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Autore: SSONGMAR    31/07/2013    8 recensioni
Era giovane, alto, palestrato e moro. Alzò lo sguardo ed accennò un sorriso. - Salve ragazzi, lieto di conoscervi, sono il professor Lendon Wolf. -
Dal capitolo V: In quel momento ci fu silenzio. Bum bum qualcuno stava bussando, era il mio cuore che non cessava di correre all’impazzata. Non ci scostavamo, non distoglievamo lo sguardo, lui semplicemente restava immobile come se avesse preso il mondo tra le mani. Mi guardava con quegli occhi profondi ed io guardavo lui. Sembravamo esserci catapultati in un altro mondo, dove non esisteva nessuno, dove c’eravamo solo io e lui, dove non esistevano ragioni, dove si perdeva praticamente la testa.. dove non si era più coscienti. I respiri diventarono affannati e i cuori battevano all’unisono.. il tempo si fermò e quando riuscii a riprendere coscienza le sue caldi labbra avevano già incontrato le mie.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Nonostante fossi tornata a casa stremata e priva di forze, quella notte non riuscii a dormire. Ero riuscita a sonnecchiare per qualche oretta sui libri di economia e commercio svegliandomi poi nel cuore della notte con il collo indolenzito ed il cellulare tra le mani tra cui vi erano riportate venti chiamate perse di Lendon che non riuscii a sentire a causa del silenzioso, ma che ignorai comunque anche una volta lette. Avevo bisogno di starmene da sola, il tempo di metabolizzare ciò che era accaduto e dare una spiegazione a ciò che avevo visto, ovvero Larisse tra le braccia di Lendon. Decisi così di non sentirlo, di non rivolgergli la parola almeno per un po’, sebbene sapessi che da li a poco avrebbe varcato la soglia della porta dell’aula e, ancora una volta, ci saremmo ritrovati a fingere, fingere che nulla fosse successo e a comportarci come sarebbe dovuto essere, perché in fondo lui era il mio professore ed io la sua alunna.
Sospirai pesantemente e lasciai cadere la testa sul banco, intorno a me vi era il caos eppure io riuscivo ad isolarmi nel mio mondo in una maniera indescrivibile. Mi sentivo come in una bolla, a fare rumore non erano le voci dei miei compagni di classe, bensì i miei pensieri. Mi voltai verso le mie amiche che intanto si erano riunite a parlare, quando un prof mancava ognuno faceva sempre quello che voleva. – Finalmente abbiamo l’onore di averti tra di noi – dissero all’unisono con tono alquanto sarcastico, io sorrisi e mi strinsi nelle spalle. Sully aveva raccontato a tutti della sua relazione con Key lasciando lo stupore sul volto delle presenti, mentre Savannah ci confessò di aver scambiato due chiacchiere con Jeremy, suo vicino di casa, figo della scuola, ex fidanzato di Victoria e cosa fondamentale: persona di cui era perdutamente innamorata da sempre.
Lendon fece il suo ingresso in classe e come al solito ci salutò con un meraviglioso sorriso. L’attenzione delle mie compagne di classe si posò immediatamente su di lui poiché si era presentato a scuola con un outfit impeccabile. Era bello, bello da fare male ed io avrei voluto tanto urlarglielo contro. Indossava un abito nero elegantissimo, con una camicia bianca con le maniche risvolte. La cravatta era annodata perfettamente ed il tutto gli donava un look altamente professionale. Aveva indossato di nuovo gli orecchini ma ciò che attirò la mia attenzione questa volta non furono loro. Furono quegli occhiali che gli donavano un’aria ancor più intelligente ed affascinante e notai che sul braccio sinistro aveva un bellissimo bracciale in pelle, mentre dai pantaloni una cintura in metallo sporgeva. Si sedette alla cattedra e l’intera classe era in silenzio. Ines mi diede una leggera gomitata e quando mi voltai verso di lei mi sorrise – sei fortunata – sussurrò. In quel momento mi fermai a scrutarlo attentamente, lui era intento a rovistare nella sua borsa per tirar fuori i libri di testo ed i miei occhi seguivano i suoi movimenti. Il mio cuore batteva forte ma la paura agguantò il mio petto; se l’avessi perso non me lo sarei mai perdonato. Il professore lanciò un’occhiata su tutta la classe e, notando gli sguardi ammaliati delle ragazze, sorrise timidamente, un sorriso meraviglioso che mi rese gelosa. Tirò fuori le verifiche – ragazzi miei sono lieto di annunciarvi che le verifiche sono andate abbastanza bene per tutti – disse alla classe e la notizia fece alzare un leggero boato, manco fossimo allo stadio. Chiamò Sully alla cattedra e le disse di distribuire le verifiche  mentre lui si accomodò al suo posto.
