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Autore: Silny    30/07/2013    3 recensioni
Hai svegliato il demone che speravo avessi ormai sconfitto
Siamo affondati nel rosso cremisi dieci mila volte per poi perdere...
Mi hai tenuto stretto e io ero al tuo fianco, senza potere
Ti ho visto distruggerti e ti ho dato la caccia
C’è un vuoto in me che le parole non possono riempire
"Non sapremo mai cosa sarei diventata senza di te..."
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Contesto generale/vago
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Amore e morte non sono altro che sinonimi
Amore, odio e lussuria

 
Eléah fu prelevata nella notte dalla sua cella, due uomini la slegarono dalle catene che la imprigionavano e le fecero segno con la mano di precederli. Non l'avevano percossa, non l'avevano rilegata a catene più pesanti, non l'avevano sollevata di peso e poi sbattuta a terra sulla pietra umida. Per la prima volta da quando era arrivata la trattarono come vero essere apparentemente vivente.
Uscirono da quei cunicoli putridi; erano mesi che non respirava aria nuova, aria pulita, giorni interminabili che ormai aveva smesso di contare. Non la portarono al capanno per le nuove sperimentazioni, se ne stupì, ma l'accompagnarono all'interno del palazzo. Il palazzo del sovrano.
La lasciarono nel salone centrale, il principale, lo stesso dove Jhona e Zarami avevano avuto la loro prima conversazione formale appena qualche giorno prima. Attese lì nella penombra aspettando che qualcuno si facesse avanti e le desse delle informazioni. Si sentiva maledettamente a disagio e fuori luogo.
Il silenzio era persistente anche quando qualcuno fece il suo ingresso con qualche candela che emanava una luce flebile e soffusa. Era Zarami, seguito da quattro donne vestite di una semplice veste grigia e scialba, con i capelli scuri raccolti in una crocchia e una spilla d'oro sul petto: il simbolo della comunità, la serpe, la stessa incisa sul pugnale della Dea della morte.
"Benvenuta."
La voce di Zarami tuonò all'interno del salone circolare lasciandosi alle spalle solo il suo eco e penetrando con il suo terrore l'animo già irrequieto della ragazzina. Eléah teneva stretto il braccio sinistro con la mano destra, all'altezza del gomito, le spalle strette e il capo chino.
"Lo sai perché sei qui, mia cara?"
Quelle ultime due parole sapevano di scherno, lei stessa era stata in grado di percepire il disgusto con il quale le aveva pronunciate. Si limitò a negare con il capo in attesa di una spiegazione.
"Bene... devo ammettere che mi dispiace doverti liberare così presto. Sei uno degli esperimenti meglio riusciti benché non terminata. Dì un po'... quali sono i problemi che riscontri durante la mutazioni?"
Eléah sollevò appena il capo, non aveva paura, ma sapeva che il potere era nelle mani di quell'uomo, era di sua proprietà e in quanto tale avrebbe potuto fare di lei qualsiasi cosa.
"Io... Le mutazioni durano pochi minuti, in alcuni casi solo brevi istanti... e non posso prevenirle o controllarle."
"Non ti piacerebbe avere il pieno possesso di questo potere?"
'potere' era una reclusione, una punizione... non un potere di cui andare fieri.
"In realtà vostra altezza, preferirei non doverci avere nulla a che fare."
"Ma ormai il lavoro è già avviato, sapendo di non poter tornare indietro non ti andrebbe di poterti considerare completata potendo gestire così il tuo nuovo corpo?"
L'idea non le dispiaceva, detenere il controllo di se stessa non sarebbe stato male, ma una richiesta avanzata da un uomo simile comportava un prezzo da pagare.
"Sarò completa in cambio di cosa?"
"Ti do l'opportunità di poter camminare senza pericolo tra la gente. Un uomo come me non può concedere questo privilegio per pura gentilezza?"
Eléah rimase in silenzio, negava nella mente e Zarami lo percepiva. Rise sommessamente e si avvicnò al corpo minuto della ragazza. La scrutò attentamente, prese tra le mani le lunghe ciocche dei suoi capelli neri poi si avvicinò rapido al suo orecchio.
