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Autore: MeikoBuzolic    30/07/2013    4 recensioni
...Ero lì davanti al mio armadietto verde – odio questa scuola – pensai. Lo aprì e presi i libri, mossi la testa per spostarmi il ciuffo, e intravidi [...] Il suo dolce sorriso, i suoi capelli neri e mossi, e quei suoi occhi spensierati mi facevano battere il cuore all'impazzata...
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anna, Jeremy Gilbert | Coppie: Anna/Jeremy
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Il mio amore ti appartiene

Jeremy’s Pov
Il mio pensiero non faceva altro che pensare a lei, Anna era il suo nome. Ero lì davanti al mio armadietto verde – odio questa scuola – pensai. Lo aprì e presi i libri, mossi la testa per spostarmi il ciuffo, e intravidi Anna, insieme alle sue amiche. Il suo dolce sorriso, i suoi capelli neri e mossi, e quei suoi occhi spensierati mi facevano battere il cuore all’impazzata. Mentre ammiravo la sua bellezza, senti una forza spingermi verso l’armadietto, sbattei il viso contro, e la voce profonda disse con tono dispregiativo «Sfigato!» e il coro di risate. Mi voltai ed era Tayler Lockwood, il quarterback della squadra di football. Non dissi niente, mi limitai a fissarlo male, e la campanella suonò.
 
Anna’s Pov
Ero lì, vicino all’aula di letteratura, tra poco sarebbe suonata la campanella per l’inizio delle lezioni. Chiacchieravo con due mie compagne, Caroline e Bonnie. Notai che a qualche metro di distanza, c’era quel ragazzo, Jeremy Gilbert, che mi fissava interrottamente. Deglutì, non mi sentivo a mio agio, dopotutto come facevo a stare tranquilla se un ragazzo: autolesionista, drogato e rapinatore mi fissava, ovviamente sapevo tutto questo per le voci di corridoio, non mi sono mai fermata a chiedermi se era vero, ma se lo dicono tutti sarà vero. Dicevano che aveva venduto un cimelio antico di famiglia, per comprarsi l’eroina, e che alcuni dei nostri compagni di scuola erano stati rapinati da lui, sempre per lo stesso motivo, riflettei – e se mi stesse fissando perché la prossima casa che vuole rapinare è la mia? –.
Continuavo a pensare alle dicerie che giravano, poi il mio pensiero si interruppe, vidi Tyler sbattere violentemente nell'armadietto Jeremy. Poi si avvicino a me.
 
Jeremy’s Pov
 – Odio quella scuola, e tutti quelli che ne fanno parte… ovviamente tranne Anna, lei è sempre gentile con  me – pensai. Entrai a casa, e come sempre trovai Stefan, il ragazzo di mia sorella, e Damon suo fratello.
«Ciao!» salutai velocemente, e salì le scale per andare in camera mia.
Buttai lo zaino in un angolo, e accesi lo stereo ad alto volume. Mi avvicinai al comò e in un cassetto presi una canna –Tutti a scuola, continuano a dire che sono un autolesionista, rapinatore, che faccio uso di droghe pesanti, ma niente di questo è vero, beh! Si ogni tanto fumo marijuana, ma niente di ché – pensai, mentre fumavo sdraiato nel letto.
Fumavo cercando di non pensarla, cercando di non soffrire per lei, ma l’effetto durava poco, e nella mia mente ritornava la sua immagine.
 