Ero seduta al primo banco e facevo di tutto per evitare il suo sguardo, eppure mi sentivo i suoi occhi addosso. Presi la verifica tra le mani ed il voto mi fece sgranare gli occhi, avevo preso otto. Lanciai uno sguardo su Lendon e lo vidi sorridere teneramente e Dio, giuro che quel sorriso mi fece morire. Cominciai a sentirmi maledettamente in colpa per non aver risposto alle sue chiamate. Alle mie spalle Sophie era in preda allo sconforto, mi voltai a guardarla e mi accorsi che aveva preso cinque. Il professore la chiamò quindi alla lavagna. Sophie si alzò e con passo lento si diresse verso il professore, sembrava stesse andando al patibolo. Nonostante suo padre fosse ragioniere Sophie non ci aveva mai capito una ceppa di matematica, eppure il primo quadrimestre era riuscita ad andare anche meglio di me, mentre adesso le cose erano cambiate, io stavo andando alla grande. Il professore interrogò Sophie che andò abbastanza bene, il mio Lendon sapeva mettere a proprio agio qualsiasi persona. Purtroppo la campanella suonò e questo voleva dire che era terminata la lezione di Lendon, adesso mi aspettava Larisse ed io non sapevo in che modo avrei dovuto affrontarla. Mi accorsi, però, che Lendon continuava a stare seduto al suo posto e non accennava assolutamente ad andarsene. – Professore – intervenne Victoria, interrompendo ogni mio pensiero – la campanella è suonata – fece notare – lo so – disse Lendon sorridendo il che fece arrossire Victoria – non deve andare via? – chiese curiosa. Lendon si alzò dalla sedia e si diresse davanti alla cattedra ed era a pochi centimetri da me, vi si sedette sopra – oggi mi hanno informato che la professoressa Larisse si è assentata, quindi la sostituisco io – annunciò. In quel momento non riuscivo a capire in che modo dovessi reagire, se dovessi essere felice o meno. – Faremo comunque ciò che avreste fatto con lei, quindi armatevi di volontà e proviamo Romeo e Giulietta – esordì – vi ricordo che manca solo un mese all’esibizione – prese le sue cose e ci scortò in palestra. In quel momento una strana ansia si impossessò del mio corpo facendolo irrigidire. In palestra avremmo dovuto provare la scena del bacio ed io non volevo, non davanti a Lendon, non dopo tutto quello che era successo. Joon arrivò e si posiziono a posto suo, Lendon ci diede il via e cominciammo. Il momento era arrivato, sentivo il respiro di Joon sempre più vicino e cominciai a tremare. Quella reazione, però, non era voluta dalla sua vicinanza, ma dal fatto che Lendon ci stesse guardando. Era seduto lì, accanto alle mie amiche e proprio davanti a noi. Prima di baciare Joon lanciai uno sguardo alle mie amiche come per richiedere forza e coraggio e loro comprendendo mi lanciarono a loro volta uno sguardo comprensivo. Joon prese il mio viso tra le mani ed ecco che.. le sue labbra vennero a contatto con le mie.
Il bacio sarebbe dovuto durare poco ma Joon ci stava andando giù pesante. Cercai di scostarmi più volte ma non ne ebbi la forza – basta così – urlò Lendon spazientito attirando su di esso l’attenzione dei presenti, Joon si scostò velocemente – mi scusi – sussurrò – metta a freno gli ormoni – si rivolse a Joon con fare minaccioso – per oggi terminiamo qui – concluse lasciando la palestra.

