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Autore: chocosrainbow    31/07/2013    5 recensioni
“Dormito male?” chiesi.
“Fin quando ci sarà un bambino nella mia pancia continuerò a dormire male” disse strofinando una mano sul ventre appena più gonfio del solito.
“Tranne quando non dormirà di notte e dovrai alzarti” risi prendendomi gioco di lei.
“Uhm.. ho un marito davvero dolce e premuroso che si alzerà al mio posto per farlo smettere di piangere” sorrise.
“Davvero? E chi è questo tipo così dolce e gentile?”
“Forse lo conosci è alto, moro, due occhi profondi..” iniziò.
“...affascinante, sexy, tremendamente sexy.” Continuai al posto suo.
“Non è che sei gay?” rise.
“No amore, ma per questo tipo posso fare eccezione.” Ridemmo insieme e le scoccai un bacio a stampo sulle labbra.
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Posto sbagliato al momento sbagliato
 

Zayn’s pov of view
“Forse è meglio se passiamo la notte in un hotel, sei troppo stanco per continuare a guidare.” Mi voltai verso Catherine, che aveva parlato. Mi guardò con occhi leggermente assonnati ed appoggiò la testa sul sedile, alzando i piedi sul cruscotto.
Stavamo tornando a casa dopo che eravamo stati dai suoi genitori per annunciare loro che Catherine era incinta.
Stavamo viaggiando da un po’ perché i suoi genitori si trovavano fuori città e mettersi a guidare all’una di notte non era proprio il massimo della sicurezza.
“Catherine, dormi sul sedile. Non preoccuparti per me.” Le sorrisi accendendo al massimo il riscaldamento, fuori faceva molto freddo.
“Buonanotte” mi sussurrò un attimo prima di cadere in un sonno profondo.
Dopo aver guidato per una buona mezzoretta iniziai a sentire gli occhi farsi pesanti. Cercai un bar nelle vicinanze per prendere un caffè e svegliarmi almeno un po’, ma dopo aver camminato per altri dieci minuti l’unica cosa che trovai fu un albergo, quindi decisi che era il caso di dormire lì per almeno qualche ora.
“Hey Catherine, svegliati. Amore..” scesi dalla macchina per andarle ad aprire la portiera.
“Dove siamo?” si stiracchiò un po’.
“In un albergo, continueremo il viaggio tra qualche ora. Su, scendi.” Mi tolsi la giacca per appoggiarla sulle sue spalle e insieme ci dirigemmo verso la hall dove ordinai una stanza doppia.
“Che bella questa camera” disse Catherine dopo esser entrati e averla perlustrata per bene.
Si sedette sul letto e si coprì con il piumone dopo essersi sdraiata di schiena.
Mi misi accanto a lei e appoggiai una mano sulla pancia mentre le davo un bacio sulle labbra.
Corrugò la fronte “ti devi rasare” appoggiò una mano sulla mia guancia, “però così sei più sexy anche se pizzica” sorrise.
Tirai su il labbro in maniera provocante e lei mi diede un piccolo buffetto scherzoso sulla nuca, poi sbadigliò.
Abbassai il capo fino alla sua pancia dove posai un leggero bacio. “Dormi bene.” Le cinsi il fianco con un braccio e ci addormentammo così, abbracciati.
Poche ore dopo eravamo già svegli. Catherine grugniva infastidita.
“Dormito male?” chiesi.        
“Fin quando ci sarà un bambino nella mia pancia continuerò a dormire male” disse strofinando una mano sul ventre appena più gonfio del solito.
“Tranne quando non dormirà di notte e dovrai alzarti” risi prendendomi gioco di lei.
“Uhm.. ho un marito davvero dolce e premuroso che si alzerà al mio posto per farlo smettere di piangere” sorrise.
“Davvero? E chi è questo tipo così dolce e gentile?”
“Forse lo conosci è alto, moro, due occhi profondi..” iniziò.
“...affascinante, sexy, tremendamente sexy.” Continuai al posto suo.
“Non è che sei gay?” rise.
“No amore, ma per questo tipo posso fare eccezione.” Ridemmo insieme e le scoccai un bacio a stampo sulle labbra.
“Dai, andiamo.” Uscimmo dall’hotel per raggiungere la macchina e ci mettemmo in viaggio.
Alzai il volume della musica, insieme a quello del riscaldamento.
Stavamo viaggiando da appena venti minuti quando due vetture davanti a noi si scontrarono di colpo facendoci finire addosso a loro. La macchina sterzò nel lato opposto, rompendo le transenne e cadendo giù, fece un volo di almeno 7 metri. Il vetro si frantumò mentre l’auto rimase a testa in giù.
Mi tastai la testa dove sentivo un dolore lancinante e notai subito la mia mano diventare rossa per il sangue. Mi voltai verso Catherine che aveva gli occhi chiusi.
“Cat, hey Catherine mi senti?” ma lei non dava segni di risposta.
“Catherine!” urlai in preda al panico vedevo il suo vestito sporco di sangue.
“Aiuto! Mi sentite? Aiuto!” urlai a squarciagola cercando di aprire la portiera, ma in quella posizione era impossibile.
Dopo quelli che parvero minuti sentii un’autoambulanza arrivare e dei poliziotti che si avvicinavano alla macchina.
“Salvate lei! Io sto bene, aiutate lei!” urlai quando un poliziotto tentò di aprire la mia portiera anziché quella di Catherine.
Dopo pochi minuti riuscirono a far uscire entrambi e salii sull’autoambulanza insieme a Catherine che giaceva inerme su una barella.
Appena arrivati all’ospedali fui portato nella sala d’attesa mentre mia moglie veniva portata via d’urgenza da alcuni dottori.
Mi misi le mani tra i capelli e scivolai lungo il pavimento non riuscendo nemmeno a trattenere i singhiozzi.
Mi sentivo tremendamente in colpa. Insomma.. non c’entravo se quelle macchine si erano scontrate tra di loro ma se avessi accettato la proposta della madre di Catherine di rimanere a dormire lì ancora una notte, tutto quello non sarebbe successo.
Eravamo nel posto sbagliato al momento sbagliato.

