CAPITOLO TREDICESIMO. SANGUE SUL DESERTO DI
GHIACCIO.
Cristal avrebbe voluto piangere di gioia nel riconoscere i
cinque Cavalieri d’Oro che credeva caduti in battaglia al Muro del Pianto,
chiedendosi come potevano trovarsi lì, nel Regno degli Inferi nordico. Ma poi
pensò a cosa poter fare per liberarli. Sono loro che mi hanno inviato un
messaggio! Mormorò il ragazzo, osservando nuovamente il muro ghiacciato. Sì,
sono loro! Adesso li riconosco! I capelli di Mur, il viso di Libra, i muscoli
di Ioria! Vi tirerò fuori di qua, amici! Contateci!
Improvvisamente
un sibilo risuonò nell’aria, un impercettibile fruscio che spinse Cristal ad
abbassarsi e a rotolare sul terreno ghiacciato, giusto in tempo per evitare di
essere colpito. Una spada infuocata saettò sopra di lui, all’altezza del collo,
piantandosi nel muro di ghiaccio, distruggendone un pezzo. Se il Cavaliere del
Cigno non si fosse abbassato, sarebbe stato decapitato.
“Ma
cosa?!” –Ma non ebbe il tempo di chiedersi altro che subito dovette
fronteggiare un nuovo assalto dell’imprevisto nemico. Rapidi affondi della
spada infuocata lo costrinsero a saltare continuamente per la sala, per non
essere ferito, finché il suo avversario non si fermò, esplodendo in una maligna
risata.
“Non
sei cambiato affatto, Cristal!” –Esclamò una voce maschile.
Sulle
prime Cristal non riconobbe il suo nemico, a causa della scarsa luminosità
della sala, ma quando questi poi si portò la spada davanti al viso, illuminando
così il suo perverso volto, il Cavaliere del Cigno sobbalzò atterrito.
“Megrez!” Gridò, riconoscendo il Cavaliere di Asgard
da lui affrontato nella foresta, rivestito di tutto punto della sua corazza.
“Sono
contento di rivederti!” –Sogghignò Megrez, riabbassando la spada. –“Così
potremo concludere il nostro scontro rimasto in sospeso! Scontro che, se la mia
memoria non mi inganna, stava volgendo a mio favore!”
“Cosa
ci fai qua?” –Domandò Cristal, agitatamente.
“Potrei
farti la stessa domanda! Anzi, forse è più sconvolgente che ci sia tu qua, un
Cavaliere di Atena, vivo, nelle Prigioni di Helgaror, nel Regno degli Inferi,
che non io, un traditore, destinato a non raggiungere mai il Valhalla!”
“Per
questo sei qua?”
“Esattamente!
Odino mi considera un traditore, un Guerriero senza onore, immeritevole di
salire al Valhalla! E così mi ha confinato quaggiù, nel freddo Niflheimr! Ma
non ho avuto problemi ad ambientarmi, intendendomela fin da subito con la mia
nuova Regina!”
“Quella
bestia di Hel!” –Urlò Cristal, ricordando il volto deforme della donna.
“Taci!”
–Sussurrò Megrez, sollevando di scatto il braccio destro, con il quale reggeva
la spada infuocata.
Un
rapido fendente corse verso Cristal, spaccando il terreno come un coltello nel
burro, e ferendo di striscio al ginocchio il Cavaliere del Cigno.
“Immaginavo
che Atena avrebbe mandato qualcuno a riprendersi i suoi servitori! E quando sei
entrato nel Niflheimr, ho percepito chiaramente il tuo cosmo, avendolo già
incontrato!” –Mormorò Megrez. – “Così, finalmente, oggi avrò la mia rivincita!”
“Sei pazzo come un tempo, Megrez! La tua
natura malvagia non è cambiata, neppure dopo questi lunghi mesi di permanenza
quaggiù!”
“Al
contrario, sono molto cambiato! Migliorato oserei dire!” –Detto questo, il
Guerriero del Nord scattò avanti, brandendo l’infuocata spada. Veloci fendenti
percorsero l’aria, dirigendosi verso Cristal, che riuscì ad evitarne parecchi,
ma fu comunque ferito di striscio da altri.
