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Autore: Dhialya    28/07/2013    0 recensioni
Punti di vista. Sguardi alla vita.
Passati, presenti, futuri.
Capitolo l - Da piccolina non immaginava nemmeno com'era veramente il mondo reale, quello dei grandi; le difficoltà che avrebbe dovuto affrontare verso gli altri e - nemmeno se l'era immaginato, ma così era stato - soprattutto se stessa.
La vita aveva avuto sapori diversi in base a come l'aveva guardata. Probabilmente sempre al contrario.

Capitolo lll: -E' tutto a posto. Torna a giocare in cortile, va bene? Ti chiamo io per la cena.-
La bambina osserva la donna ed il sorriso che le rivolge ancora qualche attimo, pensierosa, poi si convince ed annuisce, voltandole le spalle.
Torna all'aperto e continua a giocare con la palla, da sola.
Ha in mente la faccia della mamma, ma lei le ha detto che va tutto bene e la mamma non dice mai le bugie. La sgrida qualche volta, ma non è una bugiarda.
Genere: Generale, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Nonsense, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Punto di vista lll – Sguardo – al – Futuro.


Sarebbe andato tutto bene.

Era un mantra che si stava ripetendo da... da quanto?
Quanto tempo era passato?
Anni, credeva.
Ormai erano passati anni - tre anni - da quella rovinosa caduta.
Un po' si era ripresa, lo doveva ammettere. Anche se a volte i fantasmi tornavano non facevano più male come prima; come se incontrasse vecchi amici e non ombre di qualcosa che sentiva vicino e lontano al tempo stesso.
Le facevano compagnia, le ricordavano quei giorni e... tutto ciò che aveva perso, tutto ciò che grazie a quello aveva ritrovato – e trovato.

Era strano come quella fosse stata prima una dannazione e poi quasi – quasi – una benedizione.

Aveva un po' più chiaro cosa avrebbe voluto fare: avvocato, probabilmente.
Aveva almeno la convinzione di voler fare l'università, e un minimo d'idea su quale, tra i tanti indirizzi, decidere di studiare.
La scelta era stata ardua però, perché c'erano effettivamente tante cose, tanti spunti che la incuriosivano e le sarebbero piaciuti. Erano nascosti, annidati come scarafaggi sotto la polvere dei ricordi, però erano rimasti.

E si era sorpresa di ripescarli, quasi per caso, riportando a galla tutte le memorie ad essi collegati.

Era stato strano, era come se le si posasse sulla pelle lo strato di una vita passata che non le apparteneva.
Che non era più suo, che aveva cancellato, per rinascere.

Il sogno da bambina di voler diventare veterinaria era stato spolverato anche lui: ironia della sorte, durante la terza media aveva saputo tramite dei test che era allergica alla maggior parte del pelo degli animali.
Oltre ad alcuni tra i suoi frutti preferiti – come le ciliege e le mele – e la frutta secca – aveva dovuto dire addio al gelato al pistacchio e alla nocciola. La soia no, al cibo cinese non avrebbe detto addio.
Non anche a quello.
Non se lo sarebbe permessa – pur giocando e rischiando, lo sapeva.

I pezzi venivano staccati definitivamente e mandati in frantumi.

Tante piccole cose che le negavano la possibilità di essere serena e felice.

Ma lei lo voleva essere, felice, voleva provare davvero a vedere come andava avanti la vita.

E lo aveva scoperto piano piano, con un pizzico di aiuto esterno e tanta, tanta voglia di ricominciare che aveva provato in tutti i modi a tirare fuori.
Quella voglia che spesso tornava a sparire, sotto il peso di tutto ciò che la circondava e che l'aspettava.
Sarebbe andato tutto bene.
Se lo sarebbe ridiceva spesso, come un incoraggiamento a se stessa, come se parlasse rivolta ad un'amica.

Perché no, non aspettava più la morte in un modo che sembrava molto serenità, no, non la vedeva più come la sua salvezza.
Non in quel momento, non mentre stava riprovando a camminare, come una bambina che muove i primi passi.

Sarebbe andato tutto bene.









































Penultimo capitolo di questa raccolta.
Spero vi sia stato di gradimento e vi ringrazio per la lettura.
Alla prossima, Dhi.
   
 
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