Questa scena mi
ricorda qualcosa
Quella
calda mattina di luglio il giardino di una villetta di Godrick’s Hollow era
illuminato dal sole, che rendeva vivaci le chiome degli alberi e il prato
appena falciato. Al centro erano stati disposti quattro tavole unite, e più di
una ventina di sedie facevano da contorno. La villetta, bianca ed arancio, si
ergeva dietro lo spazioso giardino, felice in quel giorno di piena estate.
Una
donna dai lunghi capelli rossi si dava da fare con la bacchetta mentre intorno
a lei le cognate e i loro figli l’aiutavano. Quel giorno tutto doveva essere
perfetto, tutto, per Ginevra Potter.
“No,
Jay, mollalo!” urlò una ragazzina dai capelli della medesima sfumatura della
donna, rincorrendo suo fratello che correva su e giù per il giardino con in
mano un apparente quaderno.
“Non
mi prendi Lily, non mi pr…” James Potter si bloccò, fermato dalla possenza del
ventiduenne dai capelli blu che era accorso udendo le urla isteriche di Lily.
“Teddy, mollami!”
“No,
Jay, finiscila di infastidire Lily ed io ti lascio” gli impose Teddy, serio.
James sbuffò, e consegnò il quaderno alla dodicenne che aspettava impaziente la
sua resa.
“Ah!
Grazie, Ted” esclamò trionfante Lily, abbracciandolo velocemente per poi
correre nella sua stanza, con il suo diario stretto in mano come se fosse un
importante tesoro.
Se lo avesse letto
Rose…
Intanto,
Ginevra accorse spazientita vicino Teddy e James, ancora intenti a
battibeccare. Osservò inizialmente divertita quella scenetta.
“Perché
la difendi sempre?”
“Perché
ha ragione! Hai rubato il suo diario! Sei un grande ficcanaso, Jay! ”
“Ti
riferisci ancora a quando dissi a qualcuno che ti stavi baciando con Vic, tre
anni fa?” chiese sbuffando James. Quell’episodio di certo gli aveva portato non
pochi guai.
Ted
inarcò un sopracciglio. “A qualcuno? A qualcuno? A tutta la famiglia!”
dichiarò, ancora apparentemente offeso.
“Ma
Te…”
“Zitto,
James Sirius Potter!” urlò infine Ginny,
cercando di dar fine alla discussione.
James
si voltò e la guardò, sconsolato. Ce l’avevano sempre tutti con lui!
“Mamma!”
disse, incrociando le braccia.
“Ti
ricordo, signorino, che oggi è il quarantesimo compleanno di tuo padre, ed i
tuoi zii di certo non lo stanno trattenendo per niente! Quindi calmati e fai in
modo che per stasera questa benedetta festa a sorpresa sia pronta!” e così
dicendo gli passò in mano degli striscioni e delle posate. “Appendili con
l’aiuto di Ted e poi metti le posate a tavola!”
James
scosse il capo, indignato. “Ma Ted può farlo da solo, con la magia! Perché io…”
“Ti
serve come lezione!” disse la donna in tono definitivo.
“Ginny,
vieni un attimo!” la chiamò una voce dalla cucina, quasi urlando.
Ginny,
come se si fosse scottata, sobbalzò ed iniziò a correre verso la cucina,
rispondendo “Si, Herm! Vengo subito!” e lasciò suo figlio maggiore con Ted, a
battibeccare sottovoce prima di mettersi a lavoro.
“Dimmi”
disse, asciugandosi il sudore con un fazzoletto ricamato.
Hermione
Weasley, in perfetto stile chef con un grembiule candido sopra la canotta e la
gonna chiara ed i lunghi capelli ribelli legati in una coda, sorrise.
“Cosa
ne dici?” chiese, aprendo il frigo e mostrandole un’enorme torta ricoperta di
glassa con sopra un boccino e la scritta: “Auguri, Harry”, sfilandosi il
grembiule.
Ginny
rimase esterrefatta. “Ma… Ma è stupenda tesoro!” e la abbracciò entusiasta.
