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Autore: April_Elle    29/07/2013    0 recensioni
Il chiacchiericcio che proveniva da dietro le enormi tende andava ad aumentare man mano che Dasie e F. si avvicinavano, assieme alla sensazione di trovarsi in un luogo magico. Come in effetti quel posto era, solo che loro non provavano il desiderio di andarsene, come sarebbe capitato a chiunque non fosse stato invitato in precedenza. [...] Quando assieme sostarono le tende, gli occhi della vestale furono colpiti dalla moltitudine di individui che si trovavano nella sala. Le più disparate razze di creature, alcune a lei addirittura sconosciute, diverse per colore, sembianza, comportamento, e ogni aspetto che potesse descriverle, le si presentarono davanti riempiendola di meraviglia.
[...] Dasie non li aveva mai visti, ma non fu necessari la voce di F. per informarla di chi aveva di fronte. Rimasero poco distanti dai due compagni , senza attirare la loro attenzione, anche se era del tutto impossibile che Sadele non si fosse accorta della loro presenza, anzi era per fino impossibile che non fosse a conoscenza della presenza di chiunque si trovasse nella sala.
Genere: Fantasy, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sadele

 

La festa delle creature




Il chiacchiericcio che proveniva da dietro le enormi tende andava ad aumentare man mano che Dasie e F. si avvicinavano, assieme alla sensazione di trovarsi in un luogo magico. Come in effetti quel posto era, solo che loro non provavano il desiderio di andarsene, come sarebbe capitato a chiunque non fosse stato invitato in precedenza. Questo effetto aveva la stessa origine di quella sensazione di magia che era nell’aria ed era ad attribuirsi alla barriera che gli stessa Sadele e James avevano eretto affinché la loro festa trascorresse in tutta tranquillità.
Dasie non poteva nascondere il timore che le provocava il pensiero di varcare quelle tende rosa gigantesche, appese chissà dove – o forse per nulla appese, soltanto tenute in piedi da qualche incantesimo - , e di partecipare a quella festa a cui solo a pochi era permesso.
F. capì al volo ciò che l’amica stava provando e cercò di incoraggiarla: << Ricorda che sono stati loro ad invitarti e che forse nessuno quanto loro apprezza il sacrificio dei tuoi genitori. >>
Ciò non diede alcun coraggio a Dasie. << Certo, ma personalmente non devono niente a me >>
L’amica si fermò e le appoggiò una mano sulla spalla, facendo fermare anche lei. << Certo che ti devono qualcosa, ti devono tutto! Non fosse stato per coloro che li hanno sostenuti  e che si sono schierati dalla loro parte, come hanno fatto i tuoi genitori, non avrebbero mai vinto la guerra! >>
Dasie la guardò con più intensità e F. continuò. << Loro hanno profondo rispetto per tutti coloro che si sono adoperati per la causa e soprattutto per quelli che hanno perso la vita per seguirla! E non possono dimenticarsi delle famiglie e, soprattutto, dei figli che sono rimasti orfani. >>
Dasie riguardò davanti a sé, sentendo di aver ripreso coraggio grazie alle parole della fata.  Ormai mancavano pochi passi all’ingresso e la curiosità di entrare che fino ad allora era rimasta coperta dal timore, prese il sopravvento. Sorrise all’amica e ripresero a camminare.
Quando assieme sostarono le tende, gli occhi della vestale furono colpiti dalla moltitudine di individui che si trovavano nella sala. Le più disparate razze di creature, alcune a lei addirittura sconosciute, diverse per colore, sembianza, comportamento, e ogni aspetto che potesse descriverle, le si presentarono davanti riempiendola di meraviglia. Stupita che così tanti fossero stati inviati, quando lei si aspettava un piccolo gruppo di personaggi, fece pochi passi all’interno. Capì subito a cosa erano dovute le dimensioni spropositate sia delle tende dell’ingresso sia delle pareti della stanza che accoglieva la moltitudine: alla sua destra , a pochi metri, si accorse del piede grigio di un gigante e, alzando la testa, poté scorgere la sua testa da lontano.  Ce ne erano altri all’interno della sala, che sembrava smisurata anche in larghezza e lunghezza.
<< Ma come faremo a non essere pestate? >> chiese all’amica.
<< Oh, sono abituati a schivare i più piccoli, non preoccuparti >> la tranquillizzò ancora una volta l’amica. F. in quanto fata, aveva sempre abitato girovagato fra le creature magiche e la vita nei boschi le aveva permesso di venire a conoscenza delle più strane combinazioni che la natura aveva creato: riferiva a Dasie le caratteristiche di ogni specie di cui l’amica chiedeva informazioni.
<< Buongiorno, signora Ierf, >> F. salutò una strega di mezza età che aveva incontrato lungo la strada. Questa la guardò con fare interrogativo. << Sono la figlia di Virginia, la fata. >>
<< Oh, santo cielo, non ti avevo riconosciuta, cara. Sei diventata bellissima. Come stai, e come sta la tua mamma? >>
F. e la signora Ierf si scambiarono altri convenevoli e poi le due amiche proseguirono, facendosi strada tra la folla che conversava e assaggiava  le pietanze dai grandi piatti d’argento fermi qua e là, sospesi a mezzaria, e beveva dalle fontane strane bevande magiche colorate, che Dasie riconobbe come le solite che venivano servite ai banchetti e ai ricevimenti magici. La sua conoscenza in fatto di mondo magico era sufficiente affinché non si sentisse fuori luogo, ma si sentiva più sicura avendo F. accanto, che la guidava.
Sadele e James apparvero quando ormai erano quasi arrivate al centro della grande sala. La coppia salutava gli invitati che piano piano passavano davanti a loro e conversava senza mai smettere di sorridere. Sadele era di bassa statura, con un fisico atletico, per niente minuto. Accanto, il compagno le faceva da contrasto con la sua statura alta e slanciata e i capelli rossi e corti, mentre quelli di lei erano castano scuro, lunghi fino alla metà della vita.
