Si trovava in una sala, una
grande sala, circondata da un atrio e illuminata da piccole fonti di luci rosse
agli angoli.
Le pareti e il soffitto sembravano
antiche a causa dei grandi mosaici e arazzi, quasi sbiaditi, che fungevano da
decorazione in quel lugubre posto.
I disegni erano quasi scomparsi,
ma se si osservava attentamente si potevano distinguere lingue di fuoco che
avvolgevano ignoti guerrieri, circondati da una forte aura di potere.
Sembrava quasi una presa in giro,
un incubo: Obi-Wan desiderava tanto che fosse così.
E invece, al centro della sala, i
suoi più grandi timori si erano più che concretizzati.
Infatti, sotto di lui, si apriva
una scalinata di marmo bianco, che era in grande contrasto con l’ambiente
circostante; conduceva come un percorso obbligato, ad un piccolo corridoio
formato solo da bassi e sottili pilastri color oro collegati tra loro da
nastri.
Il quel passaggio, il pavimento
era ricoperto da uno spesso tappeto rosso, che seguiva il percorso, invitando a
continuare.
Il tutto portava al centro, dove
si ergeva un’immensa e maestosa vasca verticale.
Era molto alta, piena di un
liquido sconosciuto, forse bacta, un potente fluido, che tiene in vita anche ad
un passo dalla morte.
E quel che era peggio, notò con
orrore Obi-Wan, era il corpo di Anakin, immerso al suo interno.
Il ragazzo, o per lo meno quello
che ne rimaneva, era collegato ad una miriade di fili, che gli erano stati
attaccati su tutto il corpo, e che si
collegavano all’imponente coperchio della vasca, facendo accendere piccole
lucine rosse e verdi.
Era a torso nudo, le due braccia,
ormai entrambe meccaniche erano ricoperte da lunghi guanti neri, una tuta di
pelle da combattimento gli copriva le gambe, sia quella normale, sia quella
bionica, dopo che Obi-Wan gliel’aveva
staccata in duello, con un veloce fendente.
Il torace era ricoperto da
profondi graffi, gravi ustioni e lividi neri, tutte cose che la vasca
rigeneratrice stava provvedendo a risanare anche se non del tutto.
Aveva gli occhi chiusi, chiusi in
un inconsapevole sonno.
Che cosa gli hanno fatto…
Che cosa gli ho fatto…
Si scosse da quel torpore e
da quell’orrore, che gli rendeva la gola secca e i polmoni in fiamme.
Prima di potersi dirigere verso il
suo allievo, una furia cieca lo invase, facendolo tremare di rabbia; attivò la
spade laser e con un balzo si avventò sui Guaritori, che già correvano da una
parte all’altra cercando di dare l’allarme.
Si abbatté su di loro con un
accanimento che non aveva provato da tanto tempo, da quel giorno in cui Darth Maul uccise il suo maestro, dopo un
estenuante duello.
Senza pensarci, abbandonandosi
interamente al suo istinto e alla Forza, li uccise a sangue freddo,
incolpandoli di avergli sottratto l’unica persona per cui valeva la pena di
vivere ancora.
…Dopo che uccise l’ultimo
Guaritore, un anziano disarmato, fece cadere la sua spada laser ai propri
piedi, con lo sguardo fisso nel vuoto della colpa e del sangue che aveva
versato in così breve tempo.
Si avvicinò tremante alla vasca,
sfiorandone il vetro gelato con un dito, abbassò la sguardo, cercando di
ritrovare un momento di lucidità.
All’improvviso si voltò, afferrò
saldamente un paletto dorato, strappandolo dai nastri che lo collegavano agli
altri, e si avvicinò nuovamente alla vasca.
Con un rapido gesto, frantumò il
vetro in mille pezzi, con un rumore sordo.
Non badò all’ondata di liquido
gelato che lo investì, infradiciandoli i vestiti, non badò all’odore sgradevole
che sembrava levarsi dal bacta, si preoccupò solo, e si concentrò per farlo, di
afferrare in tempo il corpo di Anakin che ricadeva inerme.