Liam’s pov of view
Stavo per spegnere la TV quando delle immagini mi fecero andare il cuore in gola.
“Il cantante famoso Zayn Malik, appartenente alla boyband One Direction alcune ore fa ha subito un incidente. Lui pare avere solo qualche graffio, ma della moglie, incinta di appena due mesi, ancora non si hanno notizie certe. Aspettiamo i prossimi aggiornamenti in diretta.” La giornalista recitava queste parole mentre nelle immagini facevano vedere una macchina, che riconobbi come quella di Zayn, cadere giù in un dirupo facendo un volo di sette metri.
La gola mi si seccò e iniziai a tremare dalla paura.
Non riuscivo nemmeno a parlare così inviai un messaggio a Louis spiegandogli la situazione e poco dopo capii, che il telegiornale l’aveva visto anche lui.
Mi misi in macchina, insieme agli altri ragazzi, e sfrecciammo verso l’ospedale con mille pensieri che ci attraversavano la mente.
“Sto cercando Zayn e Catherine Malik” dissi ad un’infermiera e lei ci spiegò che dovevamo salire al quarto piano.
Dopo essere saliti con l’ascensore camminammo nel lungo corridoio fin quando non vedemmo Zayn, che alla nostra vista si alzò in piedi e ci abbracciò singhiozzando.
“Stai bene?” gli chiese Louis indicando i suoi tagli.
“Io si, ma lei.. non lo so. Io.. non sono riuscito a schivare le auto e la macchina ha sterzato cadendo giù. E se lei non..”
“Calma Zayn, non giungiamo a conclusioni affrettate.” Mormorai stringendolo a me.
“Ho bisogno.. devo uscire a prendere una boccata d’aria.” Mormorò staccandosi e incamminandosi lungo il corridoio mentre noi lo fissavamo da lontani, esterrefatti.

Zayn’s pov of view
Dopo aver fumato una sigaretta e aver scaricato la tensione ritornai nel corridoio senza dire una parola. Il dottore uscì poco dopo e io mi affrettai ad avvicinarmi.
“Dottore, come sta?” gli chiesi.
“Lei sta bene. E’ un po’ scossa ma ha solo delle fratture qua e là, vi è andata bene. Il bambino, però, non ce l’ha fatta, mi dispiace.. Se vuole può vederla, mi segua.” Spiegò impassibile. Chissà a quante persone dava la notizia di una morte, per lui doveva essere una cosa normale. Per me, invece, non lo era affatto. Soprattutto se si trattava di mio figlio.
Sembravo un robot che lo seguiva. Stavo ancora metabolizzando la situazione. Catherine stava bene, aveva solo delle fratture. Il bambino, lui.. non c’era più. Non era possibile. Mio figlio era morto. Come avremmo fatto a superare questa perdita?
Mi avvicinai al letto di Catherine mentre lei mi fissava, confusa.
“Come stai?” chiesi.
“Io bene. Anche il bambino immagino..” iniziò accarezzandosi la pancia.
“Catherine..” mormorai sull’orlo di una crisi. Mi guardò, con un accenno di sorriso. Fissò i suoi occhi nei miei. Poi capì. Il sorriso scomparve mentre le lacrime scendevano dal suo viso.
“Non è possibile. Non è vero Zayn, dimmi che non è vero!” urlò.
“Shh.. ci sono io, andrà tutto bene.” L’abbracciai mentre lei piangeva in silenzio sulla mia spalla.
“Non è giusto, era il nostro bambino.” Disse con voce rotta.
“Sistemeremo tutto, possiamo affrontare tutto se restiamo insieme.” Le sussurrai per infondere coraggio ad entrambi.
Capii che si era addormentata quando non sentii più i suoi singhiozzi scuoterla.

