Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber
Segui la storia  |       
Autore: Supradirection    31/07/2013    4 recensioni
E se fosse lei a dover proteggere lui?
Estratto dal primo capitolo:
< Allora forse saprai spiegarmi per quale assurdo motivo mi hai assegnato una missione del genere! > Ribattei iniziando ad alzare il tono di voce. Paul, sempre mantenendo quell' espressione confusa, prese qualche foglio in mano dandoci una veloce occhiata, per poi dire:
< Scusa, ma continuo a non capire cosa non vada. >
< Cazzo spero per te che tu mi stia prendendo per il culo! >
< Linguaggio Stuart. >
< Me ne sbatto del linguaggio! Adesso tu mi dici per che cavolo di motivo io dovrei perdere il mio tempo a fare da guardia del corpo a un cantante pomposo, viziato e con la puzza sotto il naso! > Urlai infuriata.
< Vedi di darti una calmata e smettila di parlarmi con quel tono, per quanto ti consideri come una figlia, qui dentro resto comunque un tuo superiore quindi vedi di portarmi maggiore rispetto. Sono stato chiaro? >
Sbuffai, odiavo quando giocava quella carta.
Genere: Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


5. You can't save him.

 

 

Mi soffermai dinnanzi al magazzino nella periferia di Los Angeles dove, secondo le mie fonti, si trovava Frank Johns. Con la punta dell' indice accarezzai la superficie della pistola accuratamente riposta nella fondina nascosta dalla felpa per poi spalancare la porta, quell' imbecille si era dimenticato di chiuderla a chiave. Lasciai sbattere la porta alle mie spalle facendo in modo che l'uomo a una decina di metri da me si accorgesse della mia presenza. Voltandosi notai nei suoi occhi sorpresa e preoccupazione, ma che vennero subito sostituiti da uno sguardo curioso e divertito non appena constatò che ero solo una ragazzina. “ Posso fare qualcosa per te tesoro?” Mi domandò avvicinandosi e leccandosi il labbro superiore, guardandomi con disgustosa lussuria. Sporco pedofilo pervertito. Repressi il desiderio di fare una faccia a dir poco schifata e prenderlo sedutastante a calci in culo, facendo invece un espressione sconvolta e smarrita. Si va in scena. “ S-salve, scusi per il disturbo signore, ma mi sono persa e volevo chiederle se può gentilmente prestarmi il suo cellulare per chiamare i miei genitori” Dissi cercando di imitare al meglio possibile un accento inglese. “Capisco, vieni là in fondo c'é un telefono così puoi chiamarli.” Avvolgendomi un braccio intorno alle spalle iniziò a trascinarmi verso la fine del magazzino. Ci era cascato come un pollo. Durante quel breve tragitto ne approfittai per guardarmi attorno alla ricerca di qualcosa di interessante e rilevante per la mia indagine.

Ci fermammo di fronte ad una cassa di legno sulla quale era appoggiato un lucido iphone nero, con un cenno del capo mi invitò a prenderlo. Composi un falso numero portandomi in seguito l'oggetto all'orecchio e, mentre con falsa apprensione fingevo di aspettare una risposta dall'altro capo del cellulare, continuai la mia “perlustrazione”, notando con la coda dell'occhio che l'uomo in mia compagnia non staccava gli occhi dal mio fondoschiena, porco. “Non rispondono.” Dissi accompagnando la frase con un teatrale sospiro. “Se vuoi puoi restare qui e provare a richiamarli più tardi oppure aspettare che richiamino loro, cosa che sono sicuro faranno a momenti, che ne dici dolcezza?” Mi chiese sfilandomi l'oggetto dalle mani e appoggiandolo di nuovo sulla cassa. “Umh...si suppongo che sia una buona idea.” Risposi con un timido sorriso. “Fantastico e dimmi come ti chiami?” “Lily, mi chiamo Lily.” “Ma che nome carino e quanti anni hai Lily?” Domandò iniziando a giocare con una ciocca dei miei capelli. “Diciasette.” Sussurrai procurandomi anche un falso rossore, ero un attrice nata. “Sai Lily mi piaci molto, sei così innocente.” Disse avvicinandosi ulterirmente e facendomi involontariamente indietreggiare verso il muro. “D-davvero?” Balbettai, tutto stava andando secondo i miei piani. “Mmh.” Mormorò per poi avvicinare le labbra al mio orecchio intrappolandomi al muro. “Rilassati Lily, ci divertiamo solo un po'.” Sussurrò iniziando a baciarmi e a mordicchiarmi il lobo per poi scendere sulla base del collo. Con tutta la mia buona volontà repressi il desiderio di vomitare e di staccarmelo di dosso, avvolgendo le mie braccia intorno il suo corpo e iniziando a tastarlo alla ricerca di un'arma. Dalla tasca posteriore dei suoi jeans estrassi una pistola che lanciai in un angolo il più lontano possibile. Avevo appena finito di assicurarmi che ora fosse disarmato quando le sue disgustose labbra iniziarono ad avvicinarsi al mio seno, ora ne avevo abbastanza. Con una potente ginocchiata ai gioielli di famiglia lo feci cadere al suolo, rapidamente estrassi la pistola dalla fondina per poi puntarla contro l'uomo accovacciato sul pavimento. “ Prova a muoverti e ti ritroverei con un proiettile in testa Johns.” Lo avvisai freddamente. “Chi cazzo sei?” Chiese con il fiato ancora corto per il calcio che gli avevo assestato.

