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Autore: bik90    29/07/2013    8 recensioni
-Sei il mio ponte tra questi due mondi!-
Martina si fermò e un brivido la scosse. Eleonora non si lasciava mai andare a parole troppo dolci, quello che era riuscita a dire era già troppo per lei. Si voltò verso la diciottenne.
-Allora perché ti comporti così?- domandò con le lacrime agli occhi.
La bionda chinò il capo con aria colpevole.
-Non posso...- mormorò semplicemente.
Già, non poteva. Sarebbe stato troppo difficile per lei ammettere di tenere tantissimo a quella ragazza che le stava di fronte.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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Mangiarono l’una di fronte all’altra al tavolo del salone la pizza che Eleonora aveva comprato accompagnandola da un paio di lattine di coca-cola.
<< Non avresti preferito la birra? >> domandò Martina osservandola versarsi da bere.
La più grande alzò i suoi occhi verdi sull’altra e abbozzò un sorriso timido.
<< Tu…tu mi hai detto che non ti piace ch’io beva soprattutto se devo guidare >>.
A quelle parole, la ragazza dai capelli rossi allungò una mano verso la sua per stringergliela.
<< E’ questa la ragazza di cui mi sono innamorata >>.
Eleonora arrossì violentemente e cercò di cambiare argomento. Martina era l’unica che riusciva a metterla così in imbarazzo e se da un lato le piaceva, dall’altro ne era anche spaventata. Non aveva molta esperienza in questioni amorose, l’unica cosa certa era che, quando era in sua compagnia, si lasciava andare e si sentiva bene con se stessa come non lo era mai stata.
<< Che film guardiamo? >> chiese alzandosi per prendere dalla sua borsa l’hard disk esterno con relativo cavetto da collegare al televisore.
<< Ma quanti film hai? >> esclamò l’altra vedendo il lungo elenco apparire sullo schermo.
Eleonora scrollò il capo con indifferenza.
<< Duecento, duecentocinquanta circa. Ho un programma al computer per scaricare film formidabile e lo faccio per tutta la famiglia >> rispose alludendo a diversi cartoni animati che figuravano.
Le sorrise e Martina sentì invadersi da una calda sensazione. Era semplice quotidianità, non stavano facendo niente di speciale, eppure era bellissimo.
<< Hai una famiglia numerosa? >>.
<< Mio padre è il più piccolo di nove figli quindi da parte sua sì >>.
<< Forte! Siete tantissimi >> esclamò la più piccola << Invece mio padre è figlio unico e mia madre ha un solo fratello >>.
<< Ho tre cugini più grandi che sono già sposati. Due hanno un figlio ciascuno mentre la moglie di mio cugino è in dolce attesa. È carino stare tutti insieme da nonna anche se ormai ognuno ha impegni diversi quindi non ci vediamo più come prima. Da bambini era molto più bello >>.
Con una punta di malcontento ricordò quale fosse stato l’ultimo argomento di conversazione durante il pranzo domenicale nella casa paterna. Se avessero saputo di lei e Martina probabilmente non sarebbe stato più tutto così splendido.
<< Hai per caso “V per vendetta”? E’ il mio film preferito >> chiese l’altra cambiando argomento.
La ragazza dai capelli biondi la fissò per un secondo sorpresa.
<< Dai, è il mio secondo film preferito! >>.
<< Quale sarebbe il primo? >> fece Martina inarcando il sopracciglio sinistro.
<< “Il signore degli anelli”, ovviamente! Ed è anche il mio libro preferito. Il Silmarillion viene al secondo posto, lo considero una specie di bibbia >>.
Osservò la sua ragazza avvicinarsi a lei e gettarla sul divano di fronte al grande televisore.
<< C’è parecchio lavoro da fare con te >> disse con aria saccente la più piccola salendo a cavalcioni sulle sue gambe.
<< Ah sì? >> decise di stare al gioco Eleonora mentre rabbrividiva nel sentirla sul suo corpo.
Lei e Davide erano venuti a contatto parecchie volte ma mai era stato così. Un semplice sfiorarsi non le aveva mai procurato i brividi come accadeva con Martina.
<< Sì >> affermò risolutamente l’altra chinandosi per baciarla.
