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Autore: The_Storm    29/07/2013    3 recensioni
Noi pensiamo a New York come la Grande Mela e subito ci vengono in mente tutte le cose meravigliose che questa città ha. Ma c'è un lato oscuro di New York che pochi conoscono e Victoria Dowson è una di queste. Fa parte dell'FBI da quando ha finito il liceo e, anche se ha solo diciannove anni, si è guadagnata il rispetto di tutti lì.
Jason Carter è il capo della banda più temuta di tutta New York. È un assassino senza cuore che uccide chiunque ostacoli il suo cammino. È il classico bello e dannato. Cosa succederebbe se questi due mondi apparentemente così diversi venissero in contatto? Scopritelo leggendo.
Genere: Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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 a me c'è solo buio, non vedo niente 
- c'è nessuno? Dove sono?- dico, ma non ricevo risposta. Inizio a camminare sperando di riuscire a vedere almeno una luce, ma mi sembra di non essermi spostata affatto. Dopo circa cinque minuti che cammino a vuoto, una luce fortissima mi acceca e sono costretta a chiudere gli occhi per qualche attimo. Quando la luce diventa più debole e i miei occhi si abituano, riesco a intravedere una figura, ma è come se fosse un'ombra. Da quello che riesco a vedere, deve essere una donna. La sconosciuta inizia a camminare verso di me e, a mano a mano che si avvicina, riesco a vedere più distintamente la figura. Capisco che è una ragazza di circa quarantacinque anni e mi sembra molto familiare, ma non riesco a intravedere il suo viso che è ancora nero. Quando finalmente anche la faccia perde quell'oscurità, spalanco gli occhi e il sangue mi si ghiaccia nelle vene, facendo paralizzare il mio corpo. La mia mascella è talmente spalancata, che mi stupisco che non abbia già toccato terra. 
- mamma? Sei davvero tu?- domando incredula. Lei mi sorride, rassicurandomi
- si, piccola mia, sono io- la sua voce è dolce ed esprime affetto
- ma com'è possibile?- ancora non riesco a credere a tutto questo
- stai sognando, Vic e ho fatto in modo di apparire nel tuo sogno- risponde
- perché?- chiedo ancora curiosa
- perché so quanto sei testarda. Ascoltami bene, Vic, anche dentro una pietra si può trovare un metallo prezioso- dice e io faccio una smorfia
- credevo avessi perso questa brutta abitudine di parlare in modo strano. Sai che odio quando le persone girano intorno al punto dell'argomento, quindi dimmi che diavolo significa quello che hai detto e facciamola finita- dico infastidita. Lei ridacchia
- non sei cambiata affatto, bambina mia, ma è molto meglio così. Ora devo andare, ricordati di quello che ti ho detto. Ciao Vic- e, detto ciò, inizia ad allontanarsi sempre di più. 
- aspetta mamma, che volevi dire con quella frase? Mamma! Mammaaaa- 
Mi sveglio di soprassalto, mettendomi seduta. Ho il fiatone e sono completamente sudata. 
 - tutto ok?- domanda qualcuno. Mi giro di scatto e mi ritrovo il viso del fratello di July a pochi centimetri di distanza. È incredibile come la sua voce e il suo sguardo risultino freddi e distaccati anche quando domanda una cosa del genere. Mi allontano immediatamente da lui e annuisco. 
- che ci fai qui?- domando
- July aveva da fare e io devo assicurarmi che tu non scappi- spiega. 
- capito- dico solamente 
- allora, ci hai ripensato?- domanda. Lo guardo confusa
- a cosa?- 
- alla proposta che ti ho fatto un paio di ore fa- dice. Il mio sguardo si indurisce
- mi pare di averti già dato la risposta. Non mi unirò mai a questa banda di ladri e assassini- affermo decisa. Lui sospira. 
