Sto
per scoppiare a piangere, lo so. Lo guardo e mi viene da vomitare, da
urlare,
da piangere. E’ realmente preoccupato, mi guarda allucinato,
con le mie
lenzuola di cotone egiziano intorno alla vita. Lei sta ancora dentro il
letto,
coperta dal mio piumino danese. Tiro fuori la troia dal letto e la
riconosco.
La sua segretaria, che banalità. Neanche per tradirmi ha
tirato fuori un po’ di
fantasia. Le raccatto i vestiti e al butto fuori dalla stanza. Aspetto
qualche
secondo, ferma a guardarlo, poi sento la macchina sgommare via. Che
schifo. Gli
strappo le lenzuola e lo prendo per un braccio, trascinandolo con molta
più
forza di quanto pensassi di avere. Il pisello è praticamente
scomparso per la
paura. Quasi lo lancio fuori della porta di casa e gliela sbatto in
faccia. È
pomeriggio e passa un sacco di gente, in più è
dicembre e lui è nudo. Lo guardo
dalla finestra e mi supplica. Poi quando vede che non attacca comincia
ad
insultarmi. Mi urla che sono una stronza a lasciarlo fuori
completamente nudo.
Ha ragione. Apro la finestra e gli lancio un calzino. Uno. Uno solo. Ma
almeno
non è completamente nudo.