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Autore: Liz_P    29/07/2013    6 recensioni
Fierobecco. Lucius Malfoy. Severus Piton. Narcissa Malfoy. Rose Weasley. Tutto questo in una sola giornata. Per Scorpius Malfoy è come vivere un'avventura.
Genere: Commedia, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, Lucius Malfoy, Rose Weasley, Scorpius Malfoy, Severus Piton | Coppie: Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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LA PIETRA DELLA RESURREZIONE 


Stava correndo verso la Foresta Proibita dopo che aveva fatto arrabbiare l’Ippogrifo di Hagrid. Suo padre gli aveva sempre detto di non fidarsi di quel mezzo gigante e soprattutto delle sue “malefiche bestiole”, ma lui, dopo cinque anni che lo conosceva, riteneva che non fosse poi tanto male come diceva suo padre. Insomma, era Scorpius Malfoy, aveva fiuto lui per certe cose! Come quella volta, da piccolo, che suo padre gli aveva detto di non parlare con i Potter e i Weasley e lui, curioso, ci aveva parlato lo stesso. Ora era il migliore amico di un Potter ed era perdutamente innamorato di una Weasley. Se suo padre fosse venuto a saperlo lo avrebbe sicuramente diseredato e disconosciuto come figlio, per non parlare dell’infarto che l’avrebbe colpito poco dopo, perciò meglio non far arrivare quella voce alle sue orecchie, anche perché la sopracitata Weasley non lo considerava minimamente.
Sentiva delle voci dietro di sé che lo richiamavano, tra cui quella di Al, il suo migliore amico, ma le ignorò e continuò per la sua strada: non aveva per niente voglia di tornare da quell’Ippogrifo. Girò un attimo la testa per vedere chi lo stava chiamando e vide che l’Ippogrifo era appena scappato di mano ad Hagrid e lo stava inseguendo, alquanto arrabbiato. Si nascose dietro ad uno dei primi alberi all’interno della foresta e chiuse gli occhi, restando in ascolto. Dopo alcuni secondi si arrischiò a guardare: vide Fierobecco, l’Ippogrifo, fermo all’entrata della foresta, come se stesse aspettando qualcosa..o qualcuno. Con orrore, Scorpius si accorse che Fierobecco stava aspettando che lui uscisse dalla foresta, e prima o poi avrebbe dovuto farlo. Tornò a guardare il folto della foresta e prese una decisione: avrebbe cercato un’altra uscita, non si sarebbe fatto sbranare da quell’essere, come era quasi successo a suo padre.
Si incamminò all’interno della foresta, accendendo la bacchetta per evitare di inciampare da qualche parte e tenendo gli occhi aperti nel caso qualche strano animale avesse deciso di attaccarlo. Camminò per una decina di minuti, quando sentì un rumore dietro di sé e si voltò di scatto, con gli occhi spalancati e continuando a camminare. Avendo perso il contatto visivo con il suolo, inciampò su una radice e cadde rovinosamente a terra, perdendo la bacchetta che si spense, lasciandolo nel buio più totale. Si immobilizzò per qualche secondo terrorizzato, poi iniziò a movere piano la mano alla ricerca della bacchetta, ma le sue dita toccarono qualcosa di piccolo e duro, decisamente non la bacchetta, ma di consistenza diversa da un normale sasso. Decise di scoprire che cosa fosse, perciò lo raccolse e con l’altra mano ricominciò a cercare il suo fidato pezzo di legno, finito un po’ più avanti. La accese e si alzò, riprendendo a camminare.
Mentre si inoltrava ancora nella foresta, esaminò lo strano sasso appena raccolto alla luce della bacchetta: non era un sasso, era una pietra, una pietra nera, liscia, con gli angoli spigolosi e che rifletteva la luce. Scorpius pensò che fosse una pietra stupenda, e decise di tenerla, come ricordo di quella strana ,a curiosa giornata. La mise in tasca e continuò a camminare.
Durante il tragitto giocò con quella strana pietra, facendola ruotare nel mano e cercando di non farla cadere, quando all’improvviso vide davanti a sé tre sagome umane che si avvicinavano. Alzò la bacchetta, pronto a difendersi in caso di attacco, ma tremava visibilmente di paura.
«Non vi avvicinate» disse, cercando di non far capire alle tre figure che in realtà aveva paura.