“Muori!”
–Urlò Megrez, sollevando la spada. Ma Cristal fu rapido a scagliare la Polvere
di Diamanti contro di lui. –“Sciocco!” –Mormorò il guerriero, non reagendo
neppure all’attacco del ragazzo. – “Abituata a temperature ben più rigide è la
mia nuova corazza! Cosa vuoi che mi faccia il tuo ridicolo gelo?”
“Non
è ridicolo il gelo del Cigno, ma è il freddo e possente gelo di Siberia che io
domino!” –Urlò Cristal, assumendo la posa tipica del suo colpo segreto. –“Aurora
del Nord, viaaa!” –E abbassò le braccia insieme, dirigendo l’attacco verso
Megrez.
Il Guerriero del
Nord, per difendersi, roteò l’infuocata spada avanti a sé, creando una barriera
su cui si infranse buona parte dell’assalto del Cavaliere del Cigno. Quel che
riuscì a passare non fu sufficiente per fermare Megrez.
“Cosa?!” –Esclamò Cristal, sgranando gli occhi. Ha
parato l’Aurora del Nord, uno dei miei colpi più potenti! È migliorato
davvero se riesce a roteare la spada così velocemente! L’Aurora sfiorava la
velocità della luce! Ma non ebbe tempo di ragionare ancora che dovette
fronteggiare un nuovo assalto di Megrez.
“Muori
Cigno!” –Gridò il guerriero, muovendo velocemente la sua spada, dando vita a
rapidi e infuocati fendenti diretti contro Cristal.
“Anelli
di Ghiaccio!” – Urlò il Cavaliere del
Cigno, creando un muro di ghiaccio a sua difesa.
Ma Megrez, per niente impressionato, vi abbatté con forza la spada infuocata, dandovi un paio di colpi e distruggendo l’effimera barriera del Cavaliere. Cristal, comunque, riuscì ad approfittare di quei pochi secondi, per uscire da dietro la barriera di ghiaccio, e lanciare una nuova Aurora del Nord, diretta questa volta ai piedi del Guerriero del Nord, congelandoli al suolo.
“Che
cosa? Tenti ancora questa tecnica?” –Chiese Megrez, abbassando la spada per
liquefare il ghiaccio.
“Già!
Chissà che non si riveli una buona tecnica!” –Mormorò Cristal, portando le mani
sopra di sé, ed espandendo il suo cosmo al massimo. –“Scorrete, Divine Acque!!”
La
tremenda potenza del Sacro Acquarius fuoriuscì dalla brocca dorata comparsa
sopra di lui, come un impetuoso fiume di energia che Megrez non riuscì ad
evitare. Impegnato a liberare le proprie gambe, roteò la spada per difendersi
troppo tardi. L’impeto dei ghiacci eterni lo travolse scagliandolo via, fino a
sbattere contro un muro della sala, mentre la spada infuocata ricadde sul
pavimento. Cristal, senza perdere altro tempo, si lanciò sulla spada,
scagliando una violenta Polvere di Diamanti, che per un momento la
ricoprì di ghiaccio, ma non riuscì a spegnere la fiamma.
“Sciocco!”
–Gridò Megrez, rialzandosi ed aprendo le braccia. –“Ti affanni con quella spada
che non potrai certamente gelare, quando invece dovresti difenderti da me! Teca
viola dell’Ametista!” – Urlò, evocando il potere segreto della pietra
viola.
Scaglie
di ametista si diressero verso Cristal, per ricoprirlo e rinchiuderlo in un
feretro, ma il Cavaliere del Cigno, che conosceva ormai quel colpo, fu svelto a
scivolare sul pavimento ghiacciato, terreno sui cui si muoveva a suo agio, fino
a portarsi sotto Megrez e a lanciargli contro un potente pugno di energia
congelante. Il colpo del ragazzo colpì Megrez alla mascella, spingendolo in
alto, mentre Cristal, dal basso, attaccava ancora con una nuova Polvere di
Diamanti, ben più potente delle precedenti. L’assalto travolse Megrez,
facendolo rotolare a terra per qualche metro, e spegnendo in lui quella
spavalderia e quell’aria da facile vittoria.