Eleonora non si tirò indietro, lo voleva anche lei. Desiderava sentirla con tutti e cinque i sensi senza più tutta quella paura che l’aveva sempre avvolta. Le passò le mani sulla schiena fremendo nel sentire impercettibilmente il gancetto del reggiseno. Si fermò un attimo sentendo una vampa di calore salire improvvisamente dal basso. Martina la guardò maliziosamente negli occhi prima di baciarle il collo mentre la mente dell’altra si perdeva nei meandri dell’immaginazione. Fantasticava di avere quella ragazza nuda davanti a lei, di accarezzare la sua pelle, di baciarla ripetutamente, di farci l’amore. Sentì una mano della più piccola insinuarsi sotto il vestito e dovette controllarsi dal gemere forte. E poi, inaspettatamente, pensò alla reazione di sua madre se fosse entrata in casa in quel momento e l’avesse vista comportarsi in quel modo. Vide distintamente il ribrezzo dipingersi sul suo viso, gli occhi assottigliarsi e rimanere in silenzio. A quella visione, spalancò lo sguardo di scatto fermandosi e facendo un movimento brusco con la mano.
<< Che c’è? >> chiese Martina notando il cambiamento repentino.
<< Niente >> tentò di rassicurarla Eleonora sorridendole. Deglutì un paio di volte << Allora, guardiamo il mio secondo film preferito? >>.
Senza aspettare risposta, le diede un veloce bacio sulla fronte e si alzò per prendere il telecomando lasciato sul tavolo.
 
Il resto della serata era trascorso tranquillamente, sedute sul divano mentre guardavano il Parlamento inglese saltare in aria in un ipotetico futuro. Si erano tenute tutto il tempo per mano e spesso Martina si era allungata verso la sua guancia per lasciarle qualche casto bacio e vederla poi arrossire. Era quasi mezzanotte quando il film terminò. Eleonora spense la televisione stiracchiandosi leggermente e l’altra ne approfittò per fiondarsi sulle sue labbra e richiedere un bacio degno di quel nome. Chiuse gli occhi per assaporarlo al meglio e in quel momento il suo cellulare vibrò.
<< Un messaggio >> disse staccandosi per controllare.
Eleonora ne approfittò per alzarsi e gettare le ultime cose nella spazzatura.
<< Sono i tuoi amici? >> chiese vedendo che stava rispondendo.
Martina annuì.
<< Simona >> rispose << Mi ha chiesto se stavo in giro >>.
<< Oh >> fece semplicemente la più grande riflettendo sull’ipotesi che probabilmente l’altra avrebbe desiderato uscire visto che era sabato sera.
Aveva dato per scontato che le andasse bene, che non ci fossero problemi. Lei aveva raccontato a Davide che cenava dalla nonna e per non essere disturbata aveva spento l’iphone. Quando si sarebbero visti, avrebbe detto che l’aveva scarico. Si sentì in colpa per non essere riuscita a dire la verità e per non aver preso in considerazione i desideri di Martina.
<< Vuoi…vuoi andare a fare un giro? >> le chiese senza guardarla col capo chino << Ti posso accompagnare dalla tua amica >>.
La ragazza dai capelli rossi le prese una mano mentre con l’altra le accarezzò il mento affinché i loro sguardi s’incrociassero.
<< E’ stata una bella serata >> la confortò intuendo quale fosse il suo cruccio << Non mi interessa il resto del mondo, a me importa solo di te >>.
Eleonora sorrise sentendosi sollevata.
<< E a me di te >> le sussurrò chinandosi verso il suo orecchio.
Quella era stata la serata più bella che avesse trascorso. Niente alcol, niente battute spinte, niente sesso in macchina di Davide o a casa sua. Nulla di tutto questo, eppure le aveva suscitato delle sensazioni meravigliose cui non voleva rinunciare.
<< Credi che potremmo essere felici insieme? >>.
Martina le prese il viso con entrambe le mani osservandola a lungo negli occhi.
<< Ne sono sicura >>.
 
Davide ripose l’iphone nella tasca del jeans dopo l’ennesima chiamata andata a vuoto. Il cellulare di Eleonora risultava spento.
<< Forse si è scaricato e non se n’è accorta >> gli disse Lavinia dopo essersene accorta.
