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Autore: Bluepoison    30/07/2013    0 recensioni
Alyssa è una liceale quasi diciottenne alle prese con la sua vita da adolescente. Frequenta il liceo piu ambizioso di tutta la sua citta di Baywood in California ama viaggiare,ama la musica ma sopratutto ama i ragazzi,ama l'amore. Ma purtroppo non è brava a trovare il vero amore. Lei ha tutto ciò che una ragazza della sua età vorrebbe avere: è una delle ragazze piu popolari della scuola ma non è conosciuta per la sua avidità e malignità ma per la sua simpatia ed ironia;è una bellissima ragazza dagli occhi verdi,i capelli rossi e un fisico invidiabile. Conduce la sua vita con l'aiuto della sua migliore amica Mia con la quale ha condiviso gran parte della sua vita. Alyssa pensa di non riuscire mai a trovare il vero amore fino a quando questo non gli bussa alla porta..o forse.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Svegliarsi con il pensiero di incontrare una persona che non sapevi nemmeno che potesse esistere è angosciante. Pensare sempre a Ethan non fa altro che aggravare tutta questa situazione e per giunta non vedo l'ora di vederlo oggi a scuola,se verrà. Voglio farmi bella,vestirmi bene,truccarmi bene e stirarmi i capelli. E' la solita ora e la sveglia suona.. Mi sveglio bella pimpante con la voglia di ...lui. Apro l'armadio e inizio a frugarci dentro,trovo un jeans bianco a vita alta “E questo da dove è sbucato?” poi mi sono ricordata che me lo regalò papà per il mio sedicesimo compleanno e nonostante fossero passati due anni mi andava ancora bene,mi schiaffo una maglietta nera con la scritta “Love” mi metto le superga bianche e corro subito a lavarmi e a truccarmi. “Ally che ne dici di mangiare qualcosa?” “No mamma vado di fretta”. Come al solito la scuola inizia alle nove e un quarto,sono le otto ed io sono fuori casa che decido di arrivarci a piedi. Mi sentivo fresca quel giorno senza pensieri. Fortunatamente la scuola ha gli armadietti così evito di portarmi dieci pesanti libri. Il sole splende ma c'è ancora quel freschetto che investe la città della grande California. Arrivo,e vicino scuola c'è il solito bar il Carlos. Vedo l'ora. Sono le nove meno venti. Così decido di entrare al bar. “Buongiorno Dave” saluto il cameriere del bar che ormai mi conosce da quattro anni. “Biongiorno Ally,solito posto?”. Faccio un cenno con la testa. Praticamente i posti sono tutti uguali ma a me piace sempre mettermi vicino la finestra. C'è una panca in pelle con un tavolino sempre in pelle a quadri bordò e accanto la finestra enorme che da sul marciapiede con difronte i negozi. “Marito uccide la moglie davanti ai suoi due figli minorenni. Per gelosia” non posso fare a meno di notare questa notizia che sbuca fuori dal giornale. Ma come si fa mi chiedo io? Presa dal giornale decido di continuare a leggere altre notizie. Quando sento qualcuno difronte a me. “Buongiorno signorina”.. Si è lui è proprio lui.. Ethan. Sorrido ma mi faccio vedere indifferente. “Buongiorno Ethan” e riabbasso lo sguardo a leggere il giornale. “Posso offrirti qualcosa?”mi chiede lui “No grazie non preoccuparti”rispondo prontamente ma lui ancora una volta me lo chiede così accetto. Arriva Dave “Cosa vi porto?” lui vuole un cafè ed io un cafè con latte. “Beh che mi racconti?” mi chiede lui “Mah nulla le solite cose tra un po' è il mio dicottesimo ma penso che non farò nulla,te?” “Tutto bene..ma come puoi non far nulla al tuo diciottesimo compleanno?” “Beh mia madre è fuori per lavoro e mio padre..beh loro sono separati.. e per il compleanno mi ha regalato una macchina.. non spero nemmeno negli auguri,pazienza” Fa una smorfia di dispiacere con il viso ma poi arrivano le ordinazioni. Finiamo di mangiare e l'orologio porta le nove. Così mi alzo e gli dico che sarei uscita per fumare una sigaretta e decide di accompagnarmi. Ci fumiamo una sigaretta parlando del piu e del meno ed entriamo a scuola. Ci salutiamo ed io vado nella mia classe. Appena entro accanto al mio banco c'è ovviamente Mia. “Stronza non mi hai avvisata che non saresti venuta con me oggi. Sono passata da casa tua e tua mamma mi ha detto che te ne eri gia andata” scoppio a ridere e le spiego tutto. “Non mi dire che ti piace. Cioè non che la cosa non mi dispiaccia. Anzi è un bellissimo ragazzo. E' solo che.. era da tempo che eri alla ricerca del “ragazzo giusto” ed è così strano che questo possa esserlo” le voci di Mia mi rimbombarono in testa.. “ E' cosi strano” in effetti lo è.. Ma la vita è così.. Le cose arrivano quando meno te lo aspetti. Mi giro dall'altra parte ed arriva il professore di matematica. La matematica è la materia che piu odio,così decido di giocare con il mio cellulare come faccio solitamente senza che il professore si accorga di nulla. Ma *bem* “Signorina che sta facendo?cos'ha