Era ora di ricreazione ed io stavo cercando un modo per poter parlare con Lendon. Mi diressi in bagno e decisi di scrivergli un messaggio. Lendon mi rispose subito dicendomi di incontrarci nell’aula musica. Uscii dal bagno e mi guardai attentamente in torno, sperando che nessuno mi seguisse o vedesse. Entrai nell’aula musica e lo ritrovai seduto al pianoforte. Mi avvicinai ed i nostri sguardi si incontrarono e nel suo sguardo vi era un filo di tristezza. – Venti volte – disse improvvisamente – ti ho cercata venti volte, perché non mi hai risposto? – chiese avvicinandosi lentamente – mi dispiace - sussurrai io – è che.. è successo tutto così improvvisamente, Joon era venuto fuori casa mia e con forza mi aveva portata nel tuo quartiere e tu, Larisse, abbracciati - sentivo un torrente di lacrime premere contro le ciglia – aspetta tu, cosa? – chiese Lendon con aria interrogativa. In quel momento la rabbia mi invase e cominciò a bruciare dentro me, ma non provavo rabbia per lui, provavo rabbia per me stessa, per la mia incapacità di esprimermi e per la mia debolezza, quella debolezza che si impossessava di me ogni volta. Lendon si avvicinò a me e lentamente asciugò una lacrima che non ero riuscita a trattenere, mi abbracciò, mi strinse forte ed io mi accorsi di quanto mi era mancato – prima ho creduto di impazzire – confessò – perché devi essere proprio tu Giulietta? - dovette schiarirsi la voce per continuare a parlare – ma so per certo che tutto questo finirà presto -. Mi scostai e lasciai che i miei occhi penetrassero i suoi ed il suo sguardo era fiducioso e pieno di speranza ed era per questo che mi fidavo di lui, non mi aveva detto niente eppure sapevo per certo che Larisse si era introdotta in casa sua con l’inganno. – Per quanto riguarda Larisse – cominciò – ho un paio di cose da raccontarti -. Ci sedemmo entrambi sullo sgabello del pianoforte non curandoci delle ore che volassero via, a me non importava, avevo bisogno di spiegazioni e soprattutto volevo stare con lui. Lendon mi prese le mani tra le sue e cominciò ad accarezzarle dolcemente, ogni tanto spostava i capelli dal mio viso e nel mentre spiegava tutto ciò che era accaduto il giorno prima.
Scoprii a mia sorpresa che Eles era sorella di Larisse e che nel giorno del suo incidente era diretta dal suo ex fidanzato. Dentro di me si faceva spazio una nuova sensazione, un’emozione strana mista alla paura che Lendon lesse immediatamente nei miei occhi, mi accorsi di essere un libro aperto per lui. Mi abbracciò nuovamente e mi lasciò un bacio sulla fronte – dovremmo andare adesso – sussurrò. Si alzò dallo sgabello e si diresse verso la porta ma io lo fermai prendendolo per mano – Joon è il fratellastro di Larisse – dissi tutto d’un fiato – erano in complotto sin dall’inizio per farci separare, è per questo motivo che io sono Giulietta e lui è Romeo – confessai, ormai non potevo più reprimerlo dentro. Lendon mi guardò e rimase in silenzio, leggevo lo stupore nei suoi occhi ma anche tanto disgusto ed io mi riconobbi, anche io reagii in quel modo quando nascosta dietro al piano, fui testimone delle cattiverie di Larisse.

ANGOLO AUTRICE
Buonsalve fanciulle mie, indovinate? Mi sono svegliata molto presto solo per poter aggiornare la storia, ed ecco qui per voi un nuovo capitolo. Devo dire, però, che rileggendolo non mi convince abbastanza il modo in cui mi sono espressa, ma spero che  comunque voi apprezziate il mio lavoro.
Di radio scrivo sotto ad un capitolo, ad essere sincera non lo faccio quasi mai, ma se stavolta l’ho fatto un motivo ci sarà. Quando cominciai a scrivere la storia feci una promessa a me stessa; se fossi arrivata a 100 recensioni avrei festeggiato, ed io le 100 recensioni le ho superate. Ringrazio di cuore chi legge la mia storia e la recensisce ogni volta. Leggere quello che pensate, vedere che partecipate e che a volte percepite esattamente ciò che sentono i protagonisti è una cosa meravigliosa, quindi inviterei anche le altre persone a commentare, leggere quello che avete da dire mi da tanta, ma tantissima carica. Oltre a ringraziare chi recensisce, ringrazio anche chi ha messo la mia storia tra i preferiti. Anyway, non voglio dilungarmi ancora tanto perché ho una sorpresa per voi. Finalmente il nostro Lendon si è deciso di uscire allo scoperto e, prima di andare a scuola, si è lasciato scattare una foto. Ma è ancora molto timido e non vuole farsi vedere in faccia – forse più in la – continua a ripetere. Accontentiamoci ( per ora ) e gustiamoci il suo fisico e le sue meravigliose labbra. Al prossimo capitolo e grazie mille ancora:)
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