Anime & Manga > Kuroshitsuji/Black Butler
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Autore: maryciel    31/07/2013    4 recensioni
Ciel, oggetto sempre più frequente di strane allucinazioni notturne, decide di affrontare una volta per tutte gli incubi che lo attanagliano notte dopo notte, a suo rischio e pericolo...si ritroverà così in un lontano passato in cui scoprirà le origini del suo prestigioso casato, si scontrerà con la storia di un ragazzo misterioso non molto lontano da lui, e soprattutto conoscerà un Sebastian diverso, completamente estraneo all'impeccabile maggiordomo che è al suo fianco!
(è la mia prima Fanfiction, siate clementi *inchino*)
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Ciel Phantomhive, Sebastian Michaelis
Note: OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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//Eccovi il nono capitolo ^^ *voce dall'aldilà* << IT'S OVER 900000000000 >> xD vabbè, volevo avvisare che questo capitolo l'ho scritto piuttosto di fretta e spero di averlo anche impostato correttamente, data la mia veloce rilettura! <3 perdonatemi per gli errori grammaticali, spero non ce ne siano!
Buon divertimento
MaryCiel


I giorni di lavoro si facevano sempre più pesanti alla magione Phantomhive, durante la stagione invernale.
Vi era la neve da spazzare, le piante da riparare dal gelo, i rami rotti da tagliare, aprire i sentieri attraverso il bosco, tagliare la legna per il fuoco eccetera....non che poi all’interno si battesse la fiacca! C’erano i camini da pulire, le stanze da riscaldare, i panni invernali da lavare, le coperte da apporre su ogni letto, il tutto accoppiato alle normali mansioni domestiche, come spolverare, lavare, cucinare....nonchè occuparsi della padrona e degli ospiti!
Ed è in questo clima di fremente agitazione, che due nostre conoscenze si aggirano e si destreggiano, come due elementi completamente distaccati dal contesto, ma allo stesso tempo così ben amalgamati in esso da risultare quasi invisibili, danzando freneticamente e volteggiando negli immensi corridoi della magione, incontrandosi e scontrandosi, ognuno assorbito dai propri compiti, ma mai separati completamente.
Lionel infatti era da pochi giorni entrato a far parte del personale della villa, sotto raccomandazione del piccolo Desire, e la richiesta era stata ampiamente accolta per via della sua incredibile performance durante il servizio come cameriere, sperando che anche l’altro fosse allo stesso livello.
Ed infatti le aspettative della governante non furono per nulla deluse: nonostante combinasse guaio su guaio Lionel riusciva a svolgere con scioltezza e con incredibile velocità compiti difficili e gravosi, per cui ci sarebbero volute ore ed ore di fatica. L’unico problema erano i disastri. Essendo stato spacciato per straniero, si giustificava dietro la scusa di non riuscire a capire bene la lingua, e come risultato finale era stato messo in coppia con Desire, poiché pareva che soltanto con lui il demone non riuscisse a combinar pasticci. Entrambi avevano accettato la decisione improvvisa con una certa enfasi; difatti il vero compito di Lionel era di proteggere il suo piccolo padrone, e di indagare insieme a lui sul presunto assassino della sorella e dei suoi genitori, ragion per cui era necessario che ognuno coprisse le spalle dell’altro, in un rapporto di alleanza e di reciproca fiducia. Oltre a ciò si aggiungeva anche il fatto che il piccolo aveva tutt’altro che pochi segreti da nascondere....motivo in più per tenerlo d’occhio.
Fu in una fresca mattinata invernale, appena pochi giorni dopo il prodigioso servizio nella sala da pranzo, che accaddero nuovi fatti di particolare rilevanza.
Desire era tranquillo a lucidare la preziosa argenteria, felice per una volta di stare all’interno di quattro mura....il motivo era abbastanza semplice: accanto a lui vi era il sue demone, a fargli compagnia e a spettegolare discorsi senza senso sulle cose che non capiva degli umani, o sulle ingiustizie che continuava a scorgere ovunque andasse, e su come avrebbe potuto migliorare lui il mondo, insomma, unendo concetti assurdi, tanto per parlare. Il giovane lavorava diligentemente, ascoltando attentamente il compagno, tuttavia non capendone una singola parola, sempre con un dolce sorriso stampato sulle labbra, perfettamente in tema con il fuoco scoppiettante nel camino, che sembrava partecipare con la sua viva fiamma cremisi alla serenità del giovane. Non riusciva a capire perché, ma la presenza di Lionel in qualche modo riusciva a scaldargli il cuore, anche più del fuoco, e un suo sorriso sommesso riusciva a portare il suo umore alle stelle....era anche vero che erano più le volte in cui lo faceva irritare che i momenti in cui non combinava pasticci....ma a lui andava benissimo così!
