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Autore: Zomi    28/07/2013    12 recensioni
Lo aspettava furiosa nella loro stanza.
Tamburellando un piede a terra nervosamente e con le gambe accavallate, si mordeva ferocemente il labbro inferiore, fulminando rabbiosa la porta chiusa della cabina.
Strinse con forza le braccia incrociate al petto, sopra la canottierina bianca che usava come pigiama, infossando il capo tra le spalle.
L’avrebbe ammazzato, poco ma sicuro.
Come, ancora non lo sapeva, troppe le possibilità, ma il risultato finale non sarebbe cambiato: Roronoa Zoro quella notte sarebbe morto.
Genere: Demenziale, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mugiwara, Nami, Roronoa Zoro | Coppie: Nami/Zoro
Note: Nonsense | Avvertimenti: nessuno
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STORIA DI UN PERIZOMA TIGRATO E DI UN MATERASSO CIGOLANTE



 
Lo aspettava furiosa nella loro stanza.
Tamburellando un piede a terra nervosamente e con le gambe accavallate, si mordeva ferocemente il labbro inferiore, fulminando rabbiosa la porta chiusa della cabina.
Strinse con forza le braccia incrociate al petto, sopra la canottierina bianca che usava come pigiama, infossando il capo tra le spalle.
L’avrebbe ammazzato, poco ma sicuro.
Come, ancora non lo sapeva, troppe le possibilità, ma il risultato finale non sarebbe cambiato: Roronoa Zoro quella notte sarebbe morto.
Soffiò dal naso un mezzo grugnito, scuotendo nervosa i ricci ramati, che caddero spioventi sui suoi belgi occhi nocciola, inviperiti da una vena collerica di rabbia.
-L’ammazzo…- ringhiò Nami, digrignando i denti e pestando un piede a terra -… l’ammazzo sul serio stavolta-
Si alzò di scatto dal letto, facendo molleggiare il materasso, iniziando a marciare furiosa per tutta la lunghezza della camera, segnando il pavimento chiaro davanti alla porta.
Nel pugno destro, reggeva ancora la prova dell’infedeltà del suo uomo.
-Lurido bastardo, stronzo, figlio di buona donna e di padre puttaniere…- imprecava tra sé -… lo riempio di pugni fino a farlo star male, lo appendo per i gioielli di famiglia all’albero maestro, gli spunto la quarta spada, gli infosso le orecchie nel deretano…-
Pestava i suoi passi con rabbia pura, massacrando nel palmo quel dannatissimo pezzetto di stoffa.
Gettò isterica un’occhiata all’orologio, fulminando le lancette che segnavano la mezzanotte e una quarto, facendole rabbrividire di paura.
-Bastrado…- sputò acida -… me la paga, oh se me la paga-
Rabbiosa, tornò a sedersi sul loro letto, aprendosi davanti agli occhi il palmo della mano e analizzando nuovamente ciò che aveva trovato ripulendo la stanza sua e del suo uomo.
Aveva appena finito di raccattare per la cabina gli indumenti spiegazzati di Zoro, e li stava giusto ripiegando e sistemando nell’armadio tra un borbottio e l’altro, quando da una tasca sgualcita dei pantaloni dello spadaccino era apparso quel triangolino striminzito di stoffa.
Sbigottita, l’aveva estratto totalmente dalla tasca del pantalone, alzandoselo davanti agli occhi mentre lo reggeva, schifata, tra le dita per gli angoli.
Un perizoma.
Un perizoma tigrato.
Un perizoma tigrato non suo.
Una vena pulsante aveva iniziato a rosseggiare sulla sua fronte, ampliandosi in grandezza ad ogni respiro.
Che diamine ci faceva un perizoma di quel genere nelle tasche del suo uomo?
Dove cavolo l’aveva preso quel dannato buzzurro?
Non era di certo di Robin, per la miseria, la sua sorellona aveva classe anche nell’intimo e  non avrebbe mai indossato un indumento così scialbo.
E non era suo, dannazione, il che portava a circa 4 miliardi e mezzo di altre donne, sparse su per giù in tutto il mondo, colpevoli di adulterio con Zoro nei suoi confronti.
In parole povere: quel bastardo l’aveva tradita con una troia qualsiasi.