Qui le domande le faccio io, chiaro?” Dissi avvicinandomi ulteriormente. “Puttana.” Ringhiò guardandomi con disprezzo. In risposta al modo in cui mi aveva chiamata gli mollai un calcio nello stomaco, facendolo piegare su se stesso. “Chiamami ancora così e la prossima cosa che ti colpirà sarà un proiettile, capito?” Visto che non accennava ad aprire bocca presi il suo silenzio come una conferma silenziosa. “Bene. Adesso dimmi perché hai tentato di uccidere Justin Bieber?” “Soldi, qualcuno mi ha commissionato di ucciderlo per 20000 dollari.” Rispose. “Qualcuno chi?” Domandai girandogli intorno, ma sempre mantenedolo sotto tiro. “Un cliente anonimo, non so chi sia.” Disse scuotendo lievemente la testa. “Stronzate. Stai solo cercando di proteggere l'identità del tuo cliente, sempre che esista davvero.” Lo guardai intensamente, quasi volessi leggergli nella mente. “E-esiste davvero, posso giurartelo!” Balbettò. “Dimostramelo.” Egli sfilò da una tasca interna della giacca una busta porgendomela. “Che cosa è?” Domandai afferrandola. “È il contratto che io e questo cliente anonimo abbiamo stipulato.” Con uno strappo secco l'aprii, dandole una rapida lettura. Quando ebbi finito di leggere l'ultima riga scritta in grassetto e sottolineata da un evidenziatore giallo gli rivolsi uno sguardo confuso. “Che cosa significa l'ultima frase?” Gli chiesi. Mi rivolse un ghigno divertito, all' improvviso tutto il timore che provava nei miei confronti sembrava essersi dissolto. “Significa che io avevo tempo fino a una determinata data di scadenza per uccidere Justin Bieber e se non fossi riuscito entro quel limite di tempo l'incarico sarebbe passato sedutastante ad un'altro killer già pronto per agire e addio ai venti mila dollari.” Disse continuando a sogghignare divertito, irritandomi sempre di più. “E vuoi sapere per quando era prevista la scadenza?” Continuò. “Quando?” Domandai mentre una spiacevole sensazione mi attanagliava lo stomaco, c'era qualcosa che non andava. “Esattamente...ora.” Disse non appena le lancette dell'orologio appeso alla parete segnarono le 16.00. Immediatamente una terribile consapevolezza si fece largo nella mia mente: Justin era in pericolo. Notando la mia espressione sconvolta e preoccupata Johns iniziò a sogghignare sempre più forte. “Non riuscirai a salvarlo questa volta, né tu né nessun altro potrà farlo.” Disse lasciandosi andare in una risata compiaciuta. Con un impeto di rabbia e frustrazione gli sparai ad una spalla per poi a grandi falcate abbandonare l'edificio, estraendo allo stesso tempo il cellulare e componendo il numero di Justin. Rispondi, rispondi, avanti ripondi mi ripetevo mentalmente mentre mettevo in moto l'auto e con una manovra spericolata partivo a tutto gas.

