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Autore: Molly182    30/07/2013    4 recensioni
“Questo sarebbe il momento in cui io ti dovrei baciare”, aveva sussurrato a pochi centimetri dalle mie labbra.
“Questo sarebbe il momento in cui tu dovresti farlo”.
Nella penombra avevo visto comparire un sorriso sulle sue labbra e pochi secondi dopo le sentii appoggiate sulle mie.
“Mi piaci molto, Allyson”, mi aveva sussurrato. Mi stavo davvero convincendo che quel ragazzo non fosse solo un completo idiota, ma sapeva essere dolce e romantico. Eppure mi stavo facendo abbindolare da un ragazzo che probabilmente avrei rivisto chissà quando. “Non mi scappi, ora sei mia”, però mi piaceva e non potevo fare nulla.

“Ally ci sei?”, mi chiese Sally sventolando una mano davanti ai miei occhi cercando di portarmi alla realtà.
“Ehm…sì, scusa”
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alex Gaskarth, Jack Barakat, Nuovo personaggio
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Chap ventisette.
Cercare Alex era stata la peggiore mossa che avessi potuto fare. Avrei preferito rimanere all'oscuro di quello che stava facendo e invece mi ero preoccupata per lui e come una stupida ero andata a cercarlo.
Vederlo con quella ragazza, mentre la baciava, era stato decisamente fin troppo! Come aveva potuto fare una cosa del genere, soprattutto lì in mezzo al corridoio, dove tutti avrebbero potuto vederli. Non era decisamente una cosa saggia da fare, tanto meno furba! Anzi era proprio da idioti! Così come lo era stato lui!
Ero letteralmente furiosa, adirata, idrofoba, delusa, incazzata… non riuscivo a pensare a nient’altro che a quella scena orribile cui avevo assistito poco fa. Volevo trovare un modo per dimenticarmi di quell’evento catastrofico.
Totalmente presa dai miei pensieri rumorosi e dalle mie scarpe che calpestavano il pavimento come se ogni piastrella corrispondesse alla faccia di Alex, non mi accorsi di un paio di scarpe che m’inseguirono. Non era il classico suono delle converse dell’Idiota! Era un suono nuovo, completamente diverso, a me sconosciuto. Sinceramente non m’interessava neanche un po’ a chi appartenesse, volevo solo uscire dal retro del locale e prendere una boccata d’aria fredda, così da sbollire una parte della rabbia, ma qualcosa m’impedì di raggiungere l’esterno. Due grosse braccia m’imprigionarono bloccandomi prima che potessi fare un altro passo. Guardai attentamente quelle braccia cercando di liberarmi, pensando che magari Alex avesse avuto la brillante idea di seguirmi, ma non era così. Due grosse braccia, di cui una completamente tatuata, mi tenevano stretta contro la mia volontà. Mi dimenai, ma era inutile.
“Tom lasciami!”, urlai riconoscendo i disegni. “Jack digli di lasciarmi!”, ordinai all’altro ragazzo che mi trovavo davanti.
“Ally, calmati un attimo”, disse lui posandomi le sue mani sulle mie braccia come per calmarmi. “Fai due respiri profondi e guardami negli occhi!”
“Jack... voglio solo prendere una boccata d’aria”.
“Invece hai l’aria di chi vuole scappare!”
“Non essere stupido!”, gli dissi. “Non posso scappare… non saprei neanche da che parte andare!”
“Almeno sei consapevole del tuo pessimo orientamento”.
“Jack!”, gli dissi di nuovo. Mosse la mano in segno di lasciarmi andare e la stretta di Thomas divenne sempre più morbida fino a scomparire dietro di me.
“Grazie!”
“Come stai?”, mi chiese il ragazzo che mi aveva imprigionato.
“Davvero mi chiedi come sto?”, gli risposi forse un po’ troppo duramente. “Secondo te come potrei sentirmi?”
“Scusa…”
“Sono ferita, delusa, arrabbiata, addolorata, scontenta, infuriata!”, elencai. “Ci sono troppe emozioni che vorrei esternare, ma qualcosa mi blocca!”, sbottai. “Non riesco a trovare neanche la voglia di prenderlo a schiaffi!”
“Ally, forse faresti meglio a sederti un attimo”, si affrettò a dire Jack, guardandosi intorno come a cercare un supporto per farmi accomodare, ma non ne avevo nessun bisogno. Non stavo così male da avere un mancamento, ero totalmente lontana ad avere una reazione del genere.
“Sto bene Jack, non ce n’è bisogno…”, gli dissi. Feci un profondo respiro. “Sto bene, sul serio”, cercai di essere il più convincente possibile. “Non ti devi preoccupare”
“Jack se vuoi la tengo d’occhio io, tu… beh cerca di convincere qualcuno a restare qui per la notte, non penso che siate in grado di partire in queste condizioni”, si affrettò a dire Thomas. “Immagino che ci sia un po’ di scompiglio… raduna tutti e andare a bere qualcosa”, mi sorprese come Thomas gestiva la cosa, nonostante non mi conoscesse, si stava preoccupando per me e in quel momento riuscii a vederlo come una persona normale, lontano dai riflettori e da quell’idea che mi ero creata di lui.
Jack annuì e dopo avermi rivolto un’ultima occhiata per vedere se stavo bene o se fossi in procinto di una caduta emotivamente se ne andò lungo il corridoio che non mi ero accorta di aver percorso, tornando dai ragazzi che stavano confabulando e le cui urla arrivavamo fino a noi in modo confusionario, non riuscendo neanche a distinguere le voci.
“Ti va di uscire?”, chiese indicando con la testa la porta che si trovava davanti a noi. Annuii e lo seguì oltre la soglia. L’aria fresca mi colpì in pieno viso. Nonostante fossimo in piena estate, il fresco anglosassone alleggiava nell’aria e mi fece rabbrividire.
"Ti andrebbe di prendere quel caffè?", mi chiese. Non sapevo dove riuscisse a tirare fuori tutta quella gentilezza. Prima si comportava come uno sicuro di se e soprattutto di quello che è, usando un tono di voce totalmente diverso che lo faceva sembrare altezzoso, atteggiandosi da rockstar, come faceva Alex! Diamine lui! Che vada a fanculo! Lui e il suo nome! Quell'idiota! Aveva ventiquattro anni e non era capace di tenere allacciati i suoi pantaloni senza essere in grado di usare un organo diverso per ragionare, ma no! Quella volta aveva decisamente utilizzato un altro organo. Aveva ben pensato di inserire la sua fottuta lingua nella bocca di quella ragazza.
