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Autore: AxXx    29/07/2013    4 recensioni
Un esperimento fallito porta poteri a diversi ragazzi nel mondo. L'ONU istituisce la I.S.A. (International Security Agency) E, nel presunto tentativo di fermare i nuovi terroristi Omega, cerca di distruggerli, rendendo loro legali l'uso della violenza e dell'uccisione.
In fuga da tutto e tutti, alcuni Omega si ritrovano a combattere contro criminali e forze dell'ordine, spesso anche tra loro tutti con un obbiettivo importante da raggiungere.
Salvarsi, aiutare, sacrificare, combattere: tutto si risolve in una cosa sola; fare una scelta.
Quale prenderanno?
Genere: Avventura, Azione, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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                                  Scontro con X

 

 

 

 

 

 

 

[Registrazione chiamata dal Generale Ritcher a Controllo base Empireo]

 

G.R.: Avete i vostri ordini, è prioritario che quei due Omega non fuggano

C.E.: Signore, non può chiedercelo davvero… X è uno dei più pericolosi Sette che abbiamo, l’abbiamo rinchiuso su Empireo per un motivo e liberandolo potrebbe essere più pericoloso di Y01 e X01 messi insieme.

G.R.: Li ucciderà tutti e due. Mandate subito le truppe di soppressione per far fuori qualsiasi sopravvissuto, al resto penserò io, una volta che vi avrò raggiunti.

C.E.: Sissignore… inviamo subito i codici di apertura della cella di sicurezza massima.

 

 

 

 

 

 

 

[WX01]

 

 

Osservai per alcuni secondi l’Omega che mi stava davanti e mi caricai, assorbendo l’energia della stazione che potevo. I miei poteri erano stranamente potenziati, ma ero parecchio stanco: quando avevano cercato di narcotizzarmi avevo speso parecchia energia per non addormentarmi. Avevo tenuto sveglio solo il cervello. Inoltre gli scontri precedenti mi avevano messo davvero male; certo, non ero ferito, ma la stanchezza si faceva comunque sentire. Dovevo evitare lo scontro ad ogni costo.

“Chi sei!?” Feci, ad alta voce, in modo da poter attirare la sua attenzione; forse avrei potuto tentare di evitare lo sconto… per quel momento.

Quello si avvicinò un po’, sempre pronto a combattere, ma, nonostante tutto, sembrò abbassare un po’ la guardia: “Io sono Reaper e tu? Sei uno di ‘loro’?”

“ ‘Loro’? Intendi quelli dell’I.S.A.!? No!”Risposi cercando di far capire che non eravamo nemici, rinfoderando le armi.

“Come faccio a saperlo… potresti mentitrmi…” Sussurrò avvicinandosi fino a puntarmi contro la lama ossea, proprio sotto la gola.

I miei muscoli erano tesi, pronto ad affrontarlo. Sapevo di essere in minoranza, soprattutto perché ero più debole, ma non mi sarei mai arreso. Stavo per prepararmi a combattere, quando, all’improvviso, un esplosione abbatté il muro e da una stanza accanto, giunse l’uomo più alto e spesso che avessi mai visto. Sembrava un enorme bodybilder, gonfiato e pompato fino all’inverosimile. La pelle scura era tirata oltre ogni immaginazione e strane protuberanze simili a corna gli crescevano sulle spalle. Le gambe erano orribilmente deformi, come se le avessero gonfiate in maniera ancora più disumana, fino a farle diventare spesse come tronchi d’albero.

“Cosa diavolo sei!?” Chiesi, mentre cercavo di non vomitare alla vista di quel mostro. Era orribile, persino guardare il viso ancora umano sembrava un orrore, con quel corpo mostruoso. Sentii la rabbia scorrermi in corpo, perché, chiunque avesse fatto a quell’uomo ciò che lo aveva trasformato in quell’essere orribile, doveva essere un demone fuoriuscito da qualche abisso infernale.

“Io sono X, io sono il primo supersoldato, io vi distruggerò!” Urlò il mostro, sollevando le braccia con rabbia. Era pazzo, fuori di testa e senza controllo. Chiunque fosse, avrebbe compiuto il suo dovere, fino alla morte.

“Non credo proprio!” Urlò Y01, correndogli incontro e attaccandolo.

