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Autore: amy62fy    30/07/2013    2 recensioni
La solita ragazzina che vive di sogni e speranze? Sì. La novità? La novità è che questa ragazzina non è un’adolescente come le altre.
Amanda, 14 anni. Gioca a pallavolo, ama la musica, la scrittura e il suo migliore amico Harry. Brava nei temi.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Che cos’ho di sbagliato?
Ecco la solita domanda che mi pongo quando mi guardo allo specchio. Un piccolo naso, degli occhi marroni con un accenno di verde, una boccuccia con sottili labbra rosee. Capelli ricci colorati da un castano chiaro che si illuminano di riflessi biondi e rossi al sole e delle guanciotte sempre pronte a qualche pizzico di qualche familiare anziana signora. Abbastanza carina, diciamo. Ma nonostante tutto ciò mi sento sempre insicura, non pronta ai giudizi degli altri. Quindi me ne sto zitta, da parte, chiusa in me stessa.
Come sempre sto andando a scuola. Quel cavolo di edificio che odio ma che amo. Varco la soglia del portone e mi ritrovo lui, Harry. Il riccio dagli occhi verde smeraldo che quando si posano su una ragazza, a quella viene un colpo. O almeno per me è così.

Il corridoio, occupato in parte dagli occhi curiosi delle ragazze più popolari e carine della scuola, viene calpestato dalle sue converse bianche, avvicinandosi a me. La sua bocca si apre in un sorriso abbagliante davanti a me.
-Ciao Amy!-
-Harry, ciao!-
Ci siamo conosciuti all’inizio di quest’anno, grazie al corso di musica che seguiamo entrambi. Lui suona la chitarra, io canto; certe volte lui fa la seconda voce con me, e gli dico sempre che dovrebbe cantare, ma non capisce di avere una voce spettacolare. Quando ci siamo visti a scuola abbiamo subito legato, ma non potevo immaginare di prendermi una tale cotta per lui.
-Come stai?- mi chiede con la sua voce roca, che rimbomba leggermente in corridoio.
-Bene, grazie… oggi ho l’allenamento, quindi non vengo al corso di musica.- rispondo.
-A che ora?-
-Dalle 17 alle 19, perché?-
-Nella palestra vicino alla scuola, giusto?-
-Sì, ma come mai tutto questa curiosità?-
-Vengo a vederti.-
Il panico mi affanna i pensieri. Vuole davvero saltare una lezione di musica per vedere me giocare a pallavolo?
-Ehm… okay, va bene. Come vuoi tu.-
-Perfetto, allora!-
Mi mostra il suo bellissimo sorriso, facendo comparire le sue adorabili fossette in mezzo alle guance.
-Ci vediamo dopo, ciao bella.-
Mi schiocca un amichevole bacio sulla guancia, per poi entrare in classe.

Lo osservo mentre si avvia verso l’aula, accolto dai suoi amici che lo aspettano sulla soglia.
Io rimango in corridoio persa nei miei pensieri, non accorgendomi che sono già entrati tutti e che sono l’unica ancora fuori.
Amanda, corri.
 

Apro con impeto la porta che fa un rumore misto a boato e tonfo. Gli sguardi dei miei compagni e quello della prof. mi assalgono. Sembrano spaventati, ma quando capiscono che sono io appare sul loro volto un accenno di curiosità; normalmente sono puntuale. O per lo meno, otto volte su dieci lo sono.
-Amanda, ti sei persa in corridoio per caso?- dice sarcastica la prof.
-Mi scusi…- rispondo con una risata. Per fortuna oggi è in buona, quindi un semplice “devi venire in orario a lezione” può bastare.

Prosegue con la sua lezione, mentre posiziono sul banco il diario, l’astuccio e anche un teorico quaderno degli appunti che si trasforma nel mio raccoglitore di disegni e fantasie. La matita comincia a tracciare le linee morbide del suo volto, i ricci e il ciuffo portato in alto.
Sono abituata a fare questi disegni, ne ho fatti molti altri durante le ore più noiose, soprattutto suoi ritratti. Non sono venuti tutti bene, lo ammetto, ma mi piacciono perché li ho fatti con il cuore, uno per uno.
-Amanda! Già sei arrivata tardi, almeno non ti distrarre!- mi ammonisce la prof.
-Mi perdoni…- rispondo.
Ora non si può più nemmeno disegnare? Questa educazione sta andando passo passo a puttane.
 

