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Autore: mikilily    29/07/2013    5 recensioni
Hermione si concede una vacanza, ma questa è più una fuga. L'uomo che ama l'ha lasciata per assecondare i suoi genitori e lei vuole cancellare il suo ricordo dalla mente, ma alla fine i suoi pensieri non fanno altro che ricordarle lui e il passato...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Draco Malfoy, Famiglia Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo, Contesto generale/vago
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Porto la mano sul viso per ripararmi dai raggi del sole, l’arsura si fa insoportabile. Caronte è arrivato da due giorni; cerco di alleviare il caldo bevendo e mangiando frutta fresca, forse non è stata una bella idea venire in Italia in questa estate rovente.
Sorseggio la mia bibita fresca, i cubetti di ghiaccio si sono sciolti ma la bevanda è ugualmente gradevole, guardo l’orizzonte: il mare è azzurro e calmo, l’odore della salsedine solletica il mio naso, la sabbia è finissima e dorata, la spiaggia, per una ragione a me sconosciuta, è deserta e questo non può che farmi felice; ultimamente detesto il caos.
So di aver fatto benissimo a venire in questo paradiso terretre chiamato Sardegna, in nessun altro luogo avrei trovato pace e buon cibo. Sorrido pensando che un po’ di caldo si possa sopportare per non aver tra i piedi maghi invadenti. Sì, ho fatto proprio bene a concedermi una vacanza penso rilassandomi. 
Socchiudo gli occhi rilassando viso e corpo…
Finalmente dopo un ora mi concedo un bel bagno immergendomi in quell’acqua cristallina, nuoto fino a una roccia che spunta solitaria in mezzo alla baia e lì, finalmente, mi riposo un poco.
È la posizione ideale per osservare la natura che mi circonda, gli arbusti di mirto e corbezzolo sovrastano la baia sperduta, la sabbia è dorata e impalpabile, l’acqua azzurra e trasparente tanto che riesco perfino a specchiarmi. Tutto sembra perfetto, un sogno lontano mille miglia dai tormenti che mi sono lasciata a Londra.
Distrattamente osservo la spiaggia nella quale mi trovavo fino a poco tempo fa, posso vedere l’ombrellone blu e la straio, le pagine del libro che mi sono portata dietro si muovono per il vento che si sta alzando.
Boccheggio quando vedo che qualcuno si è appena smaterializzato e non ci sono dubbi su chi sia; riconoscerei quei cappelli biondi in mezzo a centinaia di persone, l’unica cosa che mi sfugge è perché sia venuto fin qui, in fondo, ha detto chiaro e tondo che tra noi non c’era futuro. Che è Astoria il suo futuro, ricordo, peccato che io ne sia innamorata.
Si sbraccia e io ostinata giro il mio viso verso l’orizzonte. Non so perché è qui e non mi importa, penso guardando i pesci a filo d’acqua nuotare tranquilli.
Bene! Mento perfino alla mia coscienza, mi rimprovero.
- Granger - sobbalzo e mi giro indignata.
Vorrei urlare e insultarlo ma le parole mi si bloccano in gola. Trattengo dal ridergli in faccia è tutto bagnato,  i capelli sono appicicati alla fronte, indossa un costume babbano e il latte abbronzante, che si accurattamente messo prima di scendere in spiaggia, cola grazie all’acqua sulla roccia.
- Granger - ripete – non immagini nemmeno quello che ho fatto per trovarti -
Sbuffo infastidita come se mi importasse penso tra me; sospiro per fargli comprendere che non me ne importa nulla dei suoi sforzi, nessuno gli ha chiesto di venire fin qui. Io e lui non siamo più nulla, forse non siamo mai stati niente.
- Sono perfino andato a casa dello sfregiato -
Sto zitta e mi faccio attenta, per quale motivo è andato a casa di Harry?
- Quello stronzo non mi ha detto nulla – ammette – per fortuna che Ginevra mi ha raccontato che saresti venuta qui in questa isola -
-Ginny?- le parole mi escono senza nemmeno accorgermene.
- Sì, se non fosse per lei sarei andato in Messico. Mi ricordavo che saresti dovuta andare lì in vacanza quest’estate -
- Ho cambiato programma - rispondo atona – che vuoi?- domando acida e questa volta sollevo lo sgaurdo per fronteggiarlo, i suoi occhi sembrano spenti, la sicurezza che traspare ogni volta che guardo Draco sembra scomparsa, possibile che …
Sì impossibile non può essere qui per me.
- Mi manchi - apro la bocca incredula, sorrido tronfia pronta ad umiliarlo quando…
- Signorina – respiro piano.
- Signorina - una voce sconosciuta mi tocca il braccio, apro gli occhi e rimango senza parole.
- Signorina si era addormentata ed è quasi l’una, non è consigliato stare sotto il sole a quest’ora - muovo il capo ringraziando la vecchia signora che sta affianco al mio ombrellone.
Il cuore batte frenetico.
Bevo dell’acqua per calmarmi, vorrei piangere.
Vorrei non aver sognato ancora una volta che lui finalmente si accorgesse di ciò che prova venendo a cercarmi fin qui in Sardegna. Mi sono illusa e so che ormai non posso farci nulla: lo amo e la mia coscienza non fa che ricordarmi che per ora è impossibile far finta che tra noi è finita.
Bevo un altro sorso di te freddo, mi alzo in piedi , metto una maglia bianca e il capello di paglia; ritiro tutte le mie cose con infinita calma, la testa mi gira e per questo do la colpa al caldo oprimente, infine saluto con la mano la vecchia signora sotto l’ombrellone e ritorno in hotel.
Lontano, non visto, un ragazzo dai capelli biondi e gli occhi grigi osserva ogni movimento ma Hermione Granger persa nei suoi pensieri non si accorge di nulla, almeno non ancora.
***
Con lentezza toglie gli occhiali da sole e si avvia verso la spiaggia la vecchia che ha pagato poco prima per svegliare la Granger fa finta di non conoscerlo. Poco male, pensa, non ha alcuna voglia di mescolarsi ancora tra i babbani.
- Dovrebbe parlarle -
Sobbalza sentendo ancora la voce di quella vecchia, con lentezza si gira per poterla osservare meglio. È più bassa di una spanna, molte sono le rughe che incorniciano il suo viso abrontato i capelli sono rossi ma senza dubbio tinti osservando le sopraciglia in passato doveva essere mora e vista la stazza non molto bella e attraente.
Storce il naso ma non ribatte, si gira e si avvia anche lui verso l’hotel sperando che la granger non si accorga di lui, deve ancora ideare un piano per poterla avvicinare è certo che lei ora non voglia più avere a che fare con lui.
Certo sei un deficiente, si ripete tra sé e sé.