Il ragazzo si limitò ad annuire pensando che mai prima di quel momento era successa una simile cosa. Di solito la sua migliore amica lo avvertiva nel caso in cui dimenticava di caricare il cellulare e si mettevano d’accordo prima che si spegnesse definitivamente. Che cosa stava facendo di così importante da farle dimenticare di lui? Guardò la ragazza che gli stava di fronte e abbozzò un sorriso. Era bellissima quella sera. Mentre cenavano con altri amici in uno dei più famosi pub della zona, il suo sguardo si era alternato dalla scollatura del vestito a quegli occhi dal formidabile azzurro che erano truccati in modo da farli risaltare ancora di più.
<< Probabilmente hai ragione >> affermò infine alzando il colletto della sua giacca scura.
Lavinia gli prese la mano conducendolo dagli altri ragazzi che li attendevano all’ingresso del bar.
Appena entrarono, Davide notò immediatamente una coppia che si stava alzando da un tavolino e si prese per mano. Sorrise mentre si dirigeva nella loro direzione.
<< Ehi, ciao Davide! >> esclamò Claudia sorridendo nel vedere il ragazzo.
Gli andò incontro baciandolo sulla guancia.
<< Ciao ragazzi >> fece l’amico salutando entrambi << Non è un po’ tardi per te? >> aggiunse scherzando.
<< Divertente >> rispose la ragazza << Siamo stati a un compleanno di un suo amico, ora Tom mi riaccompagna a casa >>.
<< Tua sorella che fine ha fatto invece? Non dirmi che sta ancora cenando! >>.
Claudia lo fissò con aria interrogativa senza rispondere.
<< Scusa ma stasera non doveva cenare a casa di vostra nonna? >>.
<< Cosa? >> disse l’altra incerta << Nonna? No, io non so niente. Eleonora non è con te? >>.
Davide scosse il capo e il silenzio che cadde improvvisamente divenne imbarazzante. La quindicenne si guardò involontariamente intorno per accertarsi che non ci fosse realmente. Era sicura che dovesse uscire, l’aveva vista prepararsi come al solito anche se lei era uscita prima della maggiore ed era altrettanto certa che non dovesse recarsi a cena dalla nonna paterna. Ma allora dov’era? Prese il cellulare dalla borsa per provare a chiamarla.
<< E’ spento >> proclamò il ragazzo più grande intuendo cosa volesse fare << E’ tutta la sera che provo >>.
<< Ma…ma dov’è? >>.
<< Non ne ho idea >>.
Claudia alzò gli occhi verso Tommaso che era rimasto in silenzio. Le sorrise nel vederla preoccupata e tentò di rassicurarla.
<< Dai, sicuramente starà da qualche parte dove il cellulare non prende >>.
<< Ma perché non dire dove andava? >>.
<< Magari è con un ragazzo >> fece l’altro non sapendo che tipo di rapporto intercorresse tra Eleonora e Davide.
A quell’affermazione, il più grande si ritrovò a serrare la mascella e a stringere una mano a pugno nella tasca del jeans.
<< Okay, ma perché inventarsi una palla? Davide è il suo migliore amico >>.
Tommaso si strinse nelle spalle senza sapere cosa dire. Guardò il suo orologio da polso.
<< Noi dobbiamo andare, Claudia >> le fece notare subito dopo.
La ragazza annuì anche se non era tranquilla.
<< Va bene. A presto Davide >>.
<< Ci vediamo a scuola >> rispose il diciottenne che ancora non riusciva a farsi andare giù l’idea che l’amica fosse da qualche parte con un altro ragazzo.
Li vide uscire dal locale e salire sul motorino di Tommaso prima che i suoi occhi cadessero sulla figura sorridente di Lavinia. Chiacchierava allegramente con Paolo, Marco e Ramona mentre lo attendevano. Quando si voltò nella sua direzione, il sorriso che esibì gli parve il più bello.
Che si fotta, pensò riferendosi alla ragazza dai capelli biondi.
Camminò fino a lei e la prese per mano.
<< Di cosa parlavate? >>.
 
Rientrò a casa all’orario stabilito. Ilaria e Serena già dormivano mentre sua madre leggeva un libro sotto le coperte. Federico, invece, aveva appena finito di vedere un film in salone e si stava apprestando a spegnere il televisore e il lettore dvd.
<< Sei rimasto a casa tutta la sera? >> domandò Claudia dopo essersi infilata in pigiama.
Suo fratello la guardò con aria interrogativa prima di annuire.
<< Ho guardato il mio film preferito >> rispose alzando il cofanetto del primo film della saga “Il signore degli anelli”.
