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Autore: Lyrael    30/07/2013    1 recensioni
Sotto un cielo stellato, Harry pensa e prende decisioni. Draco invece aspetta...
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaise Zabini, Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Draco/Harry
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VI libro alternativo
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...e le stelle stanno a guardare

1 - Pensieri

Da quando non doveva più preoccuparsi di Voldemort, Harry aveva riacquistato un bel po' di tranquillità, come se ci fosse anche solo da dubitarne.

Nonostante questo, però, non era riuscito a perdere quelle che Hermione chiamava spesso "le cattive abitudini", come accapigliarsi con Malfoy ogni volta che se ne presentava l'occasione, sgattaiolare in cucina con Ron per uno spuntino extra, o vagabondare nel castello di notte.

Forse era quest'ultima che preoccupava la sua amica più di tutte. In fondo, se era con Ron si sarebbero potuti spalleggiare, in caso di bisogno, e gli scontri con Malfoy avvenivano in pratica sempre davanti ad un buon numero di persone, quasi che loro malgrado non riuscissero a fare a meno del pubblico.

A Harry questa cosa dava fastidio, molto più di quanto non lasciasse trapelare, perché così come si era liberato di Voldemort, avrebbe voluto scrollarsi di dosso anche le stupide abitudini infantili che lo avevano accompagnato per sei anni. Solo che Malfoy non sembrava dello stesso avviso.

A Ottobre inoltrato la temperatura si stava abbassando molto rapidamente, e le notti erano già gelide e limpide, in attesa delle inevitabili tormente invernali. Sempre più spesso Harry si era trovato a dirigere i suoi passi verso la Torre di Astronomia, pur con tutto il carico di dolore che rivederla gli riversava addosso ogni volta. Lì aveva perso una figura fondamentale, per lui, ma erano anche state gettate le basi per uno dei suoi più grandi dubbi. E qui tornava fuori di nuovo Malfoy.

Draco Malfoy rimaneva per Harry una situazione non risolta, portava con sé il sapore di qualcosa d'incompiuto, come un quadro non finito, un romanzo letto e abbandonato a metà, ma mai del tutto dimenticato. Anche per questo la faccia strafottente di Malfoy, che non aveva variato di una sola virgola il suo ridicolo comportamento, gli dava ancora maggiormente sui nervi. Possibile che quello stupido ragazzo non si rendesse conto che le cose erano cambiate, che oltre ad essere cresciuti, e pure troppo in fretta, nessuno lo avrebbe mai più preso sul serio come prima? Si rese conto con rammarico che la cosa gli dispiaceva, ma non per sé, per Malfoy.

Era sempre stato un insopportabile spocchioso, ma era intelligente, e un tale spreco di materia grigia proprio non lo comprendeva.

Oltretutto la situazione per lo Slytherin era mutata anche a scuola. In pratica gli erano rimasti fedeli solo Crabbe e Goyle, ma più che la forza bruta, Harry non pensava che da quei due si potesse ricavare molto altro. Con il padre ancora saldamente rinchiuso ad Azkaban e la madre ridotta a un povero ammasso di ossa nella cripta di famiglia, il signor Malfoy junior non aveva più l'appoggio di una fetta del mondo magico, fosse anche la parte dell'Oscurità.

Persino nella sua Casa, a quanto dicevano le voci di corridoio, doveva guardarsi da quelli che, assai scaltramente, non si erano schierati apertamente con nessuna delle due parti, rimanendo a guardare chi avesse vinto, invece di farsi coinvolgere prima di conoscere il risultato della guerra.

Un comportamento molto Slytherin, in effetti, ma in fondo, a posteriori, Harry non se la sentiva davvero di biasimarli. Lui non aveva avuto possibilità di fare diversamente, ma se avesse potuto, si sarebbe ritagliato un angolino comodo e defilato, invece di dover affrontare un pazzo psicotico per sei anni della sua vita. Senza contare l'infanzia rovinata che Voldemort gli aveva regalato.

Harry seguiva il suo treno di pensieri, guardando pigramente la volta celeste e godendosi la calma e la tranquillità che osservare le stelle gli aveva sempre regalato. Ricalcava con la punta della bacchetta il profilo delle costellazioni, dalle più luminose ed evidenti, come il Gigante Orione, a quelle più piccole o deboli, come il Dragone.

Buffo come lasciar libera la mente ti riportasse sempre a quello da cui eri partito. Harry aveva cominciato a pensare a Malfoy, e ora i suoi occhi percorrevano la tenue linea che aveva dato il nome alla sua nemesi.

Pian piano cominciò a far apparire piccole luci fatate, appena un alito di bianco più intenso delle stelle, e senza rendersene conto aveva ricreato proprio quelle due formazioni luminose, il Gigante Orione, girato di profilo e con la spada alzata, e il Dragone, che con la testa verso l'altro lato sembrava stesse cercando una via di fuga per sfuggire alla caccia.

Non aveva mai pensato a Malfoy come a una possibile preda. No, preda era brutto, meglio... conquista. In fondo lui non era niente male, come i suoi ultimi due ragazzi gli avevano più volte fatto notare, e Malfoy, se si tralasciavano i modi insopportabili, era di una bellezza quasi abbagliante.

No, doveva fermarsi. Pensare allo Slytherin in quei termini non avrebbe aiutato nessuno, men che meno Malfoy. O forse no?

HD - DH - HD - DH

  
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