Gli rifilò un pugno nello stomaco, facendolo piegare in due, poi, dopo aver trasformato il braccio destro in una lama ossea, che cercò di abbattere sulla gola del mostro. Quello, però, si rivelò incredibilmente forte e, afferrandogliela a mezz’aria, gliela spezzò, dopodiché, lo sollevò da terra gettandolo contro il muro. Io mi buttai su di lui, caricando con tutta l’elettricità che avevo un gancio sinistro e lo feci andare a sbattere contro una parete. Iniziai a corrergli incontro, caricandomi, di nuovo, di elettricità, deciso a finirlo, ma lui rispose alla carica, con un pugno così forte che l’impatto tra noi due provocò un onda d’urto che crepò lo spesso strato di vetro della terrazza panoramica. Quando cercai di rispondere, il mostro mi anticipò, afferrando il mio braccio destro e torcendomelo con tale forza che le mie ossa iniziarono a scricchiolare. Urlai di dolore, mentre quell’essere vagamente umano sorrideva compiaciuto. Y01, però, aveva un sacco di abilità e si lanciò contro X, colpendolo con i suoi pugni, trasformati in enormi martelli di biomassa con i quali riuscì a liberarmi. Ero convinto che fosse riuscito ad avere la meglio, ma il mostro era molto più forte di quanto ci aspettavamo, infatti, prima che il mio nuovo compagno potesse rifilargli un quarto pugno, l’altro sollevò le braccia, bloccando l’attacco e, con un calcio, spinse via il ragazzo. Mi lanciai di nuovo all’attacco, ma questa volta da lontano, scaricandogli addosso una raffica di saette, ma lui sembrò ignorarle quasi del tutto. Anche Y01 tornò all’attacco, trasformando il suo braccio destro in una specie di pungiglione gigante che, quando vibrò il colpo, si allungò a dismisura, come un frusta. X, però, la afferrò al volo e, con un violento strattone, sollevò il ragazzo e, facendolo girare sopra la testa come un lazzo, lo lanciò contro di me. Io, cercai di evitarlo, ma finii travolto, andando a sbattere contro il vetro panoramico. 

“Credo che sia un tantino forte…” Sussurrai, mentre mi massaggiavo la testa stordito.

“Ma va’… io… io lo…” Y01 era parecchio stordito, probabilmente gli girava la testa, ma non sembrava disposto ad arrendersi, e nemmeno io, per quel che mi riguardava.

Poi mi accorsi che X aveva preso la rincorsa e si stava dirigendo verso di noi a tutta velocità. Capii subito cosa voleva fare: voleva scagliarci nello spazio, rompendo il vetro. Avrebbe condannato tutti e tre. Ma io non ero ancora disposto ad arrendermi.

“Attento!” Urlai a Y01, mentre, con violenza inaudita, sentii il mio corpo, sbalzato all’indietro e il vetro rompersi con un urto tremendo. Fummo scagliati all’esterno, insieme a un vortice d’aria travolgente che ci spinse fuori ancora più velocemente.

In poco tempo, spinto dall’istinto di sopravvivenza e dalla paura, mi concentrai più che potei e, con un incredibile sforzo di volontà, riuscii a creare due bolle di elettroni contenenti ossigeno, sufficiente per almeno cinque minuti. Afferrai il mio compagno e, muovendo le mie cariche elettriche, in modo che creassero un campo magnetico in modo da essere di nuovo attirato verso la stazione spaziale.

“Oh… mio… Dio…”Sussurrai, mentre mi guardavo intorno: stavo camminando nello spazio, senza tuta spaziale, con una bolla di elettroni, e stavo combattendo contro una specie di alieno mostruoso, anche se probabilmente era stato scagliato nello spazio.

Mi sbagliavo.

Con un tremolio, il bestione, atterrò accanto a me.

“Ma cosa ci vuole per ucciderti!?” Chiesi, disgustato, mentre osservavo il suo corpo deforme bruciare per l’esposizione diretta alla luce del sole. Per fortuna noi, avevamo le nostre bolle per difenderci.

Quello mosse la boca in un muto urlo di rabbia che avrebbe dovuto suonare così: “Io sono invincibile! Io sono il guardiano di Empireo! E voi morirete!”*

“Dobbiamo fermarlo…” Sussurrò, Y01 preparandosi a combattere, rimanendo a fatica attaccato alla superficie della stazione.