La ragazza nel vederlo sorrise pensando che era lo stesso film che adorava letteralmente Eleonora. Avevano parecchie cose in comune anche se entrambi lo ignoravano.
<< Non hai visto Ele? >>.
<< Ele? >> ripeté Federico inarcando il sopracciglio << No, è uscita alle otto e mezza circa e non è ancora rientrata. Perché? >>.
<< Ho incontrato i suoi amici e non era con loro >> spiegò a grandi linee Claudia << E poi ha il cellulare spento, è irrintracciabile. Nessuno sa dove sia. Se le fosse successo qualcosa? >>.
Il ragazzo scosse il capo, era sicuro che non le fosse accaduto nulla.
<< Magari è con altri ragazzi e non si accorta che l’iphone si è scaricato. Oppure si trova in un punto dove non prende >>.
Claudia annuì titubante e incerta se dirlo o meno a Fulvia. Il contatto con una superficie fredda la fece sobbalzare. Si voltò verso il fratello che le stava porgendo una lattina di Fanta con un sorriso gentile.
<< Ti va una partita a carte mentre la aspettiamo? >> le propose indicandole con un cenno del capo il divano e il plaid che aveva usato fino a quel momento.
 
Non si sarebbe staccata da lei per nessun motivo ma aveva degli orari da rispettare e non voleva rischiare di far arrabbiare i suoi genitori proprio ora che le cose con sua madre stavano andando così bene. Per questo motivo Eleonora la riaccompagnò a mezzanotte e mezza a casa. Per la più grande era strano che l’altra avesse il coprifuoco a quell’ora, pero poi rifletté sul fatto che era poco dopo l’orario concesso a sua sorella Claudia e scosse il capo. Se voleva stare con Martina, doveva rispettare anche lei ciò che volevano i signori Capasti. Si fermò sotto casa aspettando che la più piccola scendesse. La vide togliersi il casco e passarsi una mano tra i riccioli. Fece lo stesso per poter avere più libertà di movimento e si guardarono negli occhi.
Dio, quanto è bella, pensò l’attimo prima che la ragazza dai capelli rossi la baciasse.
Si sorprese di quanto le apparisse normale, se non addirittura giusto, quello che stavano facendo. E finalmente capiva Ambra che, per i forti sentimenti che provava nei confronti di Valentina, aveva lottato contro chiunque le si fosse messo contro. Quando si staccò dolcemente, si domandò se anche lei possedeva quella forza. La spaventava pensarci eppure Martina era importantissima per lei.
<< Buonanotte >> le sussurrò afferrandola per la vita e baciandole la guancia.
L’odore e la morbidezza della sua pelle le piacevano molto. Nemmeno per un istante quella sera aveva pensato a Davide o ai suoi amici e a quello che stavano facendo. Non le erano mancati per nulla.
<< Notte anche a te, amore mio >> rispose la più piccola assaporando nuovamente le sue labbra << A domani >>.
Le sfiorò la punta del naso col proprio aspettando di vederla annuire prima di sparire all’interno del palazzo. Eleonora attese per qualche secondo che il suo cuore riprendesse a battere normalmente e partì alla volta di casa. Durante il breve tragitto si sarebbe messa volentieri a urlare per la gioia. Era andato tutto più che bene, era stata benissimo. E questo significava che era davvero innamorata di Martina, non poteva essere una semplice sbandata dovuta a un momento di confusione. L’altra era così convinta di ciò che provava da non lasciarle la minima esitazione. Ogni volta che le accarezzava le labbra con le sue, si ritrovava a sperare che quel bacio non terminasse mai, che i brividi che sentiva non scomparissero. Se un semplice gesto come quello la mandava in tilt, si chiese come sarebbe stato fare l’amore con lei. A quel pensiero quasi inciampò mentre parcheggiava dentro il giardino della sua villetta e le venne da sorridere riflettendo sul fatto che dicesse amore e non sesso. Con Davide era stato puramente del sesso, un semplice appagamento sessuale ma con Martina sarebbe sicuramente stato qualcosa di più. Se lo sentiva anche se era troppo presto per fare simili discorsi. Col suo amico aveva corso e aveva finito per fare confusione tra i due sentimenti, non voleva commettere lo stesso errore con la ragazza. L’idea di toccare il suo corpo nudo da una parte la eccitava terribilmente ma dall’altra la faceva anche sentire a disagio. Non sapeva se sarebbe stata in grado di far vibrare le corde del suo piacere. Con i maschi era abbastanza semplice; bastava allargare le gambe e assecondare le spinte via via più frenetica finché non si raggiungeva l’apice. Ma con una donna invece? Cosa si doveva fare? Sentì il viso andare a fuoco nonostante fosse inverno, per quelle immagini poco pulite che le stavano attraversando la mente. Inserì la chiave nella toppa della porta principale e rimase alquanto sorpresa nel vedere Federico e Claudia ridere sul divano mentre giocavano tranquillamente a carte.
