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Autore: milly92    09/02/2008    5 recensioni
Ginny è indaffarata a preparare una festa a sorpresa ad Harry per i suoi quarant'anni... Ce la farà con una casa piena di bambini ed adolescenti dispettosi, alle prese con le prime cotte, triangoli amorosi e dispetti avendo come supporto solo le sue cognate? Se vi va di fare un piccolo tuffo nella Nuova generazione, questa fic fa per voi! Siate clementi! Fatemi sapere ^^ milly92.
Genere: Generale, Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Ginny Weasley, Il trio protagonista
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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proprio come noi

Questa scena mi ricorda qualcosa

Quella calda mattina di luglio il giardino di una villetta di Godrick’s Hollow era illuminato dal sole, che rendeva vivaci le chiome degli alberi e il prato appena falciato. Al centro erano stati disposti quattro tavole unite, e più di una ventina di sedie facevano da contorno. La villetta, bianca ed arancio, si ergeva dietro lo spazioso giardino, felice in quel giorno di piena estate.

Una donna dai lunghi capelli rossi si dava da fare con la bacchetta mentre intorno a lei le cognate e i loro figli l’aiutavano. Quel giorno tutto doveva essere perfetto, tutto, per Ginevra Potter.

“No, Jay, mollalo!” urlò una ragazzina dai capelli della medesima sfumatura della donna, rincorrendo suo fratello che correva su e giù per il giardino con in mano un apparente quaderno.

“Non mi prendi Lily, non mi pr…” James Potter si bloccò, fermato dalla possenza del ventiduenne dai capelli blu che era accorso udendo le urla isteriche di Lily. “Teddy, mollami!”

“No, Jay, finiscila di infastidire Lily ed io ti lascio” gli impose Teddy, serio. James sbuffò, e consegnò il quaderno alla dodicenne che aspettava impaziente la sua resa.

“Ah! Grazie, Ted” esclamò trionfante Lily, abbracciandolo velocemente per poi correre nella sua stanza, con il suo diario stretto in mano come se fosse un importante tesoro.

Se lo avesse letto Rose…

Intanto, Ginevra accorse spazientita vicino Teddy e James, ancora intenti a battibeccare. Osservò inizialmente divertita quella scenetta.

“Perché la difendi sempre?”

“Perché ha ragione! Hai rubato il suo diario! Sei un grande ficcanaso, Jay! ”

“Ti riferisci ancora a quando dissi a qualcuno che ti stavi baciando con Vic, tre anni fa?” chiese sbuffando James. Quell’episodio di certo gli aveva portato non pochi guai.

Ted inarcò un sopracciglio. “A qualcuno? A qualcuno? A tutta la famiglia!” dichiarò, ancora apparentemente offeso.

“Ma Te…”

“Zitto, James Sirius Potter!”  urlò infine Ginny, cercando di dar fine alla discussione.

James si voltò e la guardò, sconsolato. Ce l’avevano sempre tutti con lui!

“Mamma!” disse, incrociando le braccia.

“Ti ricordo, signorino, che oggi è il quarantesimo compleanno di tuo padre, ed i tuoi zii di certo non lo stanno trattenendo per niente! Quindi calmati e fai in modo che per stasera questa benedetta festa a sorpresa sia pronta!” e così dicendo gli passò in mano degli striscioni e delle posate. “Appendili con l’aiuto di Ted e poi metti le posate a tavola!”

James scosse il capo, indignato. “Ma Ted può farlo da solo, con la magia! Perché io…”

“Ti serve come lezione!” disse la donna in tono definitivo.

“Ginny, vieni un attimo!” la chiamò una voce dalla cucina, quasi urlando.

Ginny, come se si fosse scottata, sobbalzò ed iniziò a correre verso la cucina, rispondendo “Si, Herm! Vengo subito!” e lasciò suo figlio maggiore con Ted, a battibeccare sottovoce prima di mettersi a lavoro.