Strinse con rabbia le mutandine, stropicciandole tra le dita, vogliosa di strapparle e farle mangiare allo spadaccino, ancora intento ad allenarsi.
Maledetto stronzo.
Tradita.
L’aveva tradita.
In barba a tutti i “Ti amo” che le aveva sussurrato negli anni, sputando su tutti i loro bei momenti, sporcando le loro notti di amore puro con del banale sesso, mediocre e lercio, con una donna qualsiasi, strappandole il cuore come fosse stato di carta pesta.
Si asciugò una lacrima, scappata al suo infrangibile orgoglio, decisa a non voler cedere alla sua natura fragile e femminile, ma ostinandosi a volerlo aspettare sveglia e minacciosa peggio di una furia.
Deglutì, alzando il capo verso la porta, rivolgendo gli occhi umidi all’uscio ancora chiuso.
Gliela avrebbe fatta pagare nei peggior dei modi.
Altro che sciopero del sesso, altro che tortura militare.
Gli avrebbe gettato la verità in faccia, svergognandolo con pura rabbia e collera, pestando ogni parola con acidità pura e lasciandolo poi lì, solo e senza più la sua aria boriosa, andandosene fiera e con lo sguardo diritto davanti a se, avvisando una ripicca sicura con Sanji o, peggio, con Law.
Poco importava se in verità si sarebbe rifugiata tra le braccia materne di Robin a piangere come una mocciosa: doveva morire di gelosia e rabbia proprio come stava morendo lei in quel momento.
-E che vada a fanculo lui e la sua gelosia: se è così che mi ripaga, si merita di morire di crampi al fegato…- sbottò, accavallando le gambe.
Incrociò nuovamente le braccia al petto, macinando le mani sulle costole e graffiando con le unghie il perizoma che stritolava nel palmo, imprecando a denti stretti contro lo spadaccino.
Stava giusto maledicendo lui e le sue spade, insinuando una qual specie di relazione amorosa tra il verde e un cammello ermafrodita non ben specificato, quando la porta si schiuse in un acuto cigolio, aprendosi verso l’interno.
Un cranio verde fece capolino nella stanza, abbozzando un’occhiate al suo interno.
Col capo ancora bagnato per la doccia post allenamento, Zoro guardò l’interno della sua cabina, corrugando la fronte sorpreso nel notare la luce dei comodini ancora accesa.
-Ancora sveglia, mocciosa?- mormorò entrando nella stanza e richiudendosi la porta alle spalle.
Credeva di trovarla bella che addormentata nel letto, avvolta come suo solito nelle coperte a far le fuga come una gatta, strusciandosi contro il suo cuscino a cullarsi col suo profumo.
Invece era lì, sveglia e sul bordo del letto, con gli occhi velenosi e lo sguardo incendiario.
Lo spadaccino la squadrò attentamente, grattandosi il capo mentre fissava le sue gambe ben strette e le braccia incollate al petto.
-Guai in arrivo…- sospirò, infossando le mani nei pantaloni.
Fece un paio di passi verso di lei, per poi fermarsi ai piedi del letto.
-Che succede?- sbottò scocciato, per niente voglioso di litigare o sorbirsi dei piagnistei capricciosi della sua donna.
-Che succede?!?- ringhiò quella, facendogli drizzare la pelle sulle braccia –Che succede, mi chiedi?!? Secondo te??!!!??-
Zoro si massaggiò il ponte del naso, borbottando tra se e richiamando tutta la sua pazienza.
Sarebbe stata una notte lunga, se lo sentiva.
Passò a memoria tutta la giornata, ricercando un qualche fattore scatenante di quell’isteria, passando poi a studiare la data del giorno, sperando vivamente di non essersi dimenticato qualche anniversario-compleanno-onomasico o ricorrenze varie, non ricordandosene però alcuna.
Alla fine sospirò, alzando gli occhi al cielo, pronto per il suo Caporetto.
-Mocciosa- sbottò avvicinandosi al letto e sedendosi alla sinistra della rossa, facendo molleggiare il materasso –Sono stanco e ho sonno: dimmi che ho combinato e andiamo a letto…-
Le accarezzò con il dorso dell’indice il braccio stretto al petto florido, abbozzando un ghigno sensuale.
-… così mi faccio perdonare…- la tentò, sporgendosi verso di lei.