Io osservai disgustato la pelle orribilmente bruciata che si rigenerava e si bruciava di nuovo. Sembrava una bestia di melma bruciata. Avevo un’idea su come fermarlo, ma avrei dovuto agire in coordinazione con il mio compagno.

“Ce la fai a combattere ancora un po’?” Chiesi, cercando di non perdere l’equilibrio.

“Posso farlo a pezzi…” Rispose, con gli occhi iniettati di sangue.

“Ok, ascolta, dobbiamo collaborare, altrimenti, moriremo qui fuori…”Proposi, pronto ad attaccare. Avevo poche energie, ma dovevo fare ogni cosa per fermare quella mostruosità.

“Cosa vuoi fare?” Chiese, creando una falce dalla sua mano con la sua biomassa.

“Aspetta ad attaccare, io lo distraggo, poi attaccalo.” Risposi, lanciandomi all’attacco, approfittando della lentezza che il nostro avversario doveva tenere a causa della mancanza di gravità.

Mi teletrasportai velocemente alle sue spalle e iniziai a scagliare saette, senza poterlo ferire, ma sapendo di distrarlo. Infatti iniziai a teletrasportarmi rapidamente in più punti, in modo da disorientarlo e, appena inizia ad anticipare le sue mosse, mi teletrasportai davanti a lui e lo colpii agli occhi accecandolo.

“Ora!” Urlai, voltandomi verso Y01 che fremeva, scalpitando, reclamando violenza e sangue. Non avevo nemmeno finito di dirlo che lui si era già lanciato sull’uomo mostro con la falce, roteandola con ferocia.

I due iniziarono a fronteggiarsi rifilandosi armi così forti che, se ci fosse stata aria avrebbero provocato delle onde d’urto. Io, intanto mi stavo concentrando, ma l’aria iniziava a scarseggiare e l’energia che avevo era troppo poca. Dovevo trovare un fonte di energia elettrica, ma non sapevo dove trovarla. Improvvisamente mi accorsi di una cosa un po’ strana: mentre i due che si affrontavano avevano la pelle bruciata a causa del sole, anche se Y01 meno, grazie alla sfera, io non ero ferito… anzi, se mi costringevo a concentrarmi, riuscivo a sentire la sua energia.

‘Posso… posso controllarlo…’ Pensai sorpreso. Non avevo mai controllato l’energia solare, ma sapevo che avevo un occasione da non sprecare.

La paura mi attanagliò, mentre rompevo la mia sfera di elettroni. Mi sentii soffocare per alcuni attimi, poi, all’improvviso, sentii l’energia scorrere in me, permettendomi di fare a meno dell’ossigeno.

“Eccomi, sollevalo!” Urlai, muovendomi verso i due che si scontravano per aiutare Y01.

Con una carica di energia, potenziai i suoi pugni che, con forza incredibile, riuscirono a staccare il bestione dalla stazione. Dopodiché, gli scagliai contro un fulmine con tutta l’energia possibile, proiettandolo nello spazio profondo. Il suo grido muto si perse ne vuoto dello spazio, mentre lo osservavamo fluttuare sempre più lontano, nel buio, condannandolo all’oblio eterno.*

Y01 si accasciò un attimo a terra, sussurrando “Cazzo… non ho più molte staminali…” Poi, risollevandosi, mi indicò qualcosa in lontananza.*

Là vidi degli strani oggetti volanti non identificati che si avvicinavano. Avevo davvero una strana sensazione: il calore solare sembrava benefico, ma, mentre, invece, Y01, sembrava soffrirne. Com’era possibile che su di me avesse quell’effetto positivo? Ma non c’era tempo per le domande: dovevamo rientrare prima che lui morisse soffocato. Individuai un portellone e lo aprii, dietro ancora ce n’era un altro, pressurizzato, così superai e, finalmente… sentii di nuovo l’ossigeno entrare nei polmoni. Certo, il sole mi dava energia, ma nulla era come l’ossigeno.

“Finalmente… si respira.” Sussurrò Y01, rialzandosi con calma.

“Giusto… ma non abbiamo tempo… sento che quei tipi sono pericolosi, sono qui per eliminarci…” Sussurrai, mentre cercavo di intercettare le loro comunicazioni. A fatica riuscii a capire che c’erano circa cinquanta soldati. Troppi per noi due, troppo deboli.

