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Autore: Shinny_Leaf    31/07/2013    4 recensioni
Mi chiamo Venus. Venus Blain. Ho 16 anni e vendo me stessa per portare a casa da mangiare.
Domani ci sarà la Mietitura e c'è solo una cosa di cui sono certa: io verrò sorteggiata. Non c'è via di scampo.
Non fatevi impressionare. Io non sono un agnellino impaurito, ma non provo nemmeno piacere a uccidere. Sono sempre la via di mezzo.
La via di mezzo tra una ragazzina un po' pazza e una donna sadica. Quella figura a metà.
Una cosa è certa: se dovrò andare io tornerò a casa.
Tributi...
tremate di paura.
Genere: Azione, Comico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Caesar Flickerman, Finnick Odair, Nuovo personaggio, Presidente Snow
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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12. Il sole cala sulle loro salme

 
 
Ghigna.
Mentre la sua mascella si contrae dal dolore cieco che gli provoca guardarla negli occhi. Fissarla dritto nelle sue scure pupille. Normalmente si direbbero marroni, i suoi occhi, ma ora, accecati dalla rabbia, sono vuoti. Inorridita; ecco com’è Cherry mentre lo fissa strozzarmi. Arrabbiata con sé stessa perché non può fare nulla, si dimena per terra. Urla, tira calci all’aria, ma non succede niente. Non riesce a liberarsi dal veleno e non riesce a salvarmi.
Io inerme lo fisso dall’alto, premuta con forza contro un albero. Non guarda me, ma fissa lei. Cattura ogni suo piccolo movimento e suo lamento.
Almeno a me così pare. Non sono sicura di niente in questo momento perché il tempo sembra fermarsi, ma io non sono pronta. Non dico addio a nessuno nella mia mente perché non andrò da nessuna parte. Così io credo. La mia clessidra è quasi al termine.
Io però non sento dolore, in realtà il mio corpo mi sembra perso nell’aria come se fossi acqua evaporata sotto il sole. Avverto la schiacciante pressa sul mio collo tirato all’indietro dalla forza di gravità. Tutto questo non ha senso, tutto gioca con me. Mi sembra che anche la luce del sole crei delle sfumature tenui intorno a me. Un tramonto mi avvolge nella coltre della mia anima e intanto vedo solo colori sfumati che diventano un tutt’uno. Un bianco accecante mi colpisce in pieno e mi chiama a seguirlo. Come rapita avanzo lenta avvertendo a ogni passo una sensazione di pace. Sbatto lenta le palpebre e i miei capelli sono sollevati in aria e formano linee quasi infinite e ondulate alle mie spalle. Quando giungo quasi al mio traguardo di luce, sento Cherry rompere la mia visione.
“ Druey, no! Ti prego non farlo!” urla come se le stessero infilando degli aghi nel corpo. Uno a uno, lentamente.
La luce che ho intorno scivola giù sotto forma di specchi che si fracassano nel vuoto. Scivolo contro l’albero e cado sul terreno mentre l’ossigeno m’investe i polmoni senza pietà. Sbatto sul terreno provocando un leggero tonfo. Sembra quasi di riemergere dall’acqua dopo ore di apnea. Riacquisto la vista e metto a fuoco la scena che mi si presenta davanti. Cherry è inginocchiata a qualche metro da me e da lui. È sudata e stremata, si vede bene. Piange e si lamenta dal dolore atroce che le invade il corpo. Druey cade nella stessa posizione di Cherry provocando un grande tonfo e facendo vibrare impercettibilmente il terreno sottostante. Continuano a fissarsi con pura disperazione e si avvicinano  l’uno all’altro strisciando sulle ginocchia.
Il veleno sembra uscito dal mio corpo mentre stavo soffocando perché mi è bastato respirare di nuovo per riprendermi quel basta per non soccombere alla morte. Striscio un po’ di lato per avvicinarmi a Cherry. Così mi ritrovo più distante da Druey ma egualmente vicina per ritrovarmeli a destra l’una e a sinistra l’altro. Mi sposto di poco all’indietro e un capogiro mi colpisce in pieno. Mi scappa un piccolo lamento che basta a risvegliare Druey il quale si gira verso di me e mi guarda truce.
“ Non ti sei ancora chiesta perché?” mi domanda strafottente.
Subito si risponde da solo “ Cosa? La piccola macchina da guerra non ha ancora esaminato la situazione? Cazzo Venus, il veleno deve proprio aver funzionato alla perfezione!”.
“ Fottiti Druey.” Dico flebile, ma seccata. Anche se ha ragione, io non mi sono ancora chiesta del perché abbia tentato di uccidermi. Mi sono limitata finora a guardare e a perdermi nei miei stessi sensi.
