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Autore: Eleo_Schrei94    29/07/2013    1 recensioni
Michelle Muller è una giovane ragazza che abita in Germania durante il periodo della seconda guerra mondiale. In un periodo di difficoltà economiche e la possibilità di essere uccisa da un momento all'altro, Michelle incontra un ragazzo con il quale condivide delle esperienze che li faranno avvicinare sempre di più, fino a quando...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Tom Kaulitz
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Michelle: come?
Anja: Adrian il mio ragazzo il mio futuro marito, mamma lo sapeva ma adesso come farò mi uccideranno per questo e Teresa dov è? Anja ho paura
Michelle: non ti preoccupare troveremo una soluzione vedrai! Anja: ho paura!
Michelle: si anche io!
Durante quel tragitto il tempo non passava mai, non sapevamo dove ci stessero portando, ne di cosa ne sarebbe stato delle nostre misere vite. Sapevamo solo che volevamo ritornare a casa e rivedere la nostra famiglia, anche se la mia famiglia era stata uccisa in un giorno, i miei genitori ci avevano salvato ma ora stava a noi combattere! Il treno si fermò di colpo per un istante tutte le persone rimasero in silenzio quando aprirono il portone del treno misero delle travi di legno e fecero scendere la gente come se fossero bestiame, io e mia sorella uscimmo, vidi una luce forte che ci illuminava, mi girai e vidi un arco con una stazione di ferrovie. Mi girai verso mia sorella e vidi il suo sguardo sconvolto mi girai e notai miliardi di persone tutte radunate in una piazza e dietro di loro del fumo che usciva da delle taniche ma non riuscivo a vedere perchè c'era un muro troppo alto che le divideva. Mia sorella, io e altre donne venimmo radunate, in un punto davanti a noi altre donne con dei bambini e vidi mia sorella Teresa urlai il suo nome ma un soldati mi diede un colpo con il collo di un fucile sullo stomaco. Mi veniva da vomitare ma resistetti. Non capivo perché così tanta cattiveria, d'altronde cosa gli avevamo fatto di male? Nulla non eravamo ladri, delinquenti eravamo persone rispettabili mio padre possedeva una delle più grandi banche di tutta Halle, lo so è un paesino ma è pur sempre importante e mia madre era una sarta di successo. Mentre mia sorella Teresa era sposata con Andreas Minkel ma di lui non si sapeva nulla da quando era andato a lavorare in Francia, mia sorella sente molto la sua mancanza mentre Anja aiutava mia madre nel suo negozio e io andavo a scuola. Mentre eravamo dentro a quel gruppo di donne vedemmo gli uomini passare molte donne piangevano nel vedere i loro mariti divisi da loro, altre donne svenivano, molti soldati uccidevano delle donne solo perché chiedevano informazioni. Ero sconvolta non riuscivo a credere di essere in quel luogo senza nessuno, avevo mia sorella ma mi sentivo sola. Guardavo gli uomini che passavano molti erano quelli che erano appena arrivati poi fecero passare quelli che erano già qui trasportavano pezzi di ferro, mattoni, attrezzi, cibo erano tutti vestiti con dei strani pigiami a righe e avevano tutti dei numeri sul petto con cappelli e scarpe malmesse. Guardavo quelle facce così stremate così magre mi facevano paura erano come cadaveri viventi. Poi vidi un ragazzo avrà avuto 2 anni in più di me che trasportava dei mattoni sulla schiena alzò gli occhi e mi guardò, io lo guardai mi sorrise ma si chinò subito dal troppo peso che stava trasportando andò avanti ma si girò per rivedermi e io feci lo stesso. Appena passarono i soldati ci fecero cenno di andare avanti facendoci entrare in un grande magazzino, era enorme e buio, un soldato ci disse che avremmo passato qui la notte e che domani mattina saremmo ripartiti. Non avevo pace, mia sorella tremava era più spaventata di me, io volevo sapere chi era quel giovane. Mi colpirono i suoi occhi di quel color nocciola scuro chiedevano pietà e emanavano tanta dolcezza. In quel magazzino eravamo più di 4000 mila tutti provenienti dalla Germania c'erano anche dei polacchi ma nessuno sapeva dove ci avrebbero portato. Mi misi insieme e Anja a dormire con la speranza di ritrovare mia sorella e di risvegliarmi sapendo che avevo fatto solo un brutto sogno. La mattina seguente verso le 5.00 un soldato entrò nel magazzino aprì la porta con forza e ci ordinò di salire sul treno, senza obbiettare salimmo sul treno. Alcune donne vennero separate dai loro bambini non dimenticherò mai quelle grida di disperazione e quei poveri bambini piccoli gridavano 'mamma' ma nessuno aveva pietà di quelle povere anime, fecero salire per primi i bambini in un furgone e poi noi donne e alcuni uomini sul treno. Mia sorella si strinse la pancia, la abbracciai. Salimmo su quel dannato treno che partì subito dopo. Dentro eravamo sempre più stretti questo vuol dire che avevano aggiunto delle donne, la novità era che adesso eravamo non solo in piedi ma non c'erano neanche finestre solo buio pesto e qualche buco. Non vedevo niente non vedevo mia sorella non vedevo nulla. Odio il buio, odio la sua oscurità, odio il terrore che mi suscita, odio le urla di donne distrutte, odio IL BUIO. Il viaggio durò molto penso 5 ore non sapevo che ore fossero ma era tardi e cominciavo ad avere fame ma di cibo non se ne parlava non ci avevano dato niente, dicevano solo che appena arrivati ci avrebbero mandato in un albergo e così ci saremmo riposati. Speravo davvero che fosse così ma sentivo una nota sarcastica nelle loro voci e così mi aspettavo il peggio. Il treno si fermò, sentimmo aprire il portone prima del nostro le persone scendevano, si sentii un urlo poi di nuovo il silenzio aprirono il nostro sportello scesero le prime donne, scesi io e mia sorella vidi una donna per terra con una macchia di sangue sopra la testa scoppiai in lacrime perché tutto questo odio perché? Mi girai verso mia sorella e la strinsi. Ci dividettero subito mia sorella fu portata nel primo gruppo e io rimasi li, così avevo perso anche mia sorella, ora era sola e avevo davvero paura. Mia sorella mi strinse la mano prima di lasciarmi e mi diede l'anello di mamma lo strinsi forte a me e lo nascosi nella gonna. Aprirono un portone e vedemmo altre fabbriche con del fumo, tanto fumo corpi privi di vita in degli angoli, persone che lavoravano a delle strade le stesse che avevo visto nell'altro magazzino. Ci fecero entrare nella fabbrica vedemmo delle donne tedesche, penso sergenti, che dividevano le donne e gli uomini. Le donne a destra e gli uomini a sinistra, rividi quel ragazzo raccogliere i vestiti degli uomini e li buttava nel fuoco, speravo di rivederlo appena uscite da quella stanza. Entrai nella stanza e vidi delle docce. La donna sergente ci ordinò di spogliarci di lavarci e di andare dal ragazzo che avevo rivisto per farci dare dei camici come quello che indossava lui. Cominciammo a spogliarci, una donna si rifiutò di farlo e venne fucilata rimasi sconvolta, con una vergogna immensa mi spogliai presi l'anello di mia mamma e non sapendo dove metterlo lo ingoiai era troppo importante per me era l'ultima cosa che mi era rimasta della mia famiglia. Andai a farmi la doccia e raggiunsi il ragazzo priva di abiti, mi vergognavo di essere guardata da un ragazzo che nemmeno conoscevo.
  
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