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Autore: _diana87    30/07/2013    6 recensioni
[ATTENZIONE SPOILER FINALE DI STAGIONE]
Sette sospettati, sette delitti, sette peccati.
Un unico serial killer.
Genere: Angst, Drammatico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Grace Van Pelt, Patrick Jane, Teresa Lisbon, Un po' tutti, Wayne Rigsby | Coppie: Jane/Lisbon
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Confronti

 


Nella cucina del CBI, se la rideva da solo, appena si rese conto di aver deliberatamente rubato quella tazza dalla cucina della mora agente senior. L'altra era stata distrutta, e aveva necessariamente bisogno della sua dote quotidiana di teina.

Lasciò l'infuso nel recipiente per qualche secondo, permettendo che prendesse il sapore desiderato.

Con la coda dell'occhio, notò la figura minuta di Teresa che lo guardava, con le braccia incrociate, appoggiata all'ingresso della stanzetta.

"Ehi."

"Ehi."

Quasi in punta di piedi, si avvicinò a lui, tanto che quest'ultimo riuscì a sentire l'odore del suo nuovo balsamo per capelli al sapore di gelsomino. Prese delle ciambelle che Rigsby aveva portato poco prima, e ne addentò una. Lo zucchero le era rimasto intorno al contorno delle labbra, ma lui l'anticipò, aiutandola a pulire la bocca con un fazzolettino di carta.

L'uno accanto all'altra, non smettevano di sorridersi. Teresa si fece seria, alzando lo sguardo serio sul mentalista. Lui, al contrario, aveva sempre quell'aria tranquilla e rilassata.

"Credo che Grace abbia capito cos'è successo tra noi."

"Sì, anche Cho."

Come ci riusciva? Come faceva ad essere sempre così calmo? Aveva studiato la dottrina zen o cos'altro?

Patrick le rivolse lo sguardo, dato che la sua reazione tardava ad arrivare. La donna sembrava più che altro spaurita.

Non pensava che la loro 'relazione', se così si poteva chiamare, sarebbe diventato argomento da prima pagina all'interno della sua squadra.

"Davvero? Come lo sai?"

"Beh le sue prime parole stamattina sono state più o meno queste 'Fai soffrire Lisbon e ti pianto una pallottola in testa.'", imitò la voce del coreano quasi come l'originale, e lei rise di gusto, "Sempre molto loquace!"

"Loquace e protettivo verso il suo capo! E Rigsby?"

"A lui ci penserà Grace a spiegarglielo. E' troppo concentrato sulla sua fidanzata in questo periodo per accorgersi di un'altra coppia."

"Un'altra coppia? Wow."

Questa era una delle cose su cui dovevano discutere. A che punto era la loro storia?

Definirsi subito coppia sarebbe stato prematuro. Non erano al liceo, e Patrick sapeva che Teresa voleva evitare discorsi del tipo 'Siamo una coppia? Vuoi stare con me?'. Era una donna adulta, e come tutte cercava una relazione stabile, qualcosa di serio.

E ormai c'erano davvero molto vicini a quel punto.

Il consulente si schiarì la voce. Si mantenne calmo, ma dentro di sé, il cuore aveva aumentato le pulsazioni. Posò la tazza sul tavolo davanti a sé, sapendo che avrebbe tremato da un momento all'altro se l'avrebbe tenuta ancora in mano.

Si allungò verso di lei con passo deciso. Non volendo cingerle la vita con il braccio, si limitò a prenderle la mano.

Il piccolo arto della sua compagna, in compenso, stava pulsando forse a 90 km orari, per essere proprio esagerati, colpa del sangue che stava ribollendo dentro di sé. Sentiva caldo, ma forse non era colpa del tempo primaverile che lasciava spazio all'estate.

"Io intendevo che... beh dobbiamo riprendere il discorso dopo Red John... forse è il caso... ora non possiamo distrarci..."

Teresa si morse il labbro, e trovandolo un gesto provocatorio, liberò la mano per aiutarsi con l'altra a toccare il colletto della camicia dell'uomo. Le dita passavano davanti e dietro il tessuto, . 

"Sì, e poi devo parlare con David. Non voglio ferirlo, ma non posso fare altrimenti."

Gli fissò le labbra ed ebbe l'istinto di baciarle ancora, ma lui spezzò l'incanto, liberandosi delle sue braccia, che stavano fungendo da catene intorno al collo.

"Eri davvero convinta a sposarlo?"

David era un altro punto interrogativo. Nascose le mani nella tasca dei jeans, e abbassò lo sguardo, forse per vergogna, pensando a cosa gli stava facendo.

Entrambi sapevano che David era una brava persona, perciò non meritava di essere preso in giro in quel modo.