“ Il veleno, Blain. Il veleno mi comanda di uccidere chiunque.” Mi rivela ridendo amaro. Io rimango sorpresa sia da ciò che ha detto sia da qualcos’altro. Nessuno mi ha mai chiamata per cognome. Nessuno.
“ Beh, forse non chiunque.” Sussurra tornando a guardare Cherry.
E di colpo tutto mi pare più chiaro.
Druey mi aveva mentito. Mi disse che il suo amore verso Cherry era del tutto fraterno. Che voleva proteggerla e non poteva amarla. Aveva mentito a tutta Panem solo per proteggerla.
Pensava di scatenare un forte interesse per lei a chiunque stesse guardando, ma no. Non c’è riuscito e ha scatenato l’effetto contrario. Ha attirato l’attenzione su di lei ma in modo negativo. Gli Strateghi l’hanno sfidato a sostenere ciò che affermava. Quando ci siamo incontrate di notte, la stavano portando da lui e io fui solo d’intralcio. Ora ci sono riusciti e hanno deciso di punirmi per essermi messa in mezzo.
Il veleno ti porta a uccidere chiunque ma non chi ami veramente. E da quanto Cherry ora sia scossa dai singhiozzi e da quanto si avvicina, si capisce che lei ricambia.
Cherry fingeva quanto Druey per non mettersi in pericolo a vicenda, ma i sentimenti sono sgorgati fuori come traditori fra loro.
Mi posso limitare solo a osservarli e studiarli mentre compiono qualcosa che a vedere dentro uno schermo ha un che di disperato ma alla mia distanza è qualcosa d’incredibile.
“ Il sipario è stato aperto.” Sussurra mentre si alza in piedi e raggiunge Cherry porgendole una mano.
“ Ormai nulla c’è più da fare.” Gli sussurra lei accarezzandogli la mano e stringendola con la sua.
“ Perché tutto è svelato.” Druey la alza in piedi e la mantiene. La sua caviglia trema orridamente.
“ E il nostro tempo è terminato.” Dice lei.
I loro nasi si sfiorano dolcemente. I loro sguardi si accarezzano e le mani di Cherry si allacciano al suo collo. Lui le posa le mani sui fianchi e le sorride rassicurante. Chiudono gli occhi, sussurrandosi altro a fior di labbra.
“ Ma ovunque andremo.” Le dice Druey.
“ Ovunque saremo.” Continua Cherry.
“ Saremo noi.”
“ Saremo insieme.”
“ E ciò mi basta.”
“ Perché è quel che resta.”
“ Importante…”
“ Grande…”
“ E mio unico.”
“ Tutto.” E mentre pronunciano la loro ultima parola insieme le loro labbra s’incontrano. Si sfiorano e si premono. Si perdono e si trovano. Le loro lingue si fanno strada dalle labbra e si rincontrano. Si accarezzano a vicenda avide, ma rassegnate a un unico pensiero.
E mi rendo conto che emanano vibrazioni fortissime perché una lacrima solitaria mi riga il viso e cade sul terreno. Ma ora so con certezza che Cherry è di Druey e Druey è di Cherry. Si possiedono e non c’è nulla di più giusto. Si completano e si uccidono allo stesso tempo. Si sono amati all’ombra delle telecamere; lontani dalle persone ignoranti. Che l’amore non conoscono e mai hanno visto. Che pensano sia banale o semplicemente sbagliato. Che pensano non sia mai esistito. Però io posso assicurare che anche nel gesto che stanno per compiere c’è amore.
Mentre sembrano fondersi in un solo corpo le loro mani cercano, allacciate nelle loro cinture, le rispettive armi. E sotto al mio sguardo lontano sempre più confuso li vedo trafiggersi il cuore a vicenda. Due cannoni sparano e poi di loro più nulla resta.
 
Il sole cala sulle loro salme. Il giorno sembra durato troppo, come gli altri.
Io non so cos’è l’amore, o meglio non lo sapevo. Il loro era coraggio, un coraggio invidiabile e mi sembra triste e vano lasciarli così. Andarmene semplicemente come se non avessi visto nulla e dare meno importanza al loro gesto incredibile. Così mi sono chinata e tolto i coltelli che avevano dentro la carne e me li sono infilata nello zaino. Ho preso qualche cosa da mangiare da Druey e mi sono fermata a guardarli.
Devo fare qualcosa, ora.