-Il sesso stavolta non ti salverà…- si scostò secca Nami, alzandosi dal letto.
Impiantò i piedi a terra, divaricando leggermente le gambe ed ergendosi di fronte a lui, incenerendolo con lo sguardo.
-Sei un lurido bastardo…- sputò acida, stringendo i denti -… un animale, un arrotacoltelli fedifrago e schifoso…-
Zoro spalancò l’occhio sano, inarcando le sopracciglia.
-Fediche?!?- spalancò bocca –Ma che diavolo ti prend…-
-ZITTO!!!- lo ammonì, sbattendo un piede a terra –STA ZITTO, BASTARDO!!!-
Lo spadaccino si zittì, mordendosi le labbra impaurito.
Diamine: era davvero incazzata nera.
-Chi è?- continuò la rossa –Dimmi chi è?-
-Co-come?- tartagliò.
-Dimmi chi è quella baldracca!!! Dimmelo!!!- chiuse gli occhi rabbiosa, striando la gola, e le sue vene rosse, nel trattenersi dall’urlare e svegliare tutti i Nakama.
-Ma… ma chi?-
-Chi?!? Chi?!? Hai anche il coraggio di fingere di non sapere di chi diavolo sto parlando?!?- digrignò i denti, incurvandosi verso di lui e storcendo il naso.
Respirava profondamente, inspirando dal naso a grandi zaffate, colorando il viso di tonalità scarlatte.
-Non mettere alla prova la mia pazienza, buzzurro, perché stasera proprio non ne ho…- lo avvertì.
-Mocciosa, sul serio…- si addossò coi gomiti alle ginocchia, fissandola in viso-… non ho la più pallida idea di che cosa tu stia parlando-
Nami spalancò gli occhi, sbarrandoglieli contro.
Mentiva.
Le stava mentendo per la prima volta da quando si conoscevano.
Le labbra iniziarono a tremare e gli occhi a inumidirsi, mentre le mani, ancora strette al petto, si informicolarono di rabbia.
Deglutì, respingendo indietro le lacrime che oscillavano sulla sua vista, mordendosi le labbra.
-Ah…- sbottò ironica -… non sai di che parlo…- sciolse la stretta sul petto, portando le mani ai fianchi -… bhè lascia che ti rinfreschi la memoria-
Violenta, gli lanciò in faccia il perizoma tigrato che stringeva nella mano, colpendolo dritto sugli occhi e spalmando il corpo del reato sul suo intero viso.
Scioccato, Zoro prese tra le mani le mutandine che lentamente gli stavano scivolando sul viso, fissandole per bene.
Ci mise poco a sbiancare e strabuzzare gli occhi, aprendo anche quello cieco.
Cazzo!!!
E quelle dove le aveva trovate?!?
Non se ne era forse liberato giorni prima?!?
Le aveva buttate via, vero? Non le aveva stupidamente tenute nella tasca dei pantaloni per tutto quel tempo… o no?
Deglutì, sollevando lo sguardo dal perizoma a Nami, respirando a fatica.
-N-nami…- abbozzò un sorrisetto impacciato -… Nami, tesoro…- la vide estrarre il suo Sansetsukon -… mettilo via, dai: ti assicuro che posso spiegar…-
-TWISTER LANCE TEMPO-
Un turbinio di lampi si abbatté sullo spadaccino, accendendolo come una lampadina a Natale. Il suo scheletro sfavillò nella stanza, rischiando di causare un cortocircuito con le lampade accese dei comodini, mentre i suoi vestiti assumevano una grigia colorazione cenerina.
-Bastardo, bastardo, bastardo- gridava Nami, scagliando quanti più tuoni poteva sul ragazzo, bruciandogli la pelle e il cranio smeraldino.
Si fermò solo quando la stanza iniziò a riempirsi di fumo e di un sgradevole odore di carne bruciata, respirando a fondo sfinita per lo sforzo.
-Coff- tossì Zoro, incenerito sul letto, deglutendo un conato d’aria mentre tentava di riprendersi dalla paralisi che lo bloccava.
-Come hai potuto?- singhiozzò la rossa, attirando la sua attenzione -Come hai potuto?-
-Nami, mocciosa, io…- alzò una mano verso di lei, tremando per il dolore del suo attacco, ma non riuscì a finire la frase che la rossa, lanciata la sua arma a terra, si avventò su di lui, saltandogli a cavalcioni.