Hermione
sembrava parecchio soddisfatta: le torte non erano mai state il suo forte!
“Beh,
dopotutto l’hai fatta tu a Ron per i quarant’anni, quindi ho ricambiato il
favore!” spiegò, spensierata. Osservò il
boccino, e un po’ di malinconia si impadronì di lei, ricordando i momenti più
belli della sua adolescenza.
“Grazie,
Hermione!” dichiarò sincera Ginny, mentre in cucina entravano tre donne, molto
affaccendate.
“Jinnì,
il buffet è pronto!” esclamò soddisfatta ed esausta una donna un po’ grande di
lei, con i lunghi capelli dorati e un particolare fascino.
“Va
bene, grazie, Fleur!”
“Ed
io ho finito di sistemare il giardino ed appeso gli striscioni, dato che James
e Teddy per un po’ non si ammazzavano” aggiunse una donna dai capelli scuri,
avvolta in un vestito abbastanza elegante nonostante l’informalità
dell’occasione.
“Ok,
Audrey”
“Purtroppo
io devo ancora fare le mie commissioni, non ho fatto altro che inseguire Fred
che sperimentava degli scherzi pericolosi di George su Lorcan e Lysander…”
disse mortificata una donna alta, dalla carnagione scura.
“Non
preoccuparti, Angelina! Ti aiuto io!” esclamò subito Ginny; la vista di quella
torta l’aveva resa stranamente euforica.
“Perché,
è venuta Luna?” chiese Hermione, mentre riapriva il frigorifero per mostrare a
Fleur ed Audrey la torta.
Angelina
annuì. “Si, sta venendo, è passata prima a salutare Lily”
“Ah,
la vado a salutare!” esclamò Ginny, dimenticandosi della povera Angelina. Luna
era sempre stata una sua cara amica, e sembrava avesse una particolare affinità
con Lily, la quale aveva anche il suo nome come secondo nome.
Bussò
alla stanza della figlia ed entrò, senza nemmeno attendere risposta. Trovò Luna
seduta sulla sedia della scrivania intenta a confabulare con Lily, i capelli
biondo sporco legati in una treccia e l’espressione sognante che l’aveva sempre
distinta dipinta sul volto. Vedendola, Lily si zittì di botto.
“Mamma!”
esclamò, indignata.
“Oh,
Ginny! Che piacere vederti!” la salutò Luna alzandosi, abbracciandola.
Ginny
ricambiò l’abbraccio, entusiasta. “Allora, sei tornata dal Belgio! Temevo non
ce la facessi a venire…”
Luna
sorrise, scuotendo il capo. “Oh, no! Siamo tornato l’altro ieri, Rolf ha trovato subito i materiali per le sue ricerche sui
Scarnivi Violenti” rispose serena. “Ti serve una mano?” aggiunse, preoccupata.
“Oh,
no, Luna! È quasi tutto pronto, e pensare che non sono nemmeno le cinque! Tu
stai qui con Lily, tranquilla, tanto alle sette saranno tutti qui!” rispose
Ginny, ricordandosi improvvisamente di Angelina. Uscì, mentre sua figlia
ritornava a narrare l’accaduto.
“Quindi
ti piace questo Scorpius Hyperion Malfoy?” chiese Luna a bassa voce,
comprensiva.
“Si”
rispose sconsolata Lily.
“E
qual è il problema?”
“Vedi,
lui… Lui è il quasi fidanzato di
Rose!”
“Aaaaah”.
Intanto,
al piano di sotto, i bambini più piccoli giocavano nella stanza di Albus
Severus Potter, il secondo fratello di Lily.
Lorcan
e Lysander, gemelli, giocavano con le figurine di alcune creature strane, come
Nargilli e Ricciocorni Schiattosi. Sembravano molto grandi per i loro otto
anni, e tentavano di farle comprendere a Molly, la figlia più piccola di Percy
e di Audrey Weasley, che ne aveva dieci.
Louis,
il figlio di Bill e Fleur, invece li guardava incuriosito, indeciso se
prendervi parte o no. La porta della stanza si aprì di scatto, rivelando il
padrone della stanza accompagnato dal suo fedele Hugo.
