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Autore: __Orange    31/07/2013    3 recensioni
L’hai sempre detto anche tu, Lou, che la vita è come quando vai dal parrucchiere: tu gli dici cosa ti piacerebbe fare, ma, alla fine, fa lui quel cazzo che vuole.
L’hai detto anche a Liam quando si è presentato in sala prove rasato, in effetti hai fatto ridere tutti.
Ma mai una frase del genere è stata più vera.
La vita è difficile, Louis Tomlison, lo è per tutti, certo, ma con me e te ha fatto il suo lavoro migliore.
*LARRY*
Genere: Drammatico, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I’M RUNNING TO YOU.
 
Corri, Louis. Corri.
Continuo a ripetermelo da dieci minuti, o forse ore, o secoli, mentre non prendo fiato e il tempo sembra scorrere via troppo veloce.
Sono senza orologio, con le scarpe slacciate. Sono senza fiato.
Nel pugno destro, stringo così forte quella lettera che ormai ho le nocche bianche e i muscoli indolenziti.
Mi faccio spazio, sgomitando tra la folla che mi impreca contro, schivo una macchina e l’automobilista mi urla contro qualcosa.
Non ci faccio caso.
Devo arrivare. Ancora cinque minuti e il treno partirà. Devo arrivare.
Le parole della lettera che stringo nel pugno mi rimbombano nel cervello.
Ancora cinque minuti.
 
L’hai sempre detto anche tu, Lou, che la vita è come quando vai dal parrucchiere: tu gli dici cosa ti piacerebbe fare, ma, alla fine, fa lui quel cazzo che vuole.
L’hai detto anche a Liam quando si è presentato in sala prove rasato, in effetti hai fatto ridere tutti.
Ma mai una frase del genere è stata più vera.
La vita è difficile, Louis Tomlison, lo è per tutti, certo, ma con me e te ha fatto il suo lavoro migliore.
 
Lo sappiamo entrambi troppo bene che non si può scegliere di chi innamorarsi, che è l’amore che ti sceglie, che arriva e travolge. E non è mai importato se fosse il momento giusto oppure no, se siamo troppo diversi, se tu sei quello più giusto, o quello più sbagliato che mi potesse capitare. Non importa un cazzo, in effetti.
La vita fa quello che le pare, no?
Non chiede permesso, non chiede nulla. L’amore ti sceglie.
E ha scelto me e te.
Tu che sei pazzesco, sei irritante fino al midollo, che a volte mi fai ridere fino alle lacrime. Io che pendo dalle tue labbra come se fossi l’epicentro del mio mondo, che ti busso alla porta nel cuore della notte per farci una tazza di latte caldo, con la scusa di vederti scendere assonnato dalle scale e quasi cadere all’ultimo gradino.
Ma sono stanco davvero, ora.
Se ti lascio questa lettera sul tavolo della cucina, della nostra cucina, è solo per un motivo.
Quando entrerai in camera mia non troverai più i vestiti, i poster, lo stereo, i cd.
Quando entrerai in bagno non troverai più il mio spazzolino e il mio shampoo per capelli ricci che ti mettevi sperando che arricciasse i tuoi.
Non ci sono più in casa, e me ne sono andato.
Penserai che sono un cretino, nel bel mezzo del giorno ad andarmene in giro con delle fan urlanti appostate ovunque per seguirmi.
Non ce la faccio più Louis, è per questo che me ne vado. Non so mai se ti importi veramente di me.
Le nostre litigate si concludono sempre con un tuo “non è colpa mia”, e tu ne sei convinto, ma io non più.
Sappiamo bene che non ci permettono di fare nulla in pubblico, insieme io e te, ma a te non importa più, ormai.
Hai smesso di lottare per noi, hai smesso di prendere in giro i produttori, hai smesso di rischiare e di darci un bacio di nascosto mentre non ci guardano, hai smesso di abbracciarmi e guardarli con sfida.
Ti sei arreso, Boo.
E tutto questo non mi basta più, non mi basta poter stare con te e vivere di nascosto tutto quello che siamo.
 