"Sì, comunque gli volevo bene. E inoltre, da sciocca, speravo che un giorno avrei potuto amarlo come..." avrebbe voluto aggiungere come io amo te adesso ma le parole le si bloccarono nel momento in cui incrociò il suo sguardo. Non riuscendo più a sostenere i suoi occhi, cambiò argomento.

"Devo andare a parlare con Bertram."

"Sei sicura?"

"Jane, sapevi che il giorno in cui avremmo trovato Red John, io ti avrei impedito di ucciderlo. Ci penserà la giustizia a fare il suo dovere." adesso le mani erano bene in vista, la testa era tesa e alzata: era in posizione di combattimento.

Kim sbucò dalla cucina, piuttosto affannato. Doveva aver fatto una gran corsa. Teresa scrollò il capo.

"Capo, Jane! Dovete venire. Subito!"

I due si guardarono e annuirono.

 

"Questo è inaudito! Senza neanche un mandato vi presentate e fate casino nel mio ufficio! Sono il capo del CBI, del bureau di Sacramento!"

Gale Bertram continuava a urlare a squarciagola sventolando le braccia contro gli agenti in nero dell'FBI, ma questi, con i loro occhiali da sole e l'auricolare bluetooth alle orecchie, lo ignoravano mentre trasportavano a mani nude mobili, scaffali e cassetti contenenti fogli, tutto fuori dall'edificio. Esasperato, Bertram si arrese abbassando le braccia.

Teresa guardava Patrick ed entrambi sapevano cosa stava accadendo.

Lui era arrivato per primo. Era stato più furbo di loro.

Robert Kirkland, l'uomo più pacato del mondo, forse troppo per essere uno che lavorava per i servizi segreti, posò una mano sulla spalla di Bertram.

"Noi siamo l'Homeland Security, invece. E ne abbiamo il potere."

Il capo del CBI non capiva il comportamento di quello che credeva un suo collega o un socio, ma questi, invece di dire altro, si limitò a stringere di più la mano sulla spalla dell'uomo, come a volergli dare un segno. Kirkland alzò un sopracciglio, e Bertram rimase quasi come di pietra.

Dietro Patrick, Teresa e Kimball, giunsero anche Grace e Wayne, che avevano dovuto convincere quelli dell'FBI che lavoravano al bureau, altrimenti non li avrebbero fatti entrare.

"Ci hanno anticipato..." disse l'agente rossa con una punta di rammarico.

"Ehi, andateci piano! Quella è roba della scientifica... sono attrezzature costose!"

Brett Partridge si agitava come una scoleretta, mentre gli uomini del governo gettavano in una busta, con noncuranza, tutto il suo lavoro.

Bertram si sentiva in trappola, e quasi sentì mancarsi l'aria. Le palpitazioni aumentavano, e a nulla aiutava il fatto che Kirkland stesse ancora premendo sopra la sua spalla per tenerlo a bada. Robert aveva uno sguardo di ghiaccio.

Gale aprì poco la bocca per emettere qualche suono e far uscire quelle poche parole che gli bastavano.

"Non so che gioco tu stia facendo, ma questo è inaudito!"

"Gale, l'abbiamo sempre saputo, in fondo, che eri tu l'anello debole. Non prendertela."

Mollò la presa, dandogli una sonora pacca sulla spalla, e poi si incamminò verso l'uscita, seguendo la scia dei suoi agenti. Quando passò vicino Patrick, lo guardò negli occhi e poi tirò dritto.

Teresa sapeva che era quello il momento giusto per parlare con il suo capo. Ormai si era convinta che non c'entrasse nulla con Red John. Lanciò un'occhiata al suo consulente, che come risposta gli fece un cenno col capo. 

La guardava preoccupato, ma al contempo fiero di lei. Sicuramente avrebbe dato del filo da torcere a Bertram.

Accese il cellulare, assicurandosi di mettere suoneria e vibrazione, così che se lei lo avrebbe chiamato, sarebbe stato in ascolto.

"Bertram, che è successo? Lo sa vero, può dirmi tutto!"

L'uomo iniziò a sudare freddo. Tirò fuori un fazzoletto di cotone dal taschino della giacca e se lo passò sul capo, sulla fronte e si sfregò le mani. Sempre più minacciato, si guardò intorno, per poi mettere una mano sulla spalla della sua agente quasi per portarla in un posto appartato.

"Pensano che abbia dei documenti sulla Visualize e su Red John, e che li abbia nascosti alla polizia. E' assurdo, non credi? Che motivo avrei di interessarmi a quella setta?"