“Dobbiamo farci aiutare dagli altri Omega… probabilmente possono aiutarci. E ce ne potrebbero altri, oltre a noi.” Sussurrai, scuotendolo, e iniziando a camminare lungo il corridoio zoppicando, seguito a ruota da Y01.

“Sai come fare?” Mi chiese, mentre raggiungevamo un enorme stanzone completamente bianco con decine di computer avveniristici incassati nei muri. Sembrava un laboratorio di ricerca di star wars.

“Credo di sì… aspetta.” Sussurrai, mentre mi concentravo.

In quella stanza c’erano decine di collegamenti che portavano in ogni parte della stazione, ma a me interessava solo quello delle celle. Mi ci volle poco per trovarli e, essendo elettronici, mi basto poco sforzo di concentrazione per sbloccarli, aprendo contemporaneamente tutte le celle. Contavo più o meno duemilacentododici celle piene. Un piccolo esercito. Sarebbe stato difficile, ma dovevo portarli dalla mia parte, così presi una specie di microfono e, con i miei poteri, lo collegai a tutti gli altoparlanti della nave, mentre deviavo il segnale delle telecamere di sicurezza sugli schermi dei computer di quella stanza. Nello stesso istante, isolai le zone di detenzione per evitare che i robot ancora attivi li attaccassero. C’erano decine e decine di omega che si guardavano intorno, spaesati, impauriti, arrabbiati, furiosi. Glielo leggevo negli occhi. Molti erano feriti, le loro pelli screpolate, sanguinanti distrutte dagli orribili esperimenti che avevano ricevuto insieme alle loro menti a pezzi. Per un attimo rabbrividii quando alcune mie ferite tornarono a farsi sentire.

Battei due volte sul microfono attirando la loro attenzione e iniziai a parlare.

“Salve, compagni! Io… io sono X01, anche se, per qualche ragione, i soldati mi chiamano Zeus.” Tutti si erano voltati verso l’alto. “So che siete spaventati, magari siete arrabbiati e voglio rassicurarvi, io non sono uno di loro, sono un Omega e sono dalla vostra parte. Vi ho librati e vi sto chiedendo aiuto.” Alcuni sembravano particolarmente attenti, mentre altri scuotevano il capo rassegnati. “Presto, qui arriveranno dei soldati e riporteranno ‘l’ordine’… cioè verranno a ucciderci.” Tutti, anche quelli che volevano rinunciare tornarono a guardare le telecamere. “Io vi chiedo di difendere voi stessi, quando tenteranno di entrare. Di aiutarci a vicenda per salvarci. So che siete stanchi, ma tra poco saranno qui e non ci sarà più scampo per nessuno… vi prego di aiutare me e il mio amico, Y01.” Questa volta diversi annuirono e qualcuno si diresse verso le porte che avevo sigillato. “Ora aprirò le porte per coloro che vogliono aiutarmi, all’interno ci sono ancora diversi androidi che hanno il compito di ucciderci a vista, ma non abbiate paura. Ci incontreremo tra cinque minuti, al centro della stazione. Vedete quegli enormi schermi sopra ogni porta? Farò in modo che su quelli che indicano la strada giusta appaia un cerchio azzurro, tutti gli altri avranno una croce rosse.”

In poco tempo, diversi omega si assieparono davanti alle porte sigillate, ma la maggior parte, rimase dov’era, alcuni disinteressati, altri troppo malmessi per aiutarci e altri ancora intenti a curare i feriti.

“Ne avremo solo uno, due centinaia… per ora… credi che basteranno tra robot e soldati?” Mi chiese Y01, parecchio dubbioso sulla riuscita del mio piano.

“Per ora sì… ho il controllo anche delle armi, sono tutte controllate elettronicamente e a distanza… e io posso prenderne il controllo… ma per ora, meglio fargli credere che siamo pochi e male armati, ci sottovaluteranno.” Risposi, mentre uscivo e andavo incontro ai nostri nuovi compagni.

 

 

 

 

 

[Base di controllo di Empireo. Superficie Lunare]

Un uomo alto, dai capelli grigi e il volto squadrato e severo, fece il sui ingresso nella sala di controllo e tutti si misero sull’attenti. Dietro di lui, un uomo più anziano sulla sessantina, dalla pelle scura e la barba e i capelli bianchi. Il dottor Wolf. Il generale ordinò ai soldati di tornare alle loro postazioni e si avvicinò ad un gruppo di graduati che stava discutendo animatamente.