"Amo questi tuoi occhi cristallini..."
Le sussurrò appena mentre con un dito ripercorse la sua colonna vertebrale dall'alto al basso, producendo in lei brividi freddi.
"Stai sempre così sulla difensiva?"
E una volta terminata la colonna la sua mano si soffermò sui suoi glutei. Eléah si scansò e si voltò per guardarlo negli occhi, ringhiando e mostrando i suoi denti ormai felini. Zarami si ritrasse preso alla sprovvista, come quando  ci si sottrae dall'attacco di un animale che un attimo prima era apparso loquace.
"Stai al tuo posto bestiaccia! Ricordati che sei mia in ogni caso."
Eléah non rispose a quella provocazione, era stata maltrattata, era piccola e appariva indifesa, ma quello che nessuno sapeva era che i mesi di duro allenamento l'avevano portata sul piano di forza della stessa Dea, nessuno sapeva che aveva le sue stesse capacità combattive, questo perché non era ancora stata messa alla prova.
"Comunque, ti stavo dicendo..."
Riprese a parlare l'uomo allontanandosi con le mani conserte dietro la schiena. Salire sul gradino più alto lo faceva sentire potente, quella luce che gli brillava negli occhi si vedeva anche nel buio.
"Quel ragazzetto... Jhona, così si è presentato... si è sacrificato per te, non temi di renderlo una delle tue vittime?"
Era la cosa che più la spaventava quando erano insieme.
"Sì..."
"E allora io ti offro questa..."
E ciò dicendo, si voltò verso una delle donne e afferrò con malagrazia, dal cuscino sul quale giaceva, una bottiglia di piccole dimensioni riempita di un liquido rossastro.
"L'elisir della saggezza e del controllo, il pieno potere di se stessi e la capacità di andare oltre i propri limiti... bevilo e sarai in grado di cambiare forma quando vorrai per tutto il tempo a te necessario... e in cambio..."
Eléah la prese tra le mani, rimestava e rigirava quel liquido viscoso senza badare alle ultime parole di quell'uomo doppiogiochista, tanto sapeva che avrebbe dovuto pagare un prezzo molto alto per quel favore.
"In cambio combatterai tra le prime file del mio esercito quando sarà il momento e..."
Si avvicinò di nuovo, per la seconda volta le sussurrò qualcosa all'orecchio, ma questa volta non per porle i suoi corteggiamenti.
"Se esaudirò la sua seconda richiesta e dovessero scoprirlo... mi uccideranno..."
"E' proprio questo il bello cara..."
Le sollevò il volto tenendola per il mento.
"Morirai comunque, ma non per mano mia... E ora portatela via!"
Ordinò poi alle quattro donne dietro di loro. Quelle parole l'avevano turbata e non ebbe il tempo per chiedere informazioni maggiori. Venne accompagnata dolcemente sotto braccio da due delle donne, mentre le altre tenevano alte le candele facendo luce tra i  corridoi. Sarebbe morta comunque aveva detto, ma non era quello a preoccuparla. Zarami sapeva già chi lo avrebbe fatto, qualcuno stava tramando alle sue spalle.
"Jhona potrà aiutarmi."
Ritornò a pensare tra sè e sè. Il pensiero di lui era costante... e rassicurante.

Quando ebbero finito, il sole stava sorgendo un'altra volte. L'avevano lavata, sistemata, l'avevano liberata dei suoi vecchi stracci logori e ormai sbrindellati porgendole una nuova divisa scura e aderente al suo corpo perfetto. era stato fatto apposta per lei: le maniche arrivavano lunghe fino al polso, ma rimanevano aperte sugli avambracci, per permetterle di adoperare le sue lame letali. Sulle gambe, là dove le sue stesse lame qualche volta la ferivano, erano stati aggiunti degli inserti d'argento, donandole un aspetto lucente e di nuova forza, scalfiti da decorazioni sinuose e prive di un significato apparente. Al momento del taglio di capelli Eléah si sottrasse, era l'unica cosa che non voleva cambiare, voleva poter tenere i suoi lunghi capelli neri. Le donne dovettero arrendersi alle sue insistenze e la convinsero a farseli per lo meno intrecciare, così da non intralciare i suoi movimenti. Ecco come appariva: un elegante e letale fanciulla, trasformata in guerriera contro sua volontà, carica di odio e risentimento. D'ora innanzi chi avrebbe incontrato la sua brutalità l'avrebbe ricordata come la ragazza letale d'argento.
