Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: Elikin    29/07/2013    1 recensioni
Era come osservare il proprio riflesso in uno specchio, ma non riconoscersi in esso.
Cenni di BertholdxAnnie e YmirxChrista.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai | Personaggi: Annie Leonhardt, Christa Lenz, Sorpresa
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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Il tuo dolore è anche il mio



Un sonno agitato e pieno di incubi era quello con cui Annie doveva convivere ormai da qualche anno, ci aveva fatto il callo ormai diciamo. Non ci faceva neanche più caso. Quello a cui non si sarebbe mai abituata era l’essere risvegliati da un piede di Sasha Braus dritto in faccia. Sputacchiando di qua e di là si mise seduta, allontanando quel... COSO da lei.
La fortuna degli schiocchi era di riuscire ad essere spensierati e lei, russando sommessamente e con la bava alla bocca tirata in un’espressione di pura delizia, ne era il chiaro esempio. Riusciva a pensare solo al cibo anche mentre dormiva?
Sospirando e cercando di darsi un po’ di contegno osservò le proprie compagne addormentate, anche loro erano spensierate. Giovani spensierate e piene di speranza. A volte doveva ricordarsi di non essere molto diversa da loro prima di definirle erroneamente “patetiche”. Cercando di non svegliare nessuno si mise in piedi in assoluto silenzio percorse la breve strada che portava all’uscita del dormitorio, alla ringhiera e all’aria fresca, a quel punto si permise di chiudere gli occhi godendosi la sensazione del fresco vento serale che le accarezzava il volto e smuoveva con dolcezza i suoi capelli biondi, tenuti sciolti per una volta. Un leggero sorriso increspò le sue labbra e per un momento tornò ad essere come tutte le ragazzine addormentate lì dentro.
Durò poco però. Sebbene non avesse sentito nessun rumore percepì come un cambio nell’atmosfera intorno a se, le basto aprire gli occhi e guardare alla propria sinistra per capire il perché di quella sensazione. Due occhioni azzurri incastonati in un viso angelico e incorniciati da capelli biondi e lucenti. Non era difficile immaginare perché tutti i ragazzi avessero una cotta per Christa Renz, poi con solo la pallida luce lunare ad illuminare i loro volti la ragazzina sembrava davvero una dea.
- Stai bene Annie? Ti senti male? Ti serve qualcosa?- come sempre il suo tono concitato e servizievole le dava l’orticaria. Sebbene si somigliassero erano quelle che lì dentro sarebbero potute essere classificate come le più diverse. No, forse non le PIU’ diverse. C’era qualcun altro diametralmente opposto a Christa eppure curiosamente dove c’era una trovavi anche l’altra.
- Sto bene, torna pure a letto. Grazie per il disturbo.- parole brevi, funzionali e concise. Esattamente come lei.
- Incubi anche stanotte, Annie?-
Sorpresa. Ecco un’altra cosa a cui non era abituata.
Strizzò un attimo gli occhi in direzione di quella che aveva sempre definito la più stupida tra tutte le reclute rendendosi conto che la sua popolarità non era dovuta a totale servilismo nei confronti del prossimo, ma più che altro ad un accurato studio degli altri  di quello che desideravano o del loro ideale di “brava ragazza”.
- Sai, vivendo tutte nello stesso dormitorio è difficile non accorgersene.- continuò Christa esitante, doveva proprio avercelo stampato in faccia il proprio stupore. Beh, ogni tentativo di negazione pareva inutile sotto quegli occhi indagatori. Ecco, se c’era qualcuno che sarebbe stato in grado di sventare o almeno di intuire il suo piano, meticolosamente studiato da anni, quella sarebbe stata lei, la ragazza più popolare del 104° Corpo di addestramento reclute.
- Non sono incubi. Sono sonnambula.- disse Annie alzando le spalle e facendo per rientrare.