“Bambini,
mi raccomando” disse, prendendo la scopa dietro l’armadio. Era identico a suo
padre alla sua età, con i capelli corvini scompigliati e i luminosi occhi
verdi, oltre alla statura non molto alta. Ma sicuramente era più curato. Anche
Hugo era la fotocopia di suo padre, Ron Wealsey, marito di Hermione: aveva la
tipica stazza che caratterizzava la possenza del padre, gli stessi occhi blu e
i capelli rossi, ma non aveva lo stesso naso lungo e le lentiggini. Sembrava
avere di più dei suoi dodici anni.
“Allora,
Al, farò io il Portiere ok?” gli chiese deciso mentre uscivano dalla stanza e
si avviavano dall’altra parte del giardino. Le loro madri avevano chiesto loro
di intrattenere tutti i ragazzi giocando a Quidditch, così almeno non avrebbero
dato fastidio.
“Ok”
assentì Albus.
Gli
ci volle quasi mezz’ora per accordarsi con tutti i ragazzi, decidere i ruoli, e
alla fine erano quasi d’accordo e stavano per inforcare le loro scope quando
una ragazza urlò indignata: “Ehi!”
Si
voltarono, ed Hugo e James si guardarono disperati.
“Vi
stavate dimenticando di me!” urlò isterica Rose,raggiungendoli decisa. Era
vestita in modo poco femminile per l’occasione, con dei jeans vecchi ed una
camicetta rossa, che risaltavano la chioma castano- ramata. La sua scopa le
troneggiava in mano, nuova fiammante, regalo per i suoi quattordici anni.
“Rose!”
esclamò Dominique in tono di rimprovero, “Non rompere! Le ragazze non giocano a
Quidditch!”
“Solo
perché non ci gioca Vic non vuol dire che non possiamo farlo noi” intervenne
un’altra cugina, dalla carnagione mulatta e vestita come Rose.
“Roxanne!
Ci mancavi solo tu, mocciosetta!” disse scocciato suo fratello Fred, che solo
in sella ad una scopa sembrava calmare la sua iperattività.
“Mocciosetta
ci chiami qualcun altro!” la difese Rose, e senza una parola, lei e la cugina
salirono in sella alle scope, entusiaste.
I
ragazzi le guardavano disperati, poi, senza riuscire a trattenersi, James urlò:
“Ehi, piccola Rosie, guarda che i tuo amato Scorpy non si metterà con te anche
se ti ostini a farti piacere il Quidditch!”, suscitando le risate generali.
“James!
Fatti gli affari tuoi! Sei solo geloso perché a te nessuno ti si fila!” rispose
Albus, mentre Rose gli si avvicinava a tutta velocità.
“Lascialo
stare, Al! Lui è invidioso! E basta!” disse in tono affermativo Rose, per poi
scendere dalla scopa e correre in casa.
“Insensibile!”
l’ appoggiò schifata Roxanne, prima di inseguirla.
Come
al solito, James sembrava stupito. Non ebbe il tempo di dire la sua solita
frase “Ma cosa ho fatto?” che i ragazzi
si levarono in aria, decidendo di non discutere, anche se notò Hugo un po’
strano. Era molto geloso della sorella.
“Rose,
non li pensare!”
Roxanne
rincorreva, nel vero senso della parola, la ragazza. Aveva un anno in meno a
lei, eppure a volte sembrava lei la più matura in questioni amorose.
Aveva
capito sin da piccola che i ragazzi sono un mondo a parte.
“James
è un idiota!” si sfogò Rose alla fine, sedendosi sul divano di casa e serrando
braccia e gambe.
“Cosa
ha fatto quel cretino di mio fratello?” chiese Lily sulla soglia del salotto, e
quando vide Rose singhiozzare si avvicinò.
“Niente,
l’ha presa in giro su Scorpius, come nelle ultime quattro settimane” disse per
lei Roxanne, con l’aria di chi la sapeva lunga.