 

***

 

Justin's point of view:

 

Ero comodamente stravaccato sul divano con il computer appoggiato sulle gambe dove, per far passare il tempo, rispondevo a qualche fans su twitter. Mentre facevo scorrere le centinaia di menzioni che avevo ricevuto sentii prendermi la gamba sinistra da un insolita vibrazione, per poi realizzare che si trattava del mio iphone. Una volta sfilato dalla tasca l'oggetto vidi che si trattava di una chiamata da parte di Olly, con uno sbuffo accettai la chiamata e mi portai l'apparecchio all'orecchio. “Pronto?” “Dio grazie al cielo. Stai bene?” Mi domandò con una voce visibilmente preoccupata. “Certo che sto bene.” Risposi aggrottando le sopracciglia confuso. La sentii sospirare per poi chiedere: “C'è qualcuno lì con te?” “No...” Dissi alzandomi leggermente e guardandomi intorno. “D'accordo adesso ascoltami bene e fai esattamente quello che ti dico, io sto arrivando.” “Olly che sta succedendo?” Chiesi preoccupato mettendomi a sedere e iniziando a battere il piede per terra cercando invano di sbollire l'ansia che mi stava assalendo. “Per nessuna, ripeto, nessuna ragione al mondo devi fare entrare qualcuno in casa, non importa di chi si tratti. Guai a te se provi anche solo a mettere un piede fuori dalla porta intesi? Adesso vai in un luogo dove non ci siano finestre e se lì vicino c'è ne sono assicurati che siano chiuse e coperte dalle tende. Tutto chiaro?” Mi affrettai a dirigermi in cucina e una volta arrivato mi assicurai che la finestra che dava sull'ampio giardino fosse ben chiusa e coperta dalle tende color panna. “Okay fatto. Adesso vuoi dirmi che diamine sta succedendo? Mi stai facendo preoccupare!” Nervosamente mi passai una mano tra i capelli. “Tu fai come ti ho detto e tutto andrà bene, io sono quasi arrivata.” In sottofondo sentii il rumore di una brusca frenata, seguito dal rumore di un clacson ed insieme ad esso potei sentire Olly borbottare un imprecazione.

Mi sedetti sul freddo e liscio pavimento di lucide piastrelle, portandomi le ginocchia al petto e appoggiando la schiena alla porta del frigorifero. Erano passati si e no tre minuti da quando mi ero seduto per terra aspettando che qualcosa, forse di terribile, accadesse quando mi accorsi che la chiamata con la ragazza era ancora in corso. “Si può sapere dove cazzo sei?” Le ringhiai praticamente contro. “Giuro che se questo è un fottuttissimo scherzo...” Continuai alzandomi in piedi e avviandomi verso la finestra per dare una sbirciatina tra le tende. Stavo sollevando il leggero pezzo di stoffa quando un assordante botto seguito dal rumore di passi provenne dall' entrata. “Ti prego dimmi che sei stata tu...” Bisbigliai al telefono irrigidendomi. “No porca puttana. Cerca un posto dove nasconderti, svelto!” Rapidamente mi precipitai dietro la porta, imponendomi di respirare il meno rumorosamente possibile, nonostante la paura mi stava letteralmente divorando. Il silenzio era rotto solamente dal mio respiro e dall'agghiacciante rumore di passi che, sperando fosse solo una mia impressione si faceva sempre più vicino.

Dalla minuscola fessura presente tra la porta e la parete potei scorgere il profilo di un uomo completamente vestito di nero e con il volto coperto da un passa montagna del medesimo colore, ma la cosa che mi fece letteralmente gelare il sangue nelle vene fù la vista del lungo e affilato coltello che teneva legato ad una coscia da un cinturino e dalla pistola stretta da una delle sue mani. Ero piuttosto sicuro di essere spacciato. Ancora pochi passi separavano l'uomo dalla cucina e soprattutto dallo scoprirmi, ormai il panico si era impossessato di me e nella mia testa non facevo altro che pregare che Olly o chiunque altro arrivasse a salvarmi. Era appena entrato in cucina, era la fine, non potevo fare più nulla, anche tentare di affrontarlo ero piuttosto sicuro che si sarebbe rivelato inutile. Chiusi gli occhi preparandomi al peggio, mentre i volti dei miei cari scorrevano nella mia mente come fotografie.

***

 

 

 

 

Angolo autrice:

 

Tadan! Ecco a voi il quinto capitolo anche se so che non è un granchè, scusate ma ero proprio a corto d'ispirazone cc

Ad ogni modo cosa succederà al nostro Justin? E riuscirà Olly ad arrivare in tempo per salvarlo? Lo scopriremo nel prossimo capitolo uu. Fatemi sapere cosa ne pensate in una recensione se volete.

Infine volevo ringraziare le persone che hanno recensito, messo tra le seguite e le preferite o semplicemente letto questa ff, grazie mille cndjnfn.

Su twitter sono https://twitter.com/Jeljeberslove se volete seguirmi, ricambio tutti.

Ci vediamo al prossimo capitolo, baci Michi :)

  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber / Vai alla pagina dell'autore: Supradirection