“Dimmi” disse, asciugandosi il sudore con un fazzoletto ricamato.

Hermione Weasley, in perfetto stile chef con un grembiule candido sopra la canotta e la gonna chiara ed i lunghi capelli ribelli legati in una coda, sorrise.

“Cosa ne dici?” chiese, aprendo il frigo e mostrandole un’enorme torta ricoperta di glassa con sopra un boccino e la scritta: “Auguri, Harry”, sfilandosi il grembiule.

Ginny rimase esterrefatta. “Ma… Ma è stupenda tesoro!” e la abbracciò entusiasta.

Hermione sembrava parecchio soddisfatta: le torte non erano mai state il suo forte!

“Beh, dopotutto l’hai fatta tu a Ron per i quarant’anni, quindi ho ricambiato il favore!”  spiegò, spensierata. Osservò il boccino, e un po’ di malinconia si impadronì di lei, ricordando i momenti più belli della sua adolescenza.

“Grazie, Hermione!” dichiarò sincera Ginny, mentre in cucina entravano tre donne, molto affaccendate.

“Jinnì, il buffet è pronto!” esclamò soddisfatta ed esausta una donna un po’ grande di lei, con i lunghi capelli dorati e un particolare fascino.

“Va bene, grazie, Fleur!”

“Ed io ho finito di sistemare il giardino ed appeso gli striscioni, dato che James e Teddy per un po’ non si ammazzavano” aggiunse una donna dai capelli scuri, avvolta in un vestito abbastanza elegante nonostante l’informalità dell’occasione.

“Ok, Audrey”

“Purtroppo io devo ancora fare le mie commissioni, non ho fatto altro che inseguire Fred che sperimentava degli scherzi pericolosi di George su Lorcan e Lysander…” disse mortificata una donna alta, dalla carnagione scura.

“Non preoccuparti, Angelina! Ti aiuto io!” esclamò subito Ginny; la vista di quella torta l’aveva resa stranamente euforica.

“Perché, è venuta Luna?” chiese Hermione, mentre riapriva il frigorifero per mostrare a Fleur ed Audrey la torta.

Angelina annuì. “Si, sta venendo, è passata prima a salutare Lily”

“Ah, la vado a salutare!” esclamò Ginny, dimenticandosi della povera Angelina. Luna era sempre stata una sua cara amica, e sembrava avesse una particolare affinità con Lily, la quale aveva anche il suo nome come secondo nome.

Bussò alla stanza della figlia ed entrò, senza nemmeno attendere risposta. Trovò Luna seduta sulla sedia della scrivania intenta a confabulare con Lily, i capelli biondo sporco legati in una treccia e l’espressione sognante che l’aveva sempre distinta dipinta sul volto. Vedendola, Lily si zittì di botto.

“Mamma!” esclamò, indignata.

“Oh, Ginny! Che piacere vederti!” la salutò Luna alzandosi, abbracciandola.

Ginny ricambiò l’abbraccio, entusiasta. “Allora, sei tornata dal Belgio! Temevo non ce la facessi a venire…”

Luna sorrise, scuotendo il capo. “Oh, no! Siamo tornato l’altro ieri, Rolf ha trovato  subito i materiali per le sue ricerche sui Scarnivi Violenti” rispose serena. “Ti serve una mano?” aggiunse, preoccupata.

“Oh, no, Luna! È quasi tutto pronto, e pensare che non sono nemmeno le cinque! Tu stai qui con Lily, tranquilla, tanto alle sette saranno tutti qui!” rispose Ginny, ricordandosi improvvisamente di Angelina. Uscì, mentre sua figlia ritornava a narrare l’accaduto.

“Quindi ti piace questo Scorpius Hyperion Malfoy?” chiese Luna a bassa voce, comprensiva.

“Si” rispose sconsolata Lily.

“E qual è il problema?”

“Vedi, lui… Lui è il quasi fidanzato di Rose!”

