Fanfic su artisti musicali > Jonas Brothers
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Autore: DeniRevenger_    29/07/2013    1 recensioni
E' incredibile quanto la tua passione di una vita, porti a realizzare il tuo futuro.
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Joe Jonas
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Appena entrai in quell'appartamento, capii subito che lì dentro vivevano solo ragazzi. Strane foto sui muri, un flipper di fianco alla finestra, un mega televisore a schermo piatto, più di una console di videogiochi con decine e decine di custiode. Eppure, mi piaceva molto. Joe mi fece accomodare in salotto e chiese se gli davo il tempo di andarsi a vestire. Risposi con un sì sonoro e aspettai.. Credo che aspettai una ventina di minuti. Da questo, avevo capito che non solo io, dovevo essere nervosa. Non appena tornò, mi offrì un bicchiere di succo d'arancia e iniziò a parlarmi degli ultimi mesi. Diceva che i posti erano bellissimi, la gente gentile e disponibile. Però, dall'espressione che aveva sembrava che si fosse più che divertito. Mentiva, quando diceva a Jade di star male? Erano lacrime di coccodrillo? Fino a quando, mi disse che era certo che non fossi lì per sentirgli dire quelle cose. La sua espressione, da calma e pacata, si era trasformata in tesa e preoccupata. Ok, forse non mentiva. Iniziò col dirmi che sapeva che quella sera, aveva alzato un po' troppo il gomito e che ci era cascato con quella ragazza. Ma ammise di esser stato lui a baciarla. Cavolo, era stata peggio di una pugnalata. Mi resi conto di aver abbassato lo sguardo. Lui mi chiese di guardarlo, sul serio. Come potevo guardarlo dopo quella notizia che mi aveva dato? Però, la cosa che mi fece star peggio fu quella che all'inizio, aveva perso una scommessa con tutta la crew. Doveva provarci con me, anche se non interessato. Poi ammise di essersi veramente innamorato di me. Lo credevo diverso dagli altri. Iniziai a piangere. Sentivo le lacrime calde scendermi pian piano fin dagli occhi alle guance, che passavano alle labbra e poi alla gola. Mi sentivo svenire. Avevo passato gli ultimi mesi a piangere per uno così? Sul serio? Disse di essere una persona diversa. Voleva divertirsi, scopare. Non voleva una relazione. Almeno, diceva che con me, una relazione poteva piacergli sul serio, perché lo trattavo benissimo. Ed era vero. Lo trattava come qualcosa di mio, personale. Ero gelosa di lui, tantissimo. Mi alzai dal divano e mi diressi verso la porta. Lui mi corse dietro, mi prese per un braccio, mi diede uno strattone e mi girò. Mi prudevano le mani. All'inizio mi cercai di trattenere, ma poi no. Gli diedi una cinquina in piena faccia. Credeva di potermi trattare così?! Fu in quel momento, che iniziai a urlargli: -Mi hai ingannata! Credevo mi amassi! Quella sera! Quella sera che era nato tutto, ero felicissima!! Venire a letto con te, era una cosa che mi creava soddisfazione! Tu ne sei uscito illeso, io no, Joe!! E non chiedermi che intendo perché ora come ora, te ne devi fottere di me! Dimenticami, una volta per tutte! Spero che avrai un futuro felice, credimi! Non cercarmi mai più. Mai mai più. Addio. Lui lasciò la presa, mi aprì la porta e mi lascio andare. Non appena conclusi la prima fila di gradini, posi lo sguardo su di lui. Con una mano, si teneva la guancia. Tirò un pugno al muro, consapevole del male. Ma forse, quel male, era il minimo che potesse provare, dopo quello che aveva fatto passare a me. Non appena fui fuori dal palazzo, trovai un taxi ad aspettarmi. Non appena aprii la portiera, vedi Kim con in mano dei fazzoletti. Sapeva bene che non sarei uscita felice da quel posto. Mi sedetti di fianco a lei e sprofondai il mio viso pieno di lacrime sul suo braccio. Lei mi accarezzava la schiena e cercava di consolarmi. Con un filo di voce, le dissi: -Kim, non gliel'ho detto. Non ce la facevo. Lei disse che capiva perché era una situazione complicata. Lei era l'unica persona a saperlo, dato che ora come ora, era l'unica persona di cui mi potessi fidare. Quella situazione, mi aveva fatta a pezzi. Il motivo per cui dissi che lui era uscito illeso da quella notte e io no, era il fatto che ero rimasta incinta. Quando lo seppi, ero disperata. Incinta, ad appena ventun'anni. Ci pensai per giorno e presi la mia decisione. Non potevo tenerlo, non ora che la mia carriera ingranava. Mi dispiaceva, ma non potevo proprio. E ora? Che avrei fatto? Decisamente, avrei dimenticato Joe, assolutamente. Due giorni dopo, ero nel mio appartamento di Los Angeles e mi sentivo come se mi avessero presa a pugni, nell'animo. Ora? Che sarebbe accaduto?
  
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