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Autore: Manlio    31/07/2013    0 recensioni
La storia di un adolescente, che ha pensieri da adolescente e fa cose da adolescente... forse...
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Perché non provare a scrivere, mi chiesi. Perché non rendermi ridicolo da solo senza far leggere niente ad anima viva? Solo me e loro, inchiostro nero su bianca carta, ricchi pensieri astratti trasformati in qualcosa di vagamente reale. Non sono ancora pronto... Mi riproposi. Come inizierei? Come farei a scrivere centinaia di pagine? Che similitudini, metafore, frasi immortali immortalerei? Poi decisi... Misi musica, aprii "Document-WordPad" e incominciai a scrivere... Senza un motivo plausibile, senza esperienza, senza un bagaglio culturale e grammaticale sufficiente per l'impresa, senza convinzione di riuscire nell'intento. Soltanto voglia, voglia di scrivere, parlare, comunicare, credere, fuggire , crescere, comprendere. Incominciai per pura volontà di rallentare il tempo, e lasciare una minima impronta ad ogni giorno, e creare uno specchio su cui riflettermi con dei frammenti di ricordi. Scrivendo mi resi conto di quanto avevo da dire al mondo… e a me stesso.
 

1:Dante

 
Eccolo lì, addormentato, sognava. C'era lei lì dentro, nel suo sogno, gli sorrideva, lo guardava, lo considerava. Lui si sentiva un vulcano in procinto di eruttare e dar vita a un caloroso spettacolo che da molto non sfoggiava... eccolo... sorrise... finalmente anche lui.
-Amore! Svegliati dai, è tardi!- Lo invitò sua mamma.
-...!- imprecò lui.
-No, su! Non ci sei andato due sabati fà.- L'obbligò dolcemente la madre.
Magari avesse la stessa memoria per ricordarsi di comprare la coca-cola, pensò lui, senza un filo di energia capace di fargli aprire un occhio.
-A che ora sei andato a letto 'stanotte? Poi ci credo che non riesci ad alzarti. Stasera appena non ti corichi quando te lo dico io...- E si interruppe volontariamente per cercare di lasciare un pò di cattiveria e di ricatto in quello che aveva appena detto... fallì nell'intento.
 Tutte queste parole, questi "consigli", queste domande, tutto questo, rivolto dopo aver trascorso 5 ore di silenzio assoluto, che secondo la madre dovrebbero essere 12 a notte, causò in lui una scarica immediata di rabbia, come ciò che causa un defibrillatore ad un imminente cadavere, che egli svelò con un "Che palle!".
-Poi voglio vederti tra qualche anno all'università!.- Disse lei sicura di sè.
-Ancora c'è tempo per intraprendere nuove abitudini... Mà...- battè lui, svogliato e debole.
Il pensiero che a poco più di due anni da quel momento avrebbe dovuto allontanarsi dalla sua città, dai suoi amici, dalla sua non molto futura ragazza e... si, da sua madre, lo privava di ogni forma di pena per chi l'università non poteva permettersela, per tutti quelli che sarebbero dovuti "sopravvivere" lì, a Placema, la sua città, fino alla morte, e per chi avrebbe dovuto lavorare con un impiego non ben stipendiato e con la paura di non riuscire ad arrivare a fine mese. Bastò un minuto per redimersi dei propri pensieri.
Ma egli, in cuorsuo, comprendeva che di questi tempi nemmeno i migliori riescono a trovare lavoro, nemmeno chi di divertimento non ne vede il puntino all'orizzonte, per studiare. Sapeva che lo studio è indispensabile... Ma nonostante tutto l'impegno che tutta la sua famiglia, apparte sua sorella, mettevano nel cercare di convincerlo di mettersi in riga con lo studio ed impegnarsi giusto un "pochino" dippiù, Dante non ne voleva sapere. Lui non è stupido, anzi, è molto  brillante e intelligente, non il solito tipo che porta l'insegnante a dire la solita o somigliante frase:" E' intelligente, ma non si applica". No, Dante è davvero sveglio(non in questo preciso istante però). E' sempre stata sua caratteristica oscurare la matematica. Con lei non vuole nemmeno esserci amico.
Ma lui dovrebbe pensare a costruire le basi per un futuro, un futuro che di questi tempi è annebbiato per tutti i giovani italiani come lui.
