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Autore: anneanne    31/07/2013    3 recensioni
due persone con una storia triste alle spalle si incontrano e si aiutano a vicenda, cominciano a volersi bene, ma non nascerà l'amore!
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Liam Payne, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Arrivai a scuola tutta trafelata, per il grande ritardo che anche quella mattina avevo fatto. Probabilmente avrei dovuto ricomprare una sveglia, la mia non funzionava mai, e ogni mattina arrivava mio fratello maggiore, Matteo, a vedere se ero sveglia prima che lui partisse per andare a lavoro, e ogni mattina puntualmente mi trovava sotto le coperte. L’ultima volta che mi ero svegliata in orario era stato il giorno della morte dei miei genitori, avvenuta 3 anni fà, e da quel momento la mia sveglia, come me aveva smesso di cantare la mattina. Perché questa era la verità. Da quel giorno di tre anni fa, non riuscivo più a cantare, neanche una singola nota, neanche in gruppo o da sola, a casa nella mia stanza. Sarà che una parte di me si sentiva in colpa, ancora in colpa, per quello che era successo quel giorno.
 
Era il giorno del mio saggio di canto, stavo per cominciare e i miei ancora non erano arrivati, così lì chiamai, rispose mia madre e mi disse che stavano arrivando, senti mio padre accelerare e dire: -possiamo anche non andare, lei è bravissima anche senza il nostro sostegno, e poi io dovevo lavorare, ma vabbè!- e mia madre che rispose – ok, sei nervoso, ma guarda avanti per lo meno!- e lui – non è vero sono anche molto orgoglioso della sua bravura, e ciò è anche un po’ grazie alle mie prime lezione di canti che le facevo quando aveva due anni!-.-va bene cara, ma ti ripeto, guarda davanti a te, e vai piano! Comunque ciao stellina, ci vediamo fra poco, buona fortuna e tranquilla, sarai bravissima!- . - grazie mamma, a dopo!- .
 
Non ho mai più sentito quella voce,  e loro da quella sera non mi hanno più sentito cantare.
 
Chiusi il telefono, mi preparai e cominciai a cantare. Avevo scelto “my heart will go on”, la canzone preferita dei miei genitori , la loro canzone, la canzone con il quale mi avevano cullata durante le mie prime notti di vita. Quando smisi di cantare partirono gli applausi e mi chiesero il bis, guardai il mio insegnante che mi fece un segno positivo con il capo e ricominciai a cantare. Dopo altre due canzoni avevo la gola secca, smisi di cantare e fra gli applausi scesi dal palco. Ma ad aspettarmi non c’era chi pensavo. C’erano i miei  fratelli in lacrime. Strano. Matteo l’avevo già visto piangere ed emozionarsi durante uno dei miei saggi, ma Francesco era un militare, era duro con se stesso e con gli altri, non piangeva mai. Capendo che c’era qualcosa che non andava, non vedendo i miei genitori, corsi da loro. Quando Francesco mi disse dell’incidente, smisi di respirare e tutto divenne nero.
 
Non potevo ricomprare la sveglia, quello era stato il loro ultimo regalo. Corsi in classe ed arrivai senza fiato e con tanta voglia di accasciarmi nel mio banco a piangere. Quella mattina poi avevo matematica le prime ora. Per fortuna la professoressa era andata in pensione subito dopo l’inizio della scuola e ancora non avevano ancora messo il sostituto.
 
Varcai la porta ad occhi bassi per non far vedere i due lacrimoni appena scesi e me per poco non  andai a sbattere contro qualcuno al centro dell’aula. Pensando che fosse uno dei miei compagni di classe chiesi scusa sommessamente e, non alzando lo sguardo, andai al mio posto. Quando mi misi seduta mi sentì chiamare da una voce sconosciuta e fu in quel momento che alzai gli occhi. In piedi davanti alla cattedra c’era un ragazzo dagli occhi sorridenti ma dal fare autoritario, che di certo non si confaceva al suo carattere. Cominciò a presentarsi –bene ragazzi, ora che anche la ritardataria è arrivata mi posso presentare: sono Liam James Payne e sarò il vostro insegnante di matematica. Inoltre mi occuperò anche del coro della scuola, attività che in questa scuola non cè mai stata ma che ho proposto io stesso al preside, il quale è entusiasta e mi ha dato tutta la responsabilità per farlo funzionare bene e vincere le prossime gare regionali , per cui sarei grato a chi volesse partecipare anche a questa attività laboratoriale.- perfetto… un nuovo insegnante di canto per il nuovo coro! Un incubo che si ripete per l’ennesima volta! Per fortuna nessuno in quella scuola conosceva il mio passato, per cui non sarei stata spinta a fare ciò che non riuscivo più a fare, cantare! Nella città in cui risiedevo prima ero abbastanza famosa per la mia voce e dopo l’incidente le pressioni per ritornare a cantare erano anche molto pesanti, sia da parte del corpo insegnanti sia da parte dei miei compagni che senza di me si trovavano senza la voce portante del coro che li aveva portati a vincere per due volte di seguito le regionali e le nazionali! Per fortuna matteo, mio tutore insieme a Francesco, si era trasferito qui grazie al nuovo lavoro, dove nessuno ci conosce e dove potevo stare tranquilla con il mio dolore, dolore che tre anni fa stava per portarmi alla morte e se non fossero intervenuti i miei fratelli forse ora non sarei qui. Pensando a ciò la mattinata passò in fretta e all’ora di pranzo presi il sacchetto del pranzo e andai fuori, per godere dell’aria fredda che sicuramente mi avrebbe scacciato dalla testa i cattivi pensieri. Con quel tempo quasi nessuno usciva da scuola per il pranzo per cui mi sedetti da sola sotto il padiglione e, mangiando la mia pasta fredda potei starmene tranquilla e pensare ad altro.. certo che alla fine la lezione di matematica si era rivelata interessante. Dopo le presentazioni generali il nuovo prof aveva cominciato un ripasso, alternando formule logaritmiche a tabelline, in modo così buffo da riuscire a far ridere tutti.. aveva qualcosa di noto, ma cosa?
 
PARLA LIAM:
le mie lezioni finivano all’ora di pranzo così uscì a fare un giro nel giardino prima di andarmene a casa. Mentre camminavo ripensavo alla mattinata, che secondo me non era andata per nulla male. Vagando così con il pensiero mi ritornò alla mente quella ragazza che mi era quasi finita addosso all’inizio della mattina e che aveva poi seguito la mia lezione con sguardo triste perso nel vuoto.. l’avevo già vista da qualche parte , ne ero sicuro, ma dove non so!! Camminando arrivai vicino ad un padiglione usato come mensa in estate e lì sotto, sola soletta, c’era la ragazza/enigma! La guardai e anche ora sembrava triste e sconsolata. Decisi di volere scoprire il perché di tanta tristezza ma senza disturbarla ora,  l’indomani avrei fatto alcune ricerche!
 
 
  
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