Videogiochi > Assassin's Creed
Segui la storia  |       
Autore: SliteMoon    29/07/2013    2 recensioni
Sono sempre stata un oggetto per mia madre.
Qualcosa da vendere al miglior offerente per ricavarne profitto.
Mi è vietato essere libera, mi è vietato essere me stessa.
Posso solo essere prigioniera in casa mia.
Beh, le cose stanno per cambiare.
Sono Emma Da Vinci e questa è la mia Ribellione.
Dal secondo capitolo:
“Mi affaccio alla finestra e mentre osservo le bellezze di Firenze penso che la mia vita sia solo uno scherzo. Non è possibile! Vivo nella culla dell’arte e mi è vietato crearla.
Mi è vietato essere me stessa.
Un’artista, ecco cosa vorrei essere.
Colei che materializza i suoi pensieri, colei che trova la libertà nella tela e nei colori.”
Genere: Azione, Generale, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ezio Auditore, Leonardo da Vinci , Nuovo personaggio, Quasi tutti, Vieri de' Pazzi
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'L'Arte della Ribellione '
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Cap. 10
Lame

 

Ezio se n'è appena andato e con lui, anche la mia calma, lasciando il posto alla paura.
Paura che quel mostro torni.
Mi sento vuota, debole. Mi lascio cadere sul letto, stanca di pensare.


Vengo svegliata da dei rumori provenienti dal pianterreno.
Guardo oltre la finestra e il sole è fermo in cielo, luminoso. Ho dormito per quasi un giorno?
- Emma? Sei sveglia?- è Leonardo.
Non rispondo. Non che non voglia, ma non riesco a dire nulla.
Mio fratello entra in camera mia.
- Emma!- dice allarmato, vedendomi sdraiata sul letto, con occhi arrossati, spalancati ed il viso rigato da lacrime. Non devo essere un bello spettacolo.
- Che diavolo ti è successo?- mi accarezza i capelli, o almeno tenta, perchè appena mi sfiora scendo repentinamente dal letto e mi raggomitolo in un angolo della stanza.
- Ehi, calma.- mi sussurra- Che è accaduto? Credevamo stessi dormendo tranquillamente.
Quando finalmente mi riprendo e trovo il coraggio di parlare, entra il diavolo in persona nella stanza.
- O santo cielo misericordioso!- esclama, falsa, quella vipera- Che diamine è successo?- non riesco a non risponderle a tono.
- Tsk, tu dovresti saperlo.
- Cosa stai dicendo?- si si, come no. Lei sa benissimo di cosa sto parlando. La sua indifferenza mi altera ancora di più.
- Sto dicendo che sei stata tu ad organizzare lo scherzetto, se cosi possiamo definirlo, di ieri mattina. Me lo sentivo che avevi qualcosa in mente, eri troppo gentile.
- Io non ho fatto proprio nulla! Ma cosa ti inventi!
- Si certo! Allora come ha fatto Vieri a entrare in casa? Quando gliel'ho chiesto mi ha risposto “grazie alla tua deliziosa madre”. Se l'è inventato?
L'ho zittita. Il suo sguardo si spegne e si abbassa, colpevole.
- Volete dirmi di cosa state parlando?- chiede palesemente confuso Leonardo, che fino a ora ha fatto da spettatore.
- Di niente.- si affretta a dire Caterina.
- Che vigliacca! Non hai nemmeno il coraggio di ammettere che sei stata tu a far entrare Vieri in casa. Ah! Non mi avevi detto che mi hai promessa a lui più di un anno fa.- gli dico, con il tono più aggressivo e velenoso che ho.
- Cosa? È vero madre?
- …