-Quindi....tu un giorno vorresti diventare il padrone assoluto del mondo...dico bene?-
Lionel si alzò di scatto dallo sgabello con un furore ed un entusiasmo che spaventarono quasi Desire, volteggiando ed agitando i pugni in preda all’eccitazione
-OVVIO! Prenderò il posto del Signore degli Inferi, farò fuori tutti gli angeli e governerò l’universo a modo mio! E tu sarai il mio vicecapo/supervisore assoluto per fare in modo che io non combini disastri!!!!-
Desire scosse la testa, riponendo i coltelli lucidati sul tavolo e ridacchiando sommessamente
-Credo che sarò già nel tuo stomaco quando ciò accadrà! E Poi, poveri angeli, loro sono portatori del bene nel mondo, non sta bene sterminarli!-
-Tzk....non hai nemmeno idea di che pasta sono fatti quelli....-
-EHI,TU, PICCOLETTO, A RAPPORTO!-
mordendosi nervosamente il labbro inferiore ed odiando a morte chi abbia avuto la sfacciataggine di interrompere quell’unico momento di pace della sua misera giornata, Desire si alzò con il capo chino, poggiando tutto in mano a Lionel ed avvicinandosi alla stridula voce femminile che lo chiamava con impazienza
-Eccomi milady, desidera qualcosa?-
La giovane domestica lo guardò con occhi sprezzanti
-Oh, eccoti finalmente...devi correre a Londra per comprare la carne per la cena della padrona....tieni, il cuoco mi ha dato i soldi e la lista-
Desire, che in quel momento non aveva alcuna voglia di fare 5 chilometri a piedi nella neve e per di più nella foresta mentre accanto al fuoco lo attendeva Lionel con le sue chiacchiere idiote, si impuntò per la prima volta e rispettosamente rispose
-Chiedo perdono milady, ma la governante mi ha assegnato del lavoro da fare, e non credo terminerò prima di pranzo....-
-Posso sempre finire io il tuo lavoro, no?-
-Chiedo scusa, ma se il cuoco ha affidato il lavoro a voi non vedo perché dovrei andarci io!-
Per tutta risposta il poveretto su beccò uno schiaffo in pieno volto, con tanto di cinque dita stampate sulla guancia, e per poco non cadde a terra per l’urto
-CHE STORIA è QUESTA? FINORA NON TI SEI MAI RIFIUTATO DI SOSTITUIRMI! MUOVITI O TI FACCIO VEDERE I SORCI VERDI, NANEROTTOLO!-
Lionel dal canto suo non vedeva l’ora di stendere quella maledetta oca che si era permessa di schiaffeggiare il suo padrone, ma Desire lo fermò con un cenno impercettibile della mano, e chinando ancora una volta il capo, rispose sommessamente, per poi andare a prendere la sua giacca ed uscire dalla porta di servizio della cucina
-S..sissignora! Lionel aspettami qui....tornerò tra un po’!-
Si chiuse la porta alle spalle ed uscì.
Un po’ per la rabbia, un po’ per il rammarico, un po’ per le tenebre che lentamente lo stavano divorando dall’interno da un po’, giunse a Londra nel più breve tempo possibile, tra neve e London Bridge, sempre e costantemente affollato.
Guardò con noia la lista affidatagli dalla cameriera, e si diresse sbuffando nella via dei macellai, guardandosi intorno con interesse....Londra era sempre affascinante, da qualsiasi punto di vista si guardasse.
Non si accorse quasi delle persone che gli erano dinanzi, così da andarvi a sbattere inevitabilmente contro.
-Oh, chiedo scusa...-
-Scusa un corno mocciosetto!-
No, neanche in quella giornata la fortuna gli sorrideva....il problema  è che era così quasi sempre! Ad urtare il giovane infatti erano stati un paio di bulli attaccabrighe....ragazzi di strada che poco hanno da perdere quando si tratta di sfogare l’ira repressa
-Ehi, guarda Tom....non è l’idiota dell’altra volta questo?-
Desire sbiancò tutto a un tratto, riconoscendo in un flashback i volti che aveva dinanzi....li aveva incontrati con sua sorella qualche tempo prima....ed entrambi avrebbero di certo fatto una brutta fine se solo non ci fosse stato un gentiluomo ad aiutarli mandandoli via....ma stavolta era da solo contro due....ed erano in un vicolo stretto e buio....senza passanti a proteggerlo.
