Un bambino se ne stava seduto dietro la porta della sua cameretta,
piangendo sentendo l’ennesima discussione tra i suoi genitori…era abituato a
sentirli urlare, ma questa volta c’era qualcosa di diverso, nelle loro parole
c’era vero odio:
- Non può sempre stare chiuso in camera sua a studiare!- lo difendeva il
padre
- Invece si…se non studia non diventerà nessuno!- ribatteva la madre
- Questo lo so…ma almeno lasciali un po’ di libertà…ha solo sei anni!-
- Deve imparare…-
- Ma ti senti quando parli? Lo tratti come uno schiavo…-
- Se stessi ad ascoltare te diventerebbe un vandalo…-
- Oh…certo! Perché è vietato a un bambino di sei anni divertirsi!?!-
- Non ho detto questo, io…-
- Invece si!-
- Adesso basta! Vattene, esci dalla mia vita, anzi dalla nostra…-
- Cosa? Mi stai cacciando di casa? Non hai il diritto di portarmi via mio
figlio!!-
- Lo avrò…se proprio ci tieni risolveremo la cosa in tribunale e…-
- Finiscila! Stai rovinando la sua vita, e te ne renderai conto quando sarà
troppo tardi!-
Gohan uscì dalla sua cameretta: vide il padre salire le scale e recarsi
nella sua camera.
Dopo dieci minuti Goku uscì con una valigia in mano, gli si fermò davanti,
gli diede un bacio sulla fronte e gli mise qualcosa nella mano destra:
- Addio piccolo…- gli sussurrò poi all’orecchio prima di scendere
nuovamente le scale e uscire sbattendo la porta.
All’inizio Gohan pensò fosse uno scherzo…ma quella fu veramente l’ultima
volta che vide suo padre…
- Mamma io esco!!- urlò un ragazzo di sedici anni alla madre che stava
lavando i piatti in cucina…
- E a che ora pensi di tornare?-
- Quando mi pare!- rispose il giovane uscendo.
Chichi si fermò davanti alla porta della cucina: da quando aveva cacciato
suo padre Gohan la odiava, studiava di rado, prendeva sempre brutti voti, era stato
sospeso da scuola per il suo comportamento, usciva ogni sera e tornava
tardissimo…per non parlare del suo abbigliamento: portava sempre jeans più
strappati che interi, delle magliette con delle immagini e delle scritte
piuttosto volgari.
Aveva un orecchino sull’orecchio destro, un piercing sulla lingua e ogni
sera usciva con dei preservati in tasca.
Non era riuscita a insegnarli niente e, quello che le dava più fastidio,
era il fatto che Goku avesse ragione su di lei: gli aveva rovinato la vita.
Erano le cinque di domenica mattina e Gohan rientrò in casa dopo un a lunga
serata passata a fare festa. Chichi lo aspettava in cucina, appena lo vide si
alzò e si precipitò verso di lui, più arrabbiata che mai:
- Oh…buongiorno signorino! Passata bene la serata…-
- Non rompere…-
- Come ti permetti!?!- gli urlò la donna dandogli un schiaffo in pieno
viso.
Gohan rimase di stucco: sua madre non aveva mai alzato le mani su di
lui…nonostante i vestiti e le note di scuola:
- Ma che ti è preso?-
- Cosa mi è preso? Ma ti rendi conto del tuo comportamento? Se tuo padre
fosse qui si vergognerebbe di te…-
- Certo…mio padre. Devo ricordarti il motivo per qui non c’è? L’hai
cacciato da casa nostra…non ti sei chiesta come sarebbe stata la mia vita senza
di lui? Hai cacciato la persona più importante della mia vita!-
- Non è di tuo padre che stavamo parlando, ma di te…e poi è un argomento
che preferisco evitare-
- Invece parliamo di lui per una volta! Lasciami fare finta che ci sia! Non
sai quanto darei perché ci fosse lui al tuo posto!-
- Adesso basta! Non ti permettere mai più di parlarmi in questo modo! Vai
subito in camera tua!-
- Con estremo piacere!-
Quando Gohan fu salito in camera sua Chichi si sedette su una sedia della
cucina e si passò le mani tra i capelli: - Oh Goku…-
Gohan salì in camera sua e si buttò sul letto, le lacrime gli rigavano il
viso, quando avrebbe desiderato poter rivedere il padre ancora una volta…
Aprì un cassetto del comodino, ed estrasse un piccolo foglietto: quella era
l’ultima cosa che suo padre gli aveva dato prima di sparire, vi era scritto un
nome e un numero di telefono.
