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Autore: Julia_Phantomhive    28/07/2013    2 recensioni
Vongola IX ha richiamato nella propria patria solo il nipote e Tsuna è costretto ad allontanarsi dal Giappone senza i suoi Guardiani. Reborn, come tutor lo seguirà e per non destare sospetti, organizza uno scambio culturale tra la Namimori Middle High School e una qualsiasi scuola d'Italia. La scuola scelta ha due candidate, entrambe testarde, ma soprendentemente dominanti con i loro professori, tanto che li convincono a mandare tutte e due al posto di una.
Arrivando in Giappone, le ragazze avranno un incontro con più di uno dei guardiani, per destino o coincidenza.
Questa è una serie di piccole storie che alterneranno le varie coppie che veranno introdotte, sono molto corte eccezione fatta all'introduzione e finale. Spero che vi piaccia!
Genere: Comico, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: G, Hayato Gokudera, Kyoya Hibari, Nuovo Personaggio, Takeshi Yamamoto
Note: Raccolta | Avvertimenti: Incompiuta, Spoiler!, Triangolo
Capitoli:
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Lo scambio culturale
3. Simpatia

Agitandosi come una forsennata, Giulia faceva irritare sempre di più il presidente del comitato disciplinare non sapendo che stesse rischiando la sua incolumità: << Mettimi giù, allodola!! Non sono la tua preda! Dove mi stai portando?! >> Silenzio. Forse la ragazza stava aspettando risposta, ma si era calmata.<< Perché proprio io? >>
<< Sei la preda più rumorosa che abbia mai avuto. >>
<< Perché io? >>
Nessuna risposta.
<< Perché? >>
Si era notevolmente calmata, non sapeva come, ma si sentiva cullata dal modo in cui camminava e la portava chissà dove. Poi si era unito a loro l'uccellino di Hibari, che si appollaiava con comodo sulla testa della ragazza.
<< Ehi... ora ti ci metti anche tu! >> Commentava con un piccolo sbuffo.
<< Siamo arrivati. Ho del lavoro da sbrigare non far rumore. >> E la scaraventava sul divanetto del salottino del comitato disciplinare. << Stai ferma e buona, preda. >>
Hibird cinguettava felice: << E' arrossita! E' arrossita per Hibari! >>
La ragazza, molto più che imbarazzata, cercava di attappare la bocca a Hibird e mormorava:
<< Shh.. n-non è vero! >>

Appena parlava, però, lo sguardo monocromatico la inchiodava e sembrava che dicessero "Parla ancora e la tua punizione sarà più mortale." Giulia sperava con tutto il cuore che non fosse davvero ciò che pensava, ma non leggeva le menti quindi ciò che trasmetteva era ciò che voleva dire. Riflettendoci, però, lei non aveva paura.
"E ora che faccio? Se scappo quello mi ammazza, se parlo quello mi ammazza, se mi muovo forse mi ammazza." aveva fatto un grandissimo respiro e guardava la reazione di Hibari "Almeno se respiro quello non mi ammazza." Si guardava le mani, aveva afferrato Hibird non accorgendosi che lo stringeva con forza, per fortuna non si era fatto del male "Quest’uccellino sta sempre con lui.. non ha paura.. lo avrà ammaestrato?" Lo accarezzava e con voce molto molto bassa gli suggeriva: << Puoi cantare qualcosa per me? >>
Non sapeva se Hibird cantasse, ma l'intuiva: quella stanza era così silenziosa che in qualche modo Hibari si intratteneva no? L'uccellino svolazzava e si dirigeva verso Hibari, mettendosi a canticchiare:

<< Io e te assieme a Namimori... Naturalmente ordinari è la cosa giusta...
Sempre assieme... Sani e valorosi...
Camminiamo tutti assieme... verso la Scuola Media Namimori >>

Giulia non riusciva subito a riconoscerla e Hibari glielo leggeva in faccia, così la illuminava:
<< Sei stata attenta alla cerimonia, noto. >>
<< Eh? >> "Cerimonia? Quella di inaugurazione, per caso?" << L'inno della scuola.
E' vero, ehm scusa. >>

<< La rugiada mattutina splende su Namimori... L'onda serena, ordinaria, è perfetta...
Mai agitata... Sana e valorosa...
Ridiamo tutti assieme... nella Scuola media Namimori >>

Hibari si era alzato e con la sua figura le bloccava il passaggio, era un po' intimorita solo perché lo sguardo era tagliente, ma non metteva soggezione o cos’altra. Si era appoggiato con una mano al bracciolo e con l'altra sullo schienale del divano appena sopra la testa di Giulia, che invece si sentiva piccola piccola e non riusciva più a parlare.