<< Sera >> disse chiudendo a doppia mandata.
Stava per salire al piano di sopra, quando sua sorella la chiamò.
<< Tutto okay? >> le domandò alla larga.
Eleonora annuì.
<< Te l’avevo detto che era viva e stava bene! >> esclamò Federico ridendo sottovoce.
La più grande lo fissò con aria interrogativa.
<< Dove sei stata, Ele? >>.
Eleonora guardò la sorella sentendosi a disagio.
<< Cos’è, un interrogatorio? >> chiese a sua volta << Non dovresti essere già a letto? >>.
<< Stai evitando di rispondere? >> perpetuò la più piccola osservandola.
<< Rispondere a cosa? Sono stata con Davide e gli altri come al solito e adesso me ne vado a dormire >>.
Claudia e Federico si scambiarono una breve occhiata.
<< Ho visto Davide, Lavinia, Ramona e anche Paolo mi pare ma tu non c’eri >>.
Il cuore della ragazza dai capelli biondi si fermò per secondo.
Cazzo!, pensò la sua mente, E adesso? Porca puttana!
<< Che cosa vuoi sapere, Cla? >> fece Eleonora per guadagnare tempo.
<< Voglio sapere dove sei stata, perché il tuo cellulare era spento e perché racconti queste stronzate! >> sbottò sua sorella diventando rossa.
L’altra ingoiò un groppo di saliva non sapendo cosa dire.
<< Eleonora, ascolta credo che tu la stia facendo più grave di quanto… >>.
<< Sta zitto tu! >> lo interruppe istericamente la ragazza chiamata in causa << Nessuno ha chiesto il tuo parere e soprattutto nessuno ti ha mai chiesto di piazzarti in casa nostra! >>.
<< Smettila di trattarlo male, è nostro fratello! >> l’ammonì Claudia.
<< Tu >> disse Eleonora capendo di essere ormai incapace di trattenersi e indicando il ragazzo con l’indice << Sei solo il frutto di una notte di sesso di nostro padre, ricordatelo! Non appartieni a questa famiglia anche se porti il nostro stesso cognome! Tua madre è solo… >>.
<< Non provarci nemmeno! >> sbottò Federico intuendo come volesse terminare la frase e afferrandola per il polso << Mia madre non era quel genere di persona! Lei non sapeva che nostro padre fosse sposato! >>.
Eleonora arretrò di qualche passo e si sentirono dei rumori dal piano superiore. Sua madre probabilmente si era svegliata.
<< Tua madre ha fatto bene i compiti a casa! >> urlò << Quando ha saputo il lavoro di nostro padre non ci ha pensato due volte a farsi mettere incinta! >>.
<< Aveva appena vent’anni allora! Non permetterti, chiaro Eleonora? Basta con questi discorsi, mia madre non ha mai puntato ai soldi! >>.
<< E allora perché non te ne torni a Taranto da lei? Si può sapere che cazzo sei venuto a fare qui? Non c’è niente per te, noi non siamo la tua famiglia! >>.
<< E quale sarebbe la mia famiglia? Quale, Eleonora? Dov’è? Dimmelo! Mia madre è morta! Morta! E io…io non sapevo che fare così sono venuto qui! Non so che fare! >>.
Le due sorelle si guardarono sorprese mentre il ragazzo scoppiava in lacrime. Nessuna delle due si aspettava quella notizia. Mai avrebbero creduto che Letizia non ci fosse più. Eleonora ingoiò un groppo di saliva capendo d’aver esagerato ma come poteva sapere? Federico non aveva detto nulla fino a quel momento. Lo guardò piangere e l’immagine di se stessa che gemeva per la morte del nonno si sovrappose per un attimo. Comprendeva come si sentisse, per lei era stato lo stesso. E ancora adesso non era riuscita a superare l’accaduto. Per lei il signor Domenghi rappresentava il suo unico punto di riferimento e, quando era venuto a mancare, le parso che il mondo le crollasse addosso. Vedendo il fratello in quello stato, capì che la madre doveva essere molto importante. Conosceva quella sgradevole sensazione e sapeva anche che non se ne sarebbe andata.
