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Autore: Rosmary    29/07/2013    3 recensioni
Una giovanissima donna e i perché dei suoi tormenti, quand'era in vita e quando non lo era più.
"Oltre che buffa, comprendesti che la tua morte fosse beffarda quanto la vita. Sibillina, t’aveva prima illusa e poi umiliata, ancora, ancora e ancora."
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Mirtilla Malcontenta
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
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I personaggi presenti nella storia sono proprietà di J.K. Rowling;

la flashfic è scritta senza alcuno scopo di lucro.







Ingiusto

Camminare e avere appiccicata addosso la puzza della ridicolaggine era prerogativa tua. Ricordi perfettamente la sensazione d’inadeguatezza che t’accompagnava ventiquattro ore su ventiquattro; forse, t’abbandonava solo quand’eri dinanzi allo specchio ad osservarti e notare che, in fondo, non eri poi tanto diversa dai tuoi coetanei.
Cos’aveva di sbagliato il tuo aspetto? Capelli neri e lisci, occhi scuri nascosti da occhiali sempre troppo appariscenti e delle labbra sottili, perennemente serrate, timorose di schiudersi ed emettere suoni che avrebbero potuto attirare l’attenzione altrui.
Se avessi potuto esprimere un desiderio, avresti certamente chiesto l’invisibilità e l’immaterialità, così da essere impermeabile alla cattiveria altrui.
Fu buffa la tua morte, poiché assunse le sembianze della realizzazione del tuo desiderio: vogliosa di seminare vendetta ai danni di chi t’aveva tormentata, tornasti invisibile ed immateriale, ma proprio quando fosti sul punto di sorridere tronfia, t’accorgesti che l’invisibilità era parziale, loro potevano ancora vederti, e che l’immaterialità era illusoria, loro potevano ancora ferirti.
Immune al tatto eri divenuta, ma non alla lama sottile e letale delle parole sgradevoli e degli sguardi arroganti.
Oltre che buffa, comprendesti che la tua morte era stata beffarda quanto la vita: sibillina, t’aveva prima illusa e poi umiliata, ancora, ancora e ancora.
Comprendesti anche che quella intossicante puzza di ridicolaggine non t’avrebbe mai abbandonata; così, Mirtilla, decidesti di schiudere finalmente le sottili labbra e dar voce a tutti i tuoi patemi d’adolescente bistratta.
L’eternità, meditasti, avrebbe dovuto sopportare tutti i tuoi lamenti, sarebbe stata la sua punizione per essersi presa gioco di te.

   
 
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