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Autore: Pandacoffee    30/07/2013    4 recensioni
Harry/Louis Death!fic
Dal testo: “Alzati, ti prego, alzati” gli diceva e intanto con una mano si aggiustava gli occhiali sul naso “alzati” gli ripeteva, poi crollò in ginocchio davanti a lui.
Poggiò la sua testa esattamente accanto a quella di Niall e gli abbracciò le spalle.
“Non piangere” gli diceva.
“Louis” mi chiamò Liam.
Tornai a posare i miei occhi su di lui.
“Andiamo a casa, adesso” mi disse e mentre ancora non aveva concluso la frase io già scuotevo la testa.
“Manca Harry”.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Nobody compares
 


Louis
C’è chi dice che nei momenti più tristi della vita bisognerebbe solo ricacciare indietro le lacrime e guardarsi intorno cercando qualche lato positivo, persino nella tragedia. C’è anche chi, poi, ritiene persino superfluo sforzarsi di non piangere. Bisogna anzi calare ogni difesa, consumare fino all’ultima lacrima tra le braccia di chi ti ama, di chi ti è sempre stato accanto o di chi, semplicemente, si è trovato ad attraversare la tua vita.
Tutto quello che stavo facendo io, quel giorno, invece, era di mantenere alto il mio sguardo, fisso in un punto lontano e non visibile al resto del mondo.
Non dovevo abbassare le sguardo. Non abbassare lo sguardo, mi dicevo. Non farlo, per nessuna ragione al mondo.
Fu Niall a sedersi per terra, sul marciapiede, accanto a me. Continuava a leccarsi le labbra e a passarsi le mani tra i capelli. Spostai il mio sguardo su di lui, e mi sarebbe anche venuto da sorridere se mi fossi osservato dall’esterno.
Lo guardavo quasi come avevo sempre guardato Harry. Lo guardavo con l’insaziabile bisogno di conforto, con il bruciante desiderio di sentirmi rassicurato. Chi avrebbe detto che un giorno avrei avuto bisogno di altro, al mondo, che non fosse Harry?
Lui si guardava la punta delle scarpe e tirava su col naso.
“Louis, senti...” iniziò lui
“Niall” dissi soltanto e qualcosa nel mio tono di voce lo convinse a non aggiungere altro.
Poggiò la testa sulle ginocchia che si stringeva al petto e iniziò a piangere.
“Louis” continuava a dire e Dio solo può capire quanto detestassi il mio nome, in quel momento.
“Louis” ripeté scosso dai singhiozzi.
Liam si avvicinò a me e si sedette al mio fianco mentre Zayn, piangendo, cercava di tirare verso di sé Niall e farlo alzare in piedi.
“Alzati, ti prego, alzati” gli diceva e intanto con una mano si aggiustava gli occhiali sul naso “alzati” gli ripeteva, poi crollò in ginocchio davanti a lui.
Poggiò la sua testa esattamente accanto a quella di Niall e gli abbracciò le spalle.
“Non piangere” gli diceva.
“Louis” mi chiamò Liam.
Tornai a posare i miei occhi su di lui.
“Andiamo a casa, adesso” mi disse e mentre ancora non aveva concluso la frase io già scuotevo la testa.
“Manca Harry”.
Zayn diede un pugno all’asfalto e io mi girai a guardarlo e chiusi gli occhi ad ascoltare i sighiozzi di Niall.
“Zayn, andate in macchina voi, arriviamo adesso”.
 
 
 
 
Liam cercava di convincemi ad alzarmi dal marciapiede da almeno un quarto d’ora.
Mi prese il viso tra le mani e deglutendo un paio di volte, sonoramente, mi ripeté per la centesima volta: “Dobbiamo andare a casa, adesso”
E io provai a ribattare ma lui continuò
“Ho visto che manca Harry. Ho visto che non c’è”.
“Magari adesso si sveglia” dissi. Non so nemmeno io se lo dicevo realmente in maniera convinta.
Fu la lacrima che rigò la guancia di Liam a suggerirmi la risposta.
“Forse sì, vero?” gli dissi.
L’ambulanza alle spalle di Liam spense i lampeggianti, chiuse i portelloni e ripartì muta.
Liam mi tappò le orecchie con le proprie mani e piegò la testa verso il basso.
Cosa non dovevo sentire?
Mi divincolai dalla sua presa e ascoltai, insieme alle urla di qualcuno, il mio cuore perdere un battito.
La madre di Harry era abbracciata ad un signore che non riuscii a riconoscere mentre altre due donne, tra cui Gemma, le cingevano i fianchi, anch’esse in lacrime.
Urlava il nome di Harry come ogni tanto facevo anche io nei miei incubi peggiori.
“Andiamo a casa Louis, ti prego” riprovò Liam, piangendo.
Oramai persino il suo corpo era scosso dagli stessi singhiozzi di Niall.
“Ti prego” mi disse ancora.
                                                                                                             
 

Mezzora prima

 
Harry
Macchie. Di caffè, di vernice, di smalto, di rossetto. Macchie. Le amo.
Mi fa proprio ridere il concetto di macchia, è solo un errore, nient’altro. Le macchie capitano. Ti ritrovi con un marchio sulla maglietta o sui pantaloni e il più delle volte accade per sbaglio o per qualche scherzo idiota di un tuo amico, che ti versa addosso della coca cola.
Un attimo prima hai una camicia bianca e un secondo dopo hai un bollo scarlatto di pomodoro all’altezza del taschino.
Io adoro questi colorati imprevisti, adoro le cose che accadono all’improvviso senza che ce lo si aspetti, adoro il momento in cui tutto cambia e passi dall’avere una maglietta pulita all’avere un’opera d’arte addosso, il momento in cui il tuo cuore passa dall’essere libero all’essere assolutamente occupato. All’improvviso.
Ecco un buon riassunto della mia vita. Una successione nemmeno troppo ordinata di sorprese, macchie ed imprevisti.
E ora chi lo dice a Louis, pensai. E non c’entrava molto, però continuavo a pensarlo. E i pensieri ti rimangono addosso, quasi più delle macchie.
Adesso chi lo dice a Louis? Qualcuno gli dirà che è la cosa più bella che mi sia mai capitata, qualcuno si preoccuperà di fargli sapere ancora che io lo amo più di qualsiasi altra cosa al mondo? Provai lo stesso, anche se lui non era lì ad ascoltarmi.
“Ti amo” dissi. Lo sussurrai e poi lo pensai, perché volevo averle anche nella testa quelle parole.
Perché i pensieri sono indelebili. I pensieri fanno male, quasi come il tuo cuore che si spegne in una pozza di sangue sull’asfalto. Quasi come un’auto che ti investe. All’improvviso.
Ti amo. Pensai ancora. Perché i pensieri macchiano, come il sangue, l’asfalto. 



Note: Non lo soooooooo.... non so perchè scrivo cose così!!! Mi odio da sola e mi metto tristezza da sola. Boh. I problemi.
  
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