Lo prese tra le braccia, tirandolo
fuori dai resti della vasca ormai distrutta.
Sostenendolo con una mano sulla
schiena e il suo volto appoggiato alla spalla del maestro, Obi-Wan gli staccò
ogni filo che lo collegava alla macchina, che cominciò ad emettere un debole
trillo che si affievolì pian piano, lasciando invece solo la lucina rossa
accesa sul coperchio.
Lo prese per la vita,
caricandoselo sulle spalle, e andò a sedersi sui larghi gradini della scale
d’entrata. Appoggiò la sua testa sulle proprie gambe, così da poterlo vedere
bene.
“Anakin…” sussurrò, prendendogli il mento tra le dita, ma non
ci fu nessun movimento.
Osservò con le lacrime agli occhi,
e che ormai non poteva più trattenere, le ferite e le ustioni, già in parte
risanate dall’azione della macchina.
Lo osservò come mai non aveva
fatto in dieci anni.
Il suo viso ancora giovanile, con
quell’aria da bambino che faceva tanto divertire Obi-Wan, era ora distorto in
una smorfia di dolore, era lo specchio della sua anima…
Eppure Obi-Wan sperava che non lo
fosse, sperava cose, nelle quali anche lui forse stava perdendo speranza. Ma
doveva tentare.
“Anakin” lo chiamò di nuovo, questa volta con un tono un po’
più sicuro.
Il ragazzo, dapprima sembrava
ancora privo di sensi, ma poi cominciò lentamente a tremare impercettibilmente,
prendendo un basso e lungo respiro, aveva ancora gli occhi serrati.
Sentì una voce che lo chiamava.
Non ricordava nulla.
Solo buio, oscurità e dolore.
La voce sembrava provenire da
vicino, sembrava anche familiare.
Si stupì, dato il lavaggio del
cervello che dovevano avergli fatto, ma cercò di non cedere sotto i sentimenti
di Anakin Skywalker; sotto i propri sentimenti.
Aveva ceduto.
Aveva ceduto al Lato Oscuro della
Forza, tradendo ciò in cui credeva, distruggendo coloro che amava, e
consegnando la Galassia nelle mani del Male.
E ora? Cosa gli rimaneva, se non
un’anima corrotta e avvolta dalle tenebre più fitte?
La voce lo chiamava,
continuamente. Cedette. Ancora una volta.
Anakin aprì lentamente gli occhi,
cercando di mettere a fuoco la figura davanti a lui.
Un uomo.
La sua voce.
Sì, ricordava il suo nome, e quel
ricordo lo riempì nuovamente di odio e rabbia.
L’uomo che aveva distrutto la sua
vita.
Il suo maestro.
Obi-Wan Kenobi.
Obi-Wan, appena vide quei deboli
occhi, si lasciò andare ad un vero sorriso, fatto di gioia e, al tempo stesso,
di dolore.
“Anakin” disse per l’ennesima volta.
Il ragazzo non disse nulla, si
limitò a fissarlo intensamente.
“Perché lo hai fatto?” mormorò, poco dopo, distogliendo lo
sguardo da Obi-Wan.
Obi-Wan rimase sbalordito.
Al tempo stesso si sentì stupido.
Aveva dato tutto per
scontato…aveva creduto che Anakin fosse prigioniero, non che fosse lì quasi per
sua volontà.
Ora più che mai, era certo che se
Anakin fosse stato in forma, non avrebbe esitato di nuovo a combatterlo, come
qualche giorno prima.
Sì, lo sentiva.
Sentiva l’odio del ragazzo
crescere a dismisura nel suo cuore.
Non aveva concluso nulla.
“Anakin, ascoltami, ti prego” disse mormorando.
Il ragazzo non ebbe altra scelta.
Si voltò nuovamente verso il suo
maestro e lo guardò fisso.