Non so con quale coraggio sto sfidando Capitol City, ma lo faccio comunque. Vado verso di loro e mi chino. Li stendo l’uno accanto all’altra e colloco le loro mani come se se le stringessero. Lavo via il sangue secco che è rimasto in superficie e poi decido che non è abbastanza. Allora mi guardo intorno un attimo e scorgo dentro a  un piccolo cespuglio un fiorellino blu. È piccolo e solitario.
Lo raccolgo e lo intreccio nei capelli di Cherry.
Di per sé, anche così, sto mancando di rispetto. Normalmente si scaperebbe via per dare tempo agli hovercraft di raccogliere i cadaveri, ma io rimango qui. Non so per quanto ancora.
Non ho più acqua, ma mangio un po’ di frutta disidratata che mi è rimasta e un pezzo di pollo confezionato che ho preso dallo zainetto da Druey. Un’ondata di freddo arriva dall’alto mentre scende di colpo la notte. Il sole è rimasto a tramontare chissà quanto tempo. Gli Strateghi giocano con il tempo a loro piacimento. Mi piacerebbe tanto scoprire chi è il capo Stratega di quest’anno.
Sembra che il tempo che non passi mai.
Mentre il gelo aumenta viene suonato l’inno di Panem e compaiono in aria i volti di Cherry e di Druey. Distretto 1.
Edizione emozionante s’immagina da Capitol; i Favoriti si uccidono fra loro. Distretto 1 e 4 tutti caduti. Adesso che ci penso di vero Favorito rimane solo Liam perché io e Blaze siamo quasi scherzi del destino. I due Tributi che hanno pensato di poter vincere.
Come posso solo pensare di poter tornare a casa, ma che diavolo mi salta in mente?
Ci siamo uccisi fra noi mentre avremmo dovuto andare a caccia di notte e strappare la vita a qualcun altro, ma si sa. Solo uno torna indietro.
Tornerai tu, ne sono certa.
Oh, certo! Adesso ti fai viva. Sei tornata?
Non sono mai andata via.
E quando avevo bisogno di uccidere dov’eri?
Mi hai taciuta. Hai fatto parlare quello che ti batte nel petto.
Ma cosa?
Non era questa la risposta che volevi? Ebbene sì, mia cara, stai diventando sentimentale.
Non intendevo questo. Io posso farti stare zitta?
Certo che puoi perché…
Perché?
Sono dentro la tua testa e sono più reale di quanto tu creda.
Fantastico! Davvero fantastico! Prima una stupida voce invade la mia privacy e scompare misteriosamente, poi una serie d’immagini m’inonda la mente, poi vedo la mia morte cadere sotto forma di specchi e tu ritorni. Ripeto: ma che cazzo ho di sbagliato?!
Felice che la notizia ti piaccia.
È ora di andare. Vado verso Cherry e le poso un leggero bacio sulla guancia e poi faccio lo stesso con Druey. Non dico parole dolci per loro e non verso lacrime sui caduti. Spero solo che il mio gesto basti. Che esprima quanto io sia invidiosa del loro coraggio, ma allo stesso tempo fiera di aver conosciuto persone così. Ho chiuso una ferita a Druey e lui si è confidato con me. Probabilmente sapeva che non provavo e non provo nulla per Liam, ma è comunque rimasto in silenzio davanti alle telecamere. Mi ha aiutato nel mio piccolo spettacolo. E Cherry, credo di non aver mai conosciuto una ragazza migliore di lei. Bella, intelligente e molto simpatica. Si sapeva difendere e non aveva paura di uccidere. Sarebbe arrivata allo scontro finale e avrebbe addirittura vinto. Se solo non fosse venuto Druey con lei ai Giochi. Se uno dei due si fosse ritirato prima della Mietitura non sarebbe stato difficile trovare dei volontari al Distretto 1. Ma l’onore deve rimanere alto. Ritirarsi significa disonore e paura di sconfitta; così invece loro dimostrano di non temere la morte. Rechi disonore alla tua famiglia e sarai sempre discriminato solo per aver tentato di salvarti la vita.
Vile e crudele è il destino di chiunque.
Decido di prendere la direzione da cui era comparso Druey. Chissà? Magari troverò Liam o Blaze.
Non vedo Blaze da giorni e neanche Liam. Mi viene in mente che Liam e Druey sono scomparsi subito prima che mi sono risvegliata in mezzo al buio. Non fatto nemmeno in tempo a chiedere a Druey che cosa fosse successo e a scoprire dove fosse Liam. Adesso sono sola, che mi piaccia o no.
Prima o poi questo momento doveva arrivare: se voglio vincere è necessario farcela da sola e poi dovrei essere abituata alla solitudine. Però ora non sono più sicura di voler vincere.
