Sunset
Akasuna No
Saya ©
0.1.
Rain and
Pill of Pain.
{Kiba
& Shika}
Per Konoha
questo è
un giorno di festa.
{E’
Caduta, E’ caduta!
Le strade sono
deserte, prive di illuminazione, a ricordare con onore chi perse la
vita
durante quella lotta.
{E’
Caduta, E’ caduta!
Piove a
dirotto, e
come grosse lacrime celestiali ogni goccia bagna avidamente
{E’
Caduta, E’ caduta!
Da diciannove
lunghi
anni, Konoha celebra la morte dei mukenin dell’alba.
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Quest’acqua
insistente che copre i rumori è perfetta. Questo silenzio
ovattato interrotto
solo dallo scroscio libera la mente da ogni pensiero.
{Gocciola,
gocciola.}
Mi tocca
fredda, ma
io non la sento nemmeno. Fisso il cielo con insistenza mal celata. E
dentro di
me esulto: è arrivato il giorno della nostra
vendetta, e il cielo piange lacrime di gioia!
{Gocciola,
gocciola.}
Non so
più
distinguere la pazzia dal dolore. I miei occhi scattano di qua e di
là, mai
fermi, seguendo il ritmo della pioggia. Il dolore mi rode il cuore, la
solitudine mi sta portando sulla strada della follia. Ma che dico, io
sono già
pazza! Pazza di dolore! Vorrei gridare, piangere tutto il mio male; ma
non
servirà, e per quanto la mia voce si spezzi in un richiamo
disperato, nessun
grido mi ha ridato il calore della mia famiglia.
{Gocciola,
gocciola.}
In ogni goccia
di
pioggia che scende vedo riflesso il vostro volto. Vi percepisco
così
tremendamente vicini… ma non posso toccarvi, né
allietare in alcun modo il vostro
eterno dolore. Vi vedo accanto a me, pallidi e smunti,
l’ombra dei grandi ninja
che eravate. La vostra pelle trasparente si confonde con i tratti del
bosco, e
i vostri gioiosi sorrisi si sono spenti quando avete attraversato i
cancelli
della morte. Nei vostri occhi leggo solo pena e dolore… e
una richiesta.
‘Vendicaci,
Saya,
Vendicaci!’
{Gocciola,
gocciola.}
Per Zetsu, tu,
Kiba
Inuzuka, dovrai morire.
Per Hidan, tu,
Shikamaru Nara, dovrai morire.
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- Dai, Kyoko,
vieni
a giocare con noi! –
La ragazza
mora
sbuffò. Guardò dapprima Yuichi e Misa. Il primo
aveva cinque anni, la seconda
tre. Due adorabili pesti. Ma non ne poteva più di giocare
con loro. Il suo
sguardo perlato si spostò dai due bambini fino al
quattordicenne che sedeva
poco distante da loro, con lo sguardo accigliato. Kyoko sorrise perfida
e
sussurrò all’orecchio dei due:
- Guardate,
là c’è
Haku tutto solo. Non aspetta altro che giocare con voi!
Misa e Yuichi
sorrisero complici e si gettarono letteralmente addosso al ragazzo,
scaraventandolo a terra.
- AAAAAH!
Misa!
Yuichi!! Kyokooooo – Il ragazzo Uchiha lanciò
un’occhiata fulminante ai tutti e
tre. E, come da copione, Yuichi si gettò piangente fra le
braccia del padre, Neji.
-
Papààààà….
Mammaaaa… Haku è cattivooooo –
-
Dai,
Yuichi… non piangere… - mormorò
amorevolmente Tenten abbracciando il figlio.
-
Haku,
devi fare così ogni volta? Yuichi ha cinque anni!
– lo rimbeccò sua madre
Sakura.
-
Ehmbè? Non gli ho
mica fatto male!! – esclamò Haku stizzito.
-
Sì, ma lo
spaventi. – gli fece notare suo padre Sasuke.
- E’
il degno e
gelido figlio di Sasuke Uchiha! – gridarono
contemporaneamente Kyoko e Naruto.
Padre e figlia andavano proprio d’accordo.
- Zitta,
megera!
- Zitto tu,
sottospecie
di carciofo!
Hinata
sospirò.
Crollasse il mondo, sua figlia Kyoko era timida quanto a lei in
questione
d’amore. Non ammetteva nemmeno a se stessa di avere una cotta
per Haku Uchiha.
- Haku e Kyoko
sono
arrossitiii … - li canzonarono i gemelli Nara. La reazione
di Haku e Kyoko fu
istantanea, e in men che non si dica
si gettarono addosso a Hideki e Yumi.
-
Perché dovete
sempre fare casini? - sospirò Shikamaru prendendo il figlio
Hideki per
l’orecchio.
-
Perché sono due
piccoli mostri! – ringhiò Haku attivando
minaccioso lo sharingan.