-Stronzo- affondò le mani sulla sua gola, stringendola con rabbia –Come hai potuto tradirmi? Come?-
Impiantò le unghie affilata nella carne bronzea dello spadaccino, strozzandolo con tutta la sua forza.
-Ti odio, ti odio stupido idiota…- pressò la carotide, togliendo il respiro al verde -… ti ho dato il meglio di me: i miei migliori anni,  il mio fisico, il mio amore, il mio cuore…-
-Na-nami…- le prese i polsi con forza, cercando di fermarla, ma la rossa continuò a strozzarlo.
-Se scopro che l’hai portata qui, ti do fuoco col nostro letto- minacciò, stringendo i denti –Mi hai tradito, mi hai tradito: sei andato a letto con un'altra donna… GRRR… ti ammazzo-
-Na-nami… non… non… re-respiro…-
Ormai il volto di Zoro era bluastro, e l’iride, da nera, iniziava a sbiancarsi.
-Coma hai potuto? Era solo sesso con me? Eh? Rispondi baka!!!!-
-… ar… ari… aria…- le batté i palmi sui polsi, ruotando gli occhi all’indietro.
-Dimmi chi è questa maledetta bagascia- schiacciò i pollici sulla carotide con maggior pressione –Giuro: se è Tashigi ti ammazzo due volte, se Perona due e mezzo-
-… Nami… no… aria… muoro…- annaspava in apnea, gettando in aria le gambe.
-Ti ammazzo, ti ammazzo buzzurro traditore… io… io…- mollò improvvisamente la presa, alzandosi di scatto dal bacino del verde.
Quello, gettandosi all’indietro sul letto, riprese a respirare, emettendo un baritonale e profondo verso, annaspando pesantemente.
-Stronzo…- continuava in tanto Nami, asciugandosi le guance bagnate di lacrime –E io che ti amo tanto…- tirò su con il naso, girandosi a dargli le spalle.
-Mo-mocciosa… po-posso spiegare…- si massaggiò la gola Zoro, rialzandosi a sedere.
-Zitto- sibilò acida –Non ti voglio sentire…-
Rapida si diresse verso il suo armadio, da cui iniziò ad estrarre alcuni vestiti.
-Che… che fai?- inarcò le sopracciglia preoccupato.
-Torno da Robin…- ammassò i vestiti sul letto -… dovrei tornare da mia madre, ma viste le circostanze, la sorellona è quella più a portata di mano…-
-Ma mocciosa, io…-
-Zitto!!!!- si voltò verso di lui, proteso sul letto con il busto, indicandolo con l’indice teso e ammutolendolo con lo sguardo di fuoco.
-Sta zitto… sei uguale a tutti gli altri uomini del mondo…- l’accusò, tornando a voltarsi poi verso l’armadio -… lo diceva Bellmere: non andar in cerca di uomini, mia piccola Nami, sanno solo spezzarti il cuore e riempirti la pancia di marmocchi…-
-Nami non…-
-Sta zitto-
Percorse veloce la stanza, raggiungendo la cassettiera da cui estrasse dei calzini.
-Mocciosa, ti dico che è tutto un fraintendimento…- la rincorse Zoro, tentando di fermarla.
La rossa si voltò furibonda, brandendo un paio di calzini a mo di coltello, spaventando il verde.
-Ah un fraintendimento, eh?- sbottò acida, storcendo il naso –E di che tipo sentiamo! Cos’è: le sei scivolato addosso? Stavate giocando al trenino? Volevi farle una vista specialistica? Oppure volevi solo che ti affilasse la quarta spada?-
Lo spintonò fino al letto, dove tornò a sovrastarlo sopra al bacino, pungolandolo con i calzini appallottolati.
-Su, sentiamo, sto ascoltando…-
Zoro deglutì, appoggiandosi con i palmi al corpi letto.
Aveva una sola chance, e doveva usarla al meglio, senza commettere alcun errore.
A tastoni, prese in mano il perizoma, porgendolo alla rossa, ancora armata di calzini.
Glielo porse, cercando di spiegarsi.