"Va bene", accettai il suo invito e ci spostammo in un bar non molto lontano, ma che Tom conosceva bene.
"Mi ci ha portato Mark la prima volta, fanno dei cappuccini fantastici", disse aprendo la porta e facendomi entrare per prima. Misi un piede davanti all'altro, camminando lentamente, come se avessi paura di ogni passo che facessi, paura di rivedere quello che avevo visto poco fa. "Ok, forse non dovrei dirlo poiché tu sei italiana e probabilmente te ne intendi meglio tu di caffè e affini, ma lo continuerò a pensare finché non berrò di meglio... è finora non mi ha mai deluso", continuò accennando un sorriso alla fine. Un sorriso amorevole, dolce, fraterno. Fin troppo perfetto.
Mi fece strada verso un tavolino nascosto dietro a delle piante, ben lontano dalla vista dei clienti all'interno del bar. Nonostante fossero le quasi le due, sembrava non importar alla gente che continuava a chiacchierare e a bere tranquillamente in compagnia.
"Quindi... ", continuò lui guardando la schiuma della birra scomparire mentre io continuavo a girare il cucchiaino all'interno della mia tazza da circa cinque minuti da quando una cameriera ci aveva portato le nostre ordinazioni.
"Già... "
"Se vuoi piangere o sfogarti... "
"Non ne sento il bisogno"
"Sicura?", chiese con un tono preoccupato. "Hai il volto di qualcuno che sta per crollare... “.
"Decisamente!", affermai. "... ma non ne vale la pena, ha fatto una cazzata e anche bella grossa a baciare quella ragazza ma non verserò neanche una lacrima per quello che ha fatto... probabilmente provo pietà per quella ragazza che sarà illusa da Alex, un'altra delle sue innocenti vittime... “.
Era così strano parlare quando dentro volevi solo urlare, ma non ce la facevi e quindi esternamente sembravi calma e avresti potuto mandare a fanculo chiunque avessi avuto davanti mantenendo un sorriso rilassato sul volto. Eppure dentro di me sembrava esserci una tormenta che non sapevo come gestire.
"Non sapevo che fossi così legata a lui... “.
"Non lo sapevo neanch'io e a quanto pare lui non diceva sul serio quando si era preoccupato della mia reazione nei tuoi confronti, probabilmente il semplice fatto che gli avessi detto che fossi attratta da te non lo aveva sfiorato minimamente... mi ero solo illusa... “.
"Sei attratta da me?", disse il ragazzo mutando il suo tono di voce da preoccupato a decisamente divertito, sollevando un sopracciglio e alzando un angolo delle sue labbra in un mezzo sorriso.
"É davvero l'unica cosa che hai sentito in tutta la frase che ti ho detto?"
"Beh, è stata la più interessante... ", rise. "Non so che strano rapporto di amicizia c'è tra voi due ma devi lasciarlo perdere... il suo atteggiamento non è stato decisamente dei migliori, ti ha ferito e penso che questo possa bastare per mandarlo a fanculo almeno finché non ti chiederà scusa in modo particolarmente convincente... “.
"Alex ed io non siamo amici... ", gli spiegai. Probabilmente non gli avevo accennato un piccolo particolare e tantomeno lo aveva fatto Mark nel presentarmi. Limitandosi con un «ehi, lei è Ally, una nostra fan!». "Io e quell'idiota stiamo insieme o almeno così pensavo prima che lo vedessi baciarsi con un'altra”.
"Ok, questa cosa mi era sfuggita... non sapevo che tu e Alex... beh... “.
"Non ti preoccupare, non è stato pubblicato sui giornali quindi meno gente lo sa e meglio è... per me”.
"L'anonimato non aiuta le coppie... "
"Tua moglie è felice di comparire sulle riviste di gossip?"
"Beh... è mia moglie... per ora non c'è nessuno scandalo”.
"Prima che vi sposasse... probabilmente anche tu hai combinato qualcosa... hai una certa reputazione per questo, no?", annuì. Vidi il suo sguardo spostarsi da me alla parete alle mie spalle come se stesse pensando a qualcosa del suo passato che lo fece diventare immediatamente serio.
"Senti Ally, noi uomini siamo degli esseri complicati, forse dovremmo nascere con un libretto delle istruzioni in mano così, chi ci sta attorno, possa usufruirne per comprenderci, soprattutto voi donne perché tra noi uomini ci basta un grugnito per capirci al volo", sorrise. "Quello che sto cercando di dirti è che non sempre le cose vanno per il verso giusto, ci saranno sempre delle complicazioni e il fatto che lui sia famoso non semplifica le cose, anzi rende le cose ancora più difficili perché non dovrai preoccuparti di una possibile amante, ma sarai in piena lotta con tutte le sue fans che cercheranno in tutti i modi di portartelo via e te lo sto dicendo per esperienza... ", disse guardandomi negli occhi. Improvvisamente aveva assunto un tono serio, così come la sua espressione. I suoi occhi castani erano decisamente diversi da quelli luccicanti che aveva all'inizio mentre scherzava e anche la sua chioma color miele sembrava aver assunto una pettinatura autorevole. Buffo direi. "E non lo dico per vantarmi, ma è capitato anche a me e non penso che finirà mai questa storia, almeno finché ci esibiremo sui palchi... è una cosa che affrontano tutti i musicisti, se non attori o chi altro di famoso... “.
"Quindi tu sei sempre così profondo o al momento degli alieni hanno preso il controllo del tuo cervello rendendoti serio?", scherzai. Forse era una battuta fuori luogo dopo il discorso sensato che aveva fatto, ma ciò nonostante vidi comparire sul suo volto uno splendido sorriso che mi fece ridere anche a me.
"Non sottovalutarmi!"
"Dico soltanto che non hai detto delle complete cavolate”.
"Spero solo che tu abbia capito quello che stavo cercando di dirti”.
"Sì... che dovrò vivere questa storia finché resto con lui... quindi dovrò vedermela con miliardi di fans che faranno di tutto per portarmi via Alex... “.
"In un certo senso... "
"È buffo come inizialmente scherzavo di non volerlo, facendo battutine su chi lo avrebbe potuto prendere e ora… diamine!”, dissi. “Cioè… era lì a baciarsi con un’altra ragazza, una che non fossi io e… non sembrava dispiacergli… hai visto anche tu come rimaneva appiccicato a lei”.
“Magari era solo una fan e lui stava cercando di spostarla… magari cercava di essere gentile…”.
“Anch’io sono gentile e non vado a baciare il primo che capita!”