C'era arrivata. Ormai aveva la vittoria in pugno. Una manciata di minuti, un discorso semplice ma conciso, e avrebbe incastrato Kirkland.

"Devo parlarle, ma sarà meglio in privato."

Lui la guardava incerto.

"Va bene, va bene. Andiamo nella stanzetta dietro quella degli interrogatori. E' buia e non c'è nessuno."

 

Sicuramente, l'uomo sapeva quello che stava facendo. E Teresa lo sapeva bene, perché quella stanza era veramente buia e deserta, riuscendo ad intravedere a malapena il volto del suo capo. Tuttavia, la porta era lasciata semi appannata. All'inizio non ci fece caso, ma poi non sentì lo scatto della maniglia, quindi capì che c'era qualcosa che non andava.

Perché non aveva chiuso la porta?

Si guardò intorno, magari assicurandosi che non ci fossero telecamere nascoste. Quanto poteva essere al sicuro al CBI?

Dopo alcuni secondi di esitazione, Teresa si inumidì le labbra e iniziò a parlare.

"Bertram, credo di sapere chi sia Red John."

"Lo credi o ne sei sicura?"

"Ne sono sicura... credo..."

"Okay, come ci sei arrivata a queste conclusioni?"

"Non gliel'ho detto, ma... ci ha aiutato Jane con le indagini."

Teresa non poteva vederlo, ma il suo capo aveva appena abbozzato un sorriso, come soddisfatto di aver ottenuto ciò che voleva.

La sua voce, però, le fece intendere ben altro.

"Non ci posso credere. Mi hai tenuto nascosto questo. Pensavo fossimo amici."

"Lo so, ma era necessario."

"Allora, quale nome è rimasto nella lista? Non vedo l'ora di catturare quel serial killer!"

Improvvisamente sentì il gelo avvolgerle.

Non ci volle molto per intendere che c'era qualcosa che non andava.

Qualcosa di tremendamente sbagliato.

"Non ho mai detto di avere una lista..."

"Beh, tutti le hanno, no? C'è la lista dei detenuti, la lista delle prove, la lista dei sospettati..." lui cercava di trovare una scusa, era evidente.

Si accorse di aver sbagliato i suoi calcoli. Non solo lei, ma anche Patrick Jane aveva sbagliato.

Erroneamente, pensavano di riuscire a cavarsela con solo 3 nomi sulla lista.

La minuta agente forse non era stata abbastanza cauta.

Non sarebbe stato troppo tardi andarsene, fuggire e chiamare i rinforzi.

Fece un passo indietro, cercando di mettere a fuoco per capire dove si trovava la porta. Una volta localizzata, tagliò corto.

"Mi scusi, credevo di avere la risposta, ma mi rendo conto che non è così. Scusi di nuovo per il disturbo."

L'uomo non fece in tempo a replicare, che la sua agente aveva già lasciato la stanza.

Si passò velocemente una mano sulla testa notando che il sudore era scomparso. Cambiò espressione, dato che i muscoli si erano rilassati.

 

Teresa Lisbon camminava velocemente tra i corridori del CBI, rendendosi conto di trovarsi nella spiacevole situazione di essere da sola. 

Tutti gli agenti avevano lasciato l'edificio.

Scosse la testa, pensando che era ovvio.

Red John, ovvero Kirkland, grazie a Bertram, aveva saputo che lei sospettava di loro due, per questo aveva fatto sgomberare il bureau.

Il ticchettio delle scarpe si faceva più intenso. Nella fretta di prendere il cellulare dalla tasca dei pantaloni, per poco non lo fece cadere a terra.

Il numero di Patrick era in cima alla lista. Ora aveva bisogno di lui più che mai.

Se l'erano promesso e lo avevano capito: solo insieme potevano sconfiggere il serial killer.

Compose il numero e restò brevemente in attesa, ma non riuscì a pronunciare neanche mezza sillaba, poiché una mano possente si impossessò della sua bocca ponendole a forza un panno bianco. Odorò; era cloroformio.

Cercò di dimenarsi, togliendosi addosso quelle sporche braccia che la cingevano; invano.

A riempire il silenzio, il rumore del suo cellulare che cadeva a terra, rompendo la schermata.


Angoletto dell'autrice (poco) sana di mente:
E con questo siamo a meno 3 dalla fine :)
Le cose ormai sono agli sgoccioli;  con questo capitolo magari le mie teorie saranno più chiare a tutti :)
Un applauso ai due tontoloni che finalmente sono riusciti ad intraprendere un mezzo discorso sui loro sentimenti! :p
Grazie alle 28 persone che hanno inserito la storia nelle seguite: siete fantastici, mi commuovo *-*
Alla prossima!
D.

   
 
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