“Aaaaah”.

Intanto, al piano di sotto, i bambini più piccoli giocavano nella stanza di Albus Severus Potter, il secondo fratello di Lily.

Lorcan e Lysander, gemelli, giocavano con le figurine di alcune creature strane, come Nargilli e Ricciocorni Schiattosi. Sembravano molto grandi per i loro otto anni, e tentavano di farle comprendere a Molly, la figlia più piccola di Percy e di Audrey  Weasley, che ne aveva dieci.

Louis, il figlio di Bill e Fleur, invece li guardava incuriosito, indeciso se prendervi parte o no. La porta della stanza si aprì di scatto, rivelando il padrone della stanza accompagnato dal suo fedele Hugo.

“Bambini, mi raccomando” disse, prendendo la scopa dietro l’armadio. Era identico a suo padre alla sua età, con i capelli corvini scompigliati e i luminosi occhi verdi, oltre alla statura non molto alta. Ma sicuramente era più curato. Anche Hugo era la fotocopia di suo padre, Ron Wealsey, marito di Hermione: aveva la tipica stazza che caratterizzava la possenza del padre, gli stessi occhi blu e i capelli rossi, ma non aveva lo stesso naso lungo e le lentiggini. Sembrava avere di più dei suoi dodici anni.

“Allora, Al, farò io il Portiere ok?” gli chiese deciso mentre uscivano dalla stanza e si avviavano dall’altra parte del giardino. Le loro madri avevano chiesto loro di intrattenere tutti i ragazzi giocando a Quidditch, così almeno non avrebbero dato fastidio. 

“Ok” assentì Albus.

Gli ci volle quasi mezz’ora per accordarsi con tutti i ragazzi, decidere i ruoli, e alla fine erano quasi d’accordo e stavano per inforcare le loro scope quando una ragazza urlò indignata: “Ehi!”

Si voltarono, ed Hugo e James si guardarono disperati.

“Vi stavate dimenticando di me!” urlò isterica Rose,raggiungendoli decisa. Era vestita in modo poco femminile per l’occasione, con dei jeans vecchi ed una camicetta rossa, che risaltavano la chioma castano- ramata. La sua scopa le troneggiava in mano, nuova fiammante, regalo per i suoi quattordici anni.

“Rose!” esclamò Dominique in tono di rimprovero, “Non rompere! Le ragazze non giocano a Quidditch!”

“Solo perché non ci gioca Vic non vuol dire che non possiamo farlo noi” intervenne un’altra cugina, dalla carnagione mulatta e vestita come Rose.

“Roxanne! Ci mancavi solo tu, mocciosetta!” disse scocciato suo fratello Fred, che solo in sella ad una scopa sembrava calmare la sua iperattività.

“Mocciosetta ci chiami qualcun altro!” la difese Rose, e senza una parola, lei e la cugina salirono in sella alle scope, entusiaste.

I ragazzi le guardavano disperati, poi, senza riuscire a trattenersi, James urlò: “Ehi, piccola Rosie, guarda che i tuo amato Scorpy non si metterà con te anche se ti ostini a farti piacere il Quidditch!”, suscitando le risate generali.

“James! Fatti gli affari tuoi! Sei solo geloso perché a te nessuno ti si fila!” rispose Albus, mentre Rose gli si avvicinava a tutta velocità.

“Lascialo stare, Al! Lui è invidioso! E basta!” disse in tono affermativo Rose, per poi scendere dalla scopa e correre in casa.

“Insensibile!” l’ appoggiò schifata Roxanne, prima di inseguirla.

Come al solito, James sembrava stupito. Non ebbe il tempo di dire la sua solita frase “Ma cosa ho fatto?”  che i ragazzi si levarono in aria, decidendo di non discutere, anche se notò Hugo un po’ strano. Era molto geloso della sorella.

“Rose, non li pensare!”