Dante è un quasi diciassettenne, frequenta il terzo anno, ormai quasi finito, del Commerciale, nonostante voglia diventare un uomo di legge… o forse no; ha molti conoscenti, una compagnia di amici composta da sei ragazzi, compreso lui, e una "speriamononfuturissimaragazza" con cui si frequenta in questo periodo, ascolta Dante ha anche una GiocaStazione3 che lo aiuta a consolarsi per la mancanza di materie prime, cioè ragazze che lo messaggiano. E', infine, un ragazzo che sta lanciando maledizioni al Ministero dell'Istruzione per gli orari a cui sono sottoposti tutti quei poveri studenti maltrattati. "Macchè! Poi voglio vedermi tra qualche anno all'università!" Pensò. Riuscì ad alzarsi da quell'invitante letto armato di scaldasonno, controllò il cellulare, non per guardare l'orario, nessun messaggio. Dante non vive in una ricca famiglia, neanche povera, i genitori divorziati, il padre lavora in una compagnia di navi da crociera americane negli stai uniti, la madre ragioniera, ha anche un fratello e una sorella con due anni di differenza, entrambi all'università, una, futura creativa e famosa artista, l'altro futuro potente e ricco Manager, Italia permettendo, è ovvio.
Finalmente si alzò e andò a prepararsi. E' un tipo da converse, jeans e maglietta, si lavò il viso non eccessivamente bello, i denti di cui non si vanta minimamente, s'improfumò col suo "profumo da busto di uomo", 7 spruzzi, e inghiottì un po’ di thè freddo per levare il sapore del dentifricio. Era appena uscito dalla porta di casa quando si accorse che, come al solito, l'ascensore era occupato, le donne di quel palazzo sembrano ossessionate dai panni sporchi, è come una gara a chi arriva prima sulla terrazza, chi riesce a stendere prima 30 panni appena lavati vince altri panni sporchi, si inizia alle 6 di mattina. E' questo che cercano, altro da fare, la maggior parte delle donne sposate, casalinghe mantenute che passano tutto il proprio tempo a casa, a lavare, cucinare, pulire, andare in chiesa, pregare, spettegolare al telefono e gareggiare la mattina, senza troppi pensieri, senza troppe responsabilità. Dante non le invidia, "E' una vita immensamente noiosa e monotona, senza uno scopo preciso,  come un'apparizione in un film, sono soltanto personaggi poco importanti e con poche, semplici battute nella storia di altri, smettono di vivere, sopravvivono."
Otto minuti dopo riuscì ad uscire dal palazzo, il cielo era nuvoloso, accese il motore, e con le cuffie alle orecchie e la sua playlist preferita, con una macedonia delle sue canzoni migliori, partì. Nel tragitto che percorre, ogni mattina spera di imbattersi in quei dieci secondi che gli permetterebbero di vedere Najat, una ragazza marocchina più vecchia di un anno, che percorre giornalmente quella strada a piedi per raggiungere la sua scuola, l'aveva conosciuta ad un compleanno mesi prima, da quel momento lei fu la coltivatrice delle sue fantasie erotiche. Quella mattina, come la maggior parte delle volte, fece cilecca.
Giunto a destinazione. Eccolo lì, il suo carcere preferito, pieno di ragazzi e ragazze più o meno vecchi quanto lui, bidelli salvatori e professori giudici. Contenitore di momenti folli, divertenti, emozionanti, brutti, competitivi, strani, infiniti, rabbiosi e fedeli. Fuori dal cancello, come al solito, c'era il furgoncino munito di panini, calzoni, pizzette, schiacciate, e tutto ciò che si potesse desiderare, il proprietario si chiama Ottavo, e sarebbe pure capace di procurarti una pietra filosofale se volesse... O se lo pagassi. Parcheggiò il motore, mise il cavalletto e il lucchetto ed entrò nell'edificio. Dopo aver percorso le scale per arrivare al primo piano, il suo, ecco che nemmeno quel giorno si era spostata, la porta d'ingresso della 3B, la prima a destra. Prima del suono della campanella di inizio, sono tutti mentalmente in riposo, ancora sul loro letto a sognare. Vi si possono trovare vari gruppi, c'è il gruppetto che litiga per la propria squadra del cuore, chi ripassa, chi parla di trucchi, vestiti e pigiama party, chi spettegola(non manca mai) e chi legge la gazzetta. Tutto compiuto con il massimo silenzio, tanta tranquillità da poter assaporare la brezza di maggio entrare dalla finestra socchiusa. Tutti in quel momento vorrebbero essere sdraiata sul letto di casa, quel santo materasso che anche se avesse le spalle non te le volterebbe mai, perché è sempre lì, presente, per te.