Sento la campanella che indica l’intervallo, così esco dalla porta e cerco con lo sguardo Harry, e come ogni volta non è ancora arrivato, quindi lo aspetto al nostro termosifone. Ebbene sì, ci conosciamo da un anno scarso e abbiamo già il nostro termosifone a scuola. È il nostro punto di ritrovo, quando dobbiamo dirci qualcosa ma non possiamo aspettare l’uscita ci mandiamo un messaggio, usciamo e ci troviamo lì. E anche agli intervalli ci aspettiamo in quel posto a vicenda. È il nostro termosifone.

Vedo la sua sagoma avvicinarsi a me, sorridendo.
-Ciao!- mi dice, dandomi un bacio sulla guancia.
-Ehi. Come va?- lo guardo sorridendo, appoggiandomi al calorifero.
-Bene, ho scampato l’interrogazione di matematica.- ride piano.
-Il solito culo, eh?- rido anche io, scherzando. Lui fa lo stesso di rimando.
-Probabile. Tu?-
-A posto, arrivata tardi ma a posto.- ridacchio. Mi imita annuendo.
-Ah, a che ora hai l’allenamento oggi?-
Sospiro a quella domanda. Perché ci tiene così tanto a venirmi a vedere?
-Dalle 17 alle 19. Ascoltami, non devi perdere una lezione di musica solo per venirmi a vedere giocare a pallavolo.-
-Ma io voglio farlo.- mi zittisce, guardandomi. –E poi mi dici sempre che ami giocarci, ti vedo sempre euforica quando hai qualche partita… mi hai incuriosito.- sorride.
Lascio perdere il mio vano tentativo di convincerlo.
-Come vuoi.- lascio fare.
Mi da un buffetto sulla guancia e sorride facendo comparire le fossette che adoro.
-Andiamo, non sarai così male.-
-Penso e spero di no.- rido.

Sorride e mi guarda negli occhi, quando vedo tre suoi amici spuntargli dietro, dandogli una pacca sulle spalle, facendolo girare di colpo.
-Andiamo Haz, devi venire con noi.- dice uno dei tre ridendo, per poi rivolgere a me lo sguardo.-
-Oh, ciao bellezza.- sorride il ragazzo, porgendomi la mano. –Piacere, David.- mi guarda negli occhi. Disustoso. Per cortesia gliela stringo.
-Amanda.- accenno un finto sorriso e vedo Harry guardare la nostra stretta si mano, anche lui curvando leggermente le labbra.

-Allora ci vediamo questo pomeriggio, ciao Harry.- lo saluto guardandolo negli occhi. Lui si avvicina e mi lascia un bacio sulla guancia.
-Ciao bella.- mi sorride.
-Allora ciao, Amanda. Magari ci rivedremo.- mi fa l’occhiolino David.
-Ciao anche a te.- rispondo fredda, girandomi per andare giusto un po’ più in là. Che vuole da me quel ragazzo? Sembra così antipatico, leccapiedi e soprattutto avventato. Amico, ti vedo adesso per la prima volta in vita mia e mi dici che “magari ci rivedremo”? No grazie.


Angolo della scrittrice
Ciao a tutti! Questa è la mia prima Fan Fiction "seria" che scrivo, spero vi piaccia. Avevo già pubblicato l'inizio di questa storia su EFP, ma come primo capitolo era cortissimo. Quindi l'ho allungato ed ecco qui.
Premetto che all'inizio questa storia doveva essere un libro. Sì, volevo davvero scrivere un libro. Ma ci ho ripensato e ho optato per questo mio adorato sito.
Aspetto vostre recensioni dove mi scrivete cosa vi piace, non vi piace, correzioni, complimenti (se ce ne sono, lol. speriamo bene.), e chi più ne ha più ne metta, per valutare se ne vale la pena andare avanti o se mi devo dare all'ippica e non alla scrittura, ye.
Con questa strana affermazione vi saluto.
BUHYA!
  
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