“Signori, Rapporto!” Ordinò RItcher, senza troppi preamboli. Era abituatio a farsi ubbidire subito e senza discussioni, si vedeva.

Signorsì, signore, WX01 è evaso e il peggio è che ora controlla circa l’80% dei sistemi della stazione. Abbiamo cercato di riprenderne il controllo, ma ci ha isolati. Come richiesto, abbiamo liberato X, ma il suo segnale si è allontanato dalla stazione. Crediamo l’abbiano lanciato nello spazio. Le squadre sono state informate. La capacità di X di autogenerare ossigeno si potrebbe essere rivelata utile, inoltre, le sue capacità rigenerative, dovrebbero averlo protetto dalle radiazioni solari…” Spiegò brevemente un giovane ufficiale, facendosi avanti.

“Abbiamo idea di cosa stia succedendo a bordo?” Chiese, di nuovo il loro comandante in capo, evidentemente nervoso, data la vena pulsante sulla fronte.

“N-no signore… ha isolato la stazione e assunto il controllo diretto. Ci ha escluso dai sistemi.” Rispose il giovane, leggermente intimorito dalla reazione del suo superiore.

“Affascinante… evidentemente i nostri esperimenti hanno, in qualche modo… arricchito e potenziato i poteri di X01… forse anche di tutti gli altri Omega che abbiamo sottoposto a esperimenti.” Sussurrò il professore, osservando intensamente lo schermo che proiettava i dati del ragazzo.

“Dottore! Dobbiamo evitare altri danni! Zeus ha il controllo delle armi!?” Chiese furibondo Ritcher, mentre su uno schermo, appariva l’immagine dell’interno di una nave, piena di soldati.

“Nossignore,  non ancora al meno.” Rispose un altro ufficiale, un po’ più anziano.

“Almeno una buona notizia! Ora voi andrete a riprendere quel sacco di letame di X e lo riportate qui! Poi, voglio che mi spiegate come cazzo ha fatto quel ragazzo a eludere tutti i nostri protocolli di sicurezza!” Urlò Irritato il Generale, facendo sobbalzare tutti nella sala controllo.

 

 

 

 

 

 

 

[Nei pressi della base militare di Chez Marais]

 

 

Greta si avvicinò alla recinzione e osservò attentamente le guardie cercando di memorizzare il loro percorso, ormai lo conosceva quasi a memoria ed era certa di poterle eludere facilmente. Lentamente, per non fare nessun rumore, si allontanò di nuovo e tornò al furgone/base parcheggiato in mezzo alla boscaglia.

“Grazie al cielo… ogni volta che vai ho sempre paura che tu non torni.” La accolse il ui fidanzato abbracciandola.

Lei ricambiò con un bacio, lasciandosi cullare per un attimo. “Sai che torno sempre… e comunque, sono diventata un’ottima spia, ricordalo.” Affermò lei, fingendosi seria.

Poi, entrambi scoppiarono a ridere e lei portò l’ennesima mappa del percorso a Edward che la appese, insieme ad una ventina di altre mappe. Era una settimana che erano fermi, lì in attesa che lui desse il via libera, ma il ragazzo aveva insistito per attendere e studiare un piano d’azione sicuro, dato che era escluso l’utilizzo dei poteri durante quell’infiltrazione. Ma il giorno dell’azione era arrivato.

“Bene, ci siamo… ho tutti i dati possibili, immaginabili per farvi entrare… ho tutto ciò che mi serve… ora, ecco qui. Bene, agiremo questa notte.” Disse Edward, convinto, mentre confrontava tutte le mappature e i dati che avevano portato.

Una volta fuori, Greta si attaccò al braccio di Tiziano, guardandolo intensamente negli occhi.

“Senti, non c’è bisogno che tu lo faccia, davvero, puoi rifiutarti, hai sentito, no?” Disse preoccupata. Loro due erano legati da tempo e, benché volesse bene al loro amico, X01, non voleva che succedesse qualcosa al suo fidanzato.

“Non preoccuparti… sai che so badare a me stesso… e poi, ormai… siamo tutti coinvolti, no?” Rispose lui sorridendo.