Al suono della campanella tutti avvertono il crescente istinto di sopravvivenza, ed è in quel momento che ogni membro di quel gruppo chiamato classe , come il mattino precedente, torna ad essere la mina vagante di ogni giornata scolastica. Questo è il periodo della fine del secondo quadrimestre, tutti nascondono con qualche risata la paura dell'interrogazione, si preparano piccoli foglietti con qualsiasi informazione utile per il compito, e pregano con la speranza di una sufficienza.
Passati i momenti di crisi, ansia, gioia, rabbia, paura, che provocano i professori con le loro verifiche, ecco che tornano ad essere gli adolescenti illusi, speranzosi, ignoranti, indifferenti di sempre: una ventina o poco più di ragazzini con problemi amorosi, con il pensiero fisso all'amore, allo sport, alla musica, al fumo, al sesso, al divertimento, alle risse, ai tatuaggi, ai pearcing, al trucco, ai gioielli, ai vestiti, alla Giocastazione3, al computer, a facebook, al cellulare. Chi più e chi meno. I pensieri di Dante sono spesso rivolti alla maggior parte di queste tentazioni. Lui, però, pensa soprattutto a lei. Lara. Si sono conosciuti tramite amici, e fra battutine stupide e frasi adolescentemente filosofiche si scambiarono i numeri, lui è un tipo tosto, ci sa fare, ma non fa mai la prima mossa, cosi finse di sbagliare ad inviare un messaggio indirizzandolo a lei, da lì iniziò un bellissimo rapporto di finta amicizia, lui la consolava per le sue fallite storie d'amore, lei lo consolava per non riuscire a segnare da due partite di fila, si anche Dante gioca a calcio. Cosi iniziò tutto. Quelle volte che si incontravano il sabato sera si salutavano, lei lo abbracciava sempre. Dante è più grande di due anni. Ma poco prima di natale, lui riprese una storia con una sua vecchia fiamma, storia che si era conclusa alla fine della terza media e riapertasi adesso, lei, è stata la ragazza con cui Dante perse la verginità, poi scoprì che fosse bisessuale e l'aveva lasciato per un'altra. Dante non si pentì mai della propria scelta, Elsa è una ragazza bellissima, con fisico prosperoso e labbra carnose. Lui sapeva che quello che avevano fatto non fosse amore, bensì sesso, solo sesso. Il primo sesso della sua vita. Quello tra Dante e Elsa, è sempre stata, inconsapevolmente, un Guerra fra chi faceva soffrire di più l'altro/a. Dante ci pensava qualche volta. Ma adesso era convinto soltanto di aver bisogno di amare e di essere amato. E colei che corrispondeva ai suoi desideri esisteva e si chiamava Lara.
-Dante!- Era la sua compagna Gilda, la sua migliore amica, nonché amica di Lara, lo stava chiamando avvicinandosi a lui.
-Ehi, bonjour. Dimmi!- Rispose Dante.
-La devi cercare! Non può essere sempre lei. Capiscilo, prima o poi le annoierà.- Lo informò Gilda.
-Intanto che mi cerca lei non penso di cambiare tattica.- Rispose lui con tono piùcchesicuro.
-Tattica? Non è una partita a scacchi, lo vuoi capire o no?!- Lo affrontò Gilda.
-Non bisogna farsi controllare dalle emozioni, o si rischia di rovinare tutto, bisogna avanzare con logica, con la ragione. Cosa si ottiene imitando la massa?! Se non la cerco mai, le poche volte che lo farò saranno dei momenti magici per lei, come vedere una stella cadente, se cadessero ogni notte, quanta gente pensi esprimerebbe un desiderio?!- Ribatté l'altezzoso.
-Ma tu esageri! Non fare lo stronzo, poi crederà che a te non importa, fai anche tu qualche mossa e poi...- in quel momento l'entrata del professore l'interruppe, e fecero segno di continuare dopo.
Dante andò a sedersi al suo posto, dove lo attendeva Primo.
Cinque minuti dopo, con la loro perennemente ritardante nave, arrivò il resto della ciurma: Mark, Jova e Alex.
Ale-xxx si precipitò ad informarlo di qualcosa di interessante. Cosi soprannominato per la ripetizione giornaliera della sua frase più speranzosa: "Oggi si tromba!", fallendo altrettante volte. Lo aggiornava sul fatto che Lara era palesemente cotta di Dante, e la prova l'aveva avuta due giorni prima: Sabato. Era rimasto in compagnia di Gilda, Lara e Carmen che aspettavano di tornare a casa, e l'aveva sentita parlare in continuazione di Dante e della bellezza che lei vede in lui.
