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Autore: SherlokidAddicted    29/07/2013    3 recensioni
Era finito dentro circa cinque volte, le prime quattro per aver fatto delle rapine, l’ultima per omicidio. Luke Stevens si chiamava. Lo aveva ucciso per una scommessa con il suo “caro” amico Mark. Lui finì in carcere dopo due mesi che Joseph fu arrestato, per aver dato spettacolo di sé dentro un night club.
Tutti in città lo consideravano un poco di buono, ma nessuno aveva il coraggio di dirglielo in faccia, perché si diceva che Joseph sarebbe stato capace di tutto, non per niente lo chiamavano “Criminal Danger” o per abbreviare “Danger”.
Quando passava accanto a qualcuno, per le strade, quello faceva qualche passo indietro spaventato, i bambini stringevano le gambe dei genitori e dicevano “Mamma, ho paura, c’è Danger”. Ma per lui era forte essere temuto da tutti, era fortissimo.
Genere: Azione, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Joe Jonas, Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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10. Una serata quasi perfetta
 

Ok, magari aveva sbagliato con quell’invito, ma più ci pensava, più gli veniva l’ansia. Si, per Mark ovviamente, ma anche perché… era un primo appuntamento? L’aveva invitata davvero o lo stava solo sognando?
Si era preparato al meglio. Dopo aver lavorato da Miles corse fuori dal bar come un idiota. Telefonò Mark solo per accertarsi che non fosse nei paraggi, e non appena gli disse che era fuori città fece un sospiro di sollievo.
Arrivato a “casa”, fece il possibile per renderla presentabile, pulì tutto a fondo e con estrema attenzione, sistemò il tavolo e mise dei fiori in un vaso per dare un’aria accogliente a quel buco, poi sorrise soddisfatto e tirò fuori dalle buste quello che aveva comprato al supermercato per la cena. Quando l’ebbe sistemate sul tavolo, sentì un continuo bussare e fece un respiro profondo. Era lei, doveva solo darsi una calma.
Salì la scaletta ed aprì la botola notando il sorriso divertito di Susan.
- Stai ridendo di me? – Chiese ricambiando il sorriso.
- No, rido della tua botola. – Joe rise e le porse la mano per aiutarla, poi richiuse la botola e si strofinò le mani per cacciare via la polvere.
Sue aveva lasciato Alex con la sua collega di lavoro del centro, le aveva detto che non c’erano problemi se voleva passare una serata fuori e quindi ne approfittò… e poi ad Alex cominciava a piacere Joe… e Susan, beh, non si poteva negare quanto quel ragazzo la attraeva, per questo non vedeva l’ora di arrivare da lui.
- E perché farebbe tanto ridere la mia botola? – Le chiese mentre andava verso il tavolo a prendere un grembiule.
- Perché è una botola Joe! – Ridendo poggiò la borsa sul letto e si avvicinò al ragazzo. Vide il tavolo pieno di ogni sorta di ingrediente, ma lo stesso non riusciva a capire, soprattutto quando lui le passò un grembiule. Poi s’illuminò.
- Aspetta, dobbiamo cucinare insieme? – Chiese sorpresa mentre lo vedeva allacciarsi un grembiule attorno alla vita.
- Si, cioè… se non sbaglio mi avevi chiesto di insegnarti qualcosa… hai cambiato idea? – Lei rise e mise il grembiule a sua volta vedendo il volto soddisfatto del ragazzo.
- Assolutamente no! – Disse mentre cominciava a scartare qualche ingrediente dalla pellicola. – Che si mangia, chef? – Lui rise e sistemò un tagliere sul tavolo.
- Una pizza un po’ speciale. – cominciarono a preparare la pasta tirando farina ovunque, fecero anche una specie di battaglia, a volte era bello ritornare bambini. Uscirono più o meno intatti da quella nube di farina… solo che entrambi avevano i capelli grigi e quando ci passavano le mani in mezzo, una nuvoletta di farina svolazzava via dai dalla testa di entrambi.
Joe preparò la prima pizza e mise sopra i pomodori e tutto il resto degli ingredienti. Quando cominciò a buttarci sopra alcune spezie, Sue lo guardò con attenzione. Era stupita dalla sua concentrazione, dalla sua agilità nel muoversi fra tutti quegli arnesi da cucina.
- Sembri proprio un esperto – Sorrise lei mentre continuava a tagliare i pomodori. Lui abbozzò un sorriso e prese la teglia della pizza mettendola nel forno già acceso.
- Riuscirò a farti diventare un’esperta, parola di chef. – La ragazza rise e continuò a tagliare fettine sottili di pomodori con quello che Joe chiamava trinciante, ma che lei continuava a considerare come “enorme coltello”.
- Così rischi di tagliarti le dita, non si tagliano così i pomodori. – Joe rideva, e di gusto mentre la guardava lavorare.