-Ehm… ecco…- si schiarì la voce -… e… era una spogliarellista che…-
-CHE COSA?!?- strabuzzò gli occhi Nami, spingendo i calzini sotto il naso del verde e graffiandolo sul petto con la mano libera –UNA SPOGLIARELLISTA?!?-
Il verde tremò: chance sfumata in pieno.
-No, aspetta, lasciami spiegar…-
-Sei andato con una spogliarellista?!? E magari hai seminato in giro anche un bel paio di buzzurrini eh?-
-Ma no, che hai capito…- le sfilò di mano i calzini, alzandosi col petto verso di lei -… e che Franky…-
-Oh si certo, Franky…- alzò al cielo gli occhi Nami, afferrando il perizoma e facendolo roteare su un dito –Sono certamente lo stile di Franky queste mutande… e dimmi, com’è andare a letto con un cyborg?-
Strinse con forza le mutandine nelle mani, spingendole poi con ira contro la bocca dello spadaccino, facendogliele quasi ingurgitare.
-Te le faccio ingoiare…- latrò -… intere e senza condimento e sai cos’altro…-
Si abbassò fino a potergli soffiare sulle labbra, socchiudendo gli occhi maleficamente.
-… per ripicca, andò a letto con…- lo vide trattenere il respiro, allargando l’iride nera -… Trafalgar Law-
-CHE COSA?!?-
Lesta Nami scivolò da sopra il torace del verde, avventandosi sulla porta, pronta per andarsene verso il dormitorio maschile dove ancora alloggiava il Chirurgo della Morte, ma la presa forte e costrittiva sulla vita del verde la frenò, trattenendola nella cabina.
-Lasciami idiota fedifrago- scalciò in aria, dimenandosi tra le braccia atletiche –Mettimi giù!!!!-
-Calmati e lasciami parlare- sbottò soffiando Zoro, riportandola sul letto e faticando a tenerla ferma.
-No- sibilò, picchiandolo coi pugni sugli avambracci –Non voglio sentirti, stupido arrotacoltelli traditore-
-Io non ti ho proprio tradita- puntualizzò secco, gettandola sul materasso.
Nami ballonzolò tra le lenzuola, oscurandosi la vista con i crini ramati caduti spioventi sugli occhi e stringendo le gambe nude tra loro.
-O no, certo…- ringhiò, provando a rialzarsi -… hai solo iniziato a collezionare mutandine femminili tipiche di ogni isola che visitiamo nel Nuovo Mondo!!!-
Il verde alzò al cielo gli occhi, trattenendola sul letto per i polsi, sovrastandola con la sua possente mole.
-Ascoltami mocciosa…- sbuffò -… ti assicuro che non ti ho tradita…-
Nami tentò di dimenarsi, scalciando e graffiando i palmi del ragazzo, ma la sua forza era nettamente superiore e non riuscì a liberarsi.
-Se non mi hai tradita…- gridò rossa in viso -… che ci facevano quelle mutane nei tuoi pantaloni? Eh? Come ci sono arrivate?!?-
Lo spadaccino distolse per un attimo gli occhi da quelli della compagna, per poi riportaceli sospirando.
E dire che aveva nascosto quel perizoma proprio per evitare quella discussione e l’imminente figuraccia imbarazzante.
Sospirò.
-È tutta colpa di Franky…- grugnì.
-Oh, si certo, diamo la colpa al gigante di ferro…- lo calciò sul cavallo, mancandolo di poco.
-È la verità, stupida mocciosa…- s’innervosì, calcando maggiormente la presa sui suoi polsi -… la settimana scorsa era il suo compleanno, ricordi?-
-Che centra?- sibilò.
-Bhè, mentre tu, Robin, Chopper. Usop e Rufy preparavate la festa a sorpresa, io, il cuoco e Brook abbiamo deciso di portare Franky da qualche parte, per farlo divertire-
Nami corrugò la fronte, stringendo le labbra.
Ricordava il compleanno del carpentiere, e ricordava anche la suddivisione della ciurma per preparare e distrarre il cyborg dalla festa a sorpresa.
Fin lì, la storia del buzzurro reggeva.
-Va avanti- intimò secca.
-Sai com’è fatto quel pervertito…- continuò in uno sbuffo Zoro, allentando la presa sui polsi -… ha voluto andare in un strip club e lì ha richiesto uno spettacolo tutto per se…-
Storse il naso al ricordo del comportamento indecente dei suoi compagni alla visione di una ragazza che si spogliava e ballava, allo stesso tempo, davanti a loro, ondeggiando le sue grazie con fare sbarazzino.
