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Autore: xingchan    30/07/2013    1 recensioni
Xing, cinque anni dopo (la fine del manga! XP).
Ling Yao è divenuto imperatore da appena tre anni, e Lan Fan come al solito è al suo fianco come sua protettrice. Tutto procede più o meno tranquillamente a corte, grazie all'unione delle famiglie e alle innovazioni che il nuovo sovrano introduce nel suo impero, accompagnate da numerosi doveri che il ragazzo dovrà caricare sulle proprie spalle, molti dei quali gli risulteranno trmendamente contrastanti con i suoi sentimenti e con il suo modo di essere.
L'intenzione di Ling di modificare alcune leggi, il misterioso caso dell'omicidio del suo predecessore e un'invidia covata da tempo e mai espressa saranno le cause per cui Ling dovrà impugnare ancora le armi per difendere la Pietra Filosofale, il suo regno e coloro che ama.
Genere: Azione, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lan Fan, Ling Yao, Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate
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- Questa storia fa parte della serie 'Fragments of a Love'
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Confronto




L'assemblea, come Ling ovviamente si aspettava, non era al completo. Molti scranni erano vuoti; e su di essi vi erano soltanto degli stemmi che riportavano le combinazioni di colori che li identificavano con il loro clan di appartenenza. Uno in particolare, era decorato con il rosso, il nero ed il bianco: i colori della famiglia Yao. Appena prima di accedere alla sala, Ling ebbe una sensazione tutt'altro che piacevole e fu pervaso dal brutto presentimento che ci sarebbe statao qualcosa che avrebbe reso i giochi ancora più difficili.


L'aria pregna di odore d'incenso, troppo dolce per i suoi gusti, gli dava quasi la nausea, ma non poteva farci niente dato che la tradizione voleva che gli oggetti appartenuti ai defunti nobili venissero cosparsi di essenze, compreso il suo posto nel consiglio. In più, quel vestito di seta bianco e violaceo gli si strusciava sul corpo fastidiosamente. Si ripromise che appena fosse rimasto solo, se lo sarebbe tolto.


Dietro di lui, Lou stava provando un misto di ansia e paura. Il suo signore Han stava per essere processato, ma non poteva negare che stare al fianco dell'imperatore gli aveva dato quel senso di sicurezza e fede nelle proprie capacità che non sapeva di avere. Se Lan Fan non era con loro, sicuramente avev i suoi buoni motivi. Lou era ignaro del fatto che Ling avesse letteralmente costretto la ragazza a rimanere nella propria stanza spiegandole che sarebbe tornato da lei vittorioso.


Slittando lo sguardo su tutti i consiglieri rimasti, Ling si rese conto che anche uno che aveva saputo ancora vivo non si era ancora visto. Non ricordava di quale clan fosse, ma in quel momento aveva altro di cui occuparsi che della semplice assenza di un consigliere.


I principi Sun e Chiang erano al di sotto del suo trono dorato rialzato, con gli occhi infiammati di rabbia indirizzati a lui, l'imperatore. Il terzogenito, in particolare, era fuori di sé dalla collera, ed era necessaria tutta la forza dell'energumeno di fianco a lui per tenerlo a bada, in modo da evitare un suo qualsiasi scatto.


Al contrario, l'ottavo principe di Xing sembrava stesse maledicendosi mentalmente. Aveva sbagliato fin dall'inizio ad allearsi con l'altro, e quasi invidiava il servo Lou ed il suo coraggio nell'affrontare il suo ex padrone in campo aperto.


Avrebbe potuto lasciar perdere tutta quella folle impresa e vivere in pace in accordo con il sovrano. Anzi, avrebbe anche potuto denunciare il piano del suo pari a Ling Yao, così da guadagnarsi ulteriore rispetto presso la corte. Ed anche di più, se ci pensava bene, ovvero godere di privilegi come un vero re e passare come il salvatore del monarca in carica da un complotto ordito per il suo assassinio.


Ma la sua vigliaccheria nei confronti di Sun lo aveva bloccato, preferendo di gran lunga obbedire come un cane. Sì, si sentiva al pari di una bestia bastonata, e ora, sicuramente avrebbe ricevuto una dura punizione, com'era giusto. Il giovane imperatore riuscì a cogliere quella nota pentita nella sua espressione e, oltre ad esserne rattristato, si sentì anche sollevato al pensiero che Chiang si fosse auto-accusato e che avesse accettato i suoi errori.


Tuttavia, era anche vero che il suo pentimento non giustificava affatto la sua collaborazione al fianco di Sun. Ling non sapeva proprio da dove cominciare, soprattutto con l'ottavogenito, probabilmente quello più stolto fra i due per il semplice fatto di aver dato corda ad un pazzo che forse, in solitudine non avrebbe potuto concludere niente.


Notando che Chiang si ostinava a tenere il capo chino ad osservare il terreno, spostò i suoi occhi dal taglio orientale verso il principe Han, che tentava di esprimere tutto il suo disprezzo con il solo mezzo visivo.


"Principe Sun del clan Han; principe Chiang del clan Lee. In quanto colpevoli di molti reati fra cui il tentato omicidio nei confronti miei e della mia combattente, il rapimento, il rifiuto dell'allenza stipulata con l'imperatore e la vostra completa indifferenza verso le sorti della vostra gente, siete condannati alla prigionia permanente."