- Ah no? E dimmi… come si fa? – Joe rise e prese un altro pomodoro, poi le prese il trinciante dalle mani e cominciò a tagliarlo con una velocità impressionante.
- Innanzitutto le dita con cui tieni qualsiasi tipo di verdura, frutta o carne che devi tagliare, devono stare piegate, se le tieni dritte puoi dire addio alle tue dita e no… quelle non ricrescono. – Susan rise mentre cercava di mettere le dita come Joe. – Poi, per poter essere veloce devi far dondolare la lama del trinciante sul tagliere, così, vedi? – Disse mentre finiva di tagliare il pomodoro. – Adesso prova tu. – Le diede “l’enorme coltello” e Susan cercò di imitare i movimenti di Joe, ma a quanto pare sembrava piuttosto goffa, data la risata insistente del ragazzo che stava a guardarla accanto a lei.
- Smettila di ridere! -
- Ok, scusa. Ti do una mano. – Fece un’ultima risata, poi si mise dietro alla ragazza e poggiò la mano sulla sua per mettere le dita di Susan nella giusta posizione, poi con l’altra mano l’aiuto con il coltello. In una frazione di secondo si resero conto che il corpo di Susan era incatenato fra quello di Joe e il tavolo. Non aveva via di scampo perché le braccia di Joe tenevano quelle di Susan in una salda presa. La cosa però non dispiaceva a nessuno dei due.
Il caldo respiro di Joe fece il solletico al collo di lei facendola rabbrividire, tanto che dovette chiudere gli occhi per non rischiare di saltargli addosso.
Lui non poté resistere dal baciarle con delicatezza una spalla scoperta dalla canotta bianca che indossava, poi lei girò lo sguardo sul suo e entrambi si persero negli occhi dell’altro. Più si guardavano, più sentivano una voglia assurda che li divorava fin dal profondo… finché Susan, dopo interminabili secondi, sentì le labbra di Joe poggiarsi sulle sue in modo possessivo. Lasciò scivolare il coltello e il pomodoro sul pavimento mentre lui la spingeva contro il ripiano della cucina. Il loro bacio a stampo si tramutò in un bacio dove le loro lingue non facevano altro che rincorrersi e intrecciarsi con tutta la passione che avevano in corpo. Quando Susan si scontrò con il ripiano della cucina ci si sedette sopra ed incrociò le gambe al bacino del ragazzo che non la smetteva di baciarla facendo vagare le mani sulla schiena di Susan.
Poco dopo neanche due secondi, lei prese l’iniziativa e sfilò la maglia del ragazzo e prese ad accarezzargli il petto scolpito ed il ventre mentre lui non smetteva di scatenare la sua passione con quel bacio pieno di foga. Anche la maglietta di lei volò sul pavimento e in poco tempo Joe la prese in braccio trascinandola fin sopra il divano letto che lui non aveva avuto il tempo di riordinare. Lo spinse su di sé mentre il reggiseno di lei scivolava sul pavimento e in pochi attimi anche tutto il resto dei vestiti era accanto agli altri.
Joe si staccò per un momento dalle sue labbra e la guardò negli occhi rendendosi conto solo in quel momento di quello che stava facendo, ma non diede troppo peso alla cosa perchè due secondi dopo aveva insinuato la mano fra le sue gambe per allargarle di più. Non voleva altro che lei, non voleva altro che diventare una cosa sola con la ragazza che lo stava aiutando fin dal primo momento che l’aveva vista.
D’un tratto lei mise la mano sulla sua spalla e Joe si accorse del suo sguardo quasi spaventato.
- … sei… sei vergine? – Le chiese in sussurro mentre lei arrossiva e spostava lo sguardo sul suo petto. – Oddio, Sue, dovevi dirmelo… mi sarei fermato, te lo giuro. -
- No! –
Gli prese il viso fra le mani e lo guardò negli occhi. – Ti prego, fammi tua. – Gli morse le labbra, al che lui non poté resistere e riprese a baciarla.
Quando lo sentì dentro di sé provo una leggera sensazione di dolore, ma ad ogni spinta si sentiva come rinascere, tanto che aveva cominciato a sussurrargli di non fermarsi.
Continuavano a dirsi i loro nomi all’orecchio e ad ansimare mentre il piacere dei due aumentava a dismisura ad ogni singola spinta, carezza o sussurro. Arrivarono all’apice del piacere urlando i loro nomi e con il respiro affannato si guardarono negli occhi. Restarono in quella posizione per un’infinità di minuti, poi Joe si sdraiò sulla schiena e le fece poggiare la testa sul suo petto.
- Ma come siamo silenziosi, Danger. – Lui fece una piccola risata e le accarezzò il braccio con cui lei gli cingeva la vita. Fece scendere lentamente la mano alla sua ed intrecciò le dita con quelle di lei.