Jeremy’s Pov
Continuavo a ripetere nella mia mente – Devo farlo! Devo farlo – e respiravo profondamente. In questi giorni, sentivo che Anna mi stava evitando, e questo mi faceva stare male. Al’ora di storia sedeva sempre al banco davanti al mio, nella penultima fila, mentre adesso sedeva in prima fila, vicino alle finestre, mentre io sedevo vicino al muro.
Quindi quel giorno decisi di farmi avanti, e dirgli e farle capire che sono il ragazzo adatto a lei.
Ormai tutti gli studenti erano andati a casa, camminavo agitatamente davanti alla panchina, con un mazzo di rose rosse. Sentì un fruscio, e Anna si stava incamminando verso di me, con i suoi pantaloni stretti, che mettevano in risalto le sue curve, e la canottiera bianca con la camicia a quadri. Si fermò avanti a me, e le dissi nervosamente «C-ciao!».
«Ehi!» rispose lei, il suo viso era pallido. «Che cosa volevi chiedermi?» domandò.
Le sorrisi imbarazzato «Non è niente, non essere spaventata» sbucai da dietro la schiena il mazzo di rose «Tieni sono pe te».
Lei sforzò un sorriso «Grazie» disse, allungò la mano per prendere il mazzo di fiori, la sfiorai, e la sua pelle era fredda.
Diventai rosso al tocco, feci un grande respiro «Anne, tu mi piaci» deglutì «So che puoi pensare: “come è possibile, non abbiamo mai parlato?”… Beh! Tu fra tutti mi hai sempre trattano normalmente, e non come un drogato psicopatico» sorrisi nervosamente «Sai tu mi hai sempre trattato bene, fin dai primi giorni che ci siamo visti. Ricordi? La prima volta nella biblioteca?».
Lei mi guardò dubbiosa, il suo sguardo si fece pensieroso e poi, rispose «Sì, lo ricordo».
Sorrisi felice «Io forse non avrò mai chance con te, ne sono consapevole. Ma quello che ti sto per regalare credo che ti farà cambiare idea». Dalla tasca presi il coltello da cucina, ma cascarono anche delle pillole, Anna le guadò.
«Jeremy cosa vuoi fare?» disse agitata.
«Anna tranquilla, non è niente. È il regalo per te» sorrisi una lacrima mi cadde. «Io sono innamorato di te. Il mio cuore ormai appartiene a te, perché non fa altro che pensarti, in continuazione, è questo mi fa star male. Non sapevo che amare significava provare dolore».
Anna mi guardò turbata «Jer, non fare stupidaggini» si avvicinò.
«Anna ferma!» esclamai con tono di comando «Tanto non serve a niente, perché non posso averti. Ma voglio che almeno la parte più importante di me rimanga con te» dichiarai.
Mi conficcai il coltello nel petto, feci una smorfia di dolore, che era atroce, ma le pillole lo rendevano pur sempre sopportabile. Feci scivolare la fredda lama, tagliando la mia carne, il taglio era grande quanto la mia mano.
«Jer cosa hai fatto! Chiamo un ambulanza!» urlò disperata, era in lacrime.
«Tranquilla» riuscì a dire a malapena, sentì il sangue uscirmi dalla bocca. Lasciai il coltello cadere a terra, sentivo le forse abbandonarmi, ma prima presi la mia mano sinistra, e la infilai dentro la cicatrice, sentivo il mio cuore battere lentamente, era a pochi centimetri nel toccarlo, sentivo dolore, e iniziai a piangere da quanto faceva male – devo regalarle il mio amore – pensai. Respirai profondamente.
«Jer ti prego non farlo!» continuava a dire Anna, si buttò a terra. Aveva paura glie lo leggevo negli occhi.
Aprì leggermente la mia mano, che si trovava dentro il mio petto, urlai dal dolore. E velocemente, fu questione di pochi secondi. Strinsi il mio cuore e lo strappai dal mio petto, quando lo uscì fuori, lo sentivo pulsare, ma guardavo Anna, e i suoi dolci occhi. Lei era scioccata, tremava.
Riusci a dirle soltanto «Tieni il mio amore, ti appartiene» chiusi gli occhi, senti le mie ginocchia cadere e poi il nulla.
 
Anna’s Pov
Jeremy giaceva sdraiato a pancia in giù, con il capo appoggiato sopra le mie gambe, presi il suo cuore tra le mani. Lo strinsi contro il mio petto. Lentamente il sangue di Jeremy si spargeva, sporcando me e lui.
«Come ho potuto permettere che questo accadesse» dissi, e scoppiai in lacrime urlando.
Dopo pochi minuti arrivò l’ambulanza. Coprirono il corpo di Jeremy e lo portarono via, presero anche me, sentivo che dicevano «La ragazza è sotto shock».
Continuavo a muovermi avanti e in dietro seduta, accanto al corpo di Jeremy, ormai senza vita.
Arrivai in ospedale dal finestrino vidi mia madre, non ricordavo di averla chiamata, e la sorella di Jeremy che piangeva disperata, abbracciata a un ragazzo dai occhi verdi. Prima che scendessi dal veicolo, guardai i medici, dopo tutto il tempo non se ne erano accorti, dalla giacca feci uscire il cuore di Jeremy. Non dissi niente, ma guardai Jeremy come fosse l'ultima volta, e forse lo era. I medici mi guardarono stupefatti.
Mi fecero una puntura e mi misero in una barella, aprirono le porte, e con velocità entrammo in ospedale. Portavano il corpo di Jeremy, nel corridoio a sinistra, mentre a me dal lato opposto. E lentamente non vidi più niente.
Quando mi svegliai, c’era mia madre che mi sorrideva «Buongiorno, tesoro»
Sforzai un sorriso «Dov’è Jer?» chiesi.
Lei mi guardò turbata «Tesoro, Jer lo sai… Lui è...» non continuò la frase.
«Mamma lo so, voglio sapere solo dov’è?» insistetti.
«Ieri c’è stato il funerale» m’informò.
Sentì il nodo alla gola, e scoppiai in lacrime, e abbracciai mia madre.
 
Dopo alcuni giorni, uscì dall'ospedale.
Varcai il grande cancello arrugginito del cimitero. Trovai la lapide di Jeremy. M’inginocchiai davanti a essa, e lessi «Jeremy Gilbert 1994 – 2010. Il ragazzo che sapeva amare» piansi. «Jer, questi sono per te» posai il mazzo di fiori a terra.
«Come hai potuto farlo? Ora dovrò vivere per sempre, con questo rimorso. Perché ti sei innamorato di me, perché?» urlai arrabbiata «Dalle milioni di ragazze che esistono, proprio di me» misi la testa fra le mani e piansi.
Il vento soffiò e sentì un sussurrò «Il mio cuore ti appartiene» rimasi senza fiato, immobile.
   
 
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