Roxanne rincorreva, nel vero senso della parola, la ragazza. Aveva un anno in meno a lei, eppure a volte sembrava lei la più matura in questioni amorose. 

Aveva capito sin da piccola che i ragazzi sono un mondo a parte.

“James è un idiota!” si sfogò Rose alla fine, sedendosi sul divano di casa e serrando braccia e gambe.

“Cosa ha fatto quel cretino di mio fratello?” chiese Lily sulla soglia del salotto, e quando vide Rose singhiozzare si avvicinò.

“Niente, l’ha presa in giro su Scorpius, come nelle ultime quattro settimane” disse per lei Roxanne, con l’aria di chi la sapeva lunga.  

Udendo quel nome, Lily avvampò, e si girò, fingendosi interessata ad un quadro, per non farsi notare. “Ah” disse, e fu grata a Dio quando nella stanza irruppero Ted e Victorie, mano nella mano come negli ultimi tre anni.

“Piccola, cosa è successo?” chiese subito Victorie, piombandosi alla destra di Rose e mettendole una mano sulla spalla.

“Affari di cuore, vero?” chiese Ted saggio, avvicinandosi anch’egli.

Rose scosse il capo, decisa. Non voleva far sapere ad altri gli affari suoi, anche se dubitava che non ne sapessero niente a causa della velocità con cui James diffondeva le notizie. Si asciugò le lacrime con il dorso della mano e sbuffò solo: “James”, prima di provare a ricomporre la sua espressione.

Victorie allargò i suoi grandi occhioni blu. “Quel pestifero!” s’indignò, decisa. Come Ted, non aveva dimenticato tutto l’imbarazzo provato quando scoprì che, grazie a lui, tutti sapevano i particolari della sua relazione con Ted. “Non pensarlo, tesoro” disse poi, passandole un braccio attorno.

Rose le sorrise, annuendo: come avrebbe fatto senza di lei? Bastava una sua minima parola per tirarla su, forse perché era la cugina più grande, e Roxanne parve offesa per il fatto che ella fosse riuscita in tre secondi in qualcosa su cui lei stava cercando di riuscire da circa un quarto d’ora.

Lily finse un sorriso, quando anche lei avrebbe voluto un abbraccio consolatorio. Non riusciva a capacitarsi di quella cotta, aveva visto Scorpius per la prima volta tre anni prima, quando Albus aveva iniziato a frequentare Hogwarts, e già da quel momento aveva provato una particolare sensazione, nonostante avesse avuto solo nove anni. Poi, l’anno prima, aveva iniziato Hogwarts ed aveva avuto modo di vederlo sempre più spesso, ma non gli aveva mai rivolto quasi la parola… Lei era solo Lily Luna Potter, la sorella di Albus, il suo migliore amico. Viveva nell’ombra del suo cognome, sempre e comunque. Dire che tra un Potter ed un Malfoy ci fosse stato qualcosa era come dire il ghiaccio ed il fuoco, il sole e la luna… Eppure Al e Scorpius erano migliori amici!

“Ehi, Lily, ci sei?”

Lily si voltò di scatto, trovandosi davanti la i piccoli occhi azzurri di Lucy, la sorella di Molly, e le parve di essere radiografata dal suo sguardo. Era entrata nella stanza e stava conversando con Victorie e lei nemmeno se n’era resa conto.

“Lucy!” disse, risvegliandosi. Lucy era una delle sue cugine preferite, ed anche se aveva diciassette anni la capiva sempre e l’aiutava.

“Cosa fai qui? Fa caldo! Vieni con me a vedere i ragazzi che giocano!” disse, e senza aspettare risposta la prese per il braccio e la condusse nel retro del giardino, dove un rapido Dominique si scontrava con Albus per prendere il Boccino e Fred e James cercavano di ribaltare gli altri dalle scope con i loro Bolidi.