Udendo
quel nome, Lily avvampò, e si girò, fingendosi interessata ad un quadro, per
non farsi notare. “Ah” disse, e fu grata a Dio quando nella stanza irruppero
Ted e Victorie, mano nella mano come negli ultimi tre anni.
“Piccola,
cosa è successo?” chiese subito Victorie, piombandosi alla destra di Rose e
mettendole una mano sulla spalla.
“Affari
di cuore, vero?” chiese Ted saggio, avvicinandosi anch’egli.
Rose
scosse il capo, decisa. Non voleva far sapere ad altri gli affari suoi, anche
se dubitava che non ne sapessero niente a causa della velocità con cui James
diffondeva le notizie. Si asciugò le lacrime con il dorso della mano e sbuffò
solo: “James”, prima di provare a ricomporre la sua espressione.
Victorie
allargò i suoi grandi occhioni blu. “Quel pestifero!” s’indignò, decisa. Come
Ted, non aveva dimenticato tutto l’imbarazzo provato quando scoprì che, grazie
a lui, tutti sapevano i particolari della sua relazione con Ted. “Non pensarlo,
tesoro” disse poi, passandole un braccio attorno.
Rose
le sorrise, annuendo: come avrebbe fatto senza di lei? Bastava una sua minima
parola per tirarla su, forse perché era la cugina più grande, e Roxanne parve
offesa per il fatto che ella fosse riuscita in tre secondi in qualcosa su cui
lei stava cercando di riuscire da circa un quarto d’ora.
Lily
finse un sorriso, quando anche lei avrebbe voluto un abbraccio consolatorio. Non
riusciva a capacitarsi di quella cotta, aveva visto Scorpius per la prima volta
tre anni prima, quando Albus aveva iniziato a frequentare Hogwarts, e già da
quel momento aveva provato una particolare sensazione, nonostante avesse avuto
solo nove anni. Poi, l’anno prima, aveva iniziato Hogwarts ed aveva avuto modo
di vederlo sempre più spesso, ma non gli aveva mai rivolto quasi la parola… Lei
era solo Lily Luna Potter, la sorella di Albus, il suo migliore amico. Viveva
nell’ombra del suo cognome, sempre e comunque. Dire che tra un Potter ed un
Malfoy ci fosse stato qualcosa era come dire il ghiaccio ed il fuoco, il sole e
la luna… Eppure Al e Scorpius erano migliori amici!
“Ehi,
Lily, ci sei?”
Lily
si voltò di scatto, trovandosi davanti la i piccoli occhi azzurri di Lucy, la
sorella di Molly, e le parve di essere radiografata dal suo sguardo. Era
entrata nella stanza e stava conversando con Victorie e lei nemmeno se n’era
resa conto.
“Lucy!”
disse, risvegliandosi. Lucy era una delle sue cugine preferite, ed anche se
aveva diciassette anni la capiva sempre e l’aiutava.
“Cosa
fai qui? Fa caldo! Vieni con me a vedere i ragazzi che giocano!” disse, e senza
aspettare risposta la prese per il braccio e la condusse nel retro del
giardino, dove un rapido Dominique si scontrava con Albus per prendere il
Boccino e Fred e James cercavano di ribaltare gli altri dalle scope con i loro
Bolidi.
Un’ora
dopo, tutti si cambiarono gli abiti, indossando qualcosa di più formale dato
che la festa era imminente. Percy aveva mandato un Patronus dicendo che non
avrebbero potuto trattenere Harry di più a Diagon Alley, e gli altri invitati
stavano arrivando, come i nonni Weasley e la cara Andromeda.
Alle
sette meno un quarto tutto era pronto e perfetto, Ginny era super soddisfatta
e, ben agghindata nel suo abito bianco, riunì tutti gli invitati in giardino,
intorno ai tanti tavoli riuniti e alle molteplici sedie. L’atmosfera era simile
alla festa per i suoi diciassette anni, pensò con nostalgia, solo che ora tutti
erano spensierati, felici e… E mancavano Fred, Tonks e Remus.
Sto invecchiando!
Sembro mia madre! Pensò,
quando sentì una lacrima cristallina scendere prepotente su una sua guancia, e
si affrettò ad asciugarla, poiché Bill e Ron erano arrivati, frettolosi.