- non siamo né ladri né tantomeno assassini- afferma. Lo guardo sconvolta
- stai scherzando, vero?- sbotto. Lui scuote la testa
- e allora cosa cazzo siete? Spiegamelo perché io non riesco proprio a trovare una definizione diversa- continuo acida
- tuo padre non ti ha detto niente, vero? Beh, avrei dovuto immaginarlo- sospira rassegnato e l'ultima frase sembra dirla più a se stesso che a me
- potresti spiegarti meglio?- dico spazientita. Odio quando qualcuno lascia un discorso a metà. Lui prende un grande sospiro
- come ti ho già detto, i Titans non sono ciò che credi. Noi in realtà facciamo parte della polizia di New York. Siamo una squadra speciale che è stata creata per scoprire i piani delle vere bande di criminali. Siamo in incognito- spiega. Io spalanco gli occhi. Inutile dire che sono sconvolta
- mi stai prendendo per il culo?- domando sospettosa. Lui scuote la testa
- no, non sto scherzando. Se vuoi, ti faccio vedere il distintivo- e, dicendo questo, mette una mano nella tasca destra dei suoi pantaloni e ne tira fuori quello che a prima vista sembra un libretto. Me lo porge e io lo esamino attentamente, cercando qualsiasi cosa che mi permetta di capire che è falso. Dopo un'attenta analisi, capisco che è assolutamente autentico. Glielo restituisco e lui lo rimette dove era.
- allora, hai cambiato idea? Vuoi unirti a noi, adesso?- domanda. Indurisco lo sguardo. Anche se mi ha dimostrato di non essere un criminale, non mi unirò mai a loro. Odio la polizia con tutta la mia anima e non potrei mai lasciare l'FBI per loro. 
- puoi levartelo dalla testa. Io faccio parte dell'FBI e così rimarrà- sbotto decisa. Lui fa un ghigno beffardo che mi fa salire ancora di più la rabbia. 
- c'è una cosa che dovrei dirti: abbiamo cancellato la memoria a tutti quelli che hanno parlato anche solo una volta con te. Neanche il tuo adorato papà sa chi sei- dice. Vedo assoluta sincerità nei suoi occhi e, qualche mese fa, ho sentito dire che la polizia ha inventato un oggetto che fa perdere la memoria. Inoltre, questo spiegherebbe perché mio padre non si sia ancora precipitato qui e il fatto che non mi hanno preso il cellulare: anche se avessi chiamato qualcuno, lo avrebbero preso solo come uno stupido scherzo telefonico e non mi avrebbero mai creduta. Luridi bastardi. Ma se credono che questo mi farà cambiare idea, beh, si sbagliano di grosso. 
- non importa, non mi unirò mai a voi- sputo incazzata nera. Lui mi guarda strabuzzando gli occhi
- ma ormai non hai più una casa, né una famiglia né un lavoro. Come farai?- domanda. Io sorrido strafottente.
- un paio di anni fa, mio padre mi comprò una casa tutta per me. È completamente mia e non devo pagare niente. Ho qualcosa da parte, quindi per un po' me la caverò. Per quanto riguarda il lavoro, invece, beh, rifarò l'esame per entrare nell'FBI. L'ho superato una volta e ci riuscirò di nuovo- spiego senza lasciar trasparire nessuna emozione. Il suo sguardo dice tutto: ha perso e ne è consapevole. 
- va bene- ammette - hai vinto. Domani mattina potrai tornare a casa tua. Adesso è quasi ora di cena- e, detto ciò, si alza ed esce dalla camera. Una July quasi sull'orlo delle lacrime entra al posto del fratello. 
- Ehi July, che succede?- dico allarmata
- perché non vuoi rimanere con noi? Cosa ti abbiamo fatto?- domanda. Io sospiro
- hai sentito tutto?- domando e lei annuisce
- non mi avete fatto niente, beh, tranne il fatto di avermi rapita e portata qui, ma non c'entra. Il fatto è che il mio posto è nell'FBI. E poi, ora mio padre potrò vederlo solo lì, no? È l'unica occasione che ho per stargli vicino- spiego ed è vero. Adesso potrò parlare con mio padre solo a lavoro e non potrò neanche più farlo come prima. Dovrò ricominciare tutto, ma stavolta sarò completamente sola. July annuisce e io tiro un sospiro di sollievo. Mi sono già affezionata a questa ragazza e mi sarebbe dispiaciuto se fosse stata arrabbiata con me. 