sotto il banco?” “Nulla professore” rispondo con un sorrisino,ma lui non essendo convinto decide di avvicinarsi al mio banco e nota che in mano avevo il cellulare così mi ordina di andare dalla preside. Oh bene ci mancava solo questa se lo viene a scoprire mamma sono nella merda piu totale. Mi avvicino all'ufficio della preside ma era occupata così aspetto nell'apposita sala d'attesta. Non venivo qui da due mesi,quando fui sgridata a causa della mia linguaccia,ed è cambiata tutta la postazione. Ci sono delle sedie blu e gialle a file una accanto all'altra,una fila difronte all'altra. Dietro ad una fila c'è un bancone dove i ragazzi vanno per fare le fotocopie e dove noto Ethan che affila una matita con un temperino nel frattempo che la stampante sforni le sue fotocopie. Mi guarda quasi incredulo. “Si Ethan sono io,Allyssa” “Ah ecco,non credevo che un angioletto come te possa essere mandato dalla preside” si avvicina ridacchiando. “Spiritoso,il professore di matematica mi ha spedita solamente perchè avevo il cellulare in mano. Come pretende che io possa seguire una materia pallosa come la sua” “Mi sento offeso. La matematica è la materia in cui spicco di piu. Mi piacciono i numeri.” gli sorrido quando sento dalla porta la preside che chiama il mio numero. “Devo andare ci sentiamo”,annuisce ed io entro. “Buongiorno” “Siediti pure. Il professore mi ha raccontato tutto come mai Allyssa hai fatto una cosa del genere?”. Vi starete domandando perchè la preside mi chiama per nome. Bene è mia zia. “Zia ma..” non mi fa finire la frase che subito mi interrompe “Allyssa si è lamentata di te pure la professoressa di francese.Mah beh su quello posso sorvolare,non piace nemmeno a me. Comunque per questa volta non dirò niente a tua madre ma sta attenta” “Grazie zia” “E non chiamarmi zia in presenza di altri lo sai che non si deve sapere” annuisco ed esco. “Chiama Selena e chiedi se viene in mensa con noi va bene?” mi chiede Mia, così cerco nella borsa il cellulare e la chiamo. “Sele stiamo andando in mensa vieni?” “Si,sto con Nicole cinque minuti e stiamo lì al solito posto”. La mensa nella nostra scuola è molto grande in quanto ci sono circa 2000 studenti. Si entra da una porta scorrevole che da su un corridoio dove a sinistra c'è un distributore di posate e di vassoi,piu avanti ce n'è un altro dove estrai un tovagliolo. Questo corridoio sulla sinistra porta alla mensa vera e propria dove sulla destra c'è un bancone lunghissimo dove ci sono le solite cameriere isteriche con la retina, e vecchie di cinquant'anni e passa. Passo con il mio vassoio e mi prendo una porzione di purè,delle carote,e un pezzo di carne,piu in avanti invece prendo dell'acqua e una mela rossa. Vado al solito banco nostro(ormai prenotato da 4 anni) e mi siedo mentre vedo arrivare Selena e Nicole con i vassoi pronti e Mia bloccata con la cameriera con la quale litiga. “Perchè ti diverti a torturare quella povera cameriera? È così dolce con quel neo peloso che ha sul metto” dico io accompagnata da una risata “Quella brutta puttanella si ostina a mettermi uno sputo di purè,non capisce che ho 18 anni e che devo nutrirmi?” Scoppiamo a ridere. “Nicole che guardi?”,becco Nicole che si concentra a fissare il professore piu figo della scuola. La precede Sele che sussurra con una patatina in mano “Il professore Stewart o meglio Lucas” “E' così..attraente e giovane” dice Nicole “ Avrà 35 anni,ma si può insegnare così giovane? Comunque lo fa apposta a passare così con quella camminata da finto modello” dico io. “Beh una botta ce la darei” grida Mia ridendo. “Pervertita” sussurro mentre do un boccone al purè! “Ragazze dopo pranzo ci siete pure voi al corso di scultura?” ci dice Sele e continua “ Non faremo niente,la professoressa che lo fa è una supplente di sessanta anni rincoglionita” ci convinciamo per cui decidiamo di andare a questo corso. “Rrrrrragazzzi, dovete saperrrrre che alla base della sculturrra c'è il bisegno. Prrima si disegna e poi si fa la sculturraa,per questo motivo ho deciso di porrrtarvi un modello da disegnarre.” “Oddio ma come parla!” affermo io. “Adesso ci porterà uno sfigato da disegnare” “Facciamo entrarrrre Marc”. Rimaniamo a bocca aperta. Un ragazzo sulla ventina muscoli ben piazzati e addominali ben scolpiti con un fondoschiena da paura. Da qui non riesco a capire bene di che colore ha gli occhi ma sembra siano sul grigio. “Ma io sto tipo non lo disegno me lo porto a letto e basta” scoppiamo a ridere e la professoressa ci ordina di fare un disegno del ragazzo seduto su uno sgabello come quelli che ci sono nei bar. Suona la campanella e prima di uscire consegniamo i disegni. “Ally vuoi un passaggio?” mi chiede Sele e le rispondo con un si. Sono stanchissima e sono solo le quattro del pomeriggio.
  
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