Non aveva mai capito cosa significasse quel numero, ma quella mattina,
aveva deciso di scoprirlo…
Prese la cornetta del telefono e compose il numero, aspettò qualche minuto
e poi…
- Pronto?-
Gohan rimase profondamente deluso, pensava che, componendo quel numero,
rispondesse suo padre, ma ancora una volta aveva sbagliato. Stava per
riattaccare quando…
- Ma si può sapere chi parla? Goku sei tu?-
Udendo quelle parole Gohan si bloccò e si affrettò a riprendere la cornetta
in mano:
- Buongiorno, mi chiamo Gohan…-
- Gohan hai detto? Ma noi ci conosciamo?-
- N…no signore ma forse lei conosce mio padre…prima ha chiamato un certo
Goku, dico bene?-
- Si…lo conosci?-
- Son, Son Goku? -
- Si...-
Gohan sorrise, finalmente lo aveva trovato: - Io mi chiamo Son Gohan, sa
dov’è mio padre?-
- E così sei tu Gohan…tuo padre mi ha parlato molto di te…-
- Lei sa dove si trova?-
- Sei fortunato ragazzo: se mi avessi chiamato qualche giorno fa non sarei
stato in grado di risponderti però, proprio ieri ho ricevuto una lettera da tuo
padre…-
- E cosa diceva?-
- Diceva che sta bene e che ora vive a New York, abita al Golden Age…-
- Go…Golden Age? Non l’ho mai
sentito...-
- Scherzi? È uno degli alberghi più costosi della città…-
- Ma mio padre è ricco?-
- Tuo padre caro ragazzo, è a capo di una grande multinazionale e…possiamo
dire che è ben pagato…-
- Ho capito…grazie, mi è stato molto utile!-
- Di niente…e se trovi tuo padre salutamelo. Ah, la prossima volta evita di
chiamare alle cinque e mezza di mattina…-
Gohan guardò l’orologio, rendendosi conto che l’uomo aveva perfettamente
ragione:
- Mi…mi scusi tanto, io…-
- Non preoccuparti , e di a tuo padre che Jimmy lo saluta-
- Ok…-
Gohan poggiò la cornetta e sorrise, finalmente avrebbe potuto rivedere suo
padre…il problema ora era: come arrivare a New York? E chi avrebbe pagato il
viaggio?
Si alzò e si sedette sulla sua scrivania, dove si ergeva un bellissimo
computer a schermo piatto: lo accese ed entrò in Internet.
Digitò “Golden Age” e poi “cerca”…i risultati lo lasciarono a bocca aperta:
un lussuosissimo edificio con piscina, terme, idromassaggio in ogni bagno,
dotato, in ogni appartamento, di cucine moderne ed altre cose che lui mai
avrebbe immaginato.
Alla fine della pagina trovò il fax e il numero di telefono dell’albergo,
così afferrò la cornetta e digitò il numero…
Aspettò qualche minuto, poi una donna rispose al telefono: nonostante l’ora
aveva una voce squillante e allegra:
- Buongiorno…qui parla l’hotel Golden Age…con chi parlo?-
- Buongiorno, mi chiamo Son Gohan…da quel che so mio padre…-
- Il signor Son Goku suppongo…-
- Come? Suo padre…il signor Son Goku-
- C…certo-
- Bene…glielo passo subito!-
- No…aspetti…- Gohan non fece in tempo a terminare la frase perché quella
“simpatica” signorina aveva già passato la chiamata all’appartamento del padre.
Ora il telefono squillava…e Gohan stava in attesa di sentire dopo dieci
lunghi anni la voce del padre.
Il telefono continuava a squillare, finchè…
Salve a tutti? Che ve ne pare? All’inizio pensavo di
usare i personaggi con i loro poteri, ma poi ho cambiato idea, perché se no
sarebbe uno scherzo per Gohan trovare il padre…quindi ecco a voi una fic in cui
non esistono i super poteri…
Spero che questo primo cap vi sia piaciuto,e che mi lasciate una piccola recensione…un bacio a tutti gokina94