Dasie non li aveva mai visti, ma non fu necessari la voce di F. per informarla di chi aveva di fronte.  Rimasero poco distanti dai due compagni , senza attirare la loro attenzione, anche se era del tutto impossibile che Sadele non si fosse accorta della loro presenza, anzi era per fino impossibile che non fosse a conoscenza della presenza di chiunque si trovasse nella sala: la sua natura di demone era tenuta scoperta e dimostrata dal corpo tatuato da un disegno nero. Cominciava poco distanti degli angoli della boccia, con quelle che dovevano essere delle foglie, e continuava a spirale sul collo, arrivando alle braccia e al petto,  e sviluppandosi su questi, toccando a malapena la schiena. Da questo punto in poi non era più visibile, coperto dal vestito che il demone-elfo indossava, ma era visibile la sua fine, poco prima delle caviglie, dove terminava con due foglie simili a quelle del viso, una su ogni gamba.
Era scalza, come del resto lo erano sempre i demoni. Dasie ne aveva visti altri nella sala, tutti sensuali e allo stesso tempo spaventosi, non per il loro aspetto, quanto per la sensazione che provocava la loro presenza di natura. Sadele, tuttavia, aveva qualcosa in più di tutti loro. Non era solo il fatto che fosse anche un elfo, cosa testimoniata dalle orecchie a punta ricoperte di anelli, e una strega allo stesso tempo. Era come se nulla potesse sfuggirle, nulla nella natura delle cose poteva mutare senza che lei lo sapesse e lo avvertisse. Era forte, potente, capace di usare la magia e le capacità fisiche combinandole con un’abilità di cui nessuno era capace, come aveva dimostrato molte volte in passato. Nella passata guerra, l’intero mondo magico e in parte anche quello degli essere senza poteri, era venuto a conoscenza della sua straordinaria abilità, riconfermando la leggenda in cui pochi avevano continuato a credere. Ora chiunque la conosceva, e coloro che si opponevano a lei e al compagno e che ancora rimanevano nascosti, la temevano e non erano ancora riusciti a chiedere vendetta.
Si accompagnava a quel semplice mago, James, che, tuttavia, era riuscito a dimostrare la sua capacità come mago, la sua intelligenza e la sua vocazione in qualità di leader, come pure il valore in battaglia dove era morto assieme a molti altri. Il dolore di Sadele per la sua scomparsa era stato indescrivibile e molti ricordavamo l’urlo straziante che aveva emesso trovandosi davanti il corpo dell’amato morto. Tuttavia, quello stesso dolore le era stato di aiuto fondamentale per risvegliare del tutto il suo potere ed era riuscita a salvare James, o meglio, a risuscitarlo, provocando meraviglia e sorpresa tra le creature, che quasi mai avevano visto compiere una cosa del genere. La coppia, dopo, il termine della guerra era partita per altre terre cercando di dimenticare gli orrori che avevano vissuto e riprendersi in tempo che era stato loro negato durante il conflitto.
F., dopo aver indugiato un po’, permettendo a Dasie di osservare per la prima volta i due personaggi e abituarsi all’idea di trovarseli di fronte, decise che era il momento di presentarsi e salutare.
James e Sadele,  entrambi bellissimi, congedarono il loro ultimo interlocutore e rivolsero l’attenzione alle due ragazze. Salutarono F. e lei presento loro la vestale: << Lei è la figlia di Michael e Katherine Woodhouse >>.
I due compagni guardarono Dasie sorridendo. << Davvero? Qual è il tuo nome? >> chiese Sadele.
<< Dasie >> rispose la ragazza in maniera timida, arrossendo come ogni volta diceva per la prima volta il suo nome a qualcuno.
<< Dasie >> ripeté la donna sorridendo ancora.
<< Siamo molto debitori verso i tuoi genitori >> continuò James << e speriamo che tu sia orgogliosa di essere loro figlia >>
<< Lo sono, davvero >> rispose Dasie, arrossendo ancora una volta, sorridendo lievemente.
<< Quanti anni hai ora? >> riprese la demone-elfo.
<< Diciasette >>
<< Diciasette? Sei molto giovane, immagino che devi ancora finire il tuo apprendistato. >>
<< Non, manca molto in verità. Mia madre e mio padre mi hanno fatta incominciare molto presto. Ora manca solo un anno >> .
<< Davvero? >> esclamò sorpresa Sadele e poi rivolgendo in alto lo sguardo, verso gli occhi verde chiaro di James: << Allora,  penso sia pronta per il dono…?>>
James le annuì.                                                                                                                                                                                      
Dasie era confusa e F. sembrava essere altrettanto.
Sadele le prese entrambe le mani con delicatezza e le chiuse fra le proprie. << In quanto vestale, guardiana del focolare, voliamo regalarti un potere speciale che ti dobbiamo per il sacrificio dei tuoi genitori. >> A questo punto la donna guardò in basso, verso le mani raccolte, e Dasie fece lo stesso.
Dall’interno veniva una debole luce rossa, che sarebbe stata visibile solamente da loro quattro che vi erano vicini. Dasie, invece, sentì un calore forte attraversarle le braccia e risalirle verso il petto, dove scomparve. Le era arrivato tramite le mani raccolte di Sadele, che guardò con meraviglia e poi con gratitudine.
<< Questo ti aiuterà ad essere più forte e resistente. È soltanto un piccolo regalo da parte nostra. Usalo nel modo più giusto e non sprecarlo. >>
Dasie sorrise a entrambi e li ringraziò, grata e sorpresa insieme per quel gesto improvviso e inaspettato.
La coppia offrì sia a lei che a F. una coppa di cioccolato fuso, prelevandolo da una fontana accanto a loro. Subito, le due si accorsero che non si trattava di semplice cioccolato, ma doveva essere stato cambiato con qualche incantesimo o qualche sostanza. Fu una delle bevande più squisite che avessero mai assaggiato, quasi al pari dell’ambrosia.
Li ringraziarono ancora e lasciarono il posto ad altri ospiti arrivati in quel momento a salutare la coppia. Entrambe ripensavano ancora al regalo che era stato fatto a Dasie. La vestale si chiedeva cosa avrebbe fatto con quel potere e  come le sue abilità sarebbero cambiate. Il suo primo incontro con James e Sadele era stato, per quanto breve, memorabile e gratificante. Si chiese quali altre sorprese avrebbe riservato il futuro, ora che la coppia era tornata a vivere nella casa, da dove era partita anni prima e che aveva comperato propria dell’inizio della guerra.
 Ora che i due erano i suoi nuovi vicini.

