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Autore: miss dark    09/02/2008    4 recensioni
Una ragazza innamorata del suo migliore amico.
Lui non ricambia, non subito.
Potranno mai avere una storia, o entrerà qualcun altro nella loro vita?
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mai Più Noi-Capitolo 6

CAPITOLO 6

Ancora ricordi.

Daniele sta tornando a casa, sono le tre del mattino e lui non è ancora andato a dormire. Per tutto quel tempo, dalle undici alle due e mezza di notte, è rimasto seduto per terra, nel luogo che qualche mese dopo avrebbe ricordato come il più infausto di tutta la città.

Non pensava a niente. Non ne aveva la forza. Sapeva che se avesse voluto pensare, prima o poi sarebbe riaffiorato il suo ricordo, con tanta fatica seppellito in fondo al cuore, e lui non voleva. Non voleva ricordarla, per nulla al mondo. Il suo ricordo lo faceva star male, il suo amaro discorso gli faceva venire la pelle d’oca. Ci aveva messo tre ore e mezza ad allontanarla del tutto da lui, non voleva rendere vano quello sforzo.

Non voleva ricordarsi di lei, di Giulia, non più la sua Giugiù.

Come poteva una ragazza all’apparenza così dolce e gentile, farsi odiare tanto da una sola persona.

In realtà lui non la odiava, come si può odiare un angelo, collegava, semplicemente, il suo ricordo con un sentimento molto simile all’odio, ma diametralmente opposto, di cui lui non conosceva il nome: l’amore.

Aveva iniziato ad amarla quando più le era stata lontano, quando aveva sentito di più la sua mancanza.

Era tardi ormai, lui lo sapeva e per questo non la voleva ricordare, perché non era più il momento giusto per amarla.

-*-*-

Giulia aveva una percezione molto strana di quello che aveva fatto dopo essere corsa via dal ponte. Non ricordava perfettamente cos’era successo, e neanche se era successo veramente.

Molto confusamente ricordava di essere entrata in uno strano locale, che puzzava di alcool e di sigaro. Si era seduta ad un tavolo, in un angolo e poi aveva ordinato un bicchiere d’acqua. Solo quello, solo un bicchiere d’acqua per due ore che era rimasta lì, seduta a guardare persone che giocavano a biliardo nella sala accanto.

Il barista le aveva chiesto più volte se voleva ordinare altro, ma lei gli aveva sempre risposto che stava bene così.

Quando uscì, il bicchiere d’acqua era ancora pieno, ma lei si sentiva completamente svuotata.

Giulia non era capace di non pensare e, come per Daniele, pensare voleva dire ricordare.

In quella serata, si ricordò di tutto quello che avevano fatto nei due anni in cui erano stati amici, dalla prima avventura che avevano vissuto insieme, all’ultima cretinata di cui si erano parlati, fino a quella sera che lei collocava come inizio della fine.

Sapeva benissimo che la loro storia non sarebbe finita così facilmente. Un’amicizia non basta buttarla nel cesso e tirare lo scarico; bisogna riflettere almeno cento volte su tutto quello che è accaduto, pensare al come e al perché è successo e poi, quando si ha una concezione abbastanza chiara degli avvenimenti, si può dire che l’amicizia e terminata.

Comunque, dopo essere uscita dal bar era andata a casa di Sara. Aveva suonato sei volte il campanello del suo appartamento, svegliando ogni componente della famiglia, ma poi era riuscita ad entrare e ad essere ascoltata.

Disse a Sara tutto quello che sentiva dentro, versò milioni di lacrime e poi si addormentò lì, tra le braccia della sua migliore amica, che mai come in quel momento le aveva dimostrato di esserlo.

Oggi, casa di Giulia.

Giulia si svegliò di soprassalto, guardo l’orologio: le quattro e mezza del mattino.

Si strofinò con forza gli occhi per essere sicura che ogni rimanente di quell’incubo se ne fosse andato.

Si alzò in piedi ed andò in cucina a prendersi un bicchiere d’acqua.

- Cosa ci fai i piedi a quest’ora?

Suo padre aveva sempre avuto un sonno leggero e lei, anche quella notte, era riuscita a svegliarlo.

- Sono venuta prendere un bicchiere d’acqua, adesso torno a letto.

Fece proprio così, tornò a letto, me non riuscì a prendere sonno.

Erano ormai tre notti che si svegliava in mezzo alla notte, sempre alle quattro e mezza del mattino.

La situazione era alquanto insopportabile perché Giulia, dopo essersi svegliata una volta, non si riaddormentava più fino alla sera seguente.

Doveva capire perché le accadeva tutte le notti e sempre alla stessa ora. Ci rifletté, ma non trovò alcuna risposta plausibile, non ce n’era alcuna. In un primo momento aveva pensato che, visti gli incubi che faceva, non era difficile stupirsi che lei si svegliasse di soprassalto, ma in quel caso, non si sarebbe svegliata sempre alla stessa ora. Decise che il giorno dopo avrebbe chiesto a Sara cosa ne pensava.