Lui l’aveva ignorata totalmente, bevendo a straforo la sua birra, sicuro che la sua mocciosa avesse curve ben più floride e morbide, e che ballasse mille volte meglio di quella cubista mezza nuda.
-… lei stava ballando sul palo, tra le urla e gli sbavi di Sanji e Brook…- raccontava scarno, fissando in viso la sua donna -… e io continuavo a bere, quando d’un tratto mi ritrovo quel maledettissimo perizoma nel bicchiere…- storse il naso disgustato -… era finito lì per un tiro mal riuscito della spogliarellista…-
Sbuffò, lasciando la presa sulla rossa e sdraiandosi accanto a lei, incrociando le braccia dietro il capo.
-L’ho tolto dal bicchiere, infilandole in tasca solo per poter continuare a bere, senza malizia o altro…-
Nami si mise su un fianco, reggendosi il capo con un mano, ascoltandolo con attenzione.
-… e poi me ne sono dimenticato…- alzò le spalle Zoro, concludendo la sua storia -… lo sai come sono fatto: le cose che non m’interessano le dimentico subito…-
Passarono un paio di minuti di silenzio, prima che una mano di Nami si alzasse dal materasso e si posasse delicatamente sul torace di Zoro, accarezzandolo piano.
-Quindi, non mi hai tradita…- borbottò impacciata.
-No- volse lo sguardo su di lei, fissando il suo rossore dietro la frangia calata sul viso.
-È… è stato solo un… un incidente…- mugugnò storcendo le labbra.
-Si-
Alzò un braccio, accarezzandola sul viso e costringendola ad alzare gli occhi sui suoi.
La rossa abbozzò un sorriso impacciato, mordendosi le labbra.
Aveva frainteso tutto, facendosi accecare dalla rabbia e dalla gelosia, senza ragionare con calma o almeno lasciare a Zoro il tempo dispiegarsi.
Come aveva potuto pensare che il suo buzzurro, quel cavernicolo incapace di sedurre perfino un rinoceronte, avesse potuto tradirla?
L’amava, glielo ripeteva ogni volta che stavano assieme…
Avrebbe dovuto fidarsi di lui, e permettergli di spiegarle tutto.
Si era comportata da vera mocciosa, lo doveva ammettere.
-Mm…- mugugnò, abbassando il capo -… scmmusa…-
Zoro ghignò.
-Come?- alzò un sopracciglio.
-… scmmmhhhusa…- borbottò ancora Nami, mordendosi le labbra.
-Non ho capito bene…- si portò una mano dietro l’orecchio, facendosi da auricolare -… che hai detto?-
Nami sbuffò, attorcigliandosi una ciocca di capelli tra le dita.
-… scmmmhhuusa…-
-Credo che la parola che stai cercando di dire sia “scusa”, ma non ti esce molto bene…- le prese le labbra tra le dita -… su riprova…- le stinse tra loro, storcendo l’espressione della cartografa in una smorfia buffa.
La rossa si divincolò dalla presa, sbuffando.
-Uff… scusa- sbottò -Contento?-
Lo spadaccino ghignò, sorridendo con le labbra sghembe e guardando arrossire ancor di più la sua mocciosa, che ridacchio gettandosi ad abbracciarlo per le spalle.
-Scusa buzzurro mio…- sospirò, infossando il viso contro la sua gola -… ho frainteso tutto, non sapevo… io… io… mi dispiace-
Zoro la strinse per la vita, accarezzandole la schiena da sopra la canotta bianca, annuendo piano.
Lui avrebbe fatto lo steso se avesse trovato un paio di boxer non suoi tra i suoi vestiti.
No, anzi, avrebbe fatto di peggio: avrebbe affettato ogni componente maschio della ciurma, Chopper compreso, e forse, forse, dopo avrebbe chiesto spiegazioni.
-Ti ho fatto male?- gli baciò un graffio sullo zigomo lei, attirando la sua attenzione.
-Ho la pellaccia dura io…- ghignò, rigirandosi a pancia in su e costringendola a salirgli sopra al torace -… anche se, ora avrò bisogno di moooolte cure…-
Le accarezzò una coscia, scivolando con le dita al di sotto della canotta a sfiorare l’intimo nero della ragazza.