Dante rimase elettrizzato dalla notizia.
-Levi Dante!- Ecco il professore che lo interrogava.
Si ritrovarono entrambi interrogati d'inglese, Dante e Gilda. Lui si sedette vicino a lei e continuarono la loro discussione, un po’ più dolcemente però. Mentre Dante rispondeva alle domande del professore lei gli prese la mano da sotto il banco e ci scrisse su:" Inviale un messaggio" .  Lui sorrise.
-Che ti ha detto di me?- Le domandò Dante, ormai speranzoso che la giornata si prolungasse con la fortuna che la pioggia sembrava avergli donato.
-Dante, le piaci, questo è ovvio. E' stata tutto il sabato a parlare di te, ma ritorno alla questione di prima: la devi cercare! Devi collaborare!- Rispose Gilda.
Lui non fece altro che sorridere, con lo sguardo basso e immobile. Uno sguardo trascendente. Lui era fermo, intorno alla cattedra con i suo compagni che rispondevano alle domande del professore. Il tempo si fermò. Lui si alzò scaraventando la sedia per terra, salì sulla cattedra, iniziò a ballare, cantare e fingere di avere una chitarra tra le mani, che infine decise di distruggere come fanno le rockstar. Tutto questo, nella sua mente, nella sua fantasia, dentro se stesso. Era il suo stato d'animo che veniva imprigionato dalla sua ragione, l'incolumità di chi lo circonda doveva essere assicurata. Solo Lara era capace di emozionarlo tanto.
Fine dell'interrogazione, sufficiente.
 A scuola Dante si diverte, è lo psicologo delle compagne, l'avvocato dei compagni, il giudice dei professori. Ma quando terminano le lezioni e torna a casa, piomba nella clessidra. Il tempo è ciò che lo assilla, la cavalcata incessante del tempo, che lo fa invecchiare ogni secondo senza il suo permesso. L'incapacità di sapere come godersi ogni momento e di riuscire a lasciare un ricordo di ogni utile o inutile giornata, di lasciare un segno o una svolta nel passato di ogni giorno lo rende malinconico. L'unica cosa che vuole è dare un senso ad ogni stupido, monotono istante. E lui stesso sa che questo potrà accadere soltanto grazie a Lara.
"Ecco un altro professore che non fa altro che farci assuppare una delle loro solite prediche sul lavoro e sulla situazione italiana. Credono che non capiamo. Ma noi realmente fingiamo di non capire, fingiamo di non essere cresciuti, fingiamo che il mondo del lavoro sia lontano centinaia di migliaia di chilometri, che sia un futuro più lontano del sole, non vogliamo queste responsabilità che il sistema ci impone per sopravvivere. Ormai chi ne vede più di lavoro? Certe volte penso che mi piacerebbe davvero tanto vivere in una foresta, in una casa di legno costruita da me, illuminata da candele e affiancata ad un ruscello. E vivere con un centinaio di euro al mese, senza Ferrari, senza idromassaggio, senza televisore al plasma, senza computer di ultima generazione, senza IPhone, Ristorante con Aragosta, McDonald's, Politica, Mafia e senza Chiesa." Tutto questo gli frullò per la testa durante l'ultima ora di lezione della giornata. A tutto questo pensa Dante. Anche se lo vediamo semisdraiato sulla sedia del suo banco, con lo sguardo fisso nel vuoto, annoiato. Si sente come una mosca intorno a lumache, sono troppo lente per lui. Lui è fermo, immobile, ma la sua mente vaga, vaga nei pensieri, nei ricordi, nelle fantasie, vola, esce dall'atmosfera e inizia a ballare con le stelle, abbronzarsi vicino al sole e... DRIIIIIIIIIIIIIIIN!!!!!!!
Finalmente lo spiraglio di luce fra le rocce, la terra ferma dopo un naufragio, il lavoro per un giovane: la campanella. Che da il via alla vera vita, quella fuori dalla scuola, anche se troppo monotona.
Durante il suono di quella campana, come uno stormo di uccelli, eccoci svolazzare verso la stessa meta: il cancello d'uscita. Oltrepassato quel limite sembra affacciarsi il paradiso, l'eden. Ma quel che loro in quel momento si lasciano alle spalle come fosse fuoco ardente, in futuro sarà per gli stessi il luogo in cui vorrebbero tornare, il rifugio che li ha accolti e cresciuti come una mamma, che accarezza e accudisce i propri figli. Il luogo che li ha educati insieme alla famiglia, o almeno ci ha provato. Il luogo che li ha istruiti.
  
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