“Su,
Harry sarà qui tra qualche secondo!” disse rapidamente Ron, mentre salutava sua
moglie con un bacio e Rose lo abbracciava. Come gli altri, sembrava lo stesso
ragazzino che aveva contribuito a sconfiggere Lord Voldemort, ed Hermione
avrebbe giurato che la luce che brillava nelle sue iridi blu era la stessa di
trent’anni prima, quando si erano conosciuti. Solo che ora Ron era un uomo,
marito, padre, zio, che non era più vittima dell’inferiorità verso i suoi
fratelli maggiori, e quando voleva era un po’ meno bambino.
Teddy
salutò Bill con un sorriso e si affrettò a staccarsi dalle braccia di Victoire,
nonostante fossero passati anni aveva ancora una certa timidezza nei suoi
confronti, e l’uomo scosse il capo divertito, salutando il piccolo Louis.
Lontano,
si udì un sonoro crac.
“Si
è smaterializzato!” urlò eccitata Rose, ora ben vestita con una gonna di jeans
e un top rosa, e si affrettò a nascondersi in una posizione più vicina, vicino
Lily, che la guardò quasi arrossendo e abbassando lo sguardo. Le luci erano
spente e tutti erano nascosti da qualche parte.
Infatti,
due istanti dopo, il cancello del giardino cigolò, ed Harry si trovò al buio,
accompagnato da George, Percy e Charlie.
“Cosa…?”
chiese, ma prima che potesse dire altro, le luci si riaccesero ed un grande “Sorpresa!” rimbombò nell’aria.
Il
suo cervello impiegò qualche secondo per comprendere ciò che stava accadendo,
poiché era stato assalito da tutta la famiglia Weasley più Luna, Rolf e i suoi
figli.
“Auguri,
Harry!”
“Auguri
zio!”
“Bella,
zio! Ora sei vecchio anche tu, ihih!”
“Fred,
smettila! Non sei affatto carino! Ma quando crescerai? Meno male che hai quasi
diciassette anni!”
“Scusa
mamma!”
Harry
guardò quella scena divertita, e sorrise sia a Fred che a Angelina per quel che
gli riusciva. L’emozione era tanta che non riusciva a capacitarsi
dell’accaduto.
Fleur,
Audrey, la stessa Angelina, Hermione, Rose, Hugo, Molly, Lucy, Louis, Victoire,
Teddy e gli altri si congratularono con lui, chi abbracciandolo, chi
stritolandolo. Luna e Rolf lo salutarono con affetto, dato che non si vedevano
da due mesi.
Gli
uomini, che avevano avuto la loro occasione di fargli auguri precedentemente,
guardavano il tutto sereni e interessati.
“Papà,
mi hai portato la crema anti brufoli e punti neri che hai al negozio?” chiese
Roxanne, uscendo dalla folla.
George
la guardò, battendosi una mano in fronte. “Oh no! Scusami Rox! Ti giuro che
domani…”
Roxanne
sbuffò, incrociando le braccia.
“E
poi, Rox, a cosa ti serve? Sei bellissima!”
“Zitto,
papà! Non dire sciocchezze! Non sono
bellissima, e sono piena di brufoli!” ribatté triste Roxanne, scocciata nel
sentirsi dire sempre le stesse cose.
George
rise, vedendola così: era identica ad Angelina.
“E
poi papà è geloso!” aggiunse, abbracciandola. “Poi sei ancora più bella e tutti
i giovanotti di Hogwarts…”
Roxanne
si allontanò, scocciata. “Papà! Ha ragione la zia Ginny, sei sempre più
geloso!” e così dicendo si allontanò con Lily, prendendo posto a tavola.
George
rimase inebetito a guardarla, perso nei suoi pensieri, prima che il figlio lo
strattonasse dicendogli che dovevano prendere posto.
Una
volta che tutti furono seduti, Harry prese posto vicino a Ginny, che era stata
zitta tutto il tempo. Lo aveva raggiunto dopo gli altri, ed aveva gli occhi
lucidi.