Niall’s pov of view
Zayn tornò nella sala d’attesa. “Zayn, come sta?” saltammo dalla sedia appena lo vedemmo.
“Lei sta bene..” si passò una mano sul viso, stanco, “il bambino, lui..” sospirò, “l’abbiamo perso.” Terminò in un singhiozzo.
L’avvolsi in un abbraccio al quale si unirono tutti gli altri sussurrandogli parole di conforto.
“Possiamo vederla?” chiese Louis dopo aver sciolto l’abbraccio.
“Si, ma ora sta dormendo. E’ molto scossa.” E noi annuimmo, le avremmo fatto visita più tardi.

Zayn’s pov of view
Quando tornammo a casa tutto ci sembrava fin troppo reale. Vedere quel salotto dove avevo immaginato già un bambino correre felice mi provocava una fitta al petto.
“Andiamo a dormire, vieni.” La guidai su per le scale fino alla nostra stanza. Aveva lo sguardo fisso nel vuoto, come se non fosse sul mondo reale. Così presi a spogliarla mettendole il pigiama e rimboccandole le coperte.
“Buonanotte.” Le diedi un bacio sulla fronte e ci addormentammo insieme.
I giorni passavano e noi sembravano così distanti. Dovevamo affrontare il dolore insieme ed invece stavamo lontani, inconsciamente.
Quando eravamo vicini, poi, parlavamo appena.
“Zayn..” mi voltai verso di lei distogliendo lo sguardo dalla TV spenta. Mi capitava spesso di fissare il vuoto perdendomi dentro di esso.
“Dimmi..” le feci segno di sedersi accanto a me, sul divano.
“Sta finendo, vero? Mi stai.. lasciando? Perché se è così ti capisco. Tu non vuoi più avere un bambino da me, per questo non mi parli più. Io non volevo che morisse, te lo giuro.” Si portò le mani davanti agli occhi cercando di trattenere, inutilmente, i singhiozzi.
“Hey Catherine, guardami.” Le tolsi le mani dagli occhi alzandole il viso “Io voglio avere dieci bambini da te, capito? E’ solo la situazione che ci ha fatto allontanare, ma io ti amo. E’ solo che.. mi sento in colpa. Se solo fossimo rimasti dai tuoi per un altro giorno..” mormorai.
Lei mi fissò, incredula.
“Non è colpa tua Zayn, nessuno dei due avrebbe voluto che succedesse.” Mi confortò.
“Già, hai ragione.. ma non pensare nemmeno per un momento che io ti voglia lasciare o non voglia dei bambini da te” la fissai intensamente come a trasmetterle tutto il mio amore. Lei annuì e io l’abbracciai.
“Zayn..”                                                 
“Si?”
“Dieci bambini sono troppi.” E ridemmo insieme, dopo tanto tempo.
Per i mesi successivi avevamo provato ad avere altri bambini, ma Catherine non restava incinta. La nascita di Summer, la bambina di Niall, poi, ci faceva stare peggio. Sembrava quasi che Dio ci avesse punito e che non avremmo più avuto bambini.
L’estate era ormai arrivata e decisi di fare un viaggio con Catherine, in Italia.
Prendemmo quella vacanza come un nuovo inizio, come una nuova luna di miele.
La vidi arrivare sulla spiaggia, piangendo.
“Shh.. Catherine, va tutto bene” le mormorai in un orecchio non capendo bene il motivo del suo pianto.
“Lo so, va tutto bene. Finalmente.” Mise una mano in tasca e ne estrasse una stecca lunga che solo dopo riconobbi come un test di gravidanza che segnava “incinta.”
Sorrisi insieme a lei, finalmente felice. Non sapevo come sarebbe andata a finire questa gravidanza, ma non avrei permesso a nessuno di portarmi via anche questo bambino.





Ciao c:
Oggi ho scritto ben due One Shot, omg.. mi faccio paura °-°
Comunque è una cacchetta, I know. :c
Non ho molto da dire, quindi.. alla prossima, lol. <3

  
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