- lo sharingan
mi fa
un baffo!- gridò Yumi cercando di liberarsi dalla stretta di
sua madre Temari.
- ancora mi
chiedo
perché ogni anno ci ostiniamo a riunirci a casa di Naruto.
Lo sappiamo che
queste quattro pulci fanno casino, no? – borbottò
Kiba aiutando Shikamaru e
Choji a separare Haku e Yumi.
- Ha chi dai
della
pulce, Lessie? – lo rimbeccò Kyoko.
- Tu,
ragazzina,
chiamami ancora Lessie che…-
- calmati,
Kiba.
Ecco, tieni un po’ tu in braccio Misa.- esclamò
Ino porgendo la figlia al
marito.
Kiba rimase un
po’
interdetto, ma la prese senza esitazioni.
L’atmosfera
era
calma e tranquilla. Fra mille risate si era riunita in casa Uzumaki
tutta la
vecchia compagnia. Naruto osservò felice la sua casa
così piena di colori e
sorrisi. Ogni anno, in occasione della caduta dell’Akatsuki,
tutti si
ritrovavano nella sua casa per festeggiare insieme e ricordare i vecchi
tempi.
Con qualche pulce in più.
Era una vita
che non
vedeva Shikamaru. Quando i gemelli erano nati si era trasferito a Suna
con
Temari. E lo stesso per Kiba, che viveva da poco con Ino e la sua
piccola Misa
nel vicino villaggio del vortice. Tutti gli altri vivevano sempre a
Konoha… ma
tra missioni e lavoro, la possibilità di incontrarsi in pace
si riduceva a un
giorno all’anno.
Pace e
tranquillità.
Una pace che Konoha aveva a lungo cercato e che finalmente era arrivata.
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Osservo da
lontano
quella grande casa. Dall’ampia vetrata esce una luce calda e
avvolgente. Dentro
quella stanza scoppietta allegro un camino, e le ombre gioiose di chi
vive
dentro quella felicità mi fanno quasi male.
{ Morti.
Andati, persi per sempre. }
Mi ricordano
tanto
le serate felici che trascorrevamo tutti insieme, quando non
c’era nessuna
missione in vista. Non sono state molte, ma mi riempiono ancora il
cuore di
dolore. Sì, di dolore, perché so che non verranno
mai più.
{ Morti.
Andati, persi per sempre. }
Vedo un uomo
con una
coda alta che solleva un bambino. E il bambino ride, sicuro dentro
quella casa
felice che lo protegge dal mondo.
Una volta,
anche il
mio cuore era così.
{ Morti.
Andati, persi per sempre. }
Vi osservo dal
giardino buio. Tremo di freddo e i miei vestiti zuppi invocano quel
camino
caldo. Forse ciò che provo è invidia? Qualsiasi
cosa sia, sta rendendo la
vendetta sempre più dolce.
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- Shikamaru,
aspetta! –
Shikamaru si
girò.
Kiba gli stava correndo dietro.
- Che
c’è? -
- Vengo
anch’io. Ho
bisogno di una boccata d’aria. –
Il Nara
alzò le
spalle e s’incamminò con l’amico. Era da
parecchio che non vedeva Kiba… ormai,
il suo unico legame con gli amici di Konoha era Choji,
perché formavano ancora
una squadra nonostante vivesse a Suna da molti anni.
Tutta quella
pioggia
aveva un effetto rilassante. Che pace… finalmente. Aveva
sempre desiderato un
villaggio tranquillo dove i suoi figli avrebbe vissuto in armonia.
Quasi non
gli sembrava vero che quel sogno si fosse realizzato.
- E Akamaru?
–
- E’
rimasto dentro.
Yuichi e Misa ci stavano giocando. – sbuffò Kiba.
I due bambini aveva
adocchiato Akamaru già da un pezzo. Alla fine erano riusciti
a conquistarsi la
simpatia del cane con mille carezze.
Si sentiva
solo
senza il suo Akamaru. Nella notte buia avvertita un pericolo, ma non
sapeva
dire quale. Con tutta quella pioggia nemmeno i suoi ultrasensi
servivano a
molto. Cominciò a desiderare di non aver lasciato Akamaru in
casa Uzumaki.
- Shikamaru,
non
avverti qualcosa di strano? – si decise a chiedere alla fine.
Il Nara si
fermò di
colpo. Kiba aveva ragione. C’era una sorta di tensione
nell’aria… no, non
nell’aria, nel flusso del chakra.
-
Cos’è? – sussurrò
allarmato. Improvvisamente la notte divenne minacciosa. Si mise
all’erta,
preparandosi a combattere.
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{L’ora
è giunta}
Per Hidan, tu,
Shikamaru Nara, dovrai morire.
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- KIBA!
– Shikamaru
fissò sconvolto l’amico. Kiba si portò
una mano al petto, spalancando gli occhi
incredulo. Non aveva visto nulla. Non aveva sentito
né udito nulla!
Si
accasciò a terra,
respirando a fatica, sputando sangue.