Nami ridacchiò, abbassandosi a baciarlo a fior di labbra.
-Mm… quindi, oltre che scusarmi, dovrò anche curarti?- sbattè le lunghe ciglia, sfiorandogli la patta dei pantaloni.
-Ovvio- ghignò Zoro –E pretendo anche degli extra speciali…-
Nami sorrise con fare seducente, tornando ad abbassarsi su di lui, baciandolo con trasporto, prima di scivolare con le labbra fin all’orecchio e soffiarci lascivamente.
-Mm… ho già in mente qualcosa…- gli mordicchiò il lobo.
-Tipo?-
-… ti va… uno spogliarello…?-
Si alzò di scatto da lui, scivolando via dalle mani bronzee già pronte ad afferrarla e toccarla lussuriosamente, piroettando per la cabina fino ai piedi del letto, dove raccolse il perizoma e lo gettò, con mira perfetta, fuori dall’oblò, ancheggiando provocatoriamente.
Zoro si drizzò a sedere fulmineo, ghignando eccitato.
-Questo è per ricordarti che sono io l’unica che puoi vedere nuda…- gli fece l’occhiolino Nami, iniziando ad abbassarsi una bretella della canotta, dandogli le spalle -… e che puoi tenerti in tasca solo le mie mutandine…- gliele lanciò in grembo, lasciandosi coperta appena dal bordo bianco della canottiera -… e che ami solo me- si piegò a terra con le gambe, rialzandosi sporgendo in fuori con le natiche verso di lui.
-Poco ma sicuro, mocciosa…- ghignò Zoro, facendo roteare sulle dita l’intimo della compagna e afferrando al volo un suo bacio.
Di certo la nottata non sarebbe finita presto…
 
 
 
Piccolo Extra per Yuki 31:

Gnik… gnik… gnik…
-Ah, ah… ah… mmm…-
Tum… tum… tum…
Erano passate le tre di notte, ma i rumori non volevano cessare.
Gnik… gnik… gnik…
-Ah, ah… ah… mmm… ahhhh….-
Tum… tum… tum…
D’un tratto il tonfo di uno scarpone contro la parete divisoria tra il dormitorio maschile e la camera da letto di Nami e Zoro risuonò rabbioso, fermando quei suoni molesti.
-La vogliamo finire?!?- sbraitò assonnato Usop, massaggiandosi le tempie, bisognoso di dormire –Qui c’è gente che ha bisogno di riposare!!!!-
Silenzio.
-Era ora…- si rigirò sulla branda, appallottolandosi tra le lenzuola.
-Domani darò un’oliata a quel dannato materasso cigolante…- sbadigliò Franky, anch’esso ancora sveglio.
-… e magari anche alla tastiera del letto: l’avranno sfondata contro il muro…- aggiunse Usop.
-Yohohoho-ho… però che resistenza quei due…- si asciugò il naso gocciolante di sangue Brook -… sono ore che…-
-Lo sappiamo!!!!- urlò Sanji, la cui millesima sigaretta della nottata traballò sulle sue labbra nevrotiche –Quel maledetto Marimo di merda è un dannato stallone da monta: dovrebbe essere abbattuto per molestie alla quiete pubblica!!!!-
-Shh…- lo zittì Usop, agitandogli contro le mani -… sveglierai Chopper e Rufy, e poi se Zoro ti sente potrebbe anche vendicars…-
Gnik-gnik-gnik-gnik-gnik!!!!!!!
-AH, AH, AH, AH… SIIII… AHHHH… DI PIU’… COSI’… CONTINUA… AHHHH… ODDIO… ZOROOOOO… TI AMO, TI AMO!!!!! AHHHHH!!!!!-
Tum-tum-tum-tum-tum!!!!
-Kami del cielo, aiutatemi!!!!- infossò il viso sotto il cuscino il nasone, mentre Franky piagnucolava per la sua sanità mentale tra le risate eccitate di Brook e le lacrime mare di Sanji.
Law, placido, alzò lievemente il cappello dagli occhi, per poi riabbassarlo.
Forse, la notte successiva, avrebbe imprestato i tappi delle orecchie anche agli altri pirati…

   
 
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