QUESTO NON E' UN ADDIO
La
grande valigia azzurra pesa un po’ troppo e le rotelle si
muovono frenetiche mentre
mi avvicino al check-in dell’aeroporto di Dublino.
Sospiro. Anche la testa pesa più del solito, carica dei
mille fotogrammi di
questa avventura: la baia di Bray, le partite al bowling, la mia host
family,
la magica Dublino, le ore di lezione, i simpatici e dannatamente irish
capigruppo e infine i miei compagni, quei dieci ragazzi con cui avevo
condiviso
sorrisi, risate, abbracci e pure qualche lacrima la sera precedente,
durante
gli ultimi saluti.
Non mi rendo neanche conto che è arrivato il mio turno, e
quando vedo la
valigia sparire dietro il nastro trasportatore una strana morsa mi
attanaglia
lo stomaco: allora sta davvero per finire tutto. Sto davvero per
tornare in
Italia.
Mi sembra incredibile quanto quest’esperienza mi abbia
toccato, ma so solo che
dover salutare l’Irlanda mi rattrista. Si avvicina sempre di
più il momento
dell’imbarco e leggo negli occhi dei miei amici la mia stessa
tristezza, la
stessa disapprovazione nel dover abbandonare questa terra e tutte le
belle
persone che la abitano e che ci hanno ospitato calorosamente, facendoci
sentire
a casa.
Appena mi accomodo al mio sedile sull’aereo che sta per
decollare con
destinazione Venezia, lascio cadere la testa all’indietro,
chiudendo gli occhi
e cercando di rilassarmi. Infilo le cuffiette alle orecchie e attivo la
riproduzione casuale: il destino vuole che la prima canzone che il mio
iPod
riproduce sia la stessa che quindici giorni prima mi aveva accolto in
territorio irlandese. Sorrido, mentre mi ritornano in mente le ultime
parole
che la mia host mum mi aveva rivolto, mentre abbracciava stretta me e
la mia
host sister spagnola: “Questo non
è un
addio Isabella, è un arrivederci!”
E’ vero. Io tornerò in Irlanda.
Tornerò ad ascoltare le favole irlandesi
che hanno come protagonisti lepricani e fatine, tornerò a
camminare lungo le
strade di Dublino, fermandomi di tanto in tanto ad osservare i vari
artisti di
strada che con la loro arte riescono sempre a rallegrare e far
sorridere
chiunque, tornerò ad alzare gli occhi al cielo, scongiurando
che i nuvoloni
burrascosi che coprono quasi perennemente il cielo irlandese non
decidano di
rovesciare tutta la pioggia che trasportano, tornerò a
percepire il calore di un
pub in centro a Dublino, mentre l’odore della Guinness appena
spinata e delle
zuppe che vengono servite per contrastare le intemperie
d’Irlanda si propagano
nell’aria insieme agli schiamazzi di tutti i giovani che si
riuniscono per
poter commentare insieme l’ennesima partita di rugby che
trasmettono alla
tv..tornerò.
E mentre osservo le nuvole scorrere veloci sotto di noi non posso che
pensare a
quante cose quest’avventura mi abbia insegnato: mi ha
insegnato che possono
nascere delle amicizie con persone che abitano a migliaia di chilometri
di
distanza, che si può sopravvivere in un posto dove non si
parla neppure la tua
lingua, che ci si può innamorare di un posto tanto da non
vedere l’ora di
ritornarci.
AUTHOR'S
CORNER
Buonasera! Mi fa piacere che tu abbia voluto leggere le mie emozioni,
grazie :)
Ho deciso di pubblicare questo scritto nell'anniversario del mio
ritorno in Italia (non riesco ancora a crederci che è
già passato un anno!) e mi sento maledettamente emotiva! :)
Spero di sentire i vostri pareri nelle recensioni, io vi aspetto :3
Cicuta
Vi lascio il link delle altre storie che ho già pubblicato in questo sito: