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Autore: _Kiiko Kyah    30/07/2013    7 recensioni
[AtsuYuuka // AU / Romantico, Fluff, Slice of life // Het~ ]
[...]Certo, non tutti la pensavano così; come ad esempio quello stupido sagomato a forma di stupidissimo clown con il braccio sollevata ad angolo retto che stazionava accanto all'ingresso di quelle montagne russe, sulle quale aveva desiderato salire insieme ai suoi amici per tutta la mattinata. Beh, sì, finché quell'antipatico di un clown aveva deciso di informarla che era un centimetro troppo bassa per salire su quell'attrazione.
[...]
Fubuki ammiccò, senza lasciare la sua mano. «Allora Scricciolo-Che-Mi-Deve-Un-Favore, me lo concedi un giro sulle montagne russe solo io e te?» il sorriso della Gouenji si smorzò sensibilmente.
«Ah, beh, lasciando da parte che non dovrei andare in giro con gli sconosciuti, ecco...» cambiò direzione al suo sguardo «Sono un centimetro troppo bassa per le uniche montagne russe decenti in questo posto.» [...]
«A maggior ragione, "scricciolo" è il nome adatto.»

[Era tanto che non mi dedicavo alla mia OTP, guh // Ci si becca dentro, magari~]
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hayden Frost/Atsuya Fubuki, Yuuka Gouenji/Julia Blaze
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'OTP— the phantom and the cutie.'
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∞ Just for a stupid centimeter





Per essere una sedicenne, Yuuka non era bassa, né alta. Era perfettamente nella media. 
Certo, non tutti la pensavano così; come ad esempio quello stupido sagomato a forma di stupidissimo clown con il braccio sollevata ad angolo retto che stazionava accanto all'ingresso di quelle montagne russe, sulle quale aveva desiderato salire insieme ai suoi amici per tutta la mattinata. Beh, sì, finché quell'antipatico di un clown aveva deciso di informarla che era un centimetro troppo bassa per salire su quell'attrazione. E, tanto per rendere le cose ancora più irritanti, nessuno dei suoi amici ebbe la gentile idea di rimanere lì con lei, per solidarietà...! No, tutti quanti erano saliti sulle navette. Traditori.
«Mi spiace Gouenji-san, ci vediamo dopo!» le gridò Yuuichi, il suo compagno di banco nonché migliore amico. Traditore anche lui. 
La mora lanciò un'occhiataccia al clown e al custode delle montagne russe che per un eccesso di zelo non si rendeva conto che un centimetro più o un centimetro meno non faceva alcuna differenza. Dopodiché, si abbandonò ad uno sbuffo e decise di allontanarsi: era troppo un fascio di nervi per rimanere lì a sentire le grida divertite dei suoi amici. Che rabbia... 
Forse camminare da sole per il Luna Park non era un'idea per così dire geniale, tuttavia aveva con sé il cellulare e il portafogli, non appena i suoi compagni avessero smesso di divertirsi senza di lei avrebbero benissimo potuto avvisarla oppure fregarsene altamente e dimenticarsi di lei; in qualche modo, era come una specie di sfida, era tutto nella mani dei suoi amici. 
Osservando distrattamente il mondo attorno a sé, la castana non mancò di notare che il parco divertimenti era proprio bello. Tutto colorato, pieno di persone sorridenti, di giostre all'apparenza molto divertenti e di stand di tutti i tipi, dai più classici come lo zucchero filato ai più bizzarri come quello di un curioso venditore ambulante di tofu. Se fosse stato il festival di Capodanno avrebbe avuto un senso, ma a quella festività mancavano ancora almeno un paio di bei mesetti. La ragazza si lasciò sfuggire un sorriso. Avrebbe voluto che ci fosse qualcuno a ridere di quel particolare insieme a lei... 
Come richiamata dai suoi pensieri, una voce totalmente sconosciuta -e troppo profonda e calda per essere di un adolescente- raggiunse le sue orecchie, a metà fra il sarcasmo, il divertimento e l'innocente curiosità. «Che tipo strano, vende tofu in un Luna Park.» 
Yuuka si voltò di scatto verso destra, e a mezzo metro da lei vide una figura. Era un uomo evidentemente giovane, si vedeva lontano un miglio che fosse adulto, forse avrebbe potuto avere l'età di suo fratello. Aveva un fisico atletico e slanciato, e una carnagione nivea come porcellana, la quale accostata ai suoi lineamenti semplici lo facevano somigliare ad una bambola. Oltre alla spettinata chioma rosa salmone, di lui spiccavano due grandi e splendidi occhi color oceano polare, freddi seppur espressivi. Una mano a coprire la fronte e lo sguardo dal sole e il fianco sinistro stretto nella presa dell'altra, squadrava con un sorriso storto lo stand che ad entrambi sembrava abbastanza insolito. 
Quanto. Era. Bello. 
Probabilmente sentendosi osservato, il giovane si voltò verso di lei, facendola sussultare. Dopo aver sbattuto per un secondo le palpebre con perplessità, il rosa riprese il suo sorriso da bambola di porcellana e abbassò il braccio lungo il fianco. 
«Cos'è scricciolo, ho qualcosa sulla faccia?» ridacchiò inarcando un sopracciglio, frattanto che un colorito rossastro decorava le gote della ragazza. 
Le iridi nero pece di quest'ultima sgranarono appena e si ritrovò a dissentire con il capo, anche se si stava più che altro concentrando sul modo in cui era stata chiamata. Scricciolo. Non le era mai capitato, in particolar modo ad un primo incontro con uno sconosciuto, di ricevere un soprannome del genere. Davvero, proprio niente. L'altro ridacchiò di nuovo. 
«Dovresti vedere la tua faccia in questo momento.» esalò fra una risata e l'altra «Ahh, mi hai proprio risollevato la giornata, sai? Quanto sei buffa!» non si disdegnò dall'aggiungere, portandosi le dita affusolate sulle labbra come a coprire i suoi denti candidi. 
La Gouenji rimase interdetta per una manciata di attimi, poi arricciò le labbra. Buffa, lei? Che razza di persona va a dire una cosa così ad una ragazza più giovane appena incontrata per strada, senza neanche saperne il nome? 
«Senti un po', io...» non ebbe alcun tempo per protestare: quello le fece un rapido gesto di saluto con la mano e, girando i tacchi, si allontanò senza batter ciglio né lasciandole tempo di dire né se né ma, disperdendosi fra la folla. 
Yuuka schiuse le labbra. Quel tipo... era molto più curioso del venditore ambulante di tofu. 

O la corsa sulle montagne russe era più lunga, molto molto più lunga del previsto, oppure si erano davvero dimenticati della troppo bassa di un centimetro. Beh, a occhio e croce era proprio la seconda opzione, quella vincente. 
La sedicenne sospirò stancamente. No, evidentemente quella non era proprio la sua miglior giornata, considerato che si era persa e si era dovuta fermare davanti ad un cartellone sul quale era disegnata la pianta del parco divertimenti. Percorse le strade e le attrazioni stilizzate con l'indice, svogliata, partendo dal classico cerchietto rosso esibente la scritta "Tu sei qui", alla ricerca del percorso da seguire per raggiungere l'uscita. Non le andava di tornare dai suoi amici, tanto si stavano divertendo anche senza di lei, giusto? Tutto per uno stupido centimetro... 
Qualcuno posò la mano sulla sua spalla. Sobbalzò, avvertendo un brivido gelido risalirle su per la schiena. Pessimo segno, il suo sesto senso -o intuito femminile, se sembrava più realistico- non sbagliava mai. Si girò di quarantacinque gradi con riluttanza, abbastanza preoccupata, e si ritrovò davanti tre ragazzi che non sembravano non poco più alti di lei. Ah, cavolo. 


Essere costretto ad accompagnare al Luna Park suo fratello e Haruna per fare da copertura con Kidou andava anche bene. 
E andava bene anche essersi dovuto separare da loro per non fare il terzo incomodo e non sentire addosso la sgradevole sensazione di tutto il miele che fuoriusciva dalla felice coppietta. 
Annoiarsi a morte, beh, era un rischio calcolato, e nonostante il nervosismo si era fatto una bella risata. Spiaciuto per la ragazzina incontrata prima? Non tanto. Sì che aveva messo su un'espressione davvero buffa. Eh, c'era da ammettere che un po' tutte le adolescenti che incontrava facevano quella smorfia imbarazzata, il che gli dava generalmente sui nervi; quella volta, invece... 
Quello che non andava bene era perdersi. In un parco divertimenti. Un uomo di ventiquattro anni, perfettamente in grado di badare a sé stesso, era finito con il perdersi da solo in uno stupidissimo parco di divertimenti. Che fastidio. Era per questo che si era messo alla ricerca di una delle solite mappe sparse qua e là in luoghi del genere, per trovare l'uscita. Tanto meglio uscire, alla fin fine Shirou l'avrebbe comunque chiamato ad un certo punto per accompagnare insieme a lui Haruna, sempre per prevenire che Yuuto si macchiasse di omicidio. Quanto faceva il melodrammatico, l'albino, se ne aveva bisogno. 
Si spostò accaldato ciocche di capelli rosati dalla fronte e sollevò gli occhi. Finalmente aveva trovato una delle mapp--...e... 
I suoi occhi si posarono su un triangolo di ragazzi, al centro del quale si trovava una ragazza. Trecce alte color cioccolata al latte, carnagione chiara, occhi a mandorla di un profondo e attraente nero liquirizia. Senza la benché minima esitazione, quella era lo scricciolo di prima, e non sembrava si stesse divertendo, con uno dei ragazzi che le teneva stretto il polso. 
«Ti ho detto di lasciarmi, scemo!» fu in grado di sentire lei sbraitare, le sopracciglia corrucciate in un cipiglio austero. 
In giro non c'era molta gente, quindi quasi nessuno si era accorto della situazione. Atsuya fece una smorfia contrariata quando l'interpellato invece di obbedire la strattonò di più, tirandosela più vicino. 
«Non fare tanto la preziosa, carina.» le consigliò -anche se quello sapeva tanto tanto tanto di ordine ben preciso- strafottente. 
«Allora, che ci facevi in giro sola soletta?» domandò con malizia un altro, posandole una mano sulla spalla. 
Il ventiquattrenne lesse sul volto della sedicenne un'espressione che stava a significare che l'unico motivo per cui non aveva ancora tirato un calcio negli stinchi a quei deficienti era solo perché il suo buonsenso le aveva fatto notare di essere in inferiorità numerica. Ecco, il minore dei gemelli Fubuki non aveva mai avuto la personalità dello stereotipo di eroe, comunque... 
«Scricciolo!» la chiamò con fare quasi allegro, avvicinandosi rapidamente e facendo voltare di scatto i quattro ragazzi con i loro visi stupiti «Ti ho cercata ovunque, non mi devo distrarre un minuto che scompari?» si fece strada in mezzo ai tre teppistelli, i quali lo guardavano sempre più sconvolti. 