 
Angolo dell’Autrice

Eccomi dopo tre ore di scrittura ininterrotta per scrivere solamente tre pagine di Word…
Ebbene parliamo un po’ dei personaggi. La storia è scritta dal punto di vista di Dasie, una vestale: ho giocato con il ruolo delle sacerdotesse nell’Antica Roma, ma qui si parla di creature magiche, per cui non dovete prendermi alla lettera. Non so ancora cosa siano di preciso queste creature, ma posso dire che i loro poteri hanno a che fare con il fuoco.
L’amica di Dasie è nominata solo con F. Non ho voluto darle un nome, non perché non avesse molta importanza, semplicemente volevo fare qualcosa di poco usato. Il suo nome rimane un mistero anche per me, comunque.
Sadele. Be lei è la vera protagonista della storia, colei che in questo capitolo prende più spazio, non che la mia preferita in quanto ideata per prima. Si pronuncia /Sadel/ se non fosse stato chiaro. Il suo nome completo è Sadele Alexandra Werfley, completamente di fantasia, soprattutto il cognome. Questo perché Sadele Werfley è un acronimo, generato da un altro nome, un personaggio di una serie di romanzi e film che spero qualcuno indovinerà :) ma non vi dico più niente approposito.
James. Inizio con il dire che James è un nome di cui sono innamorata, sia nella variante inglese che in quella francese Jacques che in quella italiana Giacomo. Avrei voluto approfondire di più il personaggio ma per ora mi sono concentrata solo su Sadele. Lo stesso acronimo della compagna deriva da quello del personaggio a cui James è ispirato almeno in parte (spero che riuscirete a districarvi in questo attorcigliamento).
Purtroppo, non so se continuerò a scrivere di questa storia. Il capitolo è il frutto di un’improvvisa follia pomeridiana, ma mi sforzerò di trovare l’ispirazione e di continuare, anche perché sono abbastanza coinvolta nella storia.
Ciaooo!
  
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