-Già....stavolta il piccoletto è da solo? Oh, ma che peccaaato....dov’è la tua gnocca di sorella, amico mio?-
-Ma come Ed, non ricordi? Ce la siamo fatti ieri notte!- il piccolo bullo sbattè contro il muro un ormai fin troppo irritato Desire, pronto a scoppiare come un petardo e già con i pugni stretti
-Ah già.....sapessi come urlava....proprio come una puttana-
Dopo quelle parole non si capì più niente.
Urla stridule, colpi, oggetti volanti....sembrava in quel vicolo stesse passando il mostro che in ogni incubo abbiamo il terrore di incontrare.
E quel mostro in quel momento, non era altro che il piccolo Desire.
Era balzato con un ringhio terrificante sul bullo dinanzi a se, colpendolo violentemente con una forza che neanche lui credeva di possedere, forse datagli dalla disperazione....fatto sta che lo aveva ridotto in pezzi già ai primi colpi, dati ai punti giusti. L’altro era fuggito terrorizzato, ma a Desire non era minimamente importato....come una furia demoniaca continuava a colpire l’altro giovane, ormai piegato in due e implorante pietà, sanguinante e con qualche ossa rotto.
Desire si alzò a fatica da terra, ripulendosi per quel che poteva i vestiti dal fango ed afferrandolo per il colletto, invertendo le posizioni di poco prima e guardandolo con uno sguardo fiero e sprezzante, che lo rendeva un'altra persona....sembrava un re, grande e potente, un guerriero dinanzi al suo nemico in fin di vita.
-Guai a te se osi ancora infangare la memoria della mia amata sorella, stronzetto!-
lo gettò a terra sputandogli in volto e continuando per la sua strada, come se nulla fosse stato, un po’ più calmo dopo aver sbroccato ed alleviato i bollenti spiriti, sentendosi in qualche modo fiero di se stesso.
Ma la questione non era di certo finita.
Il ragazzo concluse le spese necessarie senza altri intoppi, tranquillo come una rondine in primavera. Non era però una persona insensibile, ragion per cui per scrupolo ripassò in quel vicolo dove poc’anzi aveva pestato il giovane bullo, ma di egli nessuna traccia se non il sangue a terra e alcuni segni di impronte lì accanto.
-Sarà riuscito ad alzarsi....meglio così! Ora però sarà meglio che mi affretti....-
-Ti affretti a fare cosa mocciosetto?-
Desire per poco non ebbe un infarto....si voltò di scatto, bloccandosi dal terrore, peggio di un pezzo di ghiaccio. Proprio dinanzi a lui c’era il bullo che era fuggito poco prima, in compagnia di una decina di uomini di stazza robusta, che evidentemente non attendevano altro che un cenno per farlo a pezzi e rivenderlo imbottigliato come carne per il brodo.
Il giovane dopo una breve riflessione non ci pensò un secondo a fuggire dalla parte opposta sperando con tutto il cuore di riuscire a non scivolare sul ghiaccio e sulla neve e di farcela fino alla fine del vicolo, in modo da entrare nella via principale...stava quasi per uscire da quel buco quando si vide con orrore un uomo sbarrargli la strada proprio alla fine....la rincorsa era troppa e l’altro lo avrebbe centrato in pieno con il suo destro....cosa poteva fare? Era solo...sarebbe finito all’altro mondo...cosa poteva fare? Nessuno poteva aiutarlo....ma ad un tratto come un illuminazione gli balenò l’ovvio in mente....c’era un nome da chiamare...non potè fare altro che urlarlo a pieni polmoni prima di finire sotto i pugni del proprio avversario
-LIONEEEEEEEELLLLL!!!!!!-
Un silenzio innaturale. Un pugno bloccato a mezz’aria. Una mano che blocca l’altra. Dei capelli corvini. Due splendenti rubini. Canini appuntiti.
-Uuuufff....possibile che debba sempre toglierti dai guai?-
-Lionel!-
Desire riusciva a stento a crederci. Come aveva potuto attraversare dalla magione chilometri e chilometri fino a trovarlo in quel vicolo e balzare fuori come se nulla fosse per proteggerlo?