Rialzatosi,
Megrez aprì la mano destra, richiamando la spada a sé. Questa emanò
un’improvvisa vampata, che liquefece il ghiaccio che l’aveva ricoperta, e
sfrecciò nell’aria diretta verso la mano di Megrez. Il Guerriero del Nord, che
riconosceva di aver sottovalutato Cristal, decise di smettere di giocare e
passare ad attaccare veramente. Imboccò la spada e disegnò con essa un
reticolato energetico che scagliò contro il Cavaliere del Cigno, il quale
schizzò come un fulmine all’interno di esso, venendo colpito in più punti. Ma
strinse i denti e proseguì, tentando di avvicinarsi il più possibile al suo
nemico, per colpirlo con la Polvere di Diamanti.
Megrez
sogghignò, scattando avanti a sua volta, fino a giungere a un passo da Cristal;
brandì la spada e la piantò con forza nel coprispalla sinistro dell’Armatura
del Cigno, facendo urlare Cristal dal dolore. Quindi si preparò per colpirlo
dall’alto, sollevando la spada, ma Cristal gli afferrò il braccio destro con
entrambe le mani.
“Che
cosa?! Lasciami bastardo, lasciami!” –Gridò Megrez, iniziando a prendere a
pugni il ragazzo con il braccio sinistro.
Ma
Cristal non si curò dei suoi colpi, concentrando le sue energie sulle mani.
Immediatamente sprigionò un immenso potere congelante, che ricoprì l’intero
braccio di Megrez, rendendolo praticamente inutilizzabile. La spada infuocata
cadde rumorosamente a terra, mentre il Guerriero del Nord urlava di dolore,
trovandosi il braccio destro completamente congelato. Quando ebbe finito Cristal
balzò indietro, bruciando ancora il suo cosmo.
“Se
anche qua, nel profondo dell’Inferno, non riesci a cambiare Megrez, credo
proprio che non vedrai mai lo splendore del Valhalla!” – Affermò Cristal,
sollevando le braccia sopra di sé.
La
dorata Anfora dell’Acquario comparve nuovamente, brillando di un’intensa luce,
che rischiarò l’intera sala. Megrez, impaurito, tentò di creare una barriera di
ametista, ma fu un tentativo vano, venendo completamente travolto dallo
scorrere delle Divine Acque dell’Aurora. Rovinò a terra molti metri
addietro, mentre la sua corazza si schiantava in più punti, completamente
ghiacciata. Cristal ansimò, fermandosi un momento per riprendere fiato.
Combattere là sotto non era facile, non soltanto per la scarsa visibilità ma anche
per la mancanza di ossigeno, che rendeva difficoltosa la respirazione. Prese in
mano la spada infuocata di Megrez, avvicinandosi al muro di ghiaccio dentro al
quale erano incastonati i corpi dei cinque Cavalieri d’Oro.
Mur,
Ioria, Virgo, Libra, Scorpio! Adesso vi libererò! Mormorò il ragazzo, brandendo la spada infuocata.
Con forza la piantò nel muro ghiacciato, imprimendo ad essa la potenza del
proprio cosmo per aumentare il suo potere incandescente. La parete tremò per
qualche istante, prima di andare in frantumi e liberare i corpi mezzi nudi dei
cinque Cavalieri d’Oro. Cristal cercò di portarli fuori dai frammenti di
ghiaccio, distendendoli sul pavimento, tutti vicini. Li toccò più volte,
spaventato, trovandoli freddissimi, come il ghiaccio che li aveva imprigionati.
Cristal si domandò da quanti giorni fossero stati congelati, se fosse giunto in
tempo per salvarli, o se invece il suo ritardo li avesse condannati. Debole,
una traccia di cosmo permaneva in ognuno di loro, ma il Cavaliere del Cigno non
sapeva se sarebbe bastata per permettere loro di riprendersi.
Devo uscire di qua! Si disse Cristal. Devo portarli via!
Aggiunse, e in quel momento realizzò di non avere la più pallida idea di come
trasportare tutti e cinque fino ad Asgard, da solo. Dove saranno Orion e
Artax? La risposta alla sua ultima domanda non si fece attendere molto.
