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Autore: VanillaMilk95    28/07/2013    6 recensioni
Una ragazza come tante altre ,nata in Francia i suoi capelli dorati occhi azzurri. vi ricorda qualcuno?
Questa ragazza a 17 anni e va alle superiori essa per la maggior parte della sua vita a vissuto con i nonni, ma ora non ci sono più lei e sola al mondo. sperando in un futuro più grande, intanto gli viene regalato un orologio da taschino ereditato da generazioni che le consentirà di fare un viaggio speciale da Arès a Versailles che cambierà la sua vita per sempre scoprendo: sia chi è in realtà, sia che cosa sarebbe successo dopo questo viaggi,sia la sua decisione finale per cambiare la sua vita.
ci saranno : amore,gelosia, famigliarità,litigi, amicizia,sospans , e un pizzico di mistero. ma in realtà forse esagererò .
e la mia prima fan fiction quindi please fatemi sapere se e venuta bene anche se sono negative
Genere: Avventura, Malinconico, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: André Grandier, Generale Jarjayes, Oscar François de Jarjayes, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quante volte nella vita avremo voluto cambiare un avvenimento che per noi e stato doloroso , o imbarazzate .
Cliccando semplicemente  tasto o una parola; Il nostro mondo sarebbe perfetto vero?
L’ho creduto anche io , e nel pensare ciò che mi stava capitando attorno a me non mi resi conto che nel cambiare l’avvenuta di un tragico evento ciò in realtà  doveva per forza avverarsi. Mio nonno prima che morissi mi disse “ Il tempo così come c'è l’hanno insegnato non esiste, esiste un solo tempo: il qui e ora.”in quella teoria che disse dovetti contraddire il nonno, perchè mi sucesse  un fatto insolito unico e raro direi  che forse  per lo più avete visto nei libri o Tv . E tutto inizio tutto una delle prime giornate estive ero ormai verso la fine della scuola e come consuetudine dovevamo a fare una gita lontana per tre giorni per andare a vedere Versailles .
 Mi ero preparata i borsoni li presi dal sopra al letto mi girai un 'attimo per dare un ultima occhiata  mia meravigliosa camera con il mio grande lettone con zanzariera il mio computer e tutto cio che tenevo. Finche non mi accorsi che sul mio comodino c’era una scatoletta: era di mio nonno me l'ha lasciata   in eridità dopo la sua morte .
ripensai a quei momenti e quella sua burbera faccia ,non ha mai avuto un espressione amorevole quell’uomo specialmente quando mi avvicinavo a questa scatoletta a quel pensiero si sovragiunse tanti altri in cui ho passato con lui insieme alla nonna quasi tutta la mia infanzia.
Così per assaporare meglio quei ricordi quel che  mi era stato proibito lo aprì ma sapevo già cosa c’era all’interno “un orologio da taschino”, lo tolsi dalla sua scatola lo osservai quasi richiudesse qualcosa di misteriosa come un passato lontano, così inziai ad analizzarlo aprendolo :  alla prima occhiata sembrava dorato e le lancette non si muovevano erano immobili.Così mentre lo osservavo pensavo che intorno a me si fosse fermato il tempo.ma  Poi mi scossi da quello specie di trance e guardai loro dalla mia sveglia - e tardi - dissi tra me e me - sarà meglio che adesso vada. Mentre stavo scendendo le scale   all’improvviso suono il telefono di casa appoggiai posai il borsone sugli ultimi scalini andai in cucina è presi la cornetta da sopra al mobiletto - pronto? casa Lemoine ,Chi parla ? - ma nessuno rispondeva. - pronto chi è? C’è qualcuno?- ma pochi secondi dopo senti riagganciare. Alzai le braccia e pensai che qualcuno aveva sbagliato numero. Andai di nuovo verso le scale e senza fare la che minima fatica allungai le braccia e presi i due borsoni e mi diressi sull'uscio mentre sull'attacapanni presi il mio casco da moro , mi girai ancora una volta con faccia già nostalgica verso la casa non cera nessuno  i mie, la sera prima erano già partiti per lavoro. Quindi nessuno da salutare ho con chi fare collazione perdendo così l'appetito di quella mattina presi aprì la porta chiudendola chiave mettendo poi le mie chiavi tintinnanti dentro il borsone facendole scivolare dentro. Mi diressi verso il parcheggio dove era situata la mia moto tolsi il luchetto alla mia moto e aprì il sellino mettendo dentro uno dei borsoni, montai sulla moto e misi  l'altro lo sotto alle mie gambe,poi misi  in moto è incominciando così quella   che doveva essere una tranquilla giornata.
 