“Amore,
cosa c’è?” chiese preoccupato.
Lei
lo fissò. “Niente, niente!” si affrettò a dire, ed il marito non poté replicare
dato che un coro di: “Discorso! Discorso! Discorso!” era esploso dal centro
della tavola, opera di James, Fred, Ron ed Hugo. Gli altri assentirono,
divertiti.
Imbarazzatissimo,
Harry si alzò. Sentiva le gambe tremargli: poteva anche avere quarant’anni, ma
non sarebbe cambiato mai.
Si
schiarì la voce, e gli parve di trovarsi ad una delle tante riunioni dell’ES
per tutti gli occhi puntati su di lui.
“Ehm,
beh… Salve!” disse, sentendosi uno stupido. “Innanzitutto volevo ringraziarvi
di cuore per questa festa, è stata davvero una sorpresa! Non so di chi sia
stata l’idea, ma ne ho una vaga idea” e guardò malizioso verso Ginny, che gli
sorrise, “Immagino avrete collaborato, e vi ringrazio nuovamente. Cosa dire? I
discorsi non sono mai stati il mio forte, e lo sapete, quindi dico solo che
spero che continuerete ad essere al mio fianco anche durante quest’anno e poi…
Volete la parte tragica della situazione?” chiese, quasi ridendo.
“Si!Si!”
“Bene!
Quando era un ragazzino dubitavo di arrivare ai quarant’anni, quindi…” disse,
cercando di rendere la cosa più leggera possibile.
I
più piccoli risero, ma gli adulti all’inizio sembravano seri,nonna Molly
compresa, e poi, Harry non seppe come, in due secondi si trovò Hermione
avvinghiata al suo collo, commossa.
Hermione,
la sorella che non ha mai avuto, la migliore amica che l’ha sempre aiutato.
Ricambiò
la stretta, sentendo qualche lacrima bagnargli la camicia.
“Oh,
Harry, scusa ma è così… commovente! Chi avrebbe mai immaginato che, dopo tante
sofferenze, il giorno del tuo 40° compleanno saremmo stati qui tutti felici
riuniti, con i nostri figli…” disse la donna con voce soffocata.
Harry
non sapeva cosa dire, e fu grato ad Hugo che disse: “Mamma! Piantala, sembri
peggio di Rose quando ci si mette!”
Ridendo,
Hermione si allontanò, mentre Rose protestava. Eppure, quell’episodio aveva
commosso tutti, che ora cercavano di ritornare allegri.
“Beh,
penso che un brindisi sia d’obbligo!” intervenne nonno Arthur, seguito da
mormorii d’assenso. Si alzò lentamente e riempì tutti i calici con la
bacchetta.
“Ad
Harry” disse solennemente, alzando il
calice. Tutti lo imitarono, e dopo qualche altra lacrima, la festa iniziò nel
vero senso della parola.
Una
lieve musica si spargeva nel giardino, opera di Ted, in sottofondo al
chiacchiericcio della famiglia, accompagnando le loro conversazioni.
Alle
estremità del tavolo erano riuniti i ragazzi, raccontando bizzarri episodi, e dopo
di loro c’erano le ragazze, impegnate in importanti conversazioni. Al centro,
Percy tediava suo padre con il resoconto degli avvenimenti al Ministero, Molly
chiacchierava con Andromeda, Audrey ed Hermione sull’importanza della sicurezza
ad Hogwarts, e dall’altra estremità Ginny, Harry, Ron, Hermione, Bill, Charlie,
Fleur ed altri ridevano spensierati.
Era
il momento di servire il dolce quando una figura alta irruppe nel giardino,
scusandosi per l’interruzione.
Draco
Malfoy guardava quella dolce riunione con un po’ d’invidia, anche se non lo
avrebbe mai ammesso. Il mento appuntito e i capelli biondi, quasi bianchi,
erano gli stessi di sempre.
“Scusatemi,
non sapevo che ci fosse una festa in corso…” disse, con le guancie rosee per
l’imbarazzo.