Appoggiato sulla spalla del moro, Hibird continuava:

<< Namimori è immersa nel verde...
Non è grande, non è piccola... è della giusta mediocrità...
Per sempre immutabile... Sana e valorosa...
Cantiamo assieme l'inno della Scuola media Namimori >>

<< Vedo che non parli più. >>
La mente non le aveva suggerito niente, come al loro primo incontro, aveva capito che era quello l'effetto che le faceva il ragazzo. Riusciva a farla tacere nonostante la sua natura ribelle e rumorosa. Non si muoveva e non si era nemmeno impallidita, ma era diventata rossa come un pomodoro. Continuava a osservare quel corpo scolpito: non portava la divisa come tutti, era solo con la camicia a maniche corte e le sue braccia erano lunghe, si era sorpresa, quel ragazzo la affascinava. Sentiva i suoi muscoli intorpiditi e la sua temperatura si era alzata notevolmente. Dopo 2 minuti buoni buoni, i pensieri della Heiloz rifluivano e l'assillavano come non mai: "Io.. non posso essere... no. Perché ha quello sguardo? Se fosse stato più indifferente, non mi avrebbe mai... No! Che cosa vai a pensare Giulia! Rispondigli a tono!" apriva la bocca, ma la voce non usciva.
<< Hai imparato la lezione, bene. >> Si era riportato in posizione eretta e la lasciava andare << La prima ora sta per terminare, puoi tornartene in classe e non fare più quel baccano. Sei pur sempre la mia preda e la prossima volta non mi tratterrò. >>
"P-Preda! Ancora con questa preda! Mi sta facendo innervosire, Giulia digli qualcosa cazzo!"
<< A-Allodola!! >>
<< Continui a chiamarmi così, ma non conosco quella parola. Credo che tu sappia il mio nome. >>
<< Non m’interessa. Continuerò a chiamarti così finché non mi chiamerai anche tu per nome. Anch'io ce l'ho un nome che credi, non pensi che sia offensivo? >>
Sapeva che era inutile farlo ragionare, ma si era accorta che non si erano presentati a tutti gli effetti. Hibird era intervenuto: << Lui è Hibari! Lui è Hibari! >>
Giulia si era diretta verso la porta che era stata spalancata dal ragazzo, ma l'aveva richiusa, non voleva ancora uscire e cercava di affrontare il suo sguardo, qualcosa nella sua vecchia scuola l'aveva imparato: "Se hai qualcosa da dire, dilla subito!" e siccome le parole non le uscivano, andava a gesti. Quasi compiaciuto, Hibari commentava:
<< Dunque vuoi morire. >>
<< Affatto, Hibari. Il tuo nome in Italia equivale ad allodola. E' la traduzione. Quindi non credo che sbaglio quando ti chiamo così; però so anche che questo non è il tuo nome, ma il tuo cognome. E anch'io ne ho e che tu non conosci. Se te lo dicessi, eviteresti di chiamarmi "preda"? >>
<< Conosco il tuo nome. Ora esci. >> Cercava di riaprire la porta, ma la ragazza le dava un calcio tanto forte da richiuderla e lasciare con stupore il Guardiano della Nuvola. << Tu vuoi sfidarmi. >> Anche se era un'affermazione, sembrava una domanda alle orecchie di Giulia, alla quale finalmente era tornata la sfrontataggine.
<< No. Allora, se tu sai, usali: o il mio nome o cognome. Basta che li usi. >>
Dopo uno scambio di pensieri quasi intimidatori e accattivanti, il ragazzo annunciava:
<< Tu sei e sarai la mia preda. Heiloz Giulia. >>
L'aveva accontentata... In qualche modo. Soddisfatta, Giulia aveva riaperto la porta e non replicava, ma con voce suadente lo salutava con grazia: << A presto, Hibari-kun. >>
Un sorriso impertinente e lui non poteva fare altro che ricambiare compiaciuto.