 L’alba stava venendo fuori come uno nuovo nascere la brezza marina di quel posto si poteva sentire in viso e lodore comune delle rose rendeva quel viaggio qualcosa di magico ma cio che mi riscaldava il cuore era i raggi che mi accarezzava caldamente il mio  viso .
Ma tutto fini quando  girai un bivio davanti a me apparve una macchina a tutta velocità è con voce arrabbiata alzai la viseria - heiii! PIRATA DELLA STRADA!!- ripresi subito  a guidare, quella macchina mi aveva rovinato la giornata e quel buon umore mi era già volato via. 

Finalmente la stazione sembrava sempre più vicina e rallentai fino a che no fui arrivata al posteggio.
Scesi mi togliendomi  il casco scrollando la testa per risistemare i capelli presi le valige e tirai fuori il luchetto inchinandomi e incastrandolo nella  moto volsi il mio sguardo verso il mio paesino mentre qualche uccellino cinguettava le prime ore del mattino il mio paesino “Arès” è una tranquilla cittadina “per i mie gusti anche fin troppo” e molto antica ma forse è l'unica la cosa che mi affascina di più  , rendedo misteriosa  
 è particolare come se qualcuno non volesse che cambiasse troppo nel tempo. 
Presto arrivarono i professori  i mie compagni con altri classi prendendo rapidamente i posti a sedere mentre altri per il troppo ritardo restarono in piedi a chiaccherare io mi ero già sedetta in una panchina un po’ più la vicino a un giardinetto leggendo un libro che parlava di Versailles.
Per un ’attimo per distrare lo sguardo verso quelli che erano i mie compagni : ridevano e scherzavano decidendo già chi sarebbe stato in stanza con l’altro.
Ma presto si accorsero del mio sguardo e mi guardarono in silenzio  , con un scatto mi rigirai  mi rimisi a leggere, e cosi anche loro poco dopo  si rimisero a chiacchierare non facendo caso a me, bhe in realtà non faccio caso neanche io in classe , quindi credo di non avere in riscontro nulla verso di loro ; e dopo non mi sembra così importante avere dei compagni o degli amici tanto primo o poi ti tradiranno o ti lasciano come uno dei tanti giocattoli usati per trovarli dei nuovi alla moda . - pensai sospirando - però … devo dir che avvolte questa solitudine mi consuma specialmente da quando i mie nonni non ci sono più. Forse non dovrei neanche fare questa stupida gita pero … mio nonno mi raccontava spesso di Versailles -
Senti un gocciolio che proveniva alla mia destra era una piccola fontana ormai non più in funzione : l’acqua che cera dentro era piena di muffa e di altre piante e insetti.
 - questa fontana c’è qui da anni ed e ancora qui , se non la usano più, perché non la tolgono? Il tempo come questa fontana può rimanere invariato? O arriverà anche per lei un cambiamento?- i mie pensieri per l’ennesima volta furono distolti da un rumore questa volta di un treno.

I professori mi chiamarono e con passo moderato mi diressi verso la mia classe con le mie valigie in mano. 
il vagone era già prenotato essendo stata l’ultima a salire  mi guardai attorno per un posto, come al solito mentre passavo tutti i mie compagni restarono in silenzio  a guardarmi con faccia come per dire “ non ti sederai mica qui” ma con molto non curanza ai loro face mi sedetti verso l’ultimo posto ,dove non c’era nessuno è la cosa più bella che potevo mettere comodamente sullo spazio rimasto le mie valige senza appoggiarle a terra.
Il treno comincio ad andare senza aspettare un attimo ,cercai nella mia borsa il libro che avevo messo dentro ma senti uno strano oggetto e lo estrassi dalla borsa, era il cofanetto dell’orologio lo apri ,ma questa volta all’interno lo esaminai più attentamente e mi accorsi che  nel coperchio dentro c’era una iscrizione - “ un pas en arrière … le moment où nous avons rencontré” ( un passo indietro … a quando ci siamo incontrati) - in quello stesso momento in cui fini la frase le lancette incominciarono a muoversi e a tichettare - ma che cosa? Pensavo fosse rotto!? - borbottai tra me e me.- il mio sguardo si distolse all’improvviso dall'improviso buio che proveniva dal f
inestrino , eravamo entrati in una galleria, ma le luci all'interno del treno  erano accese.
Stavo di nuovo per ritornare a guardare quella strana scritta quando  ma all’improvviso il treno fece uno strano rumore e un tremolio e poi ancora un rumore più  forte dall’altro scompartimento arrivò un improvvisa vampata di caldo e poi un cigolio come se le ruote stassero cercando di fermarsi. Mi alzai impaurita ma allo stesso tempo incuriosita  con l’orologio in mano cercando si salire le scale ma il professore stava per dirmi di stare ferma , ma prima che finisse la frase mentre stavo salendo il secondo scalino  senti un forte impatto che mi fece perdere l’equilibrio facendo un passo all’indietro.
Lo stesso impatto mi stava facendo volare all'indietro ,tutto in quel momento sembrava rallentatore :gli oggetti che volavano, il treno che stava deragliando dai binari che stava per sbattere contro il tunnel , gli  scricchioli dei vetri che si frantumarono le luci che andavano e venivano,l
e urla dei mie compagni  o la gente che forse stringeva a se il suo bambino o una persona amata, e magari ricordava  gli ultimi istanti insieme alla famiglia agli amici ,ultimi instanti in cui quel giorno avevano passato insieme. io … io invece in questo ultimo giorno non ho avuto modo  dire addio ai mie genitori e dirgli quanto in realtà gli volevo bene, forse avrei dovuto fare la mia ultima   colazione, avrei potuto conversare con i mie compagni provare a fare amicizia, impegnarmi di più a scuola.
invece quelle fiamme e l’esplosione di quell’attimo mi stavano facendo capire che ero sola e che tutto stava finendo … e pensare che stamattina sembrava essere iniziata bene ,ma forse dovevo capirlo dalla macchina che mi stava per investire che sarebbe stata una giornata diversa , potevo cambiare decisione … ma come si sa Il tempo non aspetta nessuno …
Pensando a quegli ultimi attimi un bagliore e un improvviso  buio mi avvolse  , pochi secondi dopo senti il mio corpo qualcosa una strana  sensazione di cadere nel vuoto o di scivolare scivolo e schiatarsi contro qualcosa. 
 
