gli veniva incontro.
Quella figura era l'incarnazione del suo sogno. E come nel sogno era bellissima.

****

Penny avanzò con passo sicuro verso di lui, sorridendogli. Si accorse che lui, al contrario, era serio, ma cercò di farsi forza lo stesso.
-Ciao...-
-'Ao...-
-Stai andando in biblioteca?-
-Sì, devo assolutamente fare...-
-Posso accompagnarti?-
Penny si morse la lingua. Non era quello che voleva dire. Cavolo. Voleva semplicemente chiedergli di aiutarla per Babbanologia, visto che avrebbero avuto lezione insieme. Ma detto in quel modo sembrava una sfacciataggine. "Cosa ho fatto... Ora penserai che sono una sfacciata..." pensò.
Lui esitò un attimo, poi fece un lieve sorriso e rispose: - Certo. Andiamo?-
Si avviarono. Lei, che era piuttosto bassa rispetto a lui, faceva un po' fatica a stargli dietro.
-Ti serve una mano per Babbanologia?- domandò Percy.
-Già, sai che sono una frana... Se potessi aiutarmi mi faresti un vero favore, tu te la cavi bene...-
-Beh, è facile, se hai un padre appassionato di Babbani... E' davvero esagerato, credo che se potesse li alleverebbe!-
Risero entrambi. Penny fu piacevolmente sorpresa dalla sua risata. L'aveva sentita poche volte, ma le piaceva ogni volta come la prima volta. Era aperta, sincera.
La risata finì subito quando di fronte a Percy si parò uno spettacolo che definì "assolutamente inappropriato": due Grifondoro del secondo anno avevano stregato i loro scacchi magici in modo tale che fuggissero in giro per il piano assalendo i passanti ignari. Ora la regina e un alfiere avevano fatto cadere un Serpeverde attaccandoglisi ai polpacci, mentre due ragazze di Tassorosso fuggivano inseguite dai cavalli e dalle torri.
Percy era rosso in viso dall'indignazione e aveva già tolto cinque punti a testa, quando sentì Penny dietro di lui che rideva a più non posso. La guardò stupito.
-Cosa c'è di tanto divertente?- chiese, superando gli strilli della ragazza Tassorosso che ancora non riusciva a seminare il piccolo cavallo.
-Scusa- disse lei appena si fu calmata. -Ma l'idea degli scacchi impazziti era così buffa...-
-A me non fa ridere.- Percy era serio. -Ed è contro le regole: in quanto Prefetto io...-
-Oh Merlino, queste maledette regole!-

****

Un essere umano, a sentir dire qualcosa di inaspettato da qualcuno, si ritroverebbe sorpreso, o stupito. Quando Percy sentì dire questa frase da Penelope Light, si ritrovò letteralmente sconvolto. Quella ragazza -Prefetto di Corvonero, simpatica come poche, eccellente in tutte le materie, bella come una Veela... la sua ragazza ideale, insomma- aveva davvero inveito contro il regolamento scolastico? Qualcosa non andava.
-Come, scusa?-
-Penso solo- disse lei, smettendo completamente di ridere e cercando di spiegarsi meglio -che anche se è giusto punire i comportamenti scorretti, qualche volta ci si può anche ridere su. Tutto qui.-
- Tutto qui? Ma... ma noi dobbiamo fare questo, no?- esclamò Percy. - Siamo qui per questo!-
- Siamo esseri umani, Weasley. A volte possiamo prenderci una pausa da quello che dobbiamo o non dobbiamo fare. E in fondo, nessuno è perfetto. - E senza aggiungere altro si diresse verso la biblioteca, seguita da lui.
Nessuno dei due parlava, mentre prendevano i libri necessari e si sedevano in un banco all'angolo. Entrambi erano ancora imbarazzati per il breve diverbio di prima, e il silenzio iniziava a farsi pesante. Fu Penny a romperlo:
-Scusa, secondo te quale può essere il motivo che spinse i Babbani a inventare mezzi di trasporto così scomodi e ingombranti come gli autobus?-
-Stai benissimo con i capelli legati.-
L'aveva detto senza pensarci. Percy tornò di scatto a fissare il libro, ma le sue orecchie si stavano infiammando. "Cavolo, ora faccio anche come Ron!"
Anche Penny arrossì fortemente. Non si sarebbe mai aspettata un complimento così a bruciapelo. Sentì che le viscere le si annodavano piacevolmente, e si sforzò di rispondere. -Grazie, ehm... Sei davvero gentile.-
Finirono la ricerca, senza più parlare di quella frase. Quando poi si salutarono, però, Penny non resistette e gli diede un bacio sulla guancia.
-A domani.-
-'Ao- rispose lui, col viso in fiamme e lo stomaco in rivolta, e preparandosi a passare o una notte piena di sogni, o una notte totalmente in bianco.