"...bevilo e sarai in grado di cambiare forma quando vorrai per tutto il tempo a te necessario..."
Sì, non aveva altra scelta...

***
"Devo farlo per forza?"
"Sì Jhona, devi farlo per forza."
Gli rispose Kasandra aiutandolo a indossare la sua nuova divisa. Nera e arricchita da ricami blu scuro, quasi impercettibili.
"A cosa serve tutta questa roba?"
Jhona parlava con un tono evidentemente spazientito.
"Smettila di comportarti come un bambino e dammi retta! Oggi verrai presentato al resto della comunità come nuovo membro, è la procedura."
"Ed Eléah? Quando potrò vederla e tirarla fuori di lì? I patti erano chiari!"
"Presto! Appena avrai finito di lamentarti e la cerimonia sarà conclusa... adesso voltati."
Jhona rimase immobile a sostenere il suo sguardo, non con sfida ne con cattiveria. Il loro rapporto era di gran lunga migliorato; l'odio che tenevano in serbo uno per l'altra si era dissipato.
"E' un ordine!"
Jhona sorrise e fece quanto ordinatogli. Kasandra si allontanò per pochi istanti e fece il suo ritorno un attimo dopo con una spada tra le mani. Gli afferrò una spalla da dietro e gli puntò la lama alla gola. Jhona rimase interdetto soffocato da quell'attimo di terrore.
"Mai abbassare la guardia..."
Gli sussurrò in un orecchio.
"Ora questa è tua..."
Poi, dalla gola, fece scendere la lama più in basso e gli posò l'elsa tra le mani.
"Potevi uccidermi..."
Si limitò a dire Jhona senza alcun tipo di convinzione.
"Sì lo so! Adesso andiamo."
I due uscirono dalla loro tenda e si diressero nell'arena di Celastra, nella quale era stato allestito un piccolo palco. La gente si accalcava sulle scale, sulle gradinate. Il brusio si trasformava in confusione rendendo il tutto più caotico. C'era aria di festa intorno e la gente ne era impregnata fin nelle ossa.
"Perché tutto questo entusiasmo?"
"Perché sei uno di loro adesso... sei come noi. E il fatto che combatti al mio fianco ti conferisce ancor più potere."
"E se... io non lo volessi questo potere?"
Si trovavano appena sotto il palco e da lì sotto potevano scorgere le persone prendere posto sui gradoni dell'arena circolare. Jhona stava seduto su una sedia e Kasandra al suo fianco guardava nella sua stessa direzione.
"Tutti ti temeranno, vedrai che ti piacerà!"
L'ultima cosa che avrebbe desiderato sarebbe stata quella di essere temuto da tutti. Senza volere pensò a suo padre, e a quello che avrebbe detto se lo avesse visto ora. Chissà cos avrebbe pensato. Forse adesso comprendeva perché non gli aveva mai permesso di addestrarsi come tutti gli altri.
All'arrivo di Zarami il pubblico esplose in un forte boato applaudendo senza più contegno. Jhona si chiedeva perché fosse così tanto amato, che avesse usato un qualche tipo di lavaggio del cervello?
"Forza tocca a te!"
I suoi pensieri furono interrotti dal richiamo di Kasandra. Uscì dal sottopalco e salì gli scalini che lo avrebbero portato al cospetto del popolo, di fronte al capo comunità. Una volta raggiunto quegli applausi esplosero solo per lui.
"Ed eccovi i nuovi alleati!"
Zarami lo disse con enfasi ampliando il significato di quelle parole con un ampio gesto della mano, come per espandere la sua voce a tutti quanti. Ma aveva parlato al plurale, Jhona rimase stupito convinto di essere l'unico prescelto e si voltò con sguardo stranito.