Cristal udì un gran boato provenire da non molto distante; grida convulse e
incomprensibili dei Giganti di Ghiaccio, e rumori di lotta. Nonché alcune voci
familiari.
Decise di andare a controllare, ma prima creò una
cupola di ghiaccio per ricoprire i corpi dei cinque Cavalieri d’Oro, per
proteggerli in caso di pericolo. Corse lungo il corridoio principale fino a
giungere ad un ampio spiazzo all’aperto, che doveva essere l’ingresso
principale delle Prigioni di Helgaror, dove Orion e Artax stavano
combattendo contro dei Giganti di Ghiaccio, ad occhio e croce una
ventina. Insieme ai due compagni c’era un uomo, che Cristal non aveva mai
visto, pallido in volto, come se, anch’egli, fosse stato congelato vivo in un
muro di ghiaccio.
“Amici!”
– Esclamò Cristal, sorridendo ai due Guerrieri del Nord.
“Cristal!
Sei vivo!” –Urlò Orion, felice di rivederlo.
“Adesso
allora possiamo andarcene!” –Intervenne Artax, lanciando il Caldo soffio del
Meriggio contro un Gigante. Questi, alla vista delle fiamme, indietreggiò
di un passo, ma altri dietro di lui lo incitarono a proseguire.
“Resistenti
questi Hrimthursar!” – Commentò Cristal.
“Puoi
ben dirlo! Quelli che avevamo incontrato prima dovevano essere solo dei
controllori, questi sono dei veri e propri guerrieri addestrati da Hel!”
–Esclamò Orion, evitando un assalto di un Gigante. – “Occhi del Drago!”
–Urlò, lanciandosi avanti e travolgendolo.
“Non
possiamo resistere ancora! Dobbiamo portare Balder ad Asgard, in salvo!”
–Esclamò Artax, riparando l’uomo.
“Chi
è Balder?” – Domandò Cristal, genuinamente sorpreso.
“È
il figlio di Odino!” –Tagliò corto Artax. –“Era stato catturato da Hel e
imprigionato nel ghiaccio!”
“Come
i miei compagni!” –Esclamò Cristal, rivelando agli amici il mistero delle
vibrazioni. –“I Cavalieri d’Oro!”
Un
nuovo assalto degli Hrimthursar costrinse i tre a rimandare la
conversazione. Orion e Artax si
lanciarono avanti insieme, scagliando il Caldo soffio del Meriggio e gli
Occhi del Drago insieme, travolgendo un paio di Hrimthursar. Cristal
concentrò il proprio cosmo, forte ormai della battaglia contro Megrez, e si
lanciò avanti, brandendo la spada infuocata. Balzò in alto, squarciando il
ventre di un Gigante, prima di atterrare poi a terra e infilzarne un altro
nella gamba sinistra. Non riuscì a evitare però l’assalto di un terzo Gigante
che lo colpì in pieno con il suo scudo, facendolo cadere a terra, perdendo la
presa della spada. Un altro Gigante brandendo una lancia la puntò verso terra,
per uccidere il ragazzo, ma Cristal fu svelto a rotolare sul pavimento, mentre
la lancia si conficcava vicino a lui. Si rialzò di scatto, lanciando una
furiosa Polvere di Diamanti contro le gambe di un paio di Giganti che si
ritrovarono per qualche secondo immobilizzati. Mentre cercavano di liberarsi,
intervennero Orion e Artax, travolgendoli con i loro colpi.
“Scorrete, Divine Acque!” –Gridò infine
Cristal, rovesciando nuovamente l’impeto dei Ghiacci eterni sui Giganti di Brina,
che furono travolti e scaraventati lontano, congelati e distrutti, lasciando ai
tre amici il campo libero.
“Coraggio, andiamo!”
–Esclamò Artax, caricandosi Balder, ancora in trance, sulle spalle.
“Un
momento!” –Lo fermò Cristal. –“Devo portare i miei compagni! Come possiamo
farlo?”
Orion
e Artax non risposero, scambiandosi un’occhiata di sottecchi. Un’occhiata che
comunque non sfuggì a Cristal.