****

La notte Percy la passò in bianco. Non riusciva a fare a meno di pensare a quello che Penelope ("Chiamami Penny!") aveva detto.
A volte ci si può prendere una pausa...
Si girò dall'altra parte. Quella strega gli stava facendo venire i sensi di colpa.
Nessuno è perfetto.
Per lui, la perfezione era sempre stata mantenere l'ordine, attenersi a un certo tipo di comportamento, anche a costo di sembrare rigidi o eccentrici. Per quanto lo riguardava, lui era perfetto.
Ma questo piaceva a Penny? Le piaceva che lui fosse sempre così severo e preciso? Oppure doveva, anche lui, prendersi una pausa? Ma ne valeva davvero la pena?
Siamo esseri umani...
Ne valeva la pena?
A quest'ultima domanda, ripensando al bacio che lei gli aveva dato, Percy si sentì di rispondere decisamente di sì.

****

Il giorno dopo, il Prefetto di Grifondoro Percy Weasley sapeva benissimo cosa fare.
Fece la doccia come al solito, si vestì come al solito e come al solito scese in Sala Grande. Fece colazione, e appena ebbe finito aspettò con il cuore in tumulto e la faccia atteggiata alla solita rigidezza che Penny Light si alzasse da suo posto. Per fortuna, non era seguita dal suo branco di amiche.
Le andò vicino, senza preoccuparsi che non lo vedessero, e dicendole semplicemente - Ti devo parlare- la prese per un braccio e la portò fuori, prima che lei avesse il tempo di protestare.
-Percy, ma cosa...-
-Ho pensato che in una giornata così bella, è un peccato stare chiusi in aula di Incantesimi invece di farsi una passeggiata sul lago. Mi accompagni?- le disse lui tutto d'un fiato, per poi stupirsi delle sue stesse parole.
Lei era scioccata. Cercò di capire se per caso non la stesse prendendo in giro per quella frase che lei aveva detto circa le regole, ma quando vide che era deciso sorrise e disse: -Va bene, volentieri-.
Si allontanarono verso il lago. -Non credevo che avresti mai potuto marinare così una lezione di Incantesimi- disse Penny ridendo. -Che ti è preso?-
-A volte ci si può prendere una pausa, no?- disse lui, ridendo a sua volta. In effetti stava bene: la terribile decisione che aveva preso non senza ripensamenti e sensi di colpa vari, gli sembrava ora molto più leggera e mostrava tutti i suoi vantaggi: aveva Penelope Light al suo fianco, senza nessuno intorno a parte qualche raggio di luce indiscreto che giocava a nascondino tra i capelli di lei, facendoli brillare.
Ora camminavano sulla riva del lago; Percy aveva avuto abbastanza fegato da prenderla sottobraccio, ma dopo un po' dovette sorreggerla per la vita perchè stava scivolando sulla terra bagnata.
-Tutto ok?-
-Sì-. Ma Penny non si staccò. Rimasero così abbracciati per un tempo che a loro parve infinito.
-Ehm...-
-Scusa-.
Ormai era ora di tornare; nessuno dei due voleva perdere più di un'ora di lezione. Si salutarono davanti alla porta dei sotterranei, dandosi appuntamento per quel pomeriggio.