<< Federico >>.
La voce di Fulvia fece voltare le due ragazze mentre la donna si dirigeva verso il diciassettenne.
<< Fulvia, io… >> provò a dire lui guardandola.
<< Mi dispiace >> mormorò la donna chinandosi e abbracciandolo.
<< Io le volevo bene, era mia madre. Lei ha fatto tutto per me ed ora…che cosa ne sarà di me? Io…la rivoglio! È ingiusto tutto questo! Aveva solo trentasette anni! >>.
<< Lo so, Fede >> disse la donna con calma << Ma la vita non è mai giusta. Sta tranquillo adesso, va tutto bene >>.
Anche Claudia gli si avvicinò per abbracciarlo e dargli un po’ di sostegno mentre Eleonora rimase immobile a fissarlo mentre un’altra scena le si sovrapponeva nella mente.
 
Era arrivata in ospedale di corsa e, nonostante fosse inverno, sentiva di stare sudando. Appena un’ora prima sua nonna l’aveva mandata a casa affinché si riposasse un po’ e si facesse una doccia mentre una chiamata venti minuti fa sempre da parte della stessa, l’avvisava di tornare subito. Si era fermata un attimo sulla soglia della camera del reparto di terapia intensiva e aveva fatto un respiro profondo.
Ti prego no, aveva supplicato la sua mente, Non ora. Io ho ancora bisogno di te!
Erano sedici giorni che il signor Ennio Domenghi era ricoverato in ospedale per una polmonite cui era sopraggiunto successivamente un affaticamento del cuore e lei gli era rimasto accanto tutto il tempo che le era possibile. L’anziano era contento di vedere sua nipote ed Eleonora gli raccontava le sue giornate sperando che si rimettesse presto. Non voleva accettare che, invece, l’uomo era stanco di lottare ed era arrivato il momento di lasciarsi andare. Aveva ottantaquattro anni e durante la sua vita era sopravvissuto a due infarti. Ora sentiva chiaramente di non avere la forza di riprendersi.
Ce la farai, nonno, si era ostinata a pensare la ragazza entrando.
Non era preparata a ciò che aveva visto immediatamente dopo.
<< Eleonora… >> aveva mormorato sua nonna vedendola e andandole incontro.
L’aveva abbracciata con gli occhi lucidi.
<< Hai chiamato un medico? >> aveva chiesto la nipote avvicinandosi al letto << Perché non c’è nessuno che fa qualcosa? Nonno sono io, Eleonora. Non mi lasciare, ti prego >>.
La donna le aveva posato una mano sulla spalla.
<< Hanno fatto tutto quello che potevano, bambina mia. Il cuore di nonno è troppo stanco per continuare a battere. Se ne sta andando, Eleonora >>.
Si erano guardate per un breve attimo prima che la più piccola scoppiasse in lacrime.
<< No! >> aveva detto prendendo la mano dell’uomo << Nonno! >>.
Il signor Domenghi aveva aperto per un attimo gli occhi nel sentirsi chiamare, occhi appannati dalla vecchiaia e dalla stanchezza e le aveva sorriso tenuamente prima di tornare a chiuderli. Improvvisamente la macchina che monitorava il suo cuore aveva iniziato a emettere un lungo suono ininterrotto segno che l’attività cardiaca era terminata. Eleonora, a quel segnale, era scoppiata a piangere più forte comprendendo che suo nonno era appena morto. Incapace di restare in quella stanza, si era alzata ed era corsa nel cortile dell’ospedale. Una volta fuori il freddo pungente l’aveva trafitta come una lama e solo in quel momento si era accorta di non avere il giubbotto addosso ma solo una felpa leggera col cappuccio. Aveva urlato con dolore, sentendosi incapace di fermare le lacrime. Lui era la persona che l’aveva cresciuta, che le aveva insegnato tutto e ora se n’era andato. Non era ancora pronta, aveva solo diciassette anni! Per la rabbia e la frustrazione aveva iniziato a dare calci al cestino che si era incrinato da una parte prima di scivolare per terra e singhiozzare silenziosamente.
 
 
 
  
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