“Non
pretenderete che li lasci qua?!” –Gridò infine. –“Non esiste! Hanno invocato il
mio aiuto per essere liberati, e adesso dovrei abbandonarli? Alla mercé di
queste creature deformi, e di quella Divinità malvagia?!”
“Cristal,
ci dispiace.. ma non possiamo portare cinque persone! Come possiamo? Dovremmo
costruire qualcosa, non lo so, una slitta, perdere del tempo, e rischiare di
essere nuovamente attaccati dai Giganti!” –Cercò di spiegargli Artax. –“E non
possiamo mettere in pericolo la vita del Principe Balder!”
Quest’ultima
frase fece insospettire notevolmente il Cavaliere del Cigno, che domandò ai due
compagni se il motivo per il quale erano scesi nel Niflheimr con lui fosse
stato soltanto per accompagnarlo o se ne esisteva un secondo, di cui non era
stato informato. Presi alla sprovvista, Orion e Artax si guardarono un momento,
indecisi sul da farsi, ma alla fine Orion confessò la verità al ragazzo,
spiegandogli comunque che le due missioni erano strettamente legate tra loro e
che mai avrebbero permesso che gli accadesse qualcosa di male.
“Adesso
ti prego, Cristal! Andiamo via!” –Lo incitò Artax. –“Non tarderanno ad
arrivare, gli Hrimthursar e la stessa Hel, e allora sarà la fine per tutti
noi!”
“Io
non verrò! No, se non troverò un modo per portare i miei compagni con me!” –Fu
la ferma risposta di Cristal.
“Ma
Cristal! Non dirai sul serio?” – Esclamò Artax.
“Potrei
scherzare?! Ma voi andate, non sarò io a trattenervi dal portare a compimento
la vostra missione! Andate, troverò una soluzione per salvare i Cavalieri
d’Oro, a costo di portarli uno ad uno in spalla fino ad Asgard!” –Detto questo,
voltò loro le spalle, incamminandosi per rientrare nelle Prigioni di Helgaror.
“Cristal...”
– Sospirò Orion, profondamente combattuto sul da farsi.
Ma
in quel preciso momento la terra sotto di loro tremò, e urla spaventose
riecheggiarono nell’etere. Il pavimento si aprì improvvisamente, ed una figura
ammantata da uno scuro velo ne uscì fuori.
“Hel!”
– Gridarono Orion e Artax spaventati, ricocendo il volto deforme della Dea.
“Ahahah!”
–Sibilò la Divinità degli Inferi. –“Sciocchi, nessuno di voi uscirà vivo da
qui!” –E si voltò verso Orion e Artax puntando loro contro il palmo della mano
destra.
I
due Guerrieri del Nord, e Balder, da Artax sostenuto, furono spinti indietro,
travolti da un invisibile potere che li scaraventò lontano, fino a farli
sbattere contro un muro.
Con
un altro gesto della mano, la Dea colpì Cristal, scagliando lontano anche
lui. Accidenti! È una
Divinità potente! Al pari di Ade, non c’è che dire! E forse capace di creare
maggiore paura a causa del suo aspetto sfregiato! Mormorò Cristal, cercando
di rimettersi in piedi.
Hel
era già sospesa in aria sopra i corpi dei Guerrieri del Nord, pronta per
ucciderli, soprattutto Balder, l’oggetto della sua preda. Anche lei infatti
conosceva la leggenda delle Norne, avendogliela Balder ingenuamente raccontata
giorni prima. Ed era stato proprio quello il motivo che aveva spinto Hel a
imprigionarlo, per anticipare la sua morte, e con essa la distruzione di
Asgard, il giorno in cui le forze del male, guidate da suo padre, Loky,
marceranno sulla città di Odino, radendola al suolo.
“Ehi,
mezza morta!” –La chiamò Cristal, distraendola dai suoi progetti omicidi.
–“Prendi questa! Aurora del Nord!” –E scagliò il suo colpo segreto, che
però non raggiunse Hel, che si limitò a spostarsi ad una velocità superiore, portandosi
davanti al ragazzo.
