Storie originali > Generale
Ricorda la storia  |      
Autore: Vedo_buio    31/07/2013    0 recensioni
Un breve racconto sulla speranza. Viene narrato un breve momento di vita di un vecchio.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Quella domenica aveva fatto caldo, troppo, e i pensieri gli turbinavano nella testa senza un'ordine preciso. Era sceso sul lago la mattina presto, sperando nella brezza, e aveva calato le reti con provata esperienza dovuta all'aver ripetuto quei gesti migliaia di volte, da quando era bambino, da quando riusciva a camminare. Il padre e prima di lui il nonno gli avevano insegnato il mestiere. Gli avevano insegnato la sopravvivenza. Sapeva rammendare le reti, costruire e riparare un battello, tessere cesti di vimini, raccogliere le erbe selvatiche, riparare i pochi utensili della casa.

Era vecchio ora o almeno così si sentiva. La vita non gli aveva dato figli, la moglie, che aveva amato profondamente, morta anni prima di una malattia arrivata in fretta ed in fretta conclusa. Non si era più risposato. Non ci aveva nemmeno pensato. Non avrebbe saputo concepire un'altra vita senza di lei e in un certo qual modo triste, si era abituato, o forse rassegnato, alla solitudine. Non aveva mai chiesto granché al fato, tranne che poter condurre una vita tranquilla, e raramente si recava al villaggio se non per vendere il poco pescato che non veniva impiegato per sfamarsi e per fare qualche lavoretto nei periodi di magra.

In tempi migliori aveva posseduto una capra, da cui ricavava un poco di latte. Non si era mai cibato dei suoi capretti. C'era una specie di accordo segreto tra i due: l'uno si sarebbe preso cura dell'altra e viceversa, l'uno avrebbe dato riparo e protezione, l'altra compagnia e quando disponibile avrebbe condiviso un po' di latte. Poi, un mattino, vennero separati. Il recinto era vuoto, la capra non c'era più. Qualcuno, forse invidioso, ma forse solo più bisognoso, se l'era presa. La perdita venne accettata dal vecchio come una di quelle incombenze inevitabili della vita, senza rabbia, senza rancore, solo con tristezza. C'erano state fasi della sua vita in cui si sarebbe arrabbiato, avrebbe cercato vendetta e rivalsa, oppure giustizia. Non ora comunque, non più. Le esperienze di una vita lo avevano convinto di essere solo una foglia in balia dei venti, di non poter ambire a niente tranne che di poter morire da uomo libero.

Verso mezzogiorno un brusio si era levato dalla valle, dove si ergeva il piccolo villaggio, che aveva rappresentato per lui l'intero mondo conosciuto, ad eccezione del suo lago. Prima un vociare indistinto, poi un clamore sempre più udibile. Sulle rive del lago si era radunata una folla, sopratutto donne. E bambini urlanti, che esprimevano l'amore per la vita come solo un essere umano appena venuto al mondo riesce a concepire. Il vecchio si avvicinò ma si tenne da parte, come in definitiva aveva fatto per la sua intera esistenza. Poi, per un attimo, in un varco formatosi tra i corpi, l'aveva guardato ed era stato visto e si erano guardati. E si erano visti.

Eventi straordinari erano accaduti quel giorno, ma al vecchio non importavano già più. Le rive del lago Genèsaret erano tornate tranquille quella sera, la folla si era dispersa, l'uomo e i suoi seguaci si erano avviati verso qualche posto remoto della Galilea. Le urla dei bambini non risuonavano più nella pace della sera. Il vecchio rammendava la rete con la schiena appoggiata alla sua capanna di terra, approfittando di un cono d'ombra che si distendeva sempre più nella luce morente, e pensava al mistero inesplicabile della vita e dell'animo umano.

  
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Generale / Vai alla pagina dell'autore: Vedo_buio