Ma a cosa diamine stai pensando?
La verità. Tanto sarà uguale no? Sempre sesso.
E alla tua famiglia? Non ci pensi, idiota? E ad Axel?
Axel. Una piccola lacrima mi solca di nuovo la guancia dov’è passata la precedente ore fa.
È il veleno che ti fa parlare così! Non vedi quello che fa alla tua mente? Ti manipola, ti controlla. Vuoi forse essere controllata? È il veleno, Venus.
Axel. Mi manca dannatamente. Anzi, dire che mi manca non è pari a ciò provo. È come una continua apnea. Anche solo vederlo mi riempirebbe i polmoni.
Cosa ti dicevo? Stiamo diventando sentimentali…
Sarebbe come riempirsi lo stomaco dopo giorni interminabili di digiuno. Il veleno che è dentro il mio corpo sgorgherebbe a fiotti fuori dalla mia pelle. Le mie incertezze svanirebbero in una nuvola densa e si perderebbero nell’aria. Tutto tornerebbe ad avere senso.
Oddio! Sicuramente troppo sentimentale…
Mi nascondo in un piccolo cespuglio perché mi sono resa conto che la notte e la sua oscurità mi stanno avvolgendo. Inoltre, sto singhiozzando e le lacrime mi colano sul viso.
Brava! Elimina il veleno.
Questo è un vero pianto. Non piango veramente da quando…da quando morì mia madre. O almeno dovrebbe essere un vero pianto se le mie lacrime non fossero verdi. Mi rigano il viso ed è un vero inferno. Me lo stanno scavando! Avverto qualcosa di caldo e denso attraversarmi le guance e il collo per poi finire sul petto. Istintivamente cerco di portarmi le mani sul collo nonostante lo spazio intorno a me sia minuscolo. Faccio in tempo a visualizzare le mie mani zuppe del mio sangue prima di svenire piena d’angoscia nella notte.
Sbatto le palpebre più volte per mettere a fuoco le circostanze. Sono ancora dentro al piccolo cespuglio, ma al difuori c’è luce. Esco con un coltello in mano, pronta nel caso dovesse essercene il bisogno. Secondo la posizione del sole è già pomeriggio; ho dormito molto. Ho la bocca secca e il corpo incrostato dal mio sangue secco. Al contrario di ieri notte, il dolore lancinante alle guance è stato sostituito da un leggero bruciore. Non ho idea di che aspetto abbia, ma ciò non importa. Forse incuterò anche più paura ai miei avversari. Se sono molto sfregiata, forse non mi vorrà nessuno nel proprio letto. Almeno questo spero.
Mi siedo e finisco di mangiare il pollo che avevo preso a Druey. Quando mi accorgo di aver finito del tutto il cibo sento un flebile suono. Come un ticchettio, anzi no, un fischio ripetuto. Una capsula con un piccolo paracadute argentato mi capita tra le mani. Wow, gli sponsor si sono ricordati di me!
Apro la capsula mandando un finto bacio al cielo di gratitudine. Ci sono una borraccia piena d’acqua e un biglietto.
“ L’acqua è già disinfettata; bevine un po’ e dirigiti verso nord. Là riempi tutte le altre borracce.
-Finnick”
Bevo un lungo sorso d’acqua e rileggo il biglietto nella mia mente. Finnick? Perché diavolo Finnick Odair scrive i biglietti al posto di Axel adesso?! Ho ucciso un suo tributo durante il bagno di sangue e ora vuole aiutarmi?! Axel deve avergli fatto il lavaggio del cervello.
Senza ulteriori indugi avanzo verso nord con attenzione scrupolosa, ma anche con molta fretta. Devo farmi un bagno, pulire i miei coltelli e mettere appunto un piano per come mangiare.
Datti al cannibalismo!
E dove cazzo lo trovo un corpo umano? Non ho intenzione di mangiarmi da sola.
Ehi, era solo un’idea! Non c’è bisogno di essere aggressiva!
Faccio a mente un inventario del contenuto del mio zainetto: tre borracce (di cui una piena e due piene di veleno), una scatolina con dentro qualche fiammifero, una corda, due flaconi di tintura, qualche coltello (senza contare quelli che ho, sparsi in posti strategici sul mio corpo) e qualche pillola per la febbre che ho rubato a Cherry. La pomata per le infezioni si è seccata e l’ago per cucire le ferite l’ho lasciato al “Vecchio punto di Ritrovo” o “Vecchia Base”.
Dopotutto non sono messa così male come credevo.