Immersa in questi pensieri non si accorse del tempo che era passato e, quando si voltò per caso verso la sveglia, si accorse che erano le sette meno dieci.

Si alzò, andò in bagno e si sciacquò la faccia. Era stata una notte difficile, come tutte le ultime notti, d’altronde.

Ritornò in camera, si mise il primo paio di pantaloni e la prima maglietta che trovò nell’armadio e andò in cucina per fare colazione con il resto della famiglia.

La mamma, come sempre, era in vestaglia ai fornelli, intenta a preparare le colazioni, il padre beveva una tazza di caffé, leggendo il giornale e la sorella di dieci anni stava facendo un disegno con i pastelli. Si sedette vicino a lei, le diede un bacio e si mise in bocca un cornetto alla marmellata.

- C’è qualche problema, Giulia?

Il padre aveva finito di bere, Giulia di mangiare. Era arrivato il fatidico momento delle domande mattutine, le peggiori, perché tu non sei ancora abbastanza sveglio per inventarti bugie plausibili, e sei costretto a dire la verità.

- Nessuno papà, perché ce ne dovrebbero essere?

Giulia era rimasta sul vago anche se aveva capito benissimo doveva voleva arrivare con quella domanda.

- Mi sembra strano che una ragazza attiva della tua età trovi difficoltà nel dormire dieci ore filate tutte le notti. Vista la tua situazione, ci deve essere qualche problema.

Giulia non capiva perché il padre fosse così fiscale con la propria famiglia. Lui faceva lo psicologo da quindici anni e pensava, perennemente, che le figlie avessero dei problemi.

- Probabilmente, adesso che sono cresciuta, mi bastano meno di dieci ore, e così mi sveglio in mezzo alla notte.

Anche lei stessa sapeva che era una bugia grande come il mondo, ma, come ho già detto, era troppo difficile, alle sette e mezza del mattino, inventare scuse plausibili.

- Potrebbe anche essere, ma tu non dormi neanche sette ore, mentre un adulto ne richiede minimo otto.

- Non lo so papà, per me non ci sono problemi.

- Non ci sono, o non me ne vuoi parlare?

- Anche fosse? Io non sono una tua paziente, non ti pago per farmi far dire delle cose, se non te le voglio dire. Visto che non ti do la parcella, non te le dico.

Amara e cruda verità. È questo che il padre voleva e che Giulia gli aveva dato.

- Va bene. Io non ti volevo obbligare, ma se non ti senti a tuo agio parlandomene, lasciamo perdere.

Finalmente lei era riuscita a dire quello che pensava e aveva ottenuto il risultato sperato. Il padre non si sarebbe più intromesso nei suoi affari.

Si alzò rumorosamente dalla sedia, come era suo solito fare, e si diresse verso l’uscio della porta di casa.

- Oggi vado a pranzo da Sara; non mi aspettate neanche per cena, forse usciamo.

Uscendo sbattè la porta e, finalmente libera da tutto e da tutti, si diresse verso la fermata del tram, per andare a scuola.

Quella mattina era iniziata male e il resto della giornata si prospettava ancora peggio. Non ne poteva più di quella vita monotona e triste, voleva novità, voleva essere felice e serena, voleva lui.

Era triste ammetterlo, ma da quando Daniele non faceva più parte delle sue giornate, si era rabbuiata, non rideva quasi mai e, soprattutto, non riusciva più a godersi la vita. Doveva risolvere anche questo problema.

____________________________________

Finalmente il sesto capitolo!!!! Sì, lo so, è un capitolo molto, molto confuso, d'altronde, spiega la confusione che Giulia ha in testa in questo momento difficile. E se adesso vi sembra triste e confusa, vedrete il seguito......sono un po' crudele, lo so, ma non ci posso fare niente, sono fatta così ^____^

Ora passiamo ai ringraziamenti delle persone che hanno commentato lo scorso cap.

Kia93: ho già risposto al tuo dubbio in questo capitolo, comunque Daniele si era innamorato di Giulia, ma se n'è reso conto troppo tardi....non dire che è una cosa stupida, perchè a un mio amico, non più tanto amico, è successa la stessa identica cosa......Spero che anche questo cap ti sia piaciuto ^___^

Lady vampire: ecco un cap che corrisponde alla tua richiesta. Fino ad adesso è il più lungo si tutti, poi non so che cosa ne pensi tu.....Spero che continui a piacerti....

Niis: lo so, è molto triste, ma come tale a me piace....le cose allegre e che vanno sempre bene non sono proprio nel mio genere. Per il lieto fine, ci spero anche io, visto che non ho ancora deciso come far finire la storia........

Linasyan: ecco qua, aggioranto il prima che ho potuto....sono felicissima che la mia ff ti piaccia!!!!!

Grazie anche a tutte le persone che hanno messo la storia tra i preferiti e a quelli che l'hanno letta e che continueranno a leggerla.....

Al prossimo cap

la vostra

Miss dark

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