I miei occhi si aprirono lentamente non potendo credere di averli aperti ma in quel momento mi pesarono e li chiusì rividi e mi risenti come l'ultimo momento sul  treno, ma come un ’incubo mi alzai e apri gli occhi e mi guardai a torno ancora scossa - ma … ma … dove sono? E stato tutto un sogno? O forse ed uno di quei gli ultimi sogni che si fanno da morti ? 
Mi guardai attornoacorgendomi  che ero in un  letto candido che sembrava essere di pizzo. Mi misi in piedi cercando di mantenere l'equilibrio ma una fitta alla gamba mi fece cedere ma prontamente mi appogiai al muro.
Stranamente non ero con i mie indumenti che avevo prima ma con una lunga vestaglia azzurrina con un fiocco ma mi sentivo talmente stanca che non mi chiesi neanche dove fossero andati a finire cercai di trascinarmi a vedere dovero andata a finire ma  all’improvviso la porta della camera si aprì ed entrò  una signora anzianotta un po’ robbustella con un vestito  da cameriera  avevndo in mano una bacinella con uno stracci guardo due secondi il letto vuoto poi si guardo attorno finche i nostri sguardi si incontrarono senza dire parola finche poi mi scappo un "Salve".
La povera donna senza  capire il perché i si mise a urlare e  lanciare per aria la bacinella d’acqua che cadde nella sulla sua testa facendole perdere i sensi  e cadere a terra.
Guardai stranulata lo strano comportamento della  signora che era terra cercai di raggiungerla ,ma presto arrivarono altre calmiere -  Marie!! - dissero preoccupate cercando di farla rivennire. Poco dopo arrivo una donna dai capelli marrone chiaro quasi bionde con delle ciocche bianche portate dalla vecchiaia con un elegante vestito antico
“ come  e vestita, siamo a qualche festa?” - dissi tra me e me. 
. - Marie cosa ti successo - disse portando la mano verso le labbra. Poi alzo il viso mi guardo un attimo come se avesse visto un fantasma poi rilasso il viso e mi sorrise dicendo - vi siete svegliata? Ah ma non dovresti stare in piedi.- Detto questo mi venne vicino mai io cercai di allontanarmi era una sconusciuta e dopo quello che era sucesso con il treno ero traumatizata e in quel momento avevo paura e in più un sacco di domande sulla donna negative sul suo fatto come una rapitrice che mi avesse rapito quindi cercai da allontanarmi.
Ma lei mi guardo quasi rassicurandomi e dicendo - hei guarda che non ti faccio nulla. A Quest ora non credete che non l'avremmo lasciata ferita è non ti avrei ospitato a casa mia ?- mi girai incuriosita da quella soave voce che mostrava gentilezza e una strana cordialità che mi rassicuro un po.
- dai! - mi incoraggio la donna - Ti aiuto a ricoricarti. -
Così a braccetto mi porto verso i letto , dove delle cameriere mi fecero posare la gamba in un soffice cuscino.
Intanto l’anziana signora si riprese farfugliando qualcosa  - oh santo cielo … Oscar …
-Oscar -ripetei confusa.
La donna che mi aveva aiutato agito le mani davanti a me quasi nascondendo qualcosa - oh nulla stia tranquilla. 
La donna si rialzo facendosi aiutare dalle cameriere - mi scusi signora. Mi sono fatta prendere dall … dall … - ripete guardandomi Rose quella che doveva essere la domestica.
- forse e meglio che ti riposi. Il resto se ne occuperanno le altre. - continuo la donna che mi stava accanto
- la ringrazio signora - e detto questo chiuse la porta andosene con tutte le cameriere.
Io  guardai stranulata è timida la signora che avevo davanti e quasi volesse iniziare un' argomento disse - scusaci per questo risveglio un po brusco. Comunque come sta?
- emm … un po stanca e un po di dolore alla gamba  e la testa … emm signora. - visto che parlavano dandosi del lei o  della signora non volevo essere maleducata .
E io  continuai preoccupata - mi scusi chi è lei? E dove sono in una specie di ospedale?  - sapevo che la città era antica ma non mi ricordavo così tanto pensai quasi ironicamente.
- no … sei nella casa jarjayes  ad Arès.- sorrise la signora quasi fosse un'onore anche per lei essere in questa casa.
 