-Che tu possieda una specie di talento naturale per attirarti la sfiga addosso?-
la visione idilliaca che il ragazzo aveva per il giovane demone sparì all’istante, insieme al debole sorriso. Lionel sorrise dolcemente
-Bah, te lo chiederò dopo....nel frattempo....cos’è che volevi fare tu al mio padroncino?-
Con un sorriso sadico, che nulla aveva a che vedere con il comportamento infantile che assumeva di solito, contorse il braccio dell’avversario stringendo il pugno e spaccandogli tutte e ventisette le ossa della mano, tra le urla e le grida dell’uomo inginocchiato e implorante pietà....gli altri, allibiti, per un po’ non erano riusciti ad avvicinarsi, inorriditi da quella visione....poi però uno di quelli si fece coraggio e parlò
-CORAGGIO UOMINI! SONO SOLO DEI RAGAZZINI!- si levò così un urlo dalla via e la marcia ripartì verso l’inerme Desire, rifugiatosi dietro Lionel, ed ormai tranquillo. Il demone sorrise beffardo ancora una volta, piegando le labbra in una strana posizione innaturale, impossibile per un essere umano
-Tzk....stupidi idioti attaccabrighe....non imparerete mai che contro un demone persino il ferro non serve a nulla?-
Detto ciò, si gettò nella mischia con scioltezza, quasi divertito.....Desire lo ammirava insistentemente, mentre evitava i colpi con mirabile maestria, come una dolce ballerina sulle punte, e come allo stesso tempo colpiva, più veloce e potente di un fulmine che squarcia la terra....in pochi minuti tutto l’esercito radunatosi per farlo fuori era ridotto a pezzi, mugolando per gli stenti e i dolori....Lionel scese dalla montagna di cadaveri e si sistemò la maglietta, fresco come una rosa e fischiettando, finchè non si accorse dello sguardo dell’altro puntato su di lui
-Uhm? Cosa c’è?-
-No....io....ah...ehm....sei incredibile! Ecco, insomma, non pensavo....non credevo...se avessi saputo....ti avrei chiamato prima...-per quanti sforzi facesse non riusciva ad esprimersi correttamente, ancora a bocca aperta per quanto visto
Lionel sorrise dolcemente, un sorriso che mostrava soltanto in sua presenza, si chinò in terra accanto a lui e gli sistemò la giacca, per poi accarezzargli una guancia teneramente
- L’importante è che tu stia bene....del resto non mi frega!-
I due si alzarono contemporaneamente guardandosi dritto negli occhi, e Lionel ne approfittò per sistemare al meglio il ragazzo.
-Scusami....ma perché stringi così forte la roba da mangiare?-
Desire si destò dal torpore come se fino a quel momento fosse stato in una bolla di sapone scoppiata all’improvviso....china il capo accorgendosi di stare letteralmente stritolando le provviste comprate poco prima....per quale motivo? Non era certo di saperlo....forse....per resistere all’impercettibile quanto potente impulso di gettarsi tra le sue braccia e piangere dalla felicità....
-Beh....p-p-er...non farla cadere!-si voltò rosso in volto incamminandosi verso l’uscita del vicolo
-Sbrighiamoci....se facciamo tardi mezza magione se la prenderà con me!-
-Allora, se permetti....così si fa prima!-
non ebbe neanche il tempo di replicare che già il giovane si trovava stretto alle spalle del demone, che reggendolo saldamente lo trasportava sui tetti degli edifici a velocità fulminea, saltando da un comignolo all’altro, fino ad arrivare in aperta campagna e alla magione in pochi minuti....l’apparenza era salvata, per fortuna....e tutto di nuovo per merito di Lionel. Si stava rivelando un aiuto davvero prezioso, anche se era un incorreggibile combinaguai.
Era un alleato fedele, un amico abbastanza schietto e sincero, e portava allegria ovunque con la sua vivacità, nonostante fosse spesso accigliato....e poi era davvero molto bello....con quest’ultimo pensiero Desire si bloccò nel mezzo del corridoio nonostante il gran carico di biancheria che aveva in braccio, arrossendo leggermente....possibile che....pensasse che lui fosse bello? Si, lo era, senza alcun dubbio...la sua folta matassa di capelli corvini perennemente indisciplinata gli incorniciava meravigliosamente il volto pallido e dai tratti perfetti....i suoi occhi rosso rubino risplendevano di una luce impura ma calda, unici rivelatori della sua natura....le labbra sottili, sempre dolci e lisce qualsiasi la loro posizione...le sue mani impacciate in qualunque cosa, ma esperte nel combattimento e nel contatto fisico....