Non potè credere ai suoi occhi,
"Eléah cosa ci fai qui?"
Le chiese sottovoce quando lei lo ebbe raggiunto.
"Sono alla cerimonia di iniziazione, chiaro no?"
"Tu avresti dovuto aspettarmi."
"E' quello che ho fatto, ma ti hanno preceduto. Sono stata costretta."
Zarami riprese a parlare interrompendo la loro discussione. Jhona posò gli occhi su Kasandra che stava appena qualche metro più in là, anche lei incapace di spiegarsi.
"Con noi e per noi lotterete..."
La cerimonia era nel vivo dello svolgimento.
"...non temerete, ma sarete temuti..."
Ad ogni nuova parola tutti si alzavano in piedi caricando gli animi di fierezza e gioia.
"... porterete fede e rispetto alla vostra comunità, alla comunità di tutti, la comunità di Celastra!"
E arrivarono così al culmine della gioia, incapaci di trattenersi ancora esplodendo in schiamazzi e applausi, mentre le loro schiene venivano coperte dai mantelli scuri, simbolo dei guerrieri del posto, e i petti imbardati delle stesse spille che avevano le donne la notte precedente, simbolo che ormai erano al servizio di Zarami.
"Vi affido alla guida della nostra fedelissima Kasandra, che farà di voi le migliori armi di questa comunità. Potete andare!"
Si fecero acclamare ancora per un po', senza sorridere, senza mostrarsi orgogliosi, perché nessuno dei due stava affrontando ciò che voleva. Come fenomeni da baraccone se ne stava lì a  farsi osservare.
In seguito sia Jhona che Eléah vennero scortati in una tenda più grande al riparo da occhi indiscreti.

***

"Che cosa significa?"
Kasandra non aveva mai osato contraddire o scontrarsi con Zarami, ma quelle parole le avevano fatto perdere ogni controllo.
"Farai quanto ordinatoti."
"Io volevo il ragazzo! E' quello l'unico di cui sono responsabile, quella sgualdrina non mi interessa non sono qui per fare la badante."
Zarami le dava le spalle. Si voltò lentamente, senza un filo di preoccupazione o di rabbia.
"Quella... sgualdrina, come la chiami tu, ti darà del filo da torcere se non la tratterai con rispetto. Bada a quello che fai Kasandra... è più pericolosa di quanto credi o almeno, adesso lo è!"
Zarami si allontanò lasciando Kasandra sola con i suoi dubbi. Sapeva che aveva un secondo fine e sapeva che quell'uomo non mentiva. Se l'aveva messa in guardia su quella ragazzina allora qualcosa le avevano fatto.
'Avranno terminato l'esperimento? Sicuramente l'hanno completata.'
Ora Kasandra aveva un'altra persona da tenere a bada, un'altra minaccia incombente. E si sarebbe messa tra lei e Jhona, lo avrebbe distratto dai suoi allenamenti lo sapeva.
Era un po' di tempo che non uccideva, poteva sfogare la sua astinenza su di lei, poteva eliminarla; ma avrebbe comportato rompere il patto di Jhona, se lei lo avesse fatto lui si sarebbe ribellato e non poteva permetterselo.
'Merda...'
Uscì dall'arena e si diresse anche lei nella tenda dove erano stati portati i due giovani, dove gli esponenti maggiori della comunità si stavano ancora complimentando con loro. Entrò senza badare ai sorveglianti lì fuori, senza chiedere il permesso e scostando la tenda dell'ingresso con violenza quasi a volerla strappare.
"Dì un po' piccola bastarda!"
Le urlò Kasandra estraendo il pugnale e puntandoglielo alla gola una volta avvicinatasi a lei e costretta a sdraiare la schiena sul tavolo alle sue spalle.
Eléah presa alla sprovvista non reagì si limitò a mugugnare qualcosa di incomprensibile e a mostrare tutto il suo odio per quella donna ripugnante.
"Che cosa ti hanno fatta eh?"
Gridava la donna senza contegno.
"Andiamo Kasandra che ti prende?!"
Jhona era intervenuto,
dovette spostarla con la forza. Gli altri commensali uscirono allarmati senza aggiungere altro. 