****

Penny seguì le lezioni seguenti come incantata. Percy Weasley, il "Perfetto" come lo chiamavano i suoi fratelli, aveva infranto una delle sue amate regole, e lo aveva fatto per lei.
Oh mio Dio.
Cosa avrebbe dovuto aspettarsi ora? Qualcosa di altrettanto sorprendente? Oppure una frase del tipo "Scusa, carina, ma non ne vali più la pena"? Eppure erano stati così bene quella mattina...
Ora cosa avrebbe dovuto fare? Forse Percy si aspettava che facesse lei il prossimo passo, ma non ne era certa. Decise di aspettare; se avesse visto che non cambiava nulla, ci avrebbe pensato lei.
Ma ormai Percy aveva tirato fuori il Grifondoro che era in lui, e non si sarebbe arreso così facilmente.
La aspettò fuori dall'aula di Babbanologia quel pomeriggio; si sentiva raggiante dopo quella mattinata. Le avrebbe chiesto di sedersi accanto a lui, e poi di andare a Hogsmeade insieme quel sabato, e... e si incupì quando vide che non era sola ma circondata da uno stormo di compagne. Allora pensò bene di entrare e andarsi a sedere. Lei gli lanciò uno sguardo tra il deluso e l'interrogativo, ma lui finse di non accorgersene, anche se poi si maledisse di questo: l'imbarazzo l'aveva vinto di nuovo.
A Penny, però, questo non piacque, e alla fine della lezione fu lei ad aspettarlo sulla porta e a bloccarlo.
-Beh?-
-Beh cosa?-
-Da quando mi ignori?-
-......-
-Ti sei già pentito di stamattina?-
Lui arrossì forte. -Ma no, scherzi? Anzi...-
-E allora?-
-Allora... ecco io...- pensa Percy, pensa... -andiamo da un'altra parte?- disse, vedendo che lo stormo di prima stava cercando Penny.
Prima che lei avesse il tempo di rispondere o ribattere, stavano correndo giù per le scale: Percy sembrava avere una fretta mostruosa, e trascinava con sé Penny tirandole un braccio. Smisero di correre solo quando, dopo aver controllato che non ci fosse nessuno, Percy aprì un'aula vuota al piano terra e vi entrarono.
Chiuse la porta. -Ok- disse.
-Weasley, che significa?- Penny aveva un tono alquanto irritato, ma in realtà era agitata per il fatto di trovarsi di nuovo sola con lui.
-Beh- rispose lui -Essendo un Prefetto so bene che a quest'ora il giardino è affollato, la biblioteca è piena di primini e Gazza sta pulendo le aule dei piani superiori, quindi non ripassa per quelle del piano terra. Inoltre, quanto ad utilità questa aula può essere paragonata al bagno di Mirtilla Malcontenta, e per tutte queste ragioni è l'unico posto davvero tranquillo dove sono sicuro che nessuno ci disturbi-. Disse tutto d'un fiato, e non senza arrossire. Ma era tipico della sua famiglia arrossire per tutto??
Anche Penny diventò rossa, ma domandò: -E... perchè non vuoi essere disturbato?-
Al che lui sorrise e, pregando Godric Grifondoro che il coraggio non lo abbandonasse ora, disse: -Sai, non è facile dire a una ragazza che sei innamorato di lei se sei circondato da Grifondoro che infrangono le regole e compagne di classe ficcanaso.-
A queste parole Penny sorrise, anche se dentro di sé stava facendo le capriole dalla gioia. Il ragazzo le si avvicinò.
-Beh, allora...-
-Non lo sai che è proibito agli studenti di sostare nelle aule vuote fuori dall'orario delle lezioni?- Penny aveva un'aria severa mentre diceva queste parole, ma quando vide l'espressione affranta di lui rise e lo abbracciò.
Percy ricambiò l'abbraccio, e prima di baciarla le sussurrò: -Grazie...-
-Di cosa?-
-Di avermi fatto provare cosa significa essere un Prefetto imperfetto.-
-E' più bello, no?- avrebbe voluto chiedere lei, ma era già scivolata in un bacio profondo con il Prefetto imperfetto Percy.

   
 
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