Siamo io e te, Lou. Siamo sempre stati io e te.
Siamo stati io e te il giorno che abbiamo inciso il nostro primo disco, il giorno che siamo andati a vivere insieme, il giorno che abbiamo confessato ai nostri genitori che eravamo innamorati.
Porca puttana Louis, siamo sempre stati io e te.
 
 
Corri, Louis. Non fermarti ora, non puoi arrenderti.
Sei stato un cretino, un cretino di prima categoria, hai deciso di eliminare tutto quello che ti faceva soffrire, hai scelto la strada più facile, ma non quella giusta.
Ha ragione quando dice che sei un codardo.
Ma il codardo ho deciso di non farlo più.
Mancano tre minuti, il treno sta per partire e io devo correre, devo vincere, non devo mollare, devo lottare per me e per lui.
Perché, porca puttana, Harry, hai ragione, siamo sempre stati solo io e te.
 
 
Chi voglio prendere in giro, con questa mia fuga?
Forse sto scappando anche io da quello che siamo ,ma non vedo altra soluzione, è inutile restare insieme in questa casa se l’unico posto in cui riusciamo ad essere noi stessi è proprio qui?
Non è in studio, non è sul palco, non è sui set fotografici, non è sulle poltrone delle nostre interviste.
Lì fingiamo e basta, di essere chi non siamo.
E allora me ne vado, sperando che tu ti renda conto che non possiamo continuare con questa assurda finzione. Ma io ti conosco, e l’unica cosa che farai sarà dare la colpa a questa vita, al destino, alla società, alla produzione.
Chi voglio prendere in giro, io?
Tu sarai sempre quella persona che cercherò tra la folla, anche quando non sarò più qui, anche quando saremo lontani chilometri e salirò su quel treno. Ti cercherò fra la gente in coda, fra le persone che aspettano il caffè al bancone del bar. Cercherò sempre i tuoi occhi, perché li ricorderò per sempre e, se tu non mi vorrai più dopo tutto questo, mi innamorerò sempre di qualcuno che ti somiglierà un po’, nel modo di camminare, nel modo di vestire, che ha i capelli simili ai tuoi. Cercherò qualcosa di te negli altri, qualcosa che non ci sarà mai.
Quello che non ti ho mai detto, Lou, è che ti amo.
E mi costa tanto scriverlo piuttosto che dirtelo, ma è l’unica soluzione che ho per proteggermi, perché ho paura che tu non provi lo stesso per me. Che tu rimanga fermo a sentirmi dire che ti amo sopra ogni cosa, con una faccia dispiaciuta, perché non puoi ricambiare.
Mi tratti con freddezza, mi rispondi a monosillabi, e a volte non mi dai nemmeno un bacio della buonanotte e te ne vai a dormire, senza dire nulla.
Il motivo per cui ho deciso di andare via da casa nostra è che credo che tu non riesca ad amarmi. Non ci riesci perché forse sono un essere troppo imperfetto, o forse perché hai troppa paura.
Soffro, quando ti guardo e tu, davanti alle telecamere, sorridi, senza guardarmi come facevi una volta e farmi una linguaccia.
Cosa ci è successo, BooBear?
Cosa ti è successo?
 
 
Corro, ancora, ormai vedo la stazione davanti a me, scanso autobus di linea e taglio le strisce pedonali del traffico di Londra.
E’ un miracolo come qualcuno non mi abbia ancora riconosciuto, ma forse è perché non ho quasi nulla della faccia che mostro nelle copertine dei giornali.
Sono distrutto. Affranto. Ma spero ancora di riuscire a raggiungerlo.
Sono stato un deficiente, a preoccuparmi di me stesso senza accorgermi che l’unica persona che amavo soffriva in maniera indescrivibile.
Me ne andavo a letto, cercavo di evitarlo, per evitare tutti gli ostacoli che mi si paravano davanti.
Ma appena avevo letto quella lettera, in piedi davanti al tavolo della cucina, avevo capito che tutto quello che avevo fatto l’avevo fatto per un motivo.
Ti amo, Harry, Ti amo così tanto che avevo paura che tutto ciò che ci sarebbe stato tra di noi ci avrebbe divisi. Invece tu ci sei sempre stato.
Ma ti sto raggiungendo, Hazza. Ti sto raggiungendo.
Manca un minuto che il tuo treno parta. E io sto correndo per venire da te, perché tu possa dirmi in faccia che sono un cretino e perché io ti chiuda la bocca con un abbraccio grazie al quale ti dirò che sono stato un perfetto imbecille.
Ti prego, aspettami. Sta suonando ora la campana. Il tuo treno starà partendo, forse.
Ma aspettami, ti prego, un altro minuto..
 