Un’ora dopo, tutti si cambiarono gli abiti, indossando qualcosa di più formale dato che la festa era imminente. Percy aveva mandato un Patronus dicendo che non avrebbero potuto trattenere Harry di più a Diagon Alley, e gli altri invitati stavano arrivando, come i nonni Weasley e la cara Andromeda.

Alle sette meno un quarto tutto era pronto e perfetto, Ginny era super soddisfatta e, ben agghindata nel suo abito bianco, riunì tutti gli invitati in giardino, intorno ai tanti tavoli riuniti e alle molteplici sedie. L’atmosfera era simile alla festa per i suoi diciassette anni, pensò con nostalgia, solo che ora tutti erano spensierati, felici e… E mancavano Fred, Tonks e Remus.

Sto invecchiando! Sembro mia madre! Pensò, quando sentì una lacrima cristallina scendere prepotente su una sua guancia, e si affrettò ad asciugarla, poiché Bill e Ron erano arrivati, frettolosi.

“Su, Harry sarà qui tra qualche secondo!” disse rapidamente Ron, mentre salutava sua moglie con un bacio e Rose lo abbracciava. Come gli altri, sembrava lo stesso ragazzino che aveva contribuito a sconfiggere Lord Voldemort, ed Hermione avrebbe giurato che la luce che brillava nelle sue iridi blu era la stessa di trent’anni prima, quando si erano conosciuti. Solo che ora Ron era un uomo, marito, padre, zio, che non era più vittima dell’inferiorità verso i suoi fratelli maggiori, e quando voleva era un po’ meno bambino.

Teddy salutò Bill con un sorriso e si affrettò a staccarsi dalle braccia di Victoire, nonostante fossero passati anni aveva ancora una certa timidezza nei suoi confronti, e l’uomo scosse il capo divertito, salutando il piccolo Louis.

Lontano, si udì un sonoro crac.

“Si è smaterializzato!” urlò eccitata Rose, ora ben vestita con una gonna di jeans e un top rosa, e si affrettò a nascondersi in una posizione più vicina, vicino Lily, che la guardò quasi arrossendo e abbassando lo sguardo. Le luci erano spente e tutti erano nascosti da qualche parte. 

Infatti, due istanti dopo, il cancello del giardino cigolò, ed Harry si trovò al buio, accompagnato da George, Percy e Charlie.

“Cosa…?” chiese, ma prima che potesse dire altro, le luci si riaccesero  ed un grande “Sorpresa!” rimbombò nell’aria.

Il suo cervello impiegò qualche secondo per comprendere ciò che stava accadendo, poiché era stato assalito da tutta la famiglia Weasley più Luna, Rolf e i suoi figli.

“Auguri, Harry!”

“Auguri zio!”

“Bella, zio! Ora sei vecchio anche tu, ihih!”

“Fred, smettila! Non sei affatto carino! Ma quando crescerai? Meno male che hai quasi diciassette anni!”

“Scusa mamma!”

Harry guardò quella scena divertita, e sorrise sia a Fred che a Angelina per quel che gli riusciva. L’emozione era tanta che non riusciva a capacitarsi dell’accaduto.

Fleur, Audrey, la stessa Angelina, Hermione, Rose, Hugo, Molly, Lucy, Louis, Victoire, Teddy e gli altri si congratularono con lui, chi abbracciandolo, chi stritolandolo. Luna e Rolf lo salutarono con affetto, dato che non si vedevano da due mesi.

Gli uomini, che avevano avuto la loro occasione di fargli auguri precedentemente, guardavano il tutto sereni e interessati.

“Papà, mi hai portato la crema anti brufoli e punti neri che hai al negozio?” chiese Roxanne, uscendo dalla folla.

George la guardò, battendosi una mano in fronte. “Oh no! Scusami Rox! Ti giuro che domani…”

Roxanne sbuffò, incrociando le braccia.

“E poi, Rox, a cosa ti serve? Sei bellissima!”

“Zitto, papà!  Non dire sciocchezze! Non sono bellissima, e sono piena di brufoli!” ribatté triste Roxanne, scocciata nel sentirsi dire sempre le stesse cose.