Aprì
nuovamente il palmo destro, sprigionando una tremenda quantità di energia che
schiacciò Cristal, premendo con forza sulla sua armatura. Quella volta il
ragazzo non venne spinto indietro, in quanto con la mano sinistra Hel lo stava
spingendo nella direzione opposta. L’enorme pressione a cui fu sottoposta fece
scricchiolare la bianca corazza del Cigno, frantumandola in più punti poco
dopo, mentre Cristal si accasciava al suolo, completamente stordito.
“Maledetta
Hel! Hai infranto il giuramento con Odino, tradendo il patto che avevi con
lui!” –Esclamò Orion, rimettendosi in piedi, mentre Artax restava dietro di lui
per coprire Balder, ancora intontito.
“I
patti sono fatti per essere infranti, quando le circostanze si fanno più
favorevoli!” –Sogghignò Hel, per niente intimorita dalla posa di battaglia di
Orion.
“Che
il potere del possente drago Fafnir sia con me! Occhi del Drago!”
–Esclamò Orion, scagliando le due potenti comete energetiche.
Come
con l’Aurora del Nord, anche stavolta Hel evitò il colpo, sfrecciando
velocemente di fronte al Guerriero e atterrandolo con il palmo destro. Orion,
anche se ferito, si rialzò comunque, forte dell’invulnerabilità che gli era
propria.
“Se
tu fossi davvero invulnerabile, non saresti salito al Valhalla!” –Lo schernì
Hel, tirando fuori uno strano oggetto da sotto il suo mantello. Orion e Artax
rabbrividirono alla vista di quell’utensile banalissimo, che nelle mani di Hel
diventava strumento di morte.
Senza
esitare si lanciarono avanti, per impedirle di usarlo, liberando tutta
l’energia che avevano in corpo ne gli Occhi del Drago e nel Caldo
soffio del Meriggio; ma Hel sogghignò, evitando gli assalti, semplicemente
roteando alla velocità della luce l’oggetto che aveva tirato fuori.
“Ma…
quella è.. una scopa?!” – Mormorò Cristal, cercando di rimettersi in piedi.
“Non
farti ingannare dalle apparenze, Cristal!” –Esclamò Orion, spingendo ancora,
sperando di infrangere la barriera di Hel. –“La scopa è terribile arma nelle
sue mani! Narra la leggenda che quando Hel spazza la strada con la scopa, le
persone si ammalano e muoiono!”
“Che
cosa?!” –Mormorò Cristal, e in quel momento Hel attaccò i due Guerrieri di
Odino con la mano sinistra, scaraventandoli indietro, mentre le loro armature
andavano in parte in frantumi. Quindi si voltò per attaccare Cristal, sollevò
la scopa e staccò un filo di saggina, lanciandolo vero il ragazzo, con un
perfido sorriso sul volto.
“Saggina
dell’infermità!” –Sibilò la donna,
mentre il filo si allungava a dismisura arrotolandosi al corpo di Cristal,
stringendolo con forza.
“Aaargh!”
–Urlò il ragazzo, sentendo l’armatura schiantarsi e le carni dilaniarsi mentre
il filo di saggina gli tagliava la pelle, facendo uscire rivoli di sangue.
Oh
Atena! Dammi la forza, ti prego! Sono giunto fin qua, ai confini del mondo, e
non posso cedere adesso! Non voglio cedere!!! Esclamò Cristal, bruciando al massimo il proprio cosmo. Il suo
potere congelante tentò di ghiacciare il filo, ma questo prese improvvisamente
fuoco, neutralizzando il gelo del Cigno e rendendo ancora più terribile quella
sofferenza.
“Muori,
Cigno bianco!” –Sussurrò la donna con un ghigno. –“Questo è il tributo che
Odino e Atena devono pagare, per aver osato invadere il mio Regno!”
“Cristal!”
– Urlò Artax, vedendo l’amico accasciarsi al suolo, in preda a una folle
disperazione.
Il
Guerriero del Nord, le cui vestigia raffiguravano Sleipnir, il mitico cavallo a
otto zampe di Odino, bruciò al massimo il proprio cosmo, dotato di un elevato
potere incendiario, e si lanciò avanti, creando un turbine infuocato.