 
E’ per questo che torno da mia madre. Non perché non ti amo più, né perché non ci tengo più a te o a tutto quello che stiamo passando ora, che è una cosa indescrivibile.
Me ne vado perché stare qui con te, ormai, non ha più senso. Vivere una vita nella quale sono io a continuare a sperare, mentre tu ti sei arreso, nella quale sono io, ogni volta che cerco di parlarti, mentre tu esci di casa e torni a notte fonda.
Se c’è una cosa in ci ho sempre creduto siamo stati io e te. E tu?
 
Ci vediamo, Louis. Spero non ti dimenticherai mai di me.
                                                                                                                      -H
 
 
Sono davanti alla stazione, entro e ancora prima di leggere i cartelloni sento la voce dell’altoparlante “In partenza dal binario 9” il tuo treno.
Corro, travolgo gruppi con le valige, travolgo un signore con una valigetta, salto un borsone, arrivo all’inizio del binario.
E ti vedo. Ti vedo fermo, con un piede sul primo scalino del treno, che esiti ad entrare, con il tuo borsone al collo. Aspetti, e ormai sei l’unico sulla banchina.
Il treno fischia, se non vuoi che si chiudano le porte devi solamente salire. Ma io lo so perché non sali.
E corro, ancora più veloce di prima, senza fiato, senza un domani, corro senza sentire più le gambe che mi stanno cedendo, i capelli che sono scesi sulla fronte, le scarpe sempre più slacciate, quasi rotte.
Ma nonostante il fiatone persistente riesco a chiamarti. “Harry!”
Ti giri. E rivedo quei tuoi occhi che cercavo i evitare da tempo, e ora capisco perché, perché sono troppo belli per uno come me.
Mi guardi, e con un sospiro togli il piede dallo scalino un attimo prima che le porte si chiudano e stai piantato su due piedi a guardarmi, sorridendo.
E io corro, corro verso di te, con un sorriso e una lacrima che mi fa passare la fatica di tutto questo.
Non dovremmo più affrontare tutto questo da soli, saremo insieme. Perché, anche io, se c’è stata una cosa in cui ho sempre creduto, siamo stati io e te.
E questo è perché ti amo, Harry.
E finalmente posso smettere di correre.



Prima Larry. Prima storia semiseria/dramamtica.
Vi prego, siate clementi.
L'ispirazione mi è venuta stando su tumblr, così e mi sono detta: ma perchè non la scrivi?
E l'ho scritta ieri, tutta d'un fiato. 
Mi è uscita così *_*

Seriamemente, ditemi che ne pensate, visto che è una specie di esperimento, almeno per sapere se posso continuare a scrivere one shot oppure non sono proprio capace :)

A proposito, se volete passare sul mio profilo nella mia FF, vi ringrazierei molto, anche se il genere è ben diverso, ecco.

Grazie del tempo che mi avete dedicato a leggere queste cosacce :) :)

Ah, a proposito, pensavo di cambiare nome, perchè, ragionandoci, la gente potrebbe seriamente trovarmi su EFP, ed essendo io abbastanza riservata su quello che scrivo, non vorrei potesse capitare!
Quindi, a chi mi segue come autrice o segue la mia FF: vi informerò al più presto vabbeeeneeee?


Muchas gracias!
Un beso! ;)
Anna
  
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