Beh, sì, era proprio un bravo attore. Se non avesse dovuto recitare, sarebbe scoppiato a ridere. 
«E tu chi saresti?» lo interpellò acido l'unico che ancora non aveva parlato, nascondendo un velato timore nell'apprendere l'ovvio fatto che il rosato era decisamente un adulto, mentre lui era praticamente ancora minorenne. 
L'interrogato sorrise radiosamente, ciò nonostante nel suo sorriso si poteva leggere un opportunamente malcelato tono di minaccia. «Io? Oh, io,» raccolse rapidamente la mora circondandole le spalle con il braccio e avvicinandola al suo petto «sono il suo ragazzo, carino.» il ragazzo che aveva parlato strabuzzò gli occhi. 
«Il suo...» spirò uno dei suoi compari, inarcando scettico e quasi deluso un sopracciglio. 
Lei sbatté le palpebre, e incrociò lo sguardo con quello del suo presunto falso fidanzato. Non ci mise molto a capire che era meglio reggergli il gioco e chiedere spiegazioni dopo. Gli afferrò la stoffa della larga t-shirt azzurra all'altezza del petto e posò la testa poco sopra, passando l'altro braccio dietro la sua schiena. «Esatto.» confermò, arrossendo appena. Che situazione...
Il giovane assottigliò le palpebre, inacidendo lo sguardo delle sue iridi blu, e il suo sorriso prese una sfumatura quasi vampiresca e maleficamente innocente. «E adesso pesto chi ha osato toccarla anche solo con un dito.» 
La minaccia ebbe l'effetto desiderato. I tre trasalirono e si sciolsero in una miriade di scuse prima di scomparire più rapidi di come erano venuti. Atsuya si staccò della minore e intrecciò le dita per sollevare le braccia al cielo e stiracchiarsi, tornando al suo allegro sorriso di prima. Si prese i fianchi fra le mani e si girò verso la castana. 
«Tutto bene, scricciolo?» inquisì come niente fosse, posandole la mano sul capo e accarezzandola come fosse stata un cagnolino. I suoi capelli erano così morbidi e piacevoli... 
«Non sono un cane.» borbottò lei, praticamente leggendogli nel pensiero «E non mi chiamo "scricciolo"» aggiunse, anche se il continuo e rapido vermiglio sul suo viso infantile diceva che d'altra parte non era poi così male, quella circostanza. 
«Ah no?» commentò lui sarcasticamente sorpreso «E' un nome che ti sta così bene, magari potresti discuterne con i tuoi genitori e fartelo cambiare all'anagrafe.» propose guardandosi le dita, in particolare l'asciutto anello dorato che portava al medio. 
Per la prima volta nella sua vita, il rosato fu colto alla sprovvista da una femmina. «Mi starebbe bene se avessi sei anni, salmone.» 
Qui, il salmone si chiese cosa sarebbe stato meglio fare, se ridere per quella specie di battuta, se prendersela, se rimanere lì a fissarla come uno stoccafisso finché il suo cervello avesse finito di metabolizzare il fatto di aver incontrato un'adolescente con quel briciolo di carattere in più che non aveva trovato in nessuna donna della sua età. Optò per la terza idea, tuttavia le porse la mano con l'anello in segno di presentazione, sorridendo divertito con un sopracciglio lievemente inarcato. 
«Non sei una tipa tutta rosa e fiori, eh? Mi piace.» strinse la mano che a sua volta la mora gli porse «Fubuki Atsuya.» 
«Gouenji Yuuka.» si presentò quella. Era impossibile non rendersi conto che la mano di uno era mostruosamente grande rispetto alla mano dell'altra e che volendo le sue dita avrebbero potuto mangiarsi quelle di lei a colazione... 
Fubuki ammiccò, senza lasciare la sua mano. «Allora Scricciolo-Che-Mi-Deve-Un-Favore, me lo concedi un giro sulle montagne russe solo io e te?» il sorriso della Gouenji si smorzò sensibilmente. 
«Ah, beh, lasciando da parte che non dovrei andare in giro con gli sconosciuti, ecco...» cambiò direzione al suo sguardo «Sono un centimetro troppo bassa per le uniche montagne russe decenti in questo posto.» squittì con un fil di voce, palesemente in via di annegamento nel proprio imbarazzo. 
Dopo un momento, il maggiore le tirò il braccio e si abbassò di qualche centimetro per portare il proprio volto a un centimetro dal suo. «A maggior ragione, "scricciolo"è il nome adatto.» ignorò il suo rossore «Fa niente, ho avuto un'idea.» 