“Tempesta
di Fuoco, la tua ira si scateni su
Hel!” –Gridò Artax, lanciando l’ardente vortice verso la Dea.
Ma la donna
continuò a ridere, come una pazza isterica, mentre le fiamme del Guerriero
circondavano il suo corpo, senza però riuscire ad incendiarlo, quasi come fosse
intangibile.
“Danzano
le fiamme di Asgard, ma della rovina della città saranno il simbolo! Non della
tua salvezza!” –Mormorò Hel, staccando un secondo filo di saggina dalla sua
scopa. –“Saggina dell’infermità!”
E
lasciò che il filo guizzasse nell’aria fino a srotolarsi intorno al corpo di
Artax, stritolandolo con forza. Con un colpo del suo manto scuro, Hel si liberò
delle fiamme che gli danzavano intorno, facendole scivolare sul palmo della sua
mano destra e rispendendole contro il Guerriero del Nord.
“Artax,
attento!” – Gridò Orion, e caricò la Spada di Asgard, dirigendola contro
l’amico.
Invece
di spingerlo in alto, il colpo creò un cilindro di cristallo all’interno del
quale Artax continuò a dimenarsi, stretto da quel mortifero filo di saggina,
impedendo alle fiamme di Hel di raggiungerlo.
“Anche
tu vuoi morire di nuovo, Guerriero del Drago?” –Sogghignò Hel, portando
nuovamente la mano alla scopa.
“La
mia vita appartiene ad Asgard, e sarei ben lieto di morire difendendola dalla
tua malvagità, strega!” –Urlò Orion, concentrando una sfera incandescente in
ogni mano, e poi spingendole avanti con impeto. –“Occhi del Drago!”
Hel
balzò in alto, muovendo con un gesto rapido la scopa, annullando gli effetti
del devastante colpo, come se lo avesse spazzato via. Liberò un nuovo filo di
saggina, e anche Orion venne stritolato da esso, accasciandosi in preda a fitte
di dolore. La Dea degli Inferi, convinta di avere vinto, atterrò nuovamente sul
pavimento, srotolando nuovi fili di saggina che come serpenti strisciarono fino
al corpo inerme di Balder, arrotolandosi intorno ad esso e conducendolo fin
davanti a Hel.
“Eccolo!”
–Sussurrò la Dea, osservando il bel viso del giovane. –“Il sacrificio necessario
per creare un nuovo ordine!”
E
sollevò la scopa, pronta per conficcare i fili di saggina nel petto del Dio del
Sole, come affilati spilli sanguinari. Ma non riuscì nell’impresa perché mentre
abbassava la scopa si rese conto che essa era interamente congelata.
“Cosa?!
Ma chi è stato?!” –Urlò, voltandosi di scatto, e percependo, per la prima
volta, un immenso cosmo finora sopito. Di fronte a lei, ricoperto dalla sua
bianca Armatura Divina, stava in piedi Cristal il Cigno, liberatosi dal filo di
saggina e determinato più che mai a concludere il combattimento.
Mentre infatti Hel era
impegnata con Artax e Orion, Cristal aveva concentrato i suoi sensi al massimo,
invocando l’aiuto della Dea Atena e dei Cavalieri d’Oro che avevano creduto in
lui. Il suo cosmo crebbe fino ai limiti estremi della galassia, creando un
potere congelante così grande da ghiacciare il filo di saggina, distruggendolo
e l’Armatura Divina lo ricoprì poco dopo, risvegliata dall’espansione del cosmo
del Cavaliere.
“Non
può essere!” – Indietreggiò Hel, incapace di credere ai suoi occhi.
Cristal,
recuperata la sua solita freddezza, non disse niente, socchiudendo gli occhi.
Il suo cosmo invase l’intero spiazzo, chiudendo ogni possibile via di fuga
della Divinità infernale, che cercava di risvegliare la sua scopa, liberandola
dal ghiaccio.
“Vortice
fulminante dell’Aurora!” –Gridò
Cristal, liberando una tremenda energia cosmica sotto forma di un turbinante
vortice glaciale.