- Sei solo una strega. Ti rendi conto che per poco non mi violava? Se non fosse stato per Ezio sarei stesa sul pavimento morta stecchita, cerulea in volto e in un lago di sangue.
- Chi è Ezio?
- Ehm...- accidenti alla mia boccaccia! Non sono ancora del tutto lucida.
- È un mio amico che ha conosciuto qualche giorno fa.- mi salva Leonardo.
Lo guardo con uno sguardo colmo di riconoscenza.
- Comunque ciò che hai fatto è orribile! Non ci sono scusanti. E io che pensavo che eri una donna buona e giusta!- dice mio fratello sconcertato e deluso.
- Ma lo sono!- che faccia tosta!
- Si si, come no. Me ne vado.
Gli occhi mi bruciano. Non voglio piangere di fronte a lei. Non voglio dargliela vinta.
Esco di casa e mi rifugio in bottega. Non so cosa fare.
Devo sfogarmi, questo è sicuro, ma non so come. Mi guardo intorno in cerca di qualcosa che possa liberarmi dalla rabbia e vedo uno stiletto sul banco da lavoro.
Appena lo impugno provo una strana sensazione che, ne sono certa, proverò ancora in futuro. Stranamente con questo piccolo oggetto tra le mani, così bello quanto letale, mi sento completa. Non ne capisco il motivo.
Guardo il cortile oltre la finestra e vedo uno dei manichini che mio fratello utilizza per studiare l'anatomia. Esco e mi ci posiziono davanti, fronteggiandolo.
Osservo il pugnale nelle mie mani e capisco.
Capisco che, anche se adoro dipingere, viaggiare per quei mondi così lontani creati dalla mia immaginazione, l'ira e le mie paure non si cancellano completamente. Un loro piccolo frammento resta e man mano che passa il tempo, diventano sempre più pesanti e impossibili da gestire, scoppiando in lacrime amare.
Senza che me ne accorga, perchè assorta in questi pensieri, pianto lo stiletto nella testa del fantoccio.
Sentendomi più leggera, lo estraggo per poi riconficcarlo ripetutamente nel ventre del manichino dal cuore di paglia, sempre più veloce, sfogando la mia rabbia, fino a che due braccia afferrano dolcemente le mie.
- Calma. Ora è tutto a posto.
- Quanto vorrei che fosse vero Leonardo, quanto lo vorrei.- una lacrima solitaria scende. Mio fratello mi toglie il coltello dalla mano destra e mi gira verso di lui.
- Rientriamo e spiegami cos'è successo con Vieri e Ezio.- dice mentre mi asciuga la lacrima.
Gli spiego tutto. A ogni mia frase una smorfia, o di rabbia, o di sorpresa, gli attraversa il viso.
- Non posso crederci. Non pensavo che mia madre potesse arrivare così in basso.
- Sinceramente nemmeno io credevo fosse così calcolatrice...
- …
- Devo chiederti una cosa: cosa fo con Caterina? Continuo come sempre, pur sapendo che non è mia madre, o le dico la verità?

- … Analizziamo le due ipotesi. Se tu le dicessi la verità, si potrebbe comportare ancora peggio nei tuoi confronti, perchè non deve più fingersi quello che non è.
Mentre, se fai finta di nulla, la situazione rimane la stessa o, miracolosamente, può migliorare.- constata Leonardo.
- Però se le dico la verità, non avrà più alcun potere su di me.
- No, perchè è la tua matrigna, quindi ha lo stesso potere che avrebbe tua madre, con l'unica differenza che si comporterebbe ancora più malignamente di come non abbia già fatto.
- Giusto. Allora sto zitta, contorcendomi dal ribrezzo ogni volta che la chiamo madre.
- Come sei positiva Emma!
- Visto?- scoppiamo entrambi a ridere, non per il sarcasmo della conversazione, ma per allontanare la tensione.


