Mi svegliai la mattina dopo alle otto. Era abbastanza ovvio che mi trovassi in ospedale. Quella stanza dall'aria così triste. Una sedia
accanto ad ogni letto, una finestra leggermente sporca dalla quale filtrava il sole. Sentivo male ovunque. Mi resi conto di aver un
braccio fasciato stretto e notavo che era sporco di tintura allo iodio, era abbastanza ovvio che ero stata operata la notte passata.
Ero in stanza completamente da sola. Poi notai una giacca di pelle nera appoggiata sul letto accanto. Mi pareva di conoscerla. Era
quella di mamma. Non appena uscì dal bagno, corse accanto al letto e mi diede un bacio sulla fronte. Scoppiai in lacrime e lei mi
disse che appena l'aveva saputo, aveva preso il primo volo per venire qui. Non mi importava di me, volevo sapere come stesse
Blake. Ero davvero preoccupata. Mamma disse che era ancora in sala operatoria perché la sua gamba destra era ridotta male. Era
come se gli si fosse sbriciolato l'osso. Era tutta colpa mia. Accidenti a me, a Joe e a quella maledetta chiamata. Però, era stato
Blake a non tener d'occhio la strada. Mamma scese a prendersi un caffè e mi consigliò di dormire. Le diedi subito ascolto. Mi
risvegliai attorno a mezzogiorno e con mia grande sorpresa, trovai accanto a me Kim e papà, Melanie insieme a Nick. Quando dissi
anche solo "ciao", mi abbracciarono tutti insieme. Mi erano mancati tutti quanti tantissimo! Avevano preso insieme un enorme mazzo
di fiori profumatissimi e bianchi. Erano meravigliosi. La cosa che mi rese di stucco, fu quando mi resi conto che sul bigliettino con
scritto degli auguri di buona guarigione, oltre alle loro firme, ci fosse anche quella di Joe. Mi sembrò di essere tornata indietro nel
tempo. Lui, sapeva cosa mi fosse successo e sperava che mi riprendessi velocemente. Era stato gentile da parte sua. Non so
perché, ma in quel momento dimenticai di essere fidanzata e dimenticai specialmente che Blake era sotto i ferri. O forse era uscito?
Non lo so. Ero arrabbiata con lui, onestamente. Ora avrei voluto solo una persona con me, in quel momento. Nick capì subito a cosa
pensavo, dall'espressione sul mio viso. Chiese a tutti di uscire ed iniziò a dirmi: -Sai che quando l'ha saputo, si è messo a piangere?
Sa di averti persa dal lato "dell'anima" ma se ti avesse persa anche come persona fisica, avrebbe smesso di vivere. Lui vive ancora
per te, tutt'ora. L'hai cambiato sul serio, Lexie. Ora si frequenta con quella ragazza ma credo che sia solo per divertimento. Se lo
vedessi ora, ti rapirebbe di nuovo il cuore. Io gli dissi che grazie a quella furba di Kim, avevo visto delle foto e che era ancora più
bello ora che si era fatto crescere i capelli. Lui mi disse che se volevo, l'avrebbe chiamato per farlo venire. Avrei voluto ma se poi
fosse entrato Blake? Sarebbe finita a cazzotti tra di loro? Il mio ragazzo e il mio ex ragazzo. O forse, entrambi ex? Insomma, Blake
era un amore ma non sopportavo più la sua gelosia opprimente. O cambiava, o era finita, anche con lui. Decisi di voler vedere Joe.
Lo desideravo praticamente dal giorno successivo al nostro litigio. E voilà, dopo poco più di un'ora, stava entrando nella mia stanza.
Avevo paura che fosse in compagnia di quella ragazza ma per mia fortuna, era solo. Ero in preda alla tachicardia. Non passava un
giorno senza che diventasse più bello. Sentivo un formicolio all'altezza dello stomaco. Saranno state le cosiddette farfalle? Chiese a
Nick di lasciarci per un po' da soli. Non appena lui uscì dalla stanza, iniziai a piangere. A piangere, dalla gioia. Era di nuovo lì,
accanto a me, più bello che mai. Mi prese la mano del braccio buono e la strinse. Aveva la voce rotta dal pianto. In effetti, stava
piangendo. Mi continuava a dire che gli dispiaceva, che gli mancavo, che aveva avuto paura per me. Poi, baciò la mia mano fredda,
prima di metterla di nuovo sotto le coperte. Disse ridendo: -So che sei fidanzata, furbetta. Beato quel ragazzo. E io ridendo ribattei
che sapevo che lui si frequentava con una mezza barbie di Las Vegas! Rispose con un semplice "è solo sesso". Quanto mi
mancavano le sue battute sceme. Ed ecco che avvicinò il suo viso al mio. Non avevo la forza di reagire e le uniche cose che dissi
furono quelle di baciarmi. Lui lo fece all'istante. Fu un bacio lungo, appassionato. Da veri innamorati. Poco dopo, eravamo insieme
sdraiati su quel piccolo letto di stanza d'ospedale. Abbracciati, a parlare. Avevo di nuovo tra le braccia lui. Forse non saremmo
tornati insieme ma quello, era stata una piccola ricompensa dopo l'incidente accaduto la sera prima.