Hel fu investita in pieno, travolta dal tifone di
gelo che la sballottò per qualche interminabile secondo fino a farla schiantare
a terra, accanto ai frammenti della sua scopa distrutta. Cristal corse subito
verso Balder, congelando con il suo potere i fili di saggina e liberandolo, e
lo stesso fece poi con Orion e Artax, deboli e sanguinanti.
Il Cavaliere del
Cigno non ebbe però il tempo di gioire che dovette constatare, con stupore e
terrore, che Hel era ancora viva. La Divinità Infernale si era infatti ripresa,
nonostante le ferite e la batosta subita, ed aveva invocato l’aiuto dei Giganti
di Brina, che emersero dal terreno poco dopo. Cristal concentrò il suo cosmo,
preparandosi a combattere ancora, quando improvvisamente una triste melodia
risuonò nell’aria, un canto di requiem. Fendenti luminosi squarciarono da dietro
i corpi dei Giganti di Brina, mentre lame rotanti tagliarono loro la testa. Una
violenta esplosione cosmica spazzò via quel che restava di loro, scaraventando
Hel contro una parete ghiacciata.
Quando
la Dea si rialzò poté vedere con paura, una schiera di Guerrieri di Asgard di
fronte al Palazzo delle Nebbie. In cima all’armata camminava un giovane con i
capelli biondi, ricoperto da un’argentea armatura: Freyr, Dio della Bellezza
e della Fecondità. Al suo fianco i Guerrieri del Nord, e lo stesso Odino
in persona.
“Wotan?!” – Mormorò Hel, ringhiando di rabbia. E si
lanciò su Balder, per massacrarlo davanti agli occhi di tutti gli Dei che
avevano osato invadere la sua terra, ma Cristal fu svelto a creare una barriera
di ghiaccio con cui protesse il corpo del Dio del Sole.
“Adesso
basta, Hel!” – La voce imperiosa di Odino risuonò nell’intero spiazzo.
”Il
gioco è finito!” – Intervenne Freyr, sollevando una lucente spada.
La
spada emanò una luce fortissima, che spazzò via le nebbie intorno ad Helgaror,
rivelando per qualche momento la luce di un lontano sole. Hel si tappò gli
occhi, disturbata da quell’abbagliante esplosione di luce, e Cristal approfittò
di quel momento per rinchiuderla all’interno di una prigione di ghiaccio.
“Sarcofago
di ghiaccio!” –Urlò il ragazzo,
investendo la donna con il suo potere congelante.
Odino
non disse niente, limitandosi ad osservare la Dea degli Inferi venire ricoperta
dai ghiacci eterni, forse per sempre. L’ultimo suonò che Hel riuscì a
pronunciare però lo colpì in pieno, come una spada affilata. Fu solo un sibilo,
impercettibile per chiunque, tranne che per Odino: Ragnarok. E più non
parlò.
Nel
frattempo tre Guerrieri del Nord avevano raggiunto i compagni per aiutarli a
rimettersi in piedi.
“Thor!” – Esclamò Cristal, ritrovando il possente
guerriero di Asgard. Dietro di lui, un giovane dai capelli arancio, che reggeva
una cetra, e un uomo con una corazza dalle sembianze di un lupo.
“E
Mime e Luxor!” – Sorrise il robusto Guerriero.
“Siete
venuti anche voi!” –Esclamò Cristal, sorridendo.
“È
stato Odino ad ordinarcelo! Non sappiamo il perché, ma ha improvvisamente
convocato l’intera armata di Asgard, tutti gli Einherjar al gran completo,
orinandoci di marciare su Helgaror!” –Spiegò Mime.
“Se
lo avesse fatto fin da subito avremmo rischiato meno!” – Commentò Orion.
“L’importante
è aver salvato Balder, e liberato i Cavalieri d’Oro!” –Concluse Cristal, prima
di incamminarsi all’interno delle prigioni, seguito dai cinque Guerrieri del
Nord, per portare fuori i corpi degli amici e trasportarli ad Asgard, dove
avrebbero avuto le cure necessarie per riprendersi.
Pegasus! Pensò infine il bianco Cigno, sorridendo. Adesso
sono pronto! Aspettami, ovunque tu sia! Tra non molto sarò da te! E non sarò
solo!