Quando era uscita, si ritrovava completamente persa, ma la sua amica Valentina le era venuta incontro:
<< Giuuu!! >>
<< Mia salvatrice!! >>
Era una scena davvero divertente dal punto di vista Yamamoto, ma totalmente mielosa da parte di Gokudera; appena si era staccata dall'amica, Heiloz notava i due ragazzi che nascondevano un sorriso. Si chiedeva perché c'erano anche quei due, cosa ci facevano con il suo angelo? Li fulminava, non lo avrebbe permesso, qualsiasi cosa sarebbe successa.
<< Ehi Giù, cosa ti ha fatto quel maniaco?! >>
<< Niente. Mi ha punito non facendomi assistere la lezione. Almeno credo che quella sia stata la punizione. Sono poi... successe delle cose come... >> scorto di nuovo gli sguardi dei Guardiani della Pioggia e Tempesta, arrossiva violentemente pensando che fosse imbarazzante raccontare a degli sconosciuti cose del genere << Delle COSE! >>
<< Giulia? >> era sorpresa e preoccupata che l'amica non le aveva raccontato cosa le era successo.
<< Ehi, >> aveva iniziato Gokudera << ora che hai trovato la tua amica, posso andarmene? >>
Valentina si era ricordata poi, che c'erano anche quei tizi, capendo perché la mora non volesse parlare, e così provava subito a liquidarli: << Potevi andartene subito, non ti ho mai costretto! >>
<< Mi hai costretto a tacere, cosa che potrebbe fare solo il Decimo! >>
<< Ma chi è questo Decimo?! >> esasperata Valentina dopo un'intera mattinata di "Decimo là, Decimo qua, Decimo su e Decimo giù!" non ne poteva più, ma quella volta era Giulia a protestare:
<< Gokudera sei davvero un tipo strano! E arrogante, fattelo dire! >>
<< Ehi tu, piccola impudente--! >>
Yamamoto lo fermava in tempo: << Calma, calma! Scusateci De Silvestri, Heiloz, ma dobbiamo andare a lezione. >>
<< Yamamoto Takeshi? >> esclamava Valentina.
<< Chiamami Yamamoto, se vuoi. >>
<< E tu puoi chiamarmi Valentina, meglio il nome, credo. E... grazie. Per aver calmato quello là. >> mandando un'occhiataccia a Gokudera che si scatenava nuovamente, Giulia sentendosi poi in disparte si era intrufolata nella discussione: << Yamamoto e Gokudera, giusto? >>
Rispondeva l'albino: << Sì, che cosa vuoi tappetta? >>
<< Non vi avvicinate più a noi. >>
<< Giulia!! >> rimproverava la castana.
Gokudera era sorpreso dal rimprovero e Yamamoto con il suo solito buon umore contraddiceva:
<< Come sarà possibile se siamo nella stessa classe? Dai, facciamo amicizia, posso chiamarti Giulia? >>
Sorpresa, metteva il broncio e approvava: << Sì.. d'accordo. >> poi una domanda le attraversava la mente e non ci provava nemmeno a trattenere la sua curiosità, tornando in sé << Ah, sentite... voi conoscete Hibari? >>
<< Sì, fa parte della famiglia. >> Gokudera non era più tanto arrabbiato, non spiegandoselo
<< Perché? >>

<< Voi.. ecco.. >> Valentina se la rideva sotto i baffi, notando la sua amica imbarazzata, piuttosto nervosa e impacciata << Conoscete il n-nome di Hibari? >>
Anche i due guardiani si chiedevano se era la stessa ragazza di prima in classe, ma era Yamamoto che soddisfò la curiosità di Giulia: << Kyouya. Hibari Kyouya. >> Sorrideva << T'interessa? >>
Scuoteva la testa, non lo voleva ammettere. Valentina poi citava:

<< Peccato, perché Sasagawa-san aveva detto che ti ha preso in simpatia. >>
<< C-cosa? No! Impossibile, non mi pare proprio. >> obiettava Giulia ritornando leggermente arrossata.
<< E invece credo che sia così, >> ribadiva Yamamoto << Non si interesserebbe mai a una ragazza, se non gli fossi simpatica, Giulia! Che cosa hai fatto per catturare la sua attenzione? >>
<< Niente, davvero! >> Però Valentina sapeva e ne era consapevole anche Giulia stessa. Imponeva se stessa di non pensarci più di tanto, sapeva che se non l'avrebbe più rivisto, non ci avrebbe più fatto caso, ma intanto la curiosità la attanagliava dentro: << E... sapete se ha una ragazza? >>
Gokudera era il primo a sfotterla: << Ti piace quel bastardo egoista? >>
<< Non ho detto questo. >> puntualizzava la mora << Ce l'ha si o no? >> Ostinata com'era, sfotteva a sua volta il Guardiano della Tempesta, ma Valentina le dava un pizzicotto perché si rendesse conto di come si stesse comportando. Aveva emesso un piccolo "Ahi" e la guadava incuriosita "Non sarà che.. ti interessa quel tizio?!" pensava stupita, aveva colpito nel segno, ma le sorprendeva il fatto che guardava non solo Gokudera, anche Yamamoto, con un sorriso sulle labbra. "Amica mia... ti aiuterò! In qualche modo!"
Il Guardiano della Pioggia, interrompendo i pensieri della ragazza, rispondeva: << Hai campo libero! >>
Valentina rivolgeva un sorriso alla sua amica: << Tentar non nuoce, non credi? Ti aiuterò. >>
Annuiva imbarazzata, sussurrando incomprensibile per i ragazzi, ma non per la sua migliore amica: << Non ho mai detto che ci voglio provare... e sinceramente non m’interessa. Ma... grazie, Vale. >> Quest'ultima approvava la sua decisione, ma Giulia continuava mormorando << Anch'io ti aiuterò, stanne certa! >>

Note d'Autrice
Ciaossu! Ecco qua il terzo capitolo! Volevo di nuovo dire come utilizzo il corsivo e il sottolineato anche se credo che non siate stupidi, ma meglio ripetere! Il corsivo è quando parlano -o pensano- in italiano e il sottolineato per dare enfasi alla parola o all'intera frase. Farò così in tutti i capitoli!
Bene, ringrazio sempre i gentili lettori e il mio recensitore Pika_Pi95 che mi dice sempre la sua! Fatelo anche voi, se volete! Accetto anche critiche, niente mi scoraggierà!
Alla prossima!
Bye and Kiss
Julia_Phantomhive


 

  
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