«Non ti preoccupare, non ti faremo del male» rispose una voce di donna, che ebbe il potere di rassicurare Scorpius.
«Perché vi dovrei credere?» chiese lui, non fidandosi totalmente dei tre individui che si stavano avvicinando.
«Perché sappiamo chi sei, Scorpius Malfoy» rispose la voce di un uomo, accanto alla donna.
Scorpius avanzò di qualche passo, fino a trovarsi in una radura buia, ma comunque più illuminata del resto della foresta, e finalmente poté vedere i volti delle tre persone: due uomini e una donna.
L’uomo sulla sinistra aveva lunghi capelli neri come la pece, a Scorpius sembrarono unti, e due profondi occhi neri anch’essi, che lo facevano sembrare un corvo. A sostegno di quella tesi, indossava un lungo abito nero decisamente da mago, che arrivava fino ai piedi. Accanto all’uomo c’era una donna, sicuramente quella che aveva parlato, e Scorpius si incantò a guardarla: aveva lunghi capelli biondi, che terminavano in meravigliosi boccoli, e aveva due occhi azzurro brillante, che sembravano vivi. Alla sinistra della donna c’era l’altro uomo, e quando lo vide a Scorpius mancò un battito: capelli biondo platino, che sembravano tinti, occhi grigi e freddi e portamento fiero, proprio come un nobile, proprio come suo padre. Quell’uomo, se non fosse stato per l’età, poteva essere suo padre.
«Chi siete? Che cosa volete da me?» chiese, senza abbassare la bacchetta.
«Non ti faremo del male» ripeté a donna.
«Chi siete?» chiede di nuovo Scorpius, cominciando a stancarsi. Che volevano quei tre?
«Davvero non sai chi siamo?» chiese l’uomo identico a suo padre, intrecciando la mano con quella della donna.
Più li guardava, più si sentiva confuso, ma ora che ci pensava gli pareva di averli già visti. E poi quell’uomo era così uguale a suo padre, così uguale a lui.. Un lampo si consapevolezza attraversò gli occhi di Scorpius quando finalmente capì chi erano quelle persone.
«Nonno? Nonna?» chiese, sgranando gli occhi. Quando le due figure per mano annuirono, sorridendo, a Scorpius vennero le lacrime agli occhi. Suo padre gli aveva parlato molto dei suoi nonni, dicendogli che avevano fatto la scelta sbagliata ma che poi si erano pentiti, proprio come lui. Non gli sembrava vero di poterli vedere e pensò che fosse solo un sogno. Ma..che ci faceva l’altro uomo nel suo sogno?
«Mi scusi se glielo chiedo signore, ma lei chi è?» chiese Scorpius all’uomo vestito di nero, guardandolo negli occhi.
«Tuo padre non ti ha mai parlato di me?» gli chiese lui, guarandolo male.
Scorpius preferì non commentare: quell’uomo gli faceva un po’ paura.
L’uomo in nero, contrariamente a quello che si era aspettato, si mise a ridere e guardò suo nonno. «Bell’insegnamento che dai a tuo figlio, Lucius. In fondo sono l’uomo che gli ha salvato la vita, o sbaglio?» chiese, con fare canzonatorio.
«Sta’ zitto Severus» gli rispose lui, guardandolo storto.
«Aspetti..lei è Severus Piton?» chiese Scorpius, ricordandosi solo in quel momento di una cosa.
«Ah! Allora tuo padre ti ha parlato di me!» esclamò lui, sorridendo.
«Beh, veramente no. Me ne ha parlato Harry Potter, il padre del mio migliore amico» commentò Scorpius alzando le spalle.
All’improvviso nella radura calò il silenzio. I due uomini si guardarono sbigottiti, come se non credessero alle proprie orecchie.
«Ah beh, allora qualunque cosa ti abbia detto non credergli!» commentò Piton, riprendendosi dallo shock.
«Dunque non è vero che lei gli ha salvato la vita? Che si è sacrificato per salvarlo? Che era innamorato di sua madre e che era la spia di Silente in mezzo ai Mangiamorte? Sa, mi ha detto che è l’uomo più coraggioso che abbia mai conosciuto..» disse Scorpius, con aria annoiata. Voleva che Severus rimanesse stupito, e così accadde. Sgranò gli occhi e lo guardò come se fosse la reincarnazione di Voldemort.