- glielo avevo detto a Jason di non cancellare la memoria a nessuno, ma lui, ovviamente, non mi ha minimamente ascoltata- sbotta arrabbiata. Io invece sono confusa
- chi è Jason?- domando inclinando la testa leggermente a destra
- mio fratello- dice ovvia. 
- dai, scendiamo. Ormai la cena sarà pronta- dice. Annuisco e scendiamo le scale fino ad arrivare a quella che deve essere la cucina. Ai fornelli c'è uno Jason concentrato a non far bruciare niente. 
La cena passa tranquilla e, finito di mangiare, io e July torniamo in camera, ci laviamo e ci mettiamo a letto
- buonanotte Vic- dice
- notte July- rispondo e poi cado in un sonno profondo
Un rumore improvviso mi fa svegliare di soprassalto. Mi metto seduta e vedo una scena che mi fa scoppiare a ridere. July si sta tenendo un piede mentre impreca sottovoce contro qualcosa, probabilmente il comodino contro cui è andata a sbattere. In quel momento, uno Jason con i capelli arruffati e gli occhi ancora socchiusi e pieni di sonno
- ma che cazzo è successo?- chiede con la voce ancora impastata dal sonno
- ho sbattuto il piede contro il comodino- risponde. È incredibile come sia carino anche da appena sveglio e sua sorella non è certo da meno, ma come diavolo fanno? Io devo avere un aspetto orribile e mi sorprende che a nessuno dei due sia ancora venuto un infarto nel guardarmi. Il fratello la guarda come se fosse un caso perso, ormai. 
- vado a vestirmi così ti accompagno, Victoria- dice e io annuisco. Lui se ne va chiudendo la porta. Prendo alcuni vestiti che July mi ha preparato e vado in bagno per lavarmi e vestirmi. 
Una volta pronta, scendo le scale e vedo Jason, già pronto per uscire, accanto alla porta. July mi abbraccia con forza e quasi mi soffoca. Ricambio l'abbraccio e le lascio un bacio sulla guancia, la saluto ed esco di casa insieme a Jason. Lui cammina per un po' fino a fermarsi davanti ad una Ducati nera. Mi porge uno dei due  caschi che ha in mano e lo indosso. Saliamo sulla moto e, non avendo niente a cui aggrapparmi, cingo la sua vita con le braccia. 
- tieniti forte, piccola- dice. Non faccio in tempo a dirgli di non chiamarmi in quel modo che lui parte sgommando. Gli urlo l'indirizzo della mia casa e in una decina di minuti ci arriviamo. 
- tu sei uno squilibrato- gli urlo contro togliendomi il casco e porgendoglielo. Questo pazzo è andato a minimo trecento all'ora senza rallentare neanche nelle curve. Non mi sono mai sentita così vicina alla morte e ho detto tutto. 
L'idiota scoppia a ridere e io lo guardo torva
- dai, non dirmi che non ti sei divertita- dice. Sta scherzando, vero? Vero??
- si, mi sono divertita così tanto, che credo non salirò mai più su una moto in vita mia- sputo acida. Lui ride ancora, ma cosa cazzo ha da ridere? Abbiamo rischiato di fare un incidente e di restarci secchi minimo cinque volte. Scuoto la testa e lo guardo rassegnata. 
- vabbe, io vado. Ciao- dico e mi giro facendo per andare alla porta della mia nuova casa, ma la sua voce mi ferma
- ehi, non si saluta?- dice. Io mi rigiro e aggrotto le sopracciglia
- ma ti ho salutato- affermo e lui apre le braccia invitandomi ad abbracciarlo. Di tutta risposta, corro alla porta ed entro in fretta, lasciandolo lì come un idiota. Lo guardo dalla finestra e lui mima uno "stronza" con le labbra. Gli alzo il terzo dito. 
Sto facendo una camminando tranquillamente per le strade di New York, quando sento una voce incredibilmente familiare. La seguo e scopro che proviene da un vicolo cieco vicino a dove mi trovavo. Mi nascondo dietro al muro mettendo fuori solo la testa e cerco di vedere di chi si tratta senza farmi scoprire. Appena capisco a chi appartiene la voce, spalanco gli occhi. Non ci posso credere, ma quelli sono......

  
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