Passano le ore.
È quasi il tramonto, quando qualcuno bussa alla porta.
- Vado io!- mi avverte mio fratello, dirigendosi all'entrata.
- Ah, Ezio Auditore.- appena Leonardo pronuncia quel nome, faccio più attenzione alla conversazione che al progetto che sto studiando.
- No-non mi aspettavo di certo di rivederti dopo tutto quello che è successo.- continua sorpreso.- Ah, perdona i miei modi. Bentornato.- detto ciò lo abbraccia, facendomi sorridere.
Mio fratello è una persona molto particolare ed espansiva, che però non cambierei mai e poi mai con nessun altra al mondo.
Lasciato libero Ezio, riprende a parlare.
- Bene, cosa posso fare per te?
- Speravo potessi ripararmi una cosa.
- Ma certo! Vieni, di qua. Ah, che confusione. Qui non si trova mai nulla. Lasciami fare un po' di spazio.
Mi avvicino al banco, che sembra essere stato un campo di battaglia da come è disordinato.
- Leonardo, hai bisogno d'aiuto?
- Oh, si. Grazie.
- Di nulla. Ciao Ezio.
- Emma. Come stai?
- Molto meglio, grazie.
- Va bene, vediamo.
Ezio ci mostra uno strano oggetto.
- Strabiliante! È magnifico!- esclamo stupefatta ed entusiasta.
- Affascinante! Non saprei Ezio. Nonostante gli anni, la meccanica è piuttosto avanzata. Non ho mai visto una cosa simile. Temo di non poter far molto senza i progetti originali. Mi dispiace.
Leonardo che si arrende? Soprattutto con un così magnifico oggetto tra le mani? Non ci posso credere! Non lo permetterò.
- Aspetta un istante! Sposta l'antibraccio.
- Emma! Sei un genio!- esclama euforico analizzando la pergamena, ed io, ovviamente, mi unisco a lui. Dopotutto, due teste sono meglio di una.
- Che state facendo?
- Il contenuto di questa pagina è cifrato.- spiego a Ezio, sempre più confuso.
- Ma se la mia teoria è corretta, in base a questi schizzi, potrebbe benissimo...- borbotta mio fratello, più a se stesso che a noi due.
- Potrebbe benissimo cosa?
- Siediti.
- Leonardo...- dice il moro sull'orlo di una crisi di nervi.
- Shh.- lo zittisce mio fratello.
Rassegnatosi, Ezio si siede su una sedia vicina.
- Hai bisogno di qualcosa?- gli chiedo.
- No grazie. Gliel'hai detto di Vieri?
- Si, purtroppo ne ho parlato anche con mia madre e, come si consueto, abbiamo discusso.
- L'importante è che tu abbia avvertito Leonardo.
- Notevole! Se trasponiamo le lettere e ne scegliamo una ogni tre...- ragiona mio fratello.
- Vado ad aiutarlo.
Dopo qualche ora passata a decodificare la pagina, riusciamo finalmente a riparare quella che viene chiamata lama celata.
È magnifica.
- Fatto! L'abbiamo finita.- esclamiamo in coro io e Leonardo.
- Mmm? Finita cosa?- chiede il bell'addormentato... non è possibile.
Ogni volta che gli sto vicina penso cose strane. Va bene che è bello, molto bello, ma un po' di contegno lo devo pur mantenere.
- La lama. Siamo riusciti a decifrare la tua pergamena. Ci ha indicato esattamente cosa fare.- gli spiega mio fratello porgendogli la lama.
- Ora non rimane altro che tagliarti l'anulare.- dico mentre tiro fuori un coltello da macellaio da un cassetto.
- Veramente?
- Mi duole, ma è così che va fatto. La lama è pensata per garantire la dedizione di chiunque se ne serva.- lo informa Leonardo.
- Bene... fa' alla svelta.
Porgo il coltello a mio fratello, che prende la mira e con un colpo secco, colpisce il tavolo.
- Ah, stavo solo scherzando Ezio. Anche se un tempo la lama richiedeva un sacrificio, è stata modificata. Puoi tenerti il dito.
- Ahah! Dovresti vedere la tua faccia! Sei bianco come un cencio ed hai un'espressione unica!- esclamo fra una risata e l'altra.
Ezio si riprede e mi guarda fingendosi offeso.
- Ah ah ah, com'è divertente.- dice per poi tornare serio.
Indossa l'antibraccio ricco di particolari. L'elemento principale della decorazione è un simbolo simile ad una A, lo stesso che orna quasi tutto il suo abbigliamento.
Dopo averlo osservato, con uno scatto fulmineo, la splendida e lucente lama si mostra a noi.
- Incredibile!- esclama Ezio con occhi sognanti.
- Per davvero! Dimmi, hai altre pagine come questa?
- Mi spiace, è l'unica.
- Senti, se dovessi trovarne un'altra del genere, ti prego, portala qui.- lo supplica mio fratello. Effettivamente anche a me piacerebbe molto studiarne altre.
- Hai la mia parola e grazie a entrambi per avermela aggiustata.
Stiamo per rispondergli, quando qualcuno bussa violentemente.
- Per ordine della guardia fiorentina, aprite la porta!- urla burbero un uomo.
- Ehm solo un momento!
Mi sto avviando all'entrata della bottega, ma Leonardo mi ferma.
- Aspettate qui.- detto ciò da' la pergamena a Ezio e va ad aprire.
- Sei tu Leonardo da Vinci?- chiede la guardia.
- Si, come posso servirvi?- risponde cordiale mio fratello.
- Voglio che tu risponda a qualche domanda.
- Certamente.
Si dirigono verso il cortile.
- Io li seguo. Non mi fido.
- Vengo con te.- dice seguendomi Ezio.
Ci avviciniamo ai due e ascoltiamo quello che sembra un interrogatorio.
- Qual'è il problema?
- Un testimone afferma di averti visto frequentare un nemico della città.
- Cosa? I-io frequentare? È assurdo.
- Quando è l'ultima volta che hai visto o parlato con Ezio Auditore?
Vero, lo stanno cercando. Sicuramente mio fratello dirà il falso per proteggerlo. È fatto così.
- Chi?- appunto. Ne ero certa.
- Non fare il finto tonto! Sappiamo che eri amico della famiglia.
- …
- Forse questo aiuterà a schiarirti le idee.- dice la guardia per poi spingere e far cadere a terra Leonardo, per poi prenderlo a calci.
Come si permette quell'energumeno? La rabbia mi fa muovere verso quell'ipocrita, ma Ezio mi blocca.
- È pericoloso. Potrebbe farti la stessa cosa, se non peggio.
- Se non te ne sei accorto, quello sta prendendo a calci mio fratello. Cosa dovrei fare, restare qui a guardare?
Quando Ezio sta per rispondermi, la guardia parla.
- Sei pronto a parlare?- continua a picchiarlo.- Allora, ti decidi?- un altro calcio.
Ora basta.
- Bene, se non posso aiutarlo io, salvalo tu.- dico a Ezio, che però è già dietro alla guardia. Senza che quest'ultima se ne accorga, viene trafitto dalla lama celata del moro. Non sono sconvolta, anzi, tutto il contrario. Se lo meritava.