«Ve..veramente ti ha detto questo di me?» chiese, balbettando.
«Severus! Che ti succede?» gli chiese Lucius, prendendolo in giro.
«Sì, veramente» rispose Scorpius. «Ha persino chiamato suo figlio come lei. Severus. Il mio migliore amico si chiama Albus Severus Potter»
«Tu sei amico di un Potter?» chiese suo nonno, fissandolo.
«Sì, che problemi ci sono?» ribatté lui. Era stufo che tutti gli facessero la stessa domanda: come mai sei amico di un Potter se sei un Malfoy? Al era un grande amico, il migliore, e a lui non importava di quello che diceva la gente.
«Veramente no. Stavo per dirti che siamo fieri di te, perché, a differenza di me e tuo padre, sai guardare nel cuore delle persone e non ti fermi alle apparenze, o addirittura al cognome» gli rispose Lucius, guardandolo con dolcezza.
«Ma nonno, tu odiavi i Potter» notò lui.
«Vero» convenne lui. «Ma è grazie ad Harry se tua nonna non è finita ad Azkaban»
«Davvero?» chiese Scorpius, curioso.
«Davvero» rispose Narcissa. «Proprio qui, in questo luogo, Voldemort ha ucciso Harry e ha mandato me a controllare che fosse veramente morto. Non era morto, ma io ho detto che lo era, perché mi ero pentita e perché volevo che la guerra finisse»
«Ma tu sei finito ad Azkaban» commentò Scorpius, rivolto al nonno.
«Purtroppo sì, ma ho subito uno sconto della pena, sempre grazie ad Harry» rispose lui, sorridendo.
Scorpius non sapeva più cosa dire: aveva sempre creduto che quelle tre persone che aveva davanti odiassero Harry Potter, invece ora veniva a scoprire che gli erano tutti grati.
«Cos’è questa?» chiese, facendo vedere la strana pietra.
«Quella è la Pietra della Resurrezione, uno dei tre Doni della Morte. Harry l’aveva persa nella foresta la notte della Battaglia di Hogwarts, 23 anni fa» rispose Severus.
«Devo dirlo ad Al e Rose..» rispose Scorpius, parlando a se stesso.
«Oh, a proposito di questa Rose..» cominciò sua nonna.
«Non importa de è una Weasley. Tuo padre se ne farà una ragione. Se ti piace veramente, cerca di conquistarla» finì per lei suo nonno, guardando il nipote con dolcezza.
«Ora lascia cadere la Pietra, il nostro compito qui è finito» disse Severus, fissando anche lui Sorpius.
«Mi..mi mancherete. E a papà mancate» rispose lui, rivolgendosi ai nonni.
«Ciao Scorp, saluta tuo padre da parte nostra, e digli che siamo fieri di lui» disse sua nonna, due secondi prima che Scorpius lasciasse cadere la Pietra a terra.
Si voltò e cominciò a correre, per tornare indietro dagli altri. Durante tutto il tragitto, continuò a ripensare alle parole dei suoi nonni e calde lacrime rigarono le sue guance.
 
«Eccoti! Ma dove ti eri cacciato? Hagrid è nella foresta che ti cerca!» gli disse Albus, non appena Scorpius entrò in Sala Grande per pranzo.
«Scusa Al, ti spiego dopo, ora devo cercare tua cugina..» rispose lui, gaurdando verso il tavolo dei Grifondoro.
«Perché? Che vuoi da mia cugina? E soprattutto, quale cugina?»
Ma Scorpius lo ignorò totalmente, avendo notato una chioma di ricci rossi all’entrata della sala. Scansò Albus in modo poco gentile e si diresse verso di lei, sotto lo sguardo di tutto il resto degli studenti di Hogwarts.
«Rose?» la chiamò, quando fu abbastanza vicino.
«Sì?» rispose lei, voltandosi verso di lui, aspettando una risposta. Risposta che non arrivò mai, perché Scorpius le si era avvicinato e le aveva preso dolcemente la testa tra le mani, baciandola davanti a tutta la Sala Grande. 


Ed eccomi qui con la mia seconda One Shot su Rose e Scorpius! So che loro due hanno uno spazio minimo nella storia, ma comunque hanno il loro lieto fine, o no?
Bene, spero vi sia piaciuta, lasciate una recensione per dirmi cosa ne pensate. Alla prossima, 
Liz_Potter
  
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