"Tu se impazzita!"
Gridò di rimando Eléah.
"Per quale motivo mi sei stata affidata? Non abbiamo bisogno di te. Sei inutile, buona a nulla!"
"Forza, fuori!"
Jhona prese per un braccio Kasandra e la trascinò fuori dalla tenda. Lei si divincolò non eppena messo un piede fuori.
"Non mi toccare Jhona, ricorda che sono io che ti comando!"
"Che cosa ti prende Kasandra? Ti stai sentendo? Non hanno alcun significato le tue parole!"
Kasandra rimase in silenzio preda all'ira, con il fiato corto e uno sguardo minaccioso stampato negli occhi.
"Quella scialba ragazzina ci sarà di intralcio!"
Jhona afferrò rapido il braccio di Kasandra, la costrinse a voltarsi e poi passò l'altro braccio intorno al suo collo. L'aveva bloccata e messa alle strette.
"Mai abbassare la guardia... non ti permetto di parlare così della ragazza che amo..."
Lo disse appena sottovoce, come un sibilo, perché potesse sentirlo soltanto lei, perché rimanesse come un loro segreto.
Poi Jhona la lasciò andare fece qualche passo indietro e rientrò nella tenda.

"Lo sai... credo tu metta troppo sentimento per quel ragazzino."
Owen apparve da una delle tante tende nei dintorni.
"Sai che sono geloso?"
Le disse avvicinandosi a lei e posandogli le mani sulle spalle. Le diede un bacio sul collo e ne seguì il profilo fino all'orecchio.
"Tu sei donna Kasandra, quel ragazzino ti farà perdere soltanto del tempo prezioso..."
La sua voce sensuale e calda le entrava nelle orecchie come un dolce canto. Lei rimase ad ascoltarlo con gli occhi spalancati e persi nel vuoto di fronte a sè mentre il tocco delle mani di Owen fu un sollievo per i suoi muscoli contratti. Chiuse gli occhi e si abbandonò completamente.
"Resta con me questa notte..."
Kasandra si voltò verso di lui, posò le sue esili braccia intorno al suo collo e lo baciò con determinazione. Owen era abituato a quegli approcci improvvisi e violenti, dove Kasandra voleva poter comandare, come sempre d'altronde, e lui glielo lasciò fare, la ricambiò senza esitare un solo istante.
La notte venne presto e si ritrovarono insieme nella stanza più lussuosa ed elegantemente adornata.
Owen le sfilò di dosso la casacca guardandola negli occhi, cercando costantemente le sue labbra.
"Qualche volta dovresti prenderti una pausa..."
Così dicendo la invitò a sdraiarsi premendo il suo petto contro quello nudo di lei.
"Non passi più tanto tempo con me come prima..."
E finalmente completò la sua opera, la svestì interamente potendosi finalmente concedersi quel corpo scolpito nel marmo. Kasandra rimaneva in silenzio, prendendo dei lunghi respiri a intervalli regolari abbandonandosi anche lei al piacere provocato da quella strana danza. Una danza costituita da movimenti lenti e contraccambiati passo dopo passo. In un bagno di lussuria e soddisfazioni.

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I sentimenti sono frutto di incomprensioni e di confusioni. Ora verranno a galla molti altri dettagli di questo caos che è le mia storia (purtroppo!)
Per quale motivo Kasandra odia così tanto Eléah?
E Owen?
...No in realtà Owen è un personaggio scomodo e privo di relativa importanza xD
Ho creato un personaggio che non sopporto...
*Lo aggiunge alla lista dei personaggi da ammazzare durante lo svolgimento prossimo della storia*
Bene! Ne approfitto per ringraziare chi sta seguendo la storia, chi manda dei semplici e brevi messaggi di apprezzamento e chi come Kidrustin, Smemmy e la mia fedele Helmwige recensisce ancora ^^
...
Federicadeam... a te dei ringraziamenti speciali ovviamente! Per la tua infinita pazienza e fiducia!
Mi dileguo così, non sapendo cosa aggiungere come al mio solito.
A presto ragazzi!
Saluti
Silny 
  
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