“Oh,
Mal… Draco!” disse subito Ginny, stranita. “Non ti preoccupare, vieni,
festeggia con noi!” aggiunse, raggiungendolo e cercando di essere cortese.
Draco
arretrò di qualche passo. “Ti ringrazio, ma mia moglie e mio figlio mi stanno
aspettando! Ero venuto solo per chiedere una cosa a Po… Harry” rivelò, sempre
più imbarazzato a causa di tutti quegli occhi puntati su di lui. Lavorava nel
dipartimento Auror vicino a quello di Harry e Ron, di cui era vice capo.
A
Ginny si aggiunse Harry. “Non ti preoccupare Draco, me lo dirai dopo! Chiama
tua moglie e Scorpius e festeggia con noi! Ai ragazzi farà piacere rivederlo!”
“No,
no, grazie… E comunque auguri” aggiunse rigido come un palo.
“Grazie,
ma insisto” disse irremovibile Harry. Perché voleva che il suo peggior nemico
dell’adolescenza partecipasse alla sua festa? Forse perché voleva darci un
taglio con quelle inimicizie, aveva quarant’anni ormai.
Draco
sembrò sostenere una lunga lotta con se stesso, e alla fine disse: “Oh, se
insisti! Va bene, vado a chiamare Astoria e Scorpius”.
Si
allontanò, e Ron disse: “Ma è impazzito?” ma si zittì subito, dato che Hermione
sembrava sul punto di ricominciare.
Poco
dopo, ritornò con Astoria e Scorpius, che sembravano volersi fare piccoli
piccoli. Il ragazzo fu accolto con gioia dai ragazzi, mentre Rose era
rossissima in viso. Lily sembrava aver smesso di esistere, e lo osservava
sognante.
Astoria
prese posto vicino a Ginny e suo marito, imbarazzata per tutte le occhiate
ricevute. Era davvero una bella donna, abbastanza alta e snella, con grandi
occhi verdi e i capelli biondi, la tipica signora Malfoy. Si notava che era più
giovane di qualche anno, anzi, sembrava dimostrare al massimo trent’anni.
Draco
sembrava ancora un esce fuor d’acqua, e scrutò il figlio con invidia, vedendo che
era perfettamente a suo agio tra tutte quelle teste rosse.
Ma,
alla fine, non potendone più, Ron scoppiò. “E basta, Malfoy! Almeno per stasera
dimentichiamo i nostri dispiaceri! Fingiamo di essere amici!”
Dopo
secoli, l’ex mitico trio vide un ghigno comparire sulle sue labbra. “Ma come!
Non mi avevi definito… mmm… Bastardo Doppiogiochista,o giù di lì?” chiese
Malfoy.
“Beh,
si, ma per stasera non voglio ricordarlo” disse Ron, che in realtà stava
dicendo altro ma si era bloccato a causa di un calcio della moglie.
E
poi, chissà come, Malfoy sorrise. “Va bene” disse, e sua moglie sorrise
raggiante.
“Allora,
Scorpius! Cosa mi combini?” chiese Albus mentre assaggiava dei pasticcini.
“Oh
beh, niente” il giovane Scorpius scrollò le spalle, facendo ondeggiare i lunghi
capelli biondi. “Mi sto allenando tutti i giorni, e poi… beh, ho fatto amicizia
con Samantha Zabini” aggiunse, più colorato in volto.
“Ma
già la conosci” puntualizzò Dominique, che faceva parte della loro comitiva.
“In
senso che… Beh, ci esco insieme!” rivelò, davvero rosso. Cercò di non
incrociare lo sguardo di Rose , dato che se lo sentiva sulla nuca.
Rose
rimase fissa a guardarlo, come se non credesse ai suoi occhi.
Ti va di uscire con
me ora che finisce la scuola, Rose?
Sei davvero carina,
Rose.
Lasciate stare
Rose!
Ti voglio bene,
Rose.
Tante
immagini le scorrevano davanti, ma sembravano aver perso il loro vero senso.
“Wow,
mitico Scor! La Zabini è perfetta per te!” aveva detto improvvisamente Hugo,
serio. “Perché un bastardo come te non si merita mia sorella!”