Tutti tacquero, sbalorditi. In paticolar modo i consiglieri che si aspettavano una condanna a morte, e non una semplice relegazione al di fuori dello stato di Xing. In verità, il sovrano era un po' timoroso riguardo a questa sentenza, ma volendo tener fede ai suoi princìpi, aveva optato per questa scelta. E poi, erano stati al suo cospetto attirando su di loro solo commiserazione. Non avrebbe mai marchiato il loro onore con la pena di morte, in aggiunta ad un'ulteriore onta sui loro nomi. Loro erano i fautori dei loro reati; perciò avrebbero pagato con la una vita fatta di miseria i loro misfatti, la cosa peggiore per un nobile. Peggiore anche della morte stessa. Avrebbero portato su di loro il peso delle loro colpe, e magari avrebbero anche trovato il modo per rifletterci.


Una risata sarcastica si propagò per la sala, davanti alla quale Ling si scompose appena. "Sappiamo bene che siete troppo codardo per condannare qualcuno a morte!" sputò il principe Sun con ironia gratuita, facendo indurire i lineamenti del sovrano. Allora era così? Agli occhi degli altri, la sua pietà veniva interpretata diversamente, come una sorta di inettitudine?  Preservare ed amare la vita in ogni circostanza; anche quella era giustizia.


"Infrangere un patto di non-belligeranza, rischiando di mettere in serio pericolo un intero casato, non è di certo un atto di coraggio, principe Sun!" rimbeccò Ling Yao. "Per vostra fortuna, sarete entrambi imprigionati per tutta la vita. Non so davvero come comportarmi con dei tipi come voi, e la morte è una via troppo facile, sebbene il protocollo la imponga. Con tutto il tempo che avete a disposizione, cercate di immaginare quali danni irrisolvibili avreste arrecato ai vostri clan!"


Dopo quelle parole, Sun non seppe cosa replicare. Questa fu la causa principale per cui adesso osservava il re con molto più odio.


"Prendete esempio dal vostro compare, principe." continuò Ling. "Guardatelo: ha contribuito senza essere il diretto responsabile. Nonostante ciò, si sta dimostrando più saggio di voi che siete molto più grande."


Chiang alzò per un istante gli occhi lucidi per puntarli sul giovane signore di Xing, mentre si chiese in che modo lui potesse impartire una lezione all'altro; lui che aveva partecipato a quel fallito colpo di stato. Quel dubbio fu subito dissipato da Ling che, ricambiandolo con una serenità a dir poco disarmante nei lineamenti, espresse tutto il suo perdono nei suoi confronti.


Lo stesso non si poteva dire di Sun. Gli occhi ancora iniettati di sangue, il nobile non accolse di buon grado quella che pretendeva essere un ammonimento. Ling Yao e Chiang Lee erano più piccoli di lui anagraficamente e addirittura si atteggiavano a grandi sapienti. Come si permettevano di parlare a lui in quel modo?


Aveva una voglia spropositata di ribattere aspramente di quanto già aveva fatto, di sputare in faccia al sovrano tutta la sua inferiorità e di rivendicare la sua libertà. Ma ormai la sentenza era già stata emessa, ed una volta fatto nessuno poteva più farci niente.


Anzi, forse sotto sotto doveva davvero considerasi fortunato di aver almeno salva la vita.


Le guardie che troneggiavano su di loro li alzarono di peso, attendendo un cenno dell'imperatore che lì per lì non arrivò. Dovettero attendere alcuni secondi prima che Ling Yao distogliesse lo sguardo da loro e desse il suo assenso a procedere con un gesto della mano.


Soldati e progionieri non fecero in tempo a voltarsi che le porte situate dalla parte opposta al trono si spalancarono, rivelando due figure familiari. Una era la principessa del clan di Huxian, Ying. Il viso sconvolto e scavato raccontava fin troppo bene che non aveva chiuso occhio la notte precedente. L'altro era il suo capoclan, furioso come non mai. Stringeva il polso della ragazza in maniera troppo tenace per non evidenziarlo, e sembrava l'avesse stordita con minacce elaborate per ore, prima di farla cedere e abbandonarla in qualche luogo buio con le proprie lacrime come unica consolazione.


Ling scattò in piedi, preoccupato per le condizioni in cui vi era la sua alleata. "Principessa Ying!" esclamò attirandosi l'attenzione di tutti i presenti. Il combattente alle sue spalle ebbe la stessa reazione, solo più trattenuta, per non dare a vedere il suo eccessivo interesse verso la nobile, convinto che, a tempo debito, ci avrebbe pensato il suo padrone a risolvere la loro situazione. Con il cuore colmo di fiducia.


"Maestà!" cominciò il vecchio Huxian con un tono di voce che tradiva la sua espressione infiammata. "Vi consiglierei di affrettarvi con le vostre nozze, lasciando da parte i vostri inutili tentativi di mutamento del codice imperiale."











NDA

Dai, dai, perseverate, che manca poco! XD Scusate il ritardo, ma postare il finale a volte non è semplice. A dir la verità, stavo andando avanti quando mi sono detta: "Lasciamo un po' di suspence..." anche se così va a finire male, ovvero prolungare la ff. Secondo i calcoli, ci sarà un altro capitolo prima dell'epilogo.

Stavo seriamente rischiando di accelerare troppo i tempi, cosa che volevo evitare a qualsiasi costo. Cuffie alla mano (o meglio, alle orecchie), oggi mi sono data alla pazza gioia scrivendo questo capitolo. Haha.

Ringrazio Laylath e gli altri che continuano a seguirmi. Keep holding on, men! :)



   
 
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