Dopo un tempo che, sotto al sole cocente, sembrava quasi interminabile, trovo un buco d’acqua. Non è come tutti gli altri posti. Qui, dove c’è l’acqua, gli alberi non si aprono segnalando la sua presenza. Questo buco è alimentato artificialmente da sottoterra ed ha un diametro piccolo, ma sembra abbastanza profondo da riuscire a immergersi fino allo stomaco.
Riempio subito le tre borracce d’acqua per poi disinfettarle. Mi spoglio e m’immergo nell’acqua fresca. Non mi facevo un bagno da giorni e questa sensazione è impagabile. Gratto via tutto il sangue secco e la sporcizia dal mio corpo. Quando ho finito di lavarmi resto a fissare la mia immagine nel riflesso cristallino.
La parte inferiore dei miei occhi è spellata. Delle righine sottili si diramano dagli occhi al mento. Sembrano due fulmini di pelle viva. Purtroppo, non sono così orrenda. Solo un po’ ripugnante.
Un’altra capsula molto più grande della precedente cade in riva all’acqua. M’immergo per l’ultima volta e poi esco. Mi stendo al sole per asciugarmi e apro la grande capsula. Essa contiene: due confezioni con alcune fette di pane, carne essiccata, una pomata per cicatrizzare le ferite e una curiosa coppetta contenente gelato alla pesca. Axel, lui lo sa che lo adoro.
Lancio un silenzioso sguardo di gratitudine al cielo e tanti baci finti. Se non altro gli sponsor mi stanno notevolmente aiutando a salvarmi il culo.
Trovo anche due biglietti uno di Finnick e uno di Axel:
“ Manca poco.
   Risorgi dalle tenebre, Tigre.
   -Finnick ”
Manca davvero poco? Lui non può veramente saperlo. Ma la seconda frase mi turba molto di più. Sembro forse più debole dall’inizio dei Giochi? Qualcuno ride di me dietro uno schermo? Perfetto, che si divertano. Quello che non sanno è che qua io sto diventando pazza.
Tutti stanno impazzendo e sono più vulnerabili.
“ Sei stupenda anche con quei fulmini.
   Resisti per me, piccola.
   -Axel ”
L’amaro che ho in gola si attenua per qualche secondo al leggere le sue parole. All’improvviso mi coglie di sorpresa il fresco profumo di menta che proviene dal suo biglietto. Sembra passato un tempo infinito da quando l’ho salutato.
Subito mi precipito a prendere la pomata per le ferite e me la spalmo piano piano sulle guance. Tiro un lungo sospiro soffocato di dolore. Poi continuo, finché non ho riempito tutte le righine formatesi.
Una goccia d’acqua cade dall’alto sulla mia spalla, seguita da altre numerose. Mi rivesto e trascino le mie cose dentro a un cespuglio.
Quando la leggera pioggerella si trasforma in un temporale vero e proprio, corro a ripararmi dentro lo stesso cespuglio.
Fantastico! Ci mancava solo un temporale a questa mia visione paradisiaca dell’inferno.
Decido di aspettare che il temporale si calmi e mangio qualcosa.
Il problema è che passano ore e cala il giorno mentre fuori sta ancora piovendo. E io sono tutt’altro che asciutta; ovviamente non sono bagnata fradicia ma molto umida. Come se non bastasse, sembrava che questa giornata non finisse mai. La solitudine rallenta i tempi, a quanto pare.
Solo un volto stasera in cielo. Quello della ragazza del Distretto 10. Non sono riuscita a guardarla bene in faccia perché l’acqua mi ha confuso la vista, ma ho riconosciuto il numero e i suoi tratti femminili.
Il tempo sembra proprio non passare mai. Qui stiamo tutti impazzendo e il tempo stesso con noi.
Sembra che la sabbia di una clessidra scorra al contrario.
Sono capitate troppe mostruosità in soli cinque giorni.
Realizza Venus.
Siamo dentro all’Arena degli Orrori.

 
 
 

Ehiiiii, ma ci siete ancora?
Qualcuno ancora mi segue? Ahahahaaha, sono scomparsa di nuovo! Chi mai se lo sarebbe aspettato eh…
Non ho nulla da dire perché tanto lo sapete come sono. Aggiorno quando posso e cerco di dare il meglio di me.
Grazie mille a chiunque abbia letto la mia storia e sia arrivato fino a qua con me. Grazie :’)
Grazie tante a BlackSwan Torne e Clove_HungerGames.
(Ovviamente mia cara Lele sei perdonatissima per il ritardo)
Io ho fame di recensioni perciò sfamatemi! Ahahaah vabbè
Peace & Love
Shinny

  
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