Inutile
dire che la risposta fu accolta con un silenzio tombale, e la polemica si
arrestò solo perché era arrivato il momento della torta.
Un
coro di “Tanti auguri a te” invase il giardino, mentre Harry, dopo aver
scartato i regali, sorrideva emozionato come prima, abbracciando la moglie.
“Ora
capisco perché prima eri silenziosa” le disse. Vedendo che Ginny arrossiva,
aggiunse: “Ormai ti conosco troppo bene. Hai pensato a tutta la nostra storia,
e a Fred, Remus e Tonks che non sono più qui”
“Si,
tesoro” ammise la donna, stringendolo di
più.
Sulla
torta, quaranta candelina giacevano accese, attendendo di essere spente.
Harry
soffiò, esprimendo un desiderio, facile da indovinare. Poi osservò tutti i
presenti, Rose e Lily stranamente turbate come Hugo e Scorpius, i ragazzi un
po’ imbarazzati, il suo figlioccio contento, i suoi migliori amici che
battevano le mani, i cognati spensierati, i suoceri commossi come sempre,
seppur molto invecchiati…
Avrebbe
tanto voluto avere tanti momenti così gioiosi, da cui avere così tanti bei ricordi.
Il
tempo scorreva, e lui aveva tanta voglia di non perdersi nessun’attimo, nessun
minimo scorcio di vita.
Ginny
tagliò la torta, distribuendola dopo aver ringraziato Hermione per averla fatta
davanti a tutti.
Vide
Draco e Astoria assaggiarla silenziosamente, poi entrambi fare una piccola
risata con George e Angelina.
“Hai
chiuso, Scorpius!” urlò una voce isterica, che riconobbe essere Rose, la quale
gli diede un sonoro schiaffo prima di allontanarsi con la sua corte.
“Questa scena mi ricorda qualcosa”
borbottò Ron, prima di correre ad accertarsi che quel Malfoy non avesse fatto
niente alla sua bambina.
Hermione
rise, suo malgrado, e Draco le disse: “Beh, mi auguro per mio figlio che tua
figlia non abbia la tua forza, Granger. A volte mi sembra di averla guancia
ancora dolorante”. Disse, riferendosi allo schiaffo ricevuto durante il loro
terzo anno.
“Beh,
io credo di sì a giudicare dallo sguardo di tuo figlio” rispose la riccia
solare prima di allontanarsi, lasciandolo con l’ennesimo ghigno stampato in
faccia.
Tutto
sembrava essere ritornato come prima, pensò Ginny osservandoli, solo che ora il
tutto era vissuto dai loro figli.
Riabbracciò
Harry, soddisfatta. “Buon compleanno, amore” dichiarò, baciandolo.
“Grazie
di tutto” disse sincero l’uomo, guardandola con i suoi adorabili occhi verdi,
mentre dal piano di sopra si sentiva Rose dire: “Cacchio, Lily! E tu ora me lo
dici!”.
Risero,
per poi avviarsi vicino ai loro cari: la festa continuava!
*****
Salve!
Ecco l’ennesima one-shot post DM. Cosa ve ne sembra? Ci ho messo un bel po’ a
scriverla, e spero di non avervi annoiati a causa della sua lunghezza.
Non
so come mi sia venuta in mente, anzi, in realtà non c’è una vera trama, più che
altro è la descrizione della nuova generazione. Ma cosa posso fare se mi
affascina così tanto?
Ho
deciso di cambiare un po’ le cose, come Rose che gioca a Quidditch perché non
mi andava di rappresentarla come la solita “Secchiona”, e mi andava di farla
battibeccare un po’ con Lily a causa di Scorpius J
Poi
altri personaggi, come Roxanne, li ho dovuti inventare di sana pianta, e mi è
sembrato bello far avere una certa affinità tra Lily e Luna.
Beh,
cosa dire? Il titolo l’ho preso dalla battuta di Ron, da come l’avrete capito. Mi
aspetto qualche commento, fatemi sapere dove ho sbagliato! A presto, un
bacione,
milly92.