- quindi sono ancora ad Arès- pensa ad alta voce  sospirando ma la donna continuo -   Ti abbiamo ritrovata nel nostro giardino.
- cosa!? in un giardino? - dissi incredula
- si ci siamo preoccupati eri ferita e i tuoi indumenti erano rovinati sembrava da qualche bruciatura,ed ai dormito per tre giorni. Avevamo pensato che non saresti sopravissuta per via del cibo e l’acqua.
- non capisco? Io … io .. Il treno era deragliato ero in gita!! Io … io … non capisco … che ci faccio qui!  - disse traumatizzata e quasi in lacrime. 
- cara! - disse cercando di calmarmi - Ma cosa state dicendo , sta delirando … che cose un treno?
- come cos’è un treno? - disse più scandalizata.
- no … cose una persona? O un oggetto?
- e una specie di macchina che va su binaria-
La donna mi guardo come se fossi leggermente pazza. - forse o sentito da qualche parte … pero … - continuo a pensare quasi si stesse sforzando di ricordare qualcosa.
“ come e possibile questa donna non sa dei treni eppure siamo in Arès” - pensai , ma l’occhio mi cade sul comodino dove la  donna aveva posato poco dopo  un giornale e con la coda dell’occhio vidi scritto nella prima pagine - “anno 1806 Napoleone e così continuava... -  "come è possibile” - poco dopo aver letto questo dissi con voce leggermente tremante cercando di essere più calma possibile - ma in che anno siamo?
- siamo nel 1806, perché questa domanda non se lo ricorda più. Forse e meglio che mangi qualcosa e beva. Vedrà che le sarà tutto più caro. - così dicendo questo di girò per andarse ma mentre stava per aprire la porta mi chiese  - scuatemi la domanda ma volevo sapere come vi chiamate?-
- mi chiamo Adèle Lemoine.- dissi con voce tremante
 Adèle Lemoine , ai detto? - disse sorpresa la donna ma si riprese sembrando di fare un sorriso forzato- Va bene arriverò presto con il cibo, riposati e detto questo la donna chiuse la porta. 
Rimasi sola ancora traumatizzata e incredula ripetendo tra me e me “ no, non e possibile” - presi il giornale sotto ad esso cade qualcosa -  guardai verso il basso e un oggetto ovale dorato luccicava al sole - l’orologio - allungai la mano e lo presi ,lo guardai attentamente era leggermente graffiato poi lo apri notai che il vetro era rotto e lancette erano spartite da essa. - e rotto - girando da una parte all’altra continuando a pensare - e se … se avessi. Viaggiato nel tempo? - ma subito mi smenti quel pensiero - e una cosa irragionevole non si può viaggiare nel tempo! L’unica soluzione e che e un sogno e che presto mi sveglierò.

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questo e solo il primo capitolo, cosa succedera? Adèle a veramente viaggiato nel tempo? cosa succedera nella casa dei Jarjiareyes? Ci sarà il generale padre della famosa Lady oscar? che ne pensera di questa nuova arrivata? cosa succedera? e quali personaggi nuovi o magari già incontrati rivedremo? tutto sul prossimo capitolo.
mi scuso per gli errori di grammatica ma sono Dislessica io c'è la metto tutta e voglio migliorare. quindi perfavore ditemi se sbaglio.
vi ringrazio ancora e mi dispiace per il disagio spero che non vi reco disagi nel leggerla. alla prossima

mistery girl
  
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