∞ 

L'abitacolo era stretto, e costringeva Yuuka a stare praticamente incollata all'uomo appena conosciuto, considerato che erano tutti e due abbastanza cresciutelli per il trenino della classica giostra girevole, ma non era poi così male, dato il fatto che stargli così vicino le consentiva di sentire i battiti del cuore di Fubuki contro il suo viso -in altezza gli arrivava giusto al petto anche da seduti. 
«N-Non è... un po' lento?» mormorò ad un certo punto, interrompendo il silenzio scandito solo dalla musichetta della giostra. 
Quell'altro le poggiò la guancia sulla nuca. «No, a me piace. E poi, più è lungo e più sto vicino ad una bella ragazza, meglio per me.» la suddetta sedicenne cominciò a fumare come una teiera per l'imbarazzo. 
Schiuse le labbra per dire qualcosa, se non ché il suo cellulare emise la suoneria dei messaggi. Di malavoglia, trascurando l'espressione curiosa del rosato, afferrò il telefono e lo aprì di scatto. 
"Dove sei, Gouenji-san? Ti stiamo cercando da un bel po', abbiamo provato a chiamarti ma non c'era campo, siamo all'uscita, ti aspettiamo!
              Tsurugi
«Ow, devo andare.» comunicò posando il telefono nella tasca «I miei amici mi aspettano all'entrata.» 
«Dammi il cellulare.» replicò pronto il giovane uomo, sorprendendola. Quasi ipnotizzata dall'improvvisa richiesta, lei eseguì e glielo depositò in mano; lui si mise subito a trafficare con i tasti. 
«Che fai?» 
«Salvo il mio numero.» fu l'ovvia risposta la quale provocò solo altro rosso imbarazzo «Così un giorno di questi mi offri un gelato visto che interrompi il nostro bel giro a metà.» 
Stavolta toccò alla Gouenji inarcare un sopracciglio misto ad un sorrisino delicato e allegro. Che si trasformò in due labbra rosate schiuse di stupore e imbarazzo quando Atsuya le schioccò un bacio sulla guancia prima di restituirle il telefono e aiutarla ad alzarsi dall'abitacolo ancora in movimento. 








N / A 
Quanto tempo era che non mi dedicavo un pochino alla mia OTP? Tanto direi.
E quindi -pom pompompom!- ecco a voi una oneshot AtsuYuuka, eeehh.
L'idea mi è venuta guardando un episodio di "Rekkit Rabbit" con mio fratello, avete presente?
Cartone animato americano, stupido, coniglio magico, blah blah blah.
In questo episodio c'era il protagonista umano(?) che era troppo basso di un centimetro per le montagne russe.
Per il resto è tutta opera mia, perché sì(?)
Beh, ora vado via.
Baci,
                                                                                                                                                                                                              Anna∞ 
















  
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