- Dannazione!!- dice tra i denti quando l’effetto dell’incantesimo scompare e la sabbia sotto i piedi riprende a scottare.
 
*** La sala dell’hotel è insiegabilmente vuota, l’aria fresca del condizionatore la sprona a non andare via, così, Hermione si siede nell’unico tavolo apperecchiato, quello tondo al centro. Piatti di fine porcellana bianca e una profumatissima confezione di rose bianche, le sue preferite, abbelliscono la tavola.
Una radio trasmette la sua canzone preferita, ricordi lontani le affiorano, loro due abbraciati, loro due, baci, carezze e sospiri.
Trema nell’istante in cui sente la sedia davanti a lei spostarsi, non osa sollevare lo sguardo.
- Hermione - la sua voce fa esplodere il suo cuore, vorrebbe urlare, piangere, ma non osa farlo: non gli darà quella soddisfazione.
Solleva il viso e fiera lo affronta.
- Avevi ragione tu – dice fissandola con quelle iridi color del ghiaccio.
Apre la boca incredula e subito dopo la richiude, lui storce in naso e divertito abbozza ad un sorriso o qualcosa che gli somiglia.
-Sembri un pesce quando fai così, uno buffo e con i capelli gonfi. Quest’aria li rende ancora più indomabili, lo sai?- afferma. Hermione chiude la bocca e sbuffa, detesta quando si comporta come un freddo calcolatore. Possibile che sia la stessa persona che la manda in estasi?
- Tu sei sempre odioso, sia qui sia a Londra, lo sai?- lo scimmiotta lei.
- Riusciremo mai ad essere come quelle coppie che non litigano per tutto? – chiede Draco.
Sgrana gli occhi, la bocca è secca, il cuore palpita, senza dubbio è impazzito: questo caldo, gli ha fuso l’unico neurone, narcisista e purosangue, che aveva nel cervello.
- Noi non siamo una coppia, non più- risponde con voce atona Hermione.
Draco la osserva attentamente i suoi occhi brillano.
-Ho lasciato Astoria. Voglio te, ho sempre voluto solo te e ora lo sanno anche i miei genitori -
Hermione beve acqua o forse è vino bianco, che il cameriere le ha versato appena si è seduta, tutto d’un sorso.
È incredula, spaventata, felice tanto che non riesce ad esternare nulla: si guardano.
- Vuoi ancora stare con me Hermione?- domanda Draco. Lei si alza lentamente e gli va vicino a una spanna dal viso del mago, lui non perde nemmeno un attimo .
Si fissano, si studiano e poi finalmente lo schiaffeggia con tutta la forza che ha in corpo, vorrebbe usare la bacchetta ma sono tra babani e non può rischiare che il loro mondo venga scoperto per quello stronzo di Draco Malfoy.
Draco si porta una mano sulla guancia arrossato, chiude gli occhi ormai è sconfitto non vuole vedere la rabbia e il rancore negli occhi dell’unica donna che amato.
-Sei uno stronzo – sussura, lui annuisce ma codardo non la guarda.
-Sei un bastardo.  Sei convinto che bastino due parole, una cena in un bel locale, per risolvere tutto- afferma con rabbia Hermione, anche se il tono della sua voce è sempre pacato.
Lui non osa ribattere, sa che lei ha ragione, ma è troppo codardo per ammettere di aver sbagliato tutto. Avrebbe dovuto ammettere di amarla molto prima, avrebbe dovuto avvisare i suoi genitori che usciva con lei e che il contratto con la Greengrass doveva essere stracciato, ma non aveva il coraggio di ammetterlo. Aveva paura di andare contro al suo mondo pieno di regole. Ora a causa della sua codardia l’aveva persa.
Draco Solleva lo sguardo per poterla guardare un’ultima volta, poi, sarebbe sparito dalla sua vita. Per lui era l’unica cosa da fare, forse l’avrebbe dimenticata un giorno.
Hermione intuisce i suoi pensieri , per lei non ha segreti. Ha paura di perderlo ancora ed è per questo motivo che si avventa sulle sue labbra assaporandole come non faceva da mesi. Draco Malfoy è cocciuto, presuntuoso, ostinato, pedante, ma lei lo ama e anche lui, a modo suo, ama lei.
   
 
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