Certo che, per quel che lo riguardava, aveva sempre voluto fare qualcosa di ‘diverso e grandioso’, nella sua vita. Il problema era che, non pensava che avrebbe rimpianto cosa avrebbe perso. Si chiedeva cos’era successo alla sua famiglia e ai suoi amici, ed era certo che anche lei lo stesse pensando. Benché abituati alla nuova vita, ogni tanto rimpiangeva quella vecchia e le piccole cose che la rendevano speciale: le feste, le leggerezze, le storielle stupide che si raccontavano li e i suoi amici e un po’ di vere risate. Da troppo tempo, non rideva, da troppo tempo sentiva nel suo cuore il peso angosciante della paura e del dubbio. Così come tutti quelli che lo accompagnavano. Tuttavia lui e Greta erano insieme e nulla li avrebbe separati e questa era l’unica cosa che gli importava veramente.

 

 

 

WK07, intanto, osservava da lontano la base militare di Bleu Marais, notando come fosse imponente, anche se era certo di poterla distruggere, con l’aiuto degli altri, sapeva che avrebbe solo provocato la morte di decine di soldati.

‘Aaaaaaah… da quando ho questi dannati poteri tutto è andato a rotoli…’ Pensò, sdraiandosi sull’erba, osservando il cielo che stava diventando sempre più scuro, mano a mano che giungeva la notte.

All’improvviso sentì delle voci e, avvicinandosi, nascosto dietro a un grosso masso, notò il suo omonimo e la bionda, Emile, che stavano chiacchierando con leggerezza. Lei sorrideva allegramente, e lui rispondeva.

‘Ma tu guarda il casanova… sono curioso di vedere che succede?’ Pensò K07, avvicinandosi ancora un po’.

“Senti.. ma non hai mai spiegato perché non sei tornata dalla tua famiglia.” Stava dicendo C04, voltandosi verso di lei, con un sorriso a trentadue denti.

Lei abbassò gli occhi e il suo sorriso si spense. “Preferirei non parlarne…” Rispose piano, cercando di allontanarsi.

L’altro, però, la trattenne delicatamente per un braccio. “Aspetta!” Disse, alzandosi. “Non volevo offenderti, ma… ora sei con noi, possiamo aiutarti.”

Lei tornò a sedersi e sospirò. “Ok… ok, te lo dirò… mio padre… come dire, è uno stronzo.” Rispose senza troppi preamboli. “Ascolta tu stesso.” Aggiunse, afferrando il proprio cellulare e iniziando a far ascoltare una registrazione.

“Papà, finalmente… ascolta sono.”

“Figliola, finalmente, dove sei, mando subito la polizia a prenderti!”

“Papà, no, ascolta è una cosa importante, sono stata salvata da delle persone…”

“Cosa vogliono? Quanti soldi vogliono?”

“No, papà, ascolta! Io…”

“No, ora torni subito qui, che hai perso fin troppi giorni di scuola e ricordati che devi ereditare la mia società!”

“… *Silenzio*”

“Mi hai sentito, ragazzina?”

“Sai che ti dico, papà!? Vaffanculo!” *La telefonata si interrompe bruscamente*

“Cavolo… non mi sarei mai aspettato questo da te… sei stata… cavolo!” Commentò C04, impressionato. Anche K07 era a dir poco sorpreso.

“Non me ne parlare… sapevo che si interessava poco a me… ma sinceramente, speravo che mi ascoltasse.” Rispose lei con un triste sorriso, avvicinandosi a lui. “Per questo, ho deciso di venire con voi.”

C04 la abbracciò: “Non ti preoccupare. Mi dispiace volerti mettere in pericolo, ma sappi che non esiterò a buttarmi da solo contro la base per proteggerti.” Le sussurra con tono rassicurante.

“non preoccuparti… vedrai, so badare a me stessa.” Rispose lei con un sorriso, dandogli un bacio sulla guancia.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Finalmente ce l’ho fatta! Nuovo capitolo, scritto in meno di un giorno con una vera maratona di scrittura! Comunque, vi è piaciuto? L’ho fatto parecchio lungo, ma, sinceramente, mi sembrava giusto così… finalmente ho scritto qualcosa di ‘Romantico, ma non preoccupativi, si tornerà in azione tra poco.

*Nello spazio non ci sono molecole e il suono no provoca suoni, ma X01 e Y01, possono parlare, perché le loro bolle contengono aria.

AxXx   

  
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