“Ally, quello che sto cercando di dirti è che magari non è come sembra…”.
“Tom, hai visto anche tu quello…”
“Non significa che sia stato lui a baciarla!”, mi precedette. “Sei fuggita via e non gli hai dato il tempo di spiegare”.

“Siamo sinceri e guardiamo la realtà in faccia”, dichiarai guardandolo negli occhi. “Non mi ha seguito, non mi ha fermata, non mi ha neanche chiamata… non sembra essere così grave per lui”.
“Probabilmente è rimasto sconcertato, magari neanche lui se l’era aspettato… ci sono molte cose che capitano e neanche noi sappiamo come”, disse. “La vita è davvero una cosa assurda, forse la gente dovrebbe prendersi meno seriamente e ridere di più, dovrebbe cercare di dare una svolta e sistemare delle questioni irrisolte, quindi Ally, ora ti riaccompagno al bus e appena puoi cerca di parlare con Alex, cerca di sistemare il casino e soprattutto cerca di farti spiegare cosa è accaduto realmente….”, ribadì. “Dovresti essere dannatamente sicura di lasciare una persona, perché potresti non riaverla quando ti accorgi di aver sbagliato”, dichiarò infine sorridendomi dolcemente. “Siete giovani… tutto potrà essere rimesso in ordine”.

Molly
Eccomi qui. Sono tornata in città, ma partirò tra pochi giorni sempre in mezzo ai monti. Ho passato queste brevi vacanze continuando a leggere le FF e a continuare i capitoli della mia. Ci sono molte idee in arrivo.
Vorrei ringraziare chiunque l'abbia letta e soprattutto alle nuove recensioni e anche a quello vecchie (ma che mi fanno sempre piacere).
Non so davvero cosa dire, ma ecco qui finalmente un capitolo nuovo.
Alla prossima :)
   
 
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