- Stavo pensando. -
- A cosa? -
- Secondo te? –
Incrociò il suo sguardo e rise leggermente mentre lei arrossiva… probabilmente aveva capito a cosa si riferiva, anzi lo sapeva benissimo.
- Ci pensavo anch’io… - Susan si passò la lingua sul labbro inferiore ed alzò lo sguardo verso il suo. – Non era la tua prima volta, vero? – Gli sussurrò poi.
- No infatti… - La guardò. – L’hai capito eh? -
- Eri fin troppo esperto. –
Risero entrambi e lui la tirò su di sé in modo che i loro sguardi potessero incrociarsi con più facilità.
- Non sei arrabbiata? -
- Forse un po’… -
- Le altre volte ero… ero un’altra persona, lo sai bene. Se mi portavo una ragazza a letto o avevo bevuto, o credevo mi facesse apparire più macho… -
- Oddio, davvero? Fare sesso fa apparire più macho? –
Susan rise e contagiò il ragazzo che alzò gli occhi al cielo per la sua ironia. – Oggi sei ubriaco o vuoi sentirti macho? – Sue si sistemò a cavalcioni su Joseph e lui si tirò su con la schiena per poter stare a pochi millimetri dal suo viso.
- Oggi volevo seguire il mio sogno. – Sussurrò mentre annegava nel suo sguardo.
- E qual è il tuo sogno? -
- Sei tu il mio sogno. –
Susan non sapeva come contenere tutte quelle farfalle allo stomaco. Sorrise dalla troppa felicità, poi si tuffò sulle labbra di Joseph e lo baciò lentamente. Si staccarono dopo pochi secondi perché Susan cominciò a sentire uno strano odore.
- Joe… - Disse con parecchia difficoltà, dato che lui non la smetteva di baciarla sul collo.
- Mh? – Mormorò lui.
- C’è puzza di bruciato. -
- In effetti qui le cose ricominciano a scaldarsi… -
Il suo tono era malizioso e anche se non aveva capito, Susan scoppiò a ridere, poi lo fermò dai suoi baci e lo guardò negli occhi.
- Joe, hai scordato la pizza nel forno. – Il ragazzo strabuzzò gli occhi come se si fosse appena svegliato da un lungo e profondo sogno.
- Oh cazzo. – Lei rise non appena lo vide cadere giù dal letto per la troppa fretta, poi lo vide mettersi i boxer e quando arrivò al forno per aprirlo… un’enorme nuvola di fumo grigio scuro lo fece tossire e la pizza carbonizzata lo fece sbuffare rumorosamente. – Perfetto! – Disse in tono ironico.
- Dai, non è poi una tragedia. -
- No? Io avevo preparato tutto per te e adesso ho rovinato tutto. –
Sbuffando, gettò quel che restava della pizza nel l’immondizia, poi si sentì abbracciare da dietro e fremette nel sentire il suo petto nudo poggiato alla sua schiena.
- Possiamo sempre preparare qualcos’altro. – Gli lasciò un leggero bacio sulla spalla e lui parve calmarsi dal nervosismo della cena andata letteralmente “in fumo”.
Con quel poco che gli era rimasto, fecero due buonissimi panini imbottiti con pomodoro e mozzarella… semplici, ma buoni.
Li mangiarono seduti sul letto, lui la stringeva da dietro e lei si poggiava al suo petto per stare più comoda.
- Mi dispiace, volevo davvero che questa cena fosse perfetta. -
- Ho visto come ti sei impegnato, ho notato che hai anche pulito tutto a fondo. Ma non devi preoccuparti, io penso di non aver passato una serata più bella di questa… sono sincera Joe. –
Lui sorrise per la risposta e poggiò il mento sulla sua spalla mentre la stringeva da dietro. Gli venne in mente il giorno prima, in cui le aveva quasi confessato tutto su Mark, sui pericoli che stava andando incontro stando con lei… doveva dirglielo ma non voleva rovinare quel momento magico che aveva fin da sempre sognato.
- Sue, devo dirti una cosa… importante. – Lei si girò a guardarlo. – Solo che non ce la faccio, non voglio rovinare questo momento. – La ragazza gli baciò una guancia e sorrise.
- Puoi anche dirmelo un’altra volta, tanto non vado da nessuna parte. – Joe parve tranquillizzarsi un po’ e le sorrise.
Finirono la serata fra coccole e baci sotto il lenzuolo, poi si addormentarono l’uno fra le braccia dell’altro con il sorriso stampato sulle labbra.