Obi-Wan tirò fece un grande
respiro.
“Che cosa ti è successo? Non sei l’Anakin che ricordo…” disse
piano.
“Hai ragione, non lo sono” lo interruppe brusco il ragazzo.
“Perché fai così? Credi forse che io ti odi? Che non ti voglia
bene?” chiese con la voce ridotta in un mormorio.
Anakin fece un smorfia di maligna
ironia.
“Volermi bene? Tu? Tu mi odi, e lo hai sempre fatto…e non ti
sei mai accorto che io ci soffrivo, perché tu non ti sei mai accorto di nulla,
neanche di tutto quello che ho dovuto sacrificare per poterti seguire…” disse
raggelandogli il sangue nelle vene.
Era proprio quello che si era
aspettato…
“Odiarti? Ma…” cercò di dire Obi-Wan.
“Sei sempre stato dubbioso riguardo me, fin da quando ero
piccolo… sentivi in me qualcosa di pericoloso, e mi hai sempre tenuto lontano
dal tuo cuore…fin da quando Qui-Gon decise di prendermi con sé…” disse con sguardo
fisso come a ricordare quei brutti momenti.
Cercò di alzarsi, ma non ce la
fece, Obi-Wan lo trattenne e lo fece riappoggiare sulle sue gambe.
“Io non ti ho mai odiato…” disse.
“Mi hai perso, maestro, mi hai perso…” mormorò Anakin, non
guardandolo negli occhi.
“Non dire così…si può ancora recuperare…” continuò Obi-Wan
cercando di farlo ragionare.
Anakin scosse la testa.
“Tsk, neanche volendo…io sto morendo” disse con voce mesta.
“No, no, ti salverò, devo farlo…” riprese Obi-Wan preoccupato.
“Perché?” chiese Anakin, voltando nuovamente la testa.
Obi-Wan rimase un attimo in
silenzio.
“Perché…perché ti voglio bene, Anakin, credimi, come non me ne
sono mai accorto prima…mi manchi, mi manchi tanto e non sopporto il vuoto che
hai lasciato dentro di me per colpa mia…” confessò Obi-Wan, con voce rotta,
mentre una lacrima si riaffacciò sul suo volto, cadendo sulla guancia destra di
Anakin.
Il ragazzo rimase stupito.
Per la prima volta da tempo,
ormai, il Lato Oscuro sembrava averlo abbandonato per un po’. I suoi occhi non
erano infuocati e avidi di morte, ma erano tornati di quel colore celestiale
che li avevano caratterizzati per così tanto tempo.
Trattenne il respiro, sentendo il
calore di quella lacrima, percependo quanto affetto e dolore vi erano nascosti.
Si voltò verso Obi-Wan, con
sguardo indeciso.
Per un attimo rimase così, poi si
addolcì un momento.
“Aiutami” disse infine.
Fine Parte
IV
Ciao a tutti!
Allora, com’è? Vi è piaciuta?
Almeno un pochino? Pochino pochino?
In effetti è anche un po’ più
corto dei chap precedenti, però credo sia corto ma sostanzioso, siamo al
culmine della storia!! J Y
Vi prego recensite, scrivete
cosa vi passi per la mente, anche una parola, l’importante è che sappia se è un
genere che può andare o no…mi fareste un piacere immenso!!
Grazie cmq a chi legge e segue anche senza
recensire, è sempre un piacere!
Anakina : Grazie, veramente, sei molto gentile! Per quanto riguarda
il tempo di aggiornamento, lo faccio appena posso, la verità è che sto lavorando
anche ad un’altra ff che mi piacerebbe presto pubblicare ^^’…
Cmq, ci proverò, grazie ancora e
alla prossima!
Cecily : Grazie, anche tu sei molto gentile, queste recensioni
positive mi mettono un non so che di allegria!!
Scrivo davvero come hai detto tu?
Mi fa piacere che ti piaccia…grazie! E alla prossima!
Recensite!!
Che la Forza sia con voi!
Vale3