Scuote la testa violentemente, poteva pensarci dopo, anzi, avrebbe fatto meglio a non pensarci assolutamente! Era fuori discussione affezionarsi ad un demone! Era soltanto un essere bramoso della sua anima, non doveva abbassare la guardia...doveva già pensare a troppe cose, non aveva bisogno di altri pensieri....portò per un attimo lo sguardo al di fuori della finestra...il cielo si era annuvolato, presto sarebbe venuto a piovere....quella strana luminosità rendeva il corridoio del palazzo pallido e spettrale, pieno di ombre minacciose, come se ci fossero stati un orda di mostri pronto ad aggredirlo in ogni momento....si distolse nuovamente da quei pensieri per poi voltarsi in avanti, intento a proseguire per la sua strada, quando....eccolo...il peggiore dei suoi incubi lo squadrava lontano, nel suo maestoso abito bianco in tinta con i suoi fluenti capelli, con quegli occhi verdi spettrali che sembravano volerlo catturare e suggergli lentamente l’essenza....il suo volto si accigliò alla vista del sorriso diabolico della donna dinanzi a lui, più simile ad uno spettro che ad un essere umano....entrambi ripresero a camminare contemporaneamente, dopo un certo periodo di tempo rimasti a fissarsi....procedevano alla stessa andatura, sembravano sincronizzati come due sfidanti ad un duello, in cui si sarebbe decisa la morte dell’uno o dell’altro, continuando a fissarsi ardentemente negli occhi, in uno scambio di reciproci pensieri, non necessariamente esprimibili a parole....si superarono per poi fermarsi a due passi l’uno dall’altra, continuando a guardare avanti, fermi ed immobili...persino il vento sembrava essersi calmato per assistere a quell’evento così carico di tensione, tanto l’aria era palpabile
-Sai, Desire....la servitù non dovrebbe girovagare liberamente negli appartamenti privati dei propri padroni-
il giovane poteva chiaramente avvertire la nota di scherno nella sua voce, nonostante il tono tranquillo....sorrise mestamente sospirando e voltando appena il capo verso di lei, notando con piacere che anch’ella aveva fatto la stessa cosa.
-Infatti mi stavo proprio chiedendo cosa ci facessi tu nei miei appartamenti....Caliste!-
la donna visibilmente irritata lo afferrò per il bavero della giacca portandolo ad appena pochi centimetri dal suo viso, e guardandolo intensamente con i suoi smeraldi dalle folte ciglia nere
-Che ti sia chiaro....tu non sei altri che un umile servo adesso-
Desire non si scompose
-Tra non molto anche tu tornerai a ricoprire le stesse mansioni donna! Anzi, ti consiglierei di lasciare immediatamente il tuo padrone...potresti avere delle ripercussioni in futuro-
Caliste lo lasciò cadere a terra per poi schiaffeggiarlo duramente e voltarsi di nuovo
-Sareste dovuti morire quella notte...tu e la mocciosa-
-Ringrazia il sangue freddo di Emily se non è andata come volevi tu!-
la donna in bianco sorrise diabolica
-è stata già ringraziata abbastanza! Condoglianze mio piccolo superstite!-
a quelle parola se ne andò esattamente come era venuta, come uno spettro che scompare nella nebbia, lasciando Desire sconvolto e confuso.
Come poteva sapere quella donna della morte della sorella se lui lo aveva tenuto nascosto per tutto quel tempo? Era improbabile che avesse scoperto la piccola sepoltura nella foresta, era un punto abbastanza lontano dalla villa....un terribile sospetto si impadronì della sua mente....tutti i pezzi combaciavano perfettamente, non poteva che essere così...si alzò lentamente da terra e raccogliendo il carico, sparendo anch’egli nei meandri del corridoio, prima che un fulmine si abbattesse fuori nel giardino, riflettendosi nella stessa finestra affacciata sul punto ove era avvenuto lo scontro verbale....perfino la natura era consapevole che le cose stavano per cambiare di nuovo, che un nuovo scontro fatale stava per svolgersi, consapevole che le cose non sarebbero state mai più le stesse.

  
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