Poche ore dopo il ragazzo fu svegliato da un continuo ronzio alle orecchie. Si stropicciò gli occhi più volte e si mise seduto. Si girò verso Susan e la vide stiracchiarsi con ancora gli occhi chiusi. Quando Joe prese il cellulare e lesse il nome sullo schermo, sobbalzò e strabuzzò gli occhi, poi fece un respiro profondo e rispose.
- Pronto! -
- Ciao Diabolik. -
- Mark… ciao… -
- Dormivi, vero? Mi dispiace amico ma ho bisogno di vederti… -
Joe si alzò immediatamente dal letto e raccolse i vestiti della ragazza da terra, gettandoli accanto a lei che si era svegliata e lo stava guardando con la fronte corrugata.
- Adesso? A quest’ora? -
- Si, perché, ti crea problemi? -
- No… -
Guardò la ragazza con un viso preoccupato e si morse il labbro dal nervosismo. Lei gli sussurrava “che succede?”, “chi è?” ogni due secondi, e a Joe parve di impazzire per un po’ di tempo.
- Bene, mi era sembrato. – Disse con un leggero tono di minaccia. – Sono per strada, a dopo. – Quando lui chiuse la chiamata, Joe gettò il telefono sul letto e si rivestì di tutta fretta.
- Joe, ma che… -
- Rivestiti! –
La ragazza si zittì e lo guardò cominciare a svuotare il tavolo da tutta la spazzatura.
- Insomma, mi spieghi che c’è? – Lui si fermò, per un secondo parve avere gli occhi lucidi, poi restando di spalle le ripeté:
- Ho detto vestiti poi vai via, a casa tua. – Il tono del ragazzo era talmente freddo che a Susan parve di sentire un brivido lungo la schiena. Si alzò senza fare storie e cominciò a vestirsi poi, quando finì, si girò a guardarlo.
- Che succede? Che cosa succede Joe? Un attimo prima mi porti a letto e quello dopo mi dici di andarmene? – Mentre parlava le vennero gli occhi lucidi. – Ero talmente contenta di passare la serata con te… Joe, insomma ero entusiasta quando ho capito che saresti stato la mia prima volta, ero sicura provassi qualcosa anche tu! Credevo tu fossi cambiato… – Joe batté le mani sul tavolo facendola sobbalzare, poi si girò a guardarla.
- Non capisci? Non posso innamorarmi di te, io sono un criminale… - Le parole gli morirono in bocca quando vide le lacrime scorrere sulla guancia di Susan. Le accarezzò la guancia lentamente e lei non si ritrasse, anche se era arrabbiata da morire con lui. - … però è successo. – Susan incrociò il suo sguardo preoccupato. – Mi sono innamorato di te, ed è solo per questo che voglio che tu vada via. -
- Chi era al telefono? –
Chiese cercando di trattenere le lacrime. Lui fece un sospirò e mise le mani nelle tasche dei jeans.
- Era di questo che non avevo il coraggio di parlarti… era Mark, lui… mi ricatta da quando lo conosco, e… -
- Perché non me ne hai parlato? –
La ragazza alzò la voce e lui la prese per le spalle e la guardò negli occhi.
- Perché quell’uomo è capace di tutto. Sue fidati di me. Per me è stata la notte più bella di tutta la vita, quello che ho ti ho detto stanotte è vero, sei tu il mio sogno… - Forse era ancora arrabbiata, ma quelle parole riuscirono a scioglierla come un ghiacciolo lasciato sotto al sole. – E io voglio proteggerlo questo mio sogno. – Disse questa frase in sussurro, poi le asciugò le lacrime dalle guance.
- Stai attento. – Sussurrò lei prendendogli il viso fra le mani mentre ancora piangeva. Forse quello voleva dire che lo perdonava? Poco importava in quel momento, Joe voleva solo che fosse al sicuro e lì non lo era.
- Tranquilla, me la so cavare, tu vai a casa… - Non lo fece finire di parlare che lei aveva poggiato le labbra sulle sue, lasciandogli un lungo bacio a stampo.
Subito dopo, un continuo e rabbioso bussare alla botola li fece sobbalzare.
- Diabolik, apri, sono io! – Forse era troppo tardi.

 
Ta daaaaaaaan, questo capitolo era piuttosto importante ahahahahaha
l'ho scritto e riletto 300.000 volte, volevo sembrasse una cosa asdfghjkl
spero di esserci riuscita ahahahahahaahah
comunque, volevo ringraziare chi ha visto il video
(è questo per chi ancora non ha visto
http://www.youtube.com/watch?v=cyrIZAE1ygI )
E poi volevo passaste in questa mia pagina che parla di tutte le mie FF, compresa anche questa
metterò pure anticpiazioni, nuove trame di nuove storie e tanto altro, sempre sulle FF

https://www.facebook.com/pages/Denise/197322170428861?ref=tn_tnmn
Ci vediamo al prossimo capitolo, baciii

 
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