- Grazie Ezio.- parliamo in coro io e Leonardo.
- Mi dispiace molto.
- Ah, ormai ho fatto il callo ai loro abusi.
- Dimmi, quando ti hanno pestato e soprattutto, perchè non mi hai mai detto nulla?!
- Non volevo farti preoccupare inutilmente.- non ho parole. Si fa prendere a botte e non mi dice niente per non farmi stare in ansia. Comportamento dolce e premuroso, ma anche molto stupido.
- Leonardo, sei il re dei bischeri.
- Grazie.
- Di nulla.
- E il cadavere?- ci interrompe Ezio.
- Mettilo dentro assieme agli altri.
- Gli altri?
- Me li procura la città, per i miei studi.
Gli occhi nocciola del moro sgranano dallo stupore. Passato il momento di meraviglia, Ezio solleva il corpo della guardia che, vedendo la sua espressione di fatica, sembra molto pesante.
Lo porta in bottega e lo deposita nell'angolo dove mio fratello esegue quelle che lui chiama autopsie.
- Visto? Come non fosse mai accaduto.
- Grazie ragazzi. Per tutto.
- Di nulla e ricorda, se trovi altre di quelle strane pagine, portamele. Se dovessero contenere dei nuovi progetti adatterò anche la tua lama.
Si è dimenticato che l'ho aiutato. Tossisco per ricordarglielo.
- Ops, scusa. Adatteremo.
- Certamente. Ora dovrei davvero tornare da Paola.-E chi è questa Paola!?
- Porgile i miei omaggi.- anche mio fratello la conosce. Perfetto, chiederò a lui.
- Ehm, Leonardo?
- Si Emma?
- Chi è questa Paola di cui stavate parlando?- dico fingendomi solo interessata, e non incavolata. A dire la verità non so nemmeno io perchè.
- È il capo delle cortigiane fiorentine e proprietaria del bordello “La Rosa Colta”. Sta ospitando la famiglia di Ezio. Perchè me lo chiedi?
 

- Curiosità.- è una cortigiana? Solo in questo momento capisco che non è rabbia, è gelosia. Ma perchè? Non ha senso! Che diavolo mi sta succedendo?
Forse, mi sono... innamorata di lui?




L'Angolino dell'autrice

Ehilà! :D
Ci sono! ^_^
Mi dispiace per il ritardo, ma non ho avuto un bel periodo :(
Finalmente Emma inizia a capire cosa prova e nel prossimo capitolo... eh eh ci sarà una bella sorpresina! ;)
Non sapete quanto mi dispiace, ma non so se continuerò a mettere i disegni nei capitoli, perchè mi rubano troppo tempo, però vi assicuro che il prossimo lo metto :)
Comunque, l'importante è la storia, giusto?
Grazie a tutti voi che leggete o che siete di passaggio, ma soprattutto a chi ha messo questa storia tra le seguite e le preferite e a chi mi fa sempre sapere cosa ne pensa <3
Quindi, con un grosso bacio, vi saluto e fatemi sapere se questo capitolo vi è piaciuto.
A presto!!!

SliteMoon

 

   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Assassin's Creed / Vai alla pagina dell'autore: SliteMoon