- I tuoi capelli sciolti ecco... sei bellissima così Annie!- il tipico sorriso radioso e conquistatore di Christa si disegnò sulle sue labbra con dolcezza. Quante persone ne erano state rapite prima di allora?
Un’altra volta gli occhi di Annie si spalancarono di stupore di fronte alla forza disarmante della ragazzina e un lieve rossore, fortunatamente coperto dal buio della notte, si disegnò sulle sue guancie proprio come era successo a lei poco prima. Neanche stavolta le rivolse la parola e si appoggiò allo stipite della porta stavolta fermamente intnta a tornare a letto ma Christa parlò ancora.
- Anche io ho continuamente incubi. So come si ci sente...  in una trappola infinita. Senza via di scampo. Desideri quasi di non essere mai nata.- il viso della “Dea” si incupì per la prima volta per qualcosa che non fosse paura pura e semplice ed Annie si ritrovò a considerare di poter non essere l’unica lì dentro ad aver conosciuto l’inferno interiore. Il peggiore luogo di desolazione al mondo. - Dimentica quello che ho detto! Che sciocca, sarà l’ora tarda!- ridacchiando piano, anche se non molto convinta, Christa porse ad Annie la bisaccia con l’acqua che aveva con sé.
- Grazie. Ti conviene tornare a letto, il tuo cane da guardia potrebbe ingelosirsi. Mi sembra quasi di poter sentire i suoi occhi addosso.- rispose afferrandola con gratitudine e iniziando a bere a piccoli sorsi.
- Suvvia, Ymir non è niente del genere!- questa frase accompagnata da un gesticolare di diniego per accentuare ancora di più la propria teoria fece sorridere Annie. A quanto pareva stavolta era stata lei a sorprenderla.
Non sapeva cosa l’avrebbe aspettata stavolta in sogno, ma l’incontro di quella notte con la ragazzina era stato in qualche modo illuminante per lei. Non era l’unica a nascondere qualcosa e portare un fardello più grande di se stessa. Sebbene sapesse che lei e quella ragazza non sarebbero mai potute essere amiche per un motivo o per un altro si sentiva consolata al pensiero che ci fosse qualcun altro a portarlo. Era egoistico quel ragionamento. Ma poco importava, no?
- Sarà.- rispose semplicemente rimettendole la bisaccia in mano e tornando a letto.
Christa rimase immobile qualche momento, come a voler metabolizzare qualcosa, poi con uno scossone di capo tornò anche lei al proprio posto.
Due paia di occhi, grigi e ambrati, ardenti come braci, avevano osservato la scena non perdendosi neanche una parola di quello strano discorso. Le sofferenze delle due ragazze bionde da molto tempo erano le loro. Da troppo erano costretti a cercare di curarle banalmente con la loro presenza e osservarle soffrire in lontananza, sebbene si trovassero a pochi centimetri da loro.
Avrebbero dato la loro vita pur di far cessare quegli incubi, di poterle stringere e vederle finalmente sorridere felici, ma per ora si sarebbero accontentati di fissarle da lontano, come sempre avevano fatto. Vegliando su di loro.
Gli occhi grigi si aprirono brillanti alla luce della luna mentre Berthold si staccava dal muro di legno del dormitorio femminile e si trascinava con le mani in tasca fino a quello maschile.
Quelli ambrati si chiusero su un sorriso mentre Ymir attorcigliava attorno al dito una ciocca bionda, una delle tante sparse sul cuscino accanto al suo.
Qualunque cosa fosse successa loro sarebbero stati sempre lì, anche se da lontano o in qualunque modo desiderassero.
Finché ci sarebbero stati loro due Annie e Christa non sarebbero mai più rimaste da sole.


 




Prima fic che scrivo in questa sezione. Mi ero ripromessa di aspettare l'uscita del capitolo 48 del manga ma non ho resistito. Dedico questa storia a due persone: la prima è la mia Gnocconana compagna di disavventure e di visione e lettura di anime e manga. Sono i nostri pg preferiti questi, mi spiace epr la mancanza di Reiner ç_ç E poi la dedico anche al mio amore, Benedetta perchè senza di lei non avrei idea di cosa vorrebbe dire l'amore.
   
 
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