Non era una
ferita
mortale. Ma sentiva che qualcosa stava lentamente risalendo le sue
arterie,
inoltrandosi in ogni centimetro del suo corpo. Veloce, impossibile da
fermare.
{L’ora
è giunta}
Kiba
alzò gli occhi.
Davanti al suo naso c’era qualcosa che credeva non avrebbe
più visto.
Una marionetta.
Con indosso i
colori
dell’Akatsuki!
La marionetta
sorrise perfida. Alzò una mano che stringeva un kunai.
La mano di
Kiba si
alzò contemporaneamente.
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- Akamaru,
cosa c’è?
– esclamò allarmata Ino, vedendo il grosso cane
che aveva iniziato a ringhiare
sommessamente.
Akamaru
alzò lo
sguardo spaventato, indicando la porta.
- Dio santo,
no. –
sussurrò appena percettibilmente Ino.
- Cosa?
– Temari la
guardò allarmata.
- Dobbiamo
correre!
Sta succedendo qualcosa a Kiba! – gridò fra le
lacrime Ino.
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Shikamaru
scattò di
lato, evitando ancora una volta l’affondo di Kiba.
La marionetta
lo
stava controllando. Quando l’aveva toccato, doveva avergli
iniettato un tonico,
o un veleno, e ora controllava gli impulsi nervosi
dell’Inuzuka!
Era stato
incredibilmente veloce. E se Kiba non aveva sentito il suono della
marionetta
che si avvicinava, significava che la marionetta aveva infranto la
barriera del
suono!
- Shikamaru!
Attento! – gridò Kiba improvvisamente.
{L’ora
è giunta}
Il Nara
guardò atono
la sottile lama che gli attraversava le carni. L’aorta venne
tranciata di
netto. Sentì il sangue caldo attraversare la ferita e
riversarsi tutto fuori
dal suo corpo, prosciugando la vita. Avvertì il cuore
rallentare, perdendo
battiti ogni secondo.
Guardò
perso Kiba,
cercando un aiuto. Ma vide solo uno sguardo incredulo e terrorizzato.
Stramazzò
a terra
esalando l’ultimo respiro.
{L’ora
è giunta. Hidan è stato Vendicato.}
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- Kiba! Kibaa!
Rispondi! -
Ino si era
precipitata fuori dalla casa gridando a squarciagola il nome del
marito.
Akamaru abbaiava furiosamente, ma con tutta quella pioggia non riusciva
a
sentire l’odore del padrone.
- Ino!
Calmati! –
gridò Sakura, appoggiando la mano sulla spalla
dell’amica.
- Tu non
capisci!
Akamaru lo sente! Lo percepisce! Kiba è in pericolo! E anche
Shikamaru!
Gli occhi di
Ino
erano dilatati dal terrore più puro. Stringeva convulsamente
la piccola Misa
fra le braccia. Kiba… Kiba era in pericolo… e
Akamaru non era con lui.
- Dobbiamo
trovarlo!
– gracchiò supplicandola con lo sguardo.
Sakura
annuì.
- Cosa
aspettate? –
gridò rivolta a tutti i presenti. – Dobbiamo
trovare Kiba e Shikamaru! -
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{L’ora
è giunta}
Per Zetsu, tu,
Kiba
Inuzuka, dovrai morire.
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Lo sguardo
della
marionetta gli dava sui nervi. Il sorriso di scherno che le
attraversava il
volto lo odiava.
- Hai ucciso
Shikamaru! – gridò l’Inuzuka.
- No.
Kiba si
voltò. Da
dove veniva quella voce? Le sentiva ovunque, dietro di sé,
sopra, attorno.
Ovunque. Gli rimbombava nelle orecchie, accompagnata dal continuo suono
della
pioggia.
- Sei stato tu
ad
ucciderlo.
Kiba
sentì le
lacrime solcargli gli occhi. Quella colpa gli stava rodendo il cuore.
Ma aveva
il disperato bisogno di qualcosa che gli alleggerissi la
coscienza…
-
Fatti… fatti
vedere! – urlò.
{L’ora
è giunta}
Esco
dall’ombra. Tu,
Kiba Inuzuka, mi fissi sconcertato. Yeno ti danza davanti, sorridendo.
E’
felice, ha raggiunto il suo scopo. Ha fatto sì che tu
uccidessi Shikamaru Nara.
Ma la mia sete di vendetta non si quieta. Più ti fisso,
più il volto di Zetsu
mi ritorna in mente.
E la rabbia
sale.
{L’ora
è giunta}
Li vedi, li
vedi
Inuzuka? Vedi i loro spettri che mi accompagnano? Guardali negli occhi,
fissa
la loro perdizione, temi il loro dolore. Pentiti di averli ostacolati!
Perché
ora, per mano
Xean, la mia marionetta, il tuo corpo invocherà
pietà.
{L’ora
è giunta. Zetsu è stato vendicato.}