George rise, vedendola così: era identica ad Angelina.

“E poi papà è geloso!” aggiunse, abbracciandola. “Poi sei ancora più bella e tutti i giovanotti di Hogwarts…”

Roxanne si allontanò, scocciata. “Papà! Ha ragione la zia Ginny, sei sempre più geloso!” e così dicendo si allontanò con Lily, prendendo posto a tavola.

George rimase inebetito a guardarla, perso nei suoi pensieri, prima che il figlio lo strattonasse dicendogli che dovevano prendere posto.

Una volta che tutti furono seduti, Harry prese posto vicino a Ginny, che era stata zitta tutto il tempo. Lo aveva raggiunto dopo gli altri, ed aveva gli occhi lucidi.

“Amore, cosa c’è?” chiese preoccupato.

Lei lo fissò. “Niente, niente!” si affrettò a dire, ed il marito non poté replicare dato che un coro di: “Discorso! Discorso! Discorso!” era esploso dal centro della tavola, opera di James, Fred, Ron ed Hugo. Gli altri assentirono, divertiti.

Imbarazzatissimo, Harry si alzò. Sentiva le gambe tremargli: poteva anche avere quarant’anni, ma non sarebbe cambiato mai.

Si schiarì la voce, e gli parve di trovarsi ad una delle tante riunioni dell’ES per tutti gli occhi puntati su di lui.

“Ehm, beh… Salve!” disse, sentendosi uno stupido. “Innanzitutto volevo ringraziarvi di cuore per questa festa, è stata davvero una sorpresa! Non so di chi sia stata l’idea, ma ne ho una vaga idea” e guardò malizioso verso Ginny, che gli sorrise, “Immagino avrete collaborato, e vi ringrazio nuovamente. Cosa dire? I discorsi non sono mai stati il mio forte, e lo sapete, quindi dico solo che spero che continuerete ad essere al mio fianco anche durante quest’anno e poi… Volete la parte tragica della situazione?” chiese, quasi ridendo.

“Si!Si!”

“Bene! Quando era un ragazzino dubitavo di arrivare ai quarant’anni, quindi…” disse, cercando di rendere la cosa più leggera possibile.

I più piccoli risero, ma gli adulti all’inizio sembravano seri,nonna Molly compresa, e poi, Harry non seppe come, in due secondi si trovò Hermione avvinghiata al suo collo, commossa.

Hermione, la sorella che non ha mai avuto, la migliore amica che l’ha sempre aiutato.

Ricambiò la stretta, sentendo qualche lacrima bagnargli la camicia.

“Oh, Harry, scusa ma è così… commovente! Chi avrebbe mai immaginato che, dopo tante sofferenze, il giorno del tuo 40° compleanno saremmo stati qui tutti felici riuniti, con i nostri figli…” disse la donna con voce soffocata.

Harry non sapeva cosa dire, e fu grato ad Hugo che disse: “Mamma! Piantala, sembri peggio di Rose quando ci si mette!”

Ridendo, Hermione si allontanò, mentre Rose protestava. Eppure, quell’episodio aveva commosso tutti, che ora cercavano di ritornare allegri.

“Beh, penso che un brindisi sia d’obbligo!” intervenne nonno Arthur, seguito da mormorii d’assenso. Si alzò lentamente e riempì tutti i calici con la bacchetta.

“Ad Harry”  disse solennemente, alzando il calice. Tutti lo imitarono, e dopo qualche altra lacrima, la festa iniziò nel vero senso della parola.

Una lieve musica si spargeva nel giardino, opera di Ted, in sottofondo al chiacchiericcio della famiglia, accompagnando le loro conversazioni.

Alle estremità del tavolo erano riuniti i ragazzi, raccontando bizzarri episodi, e dopo di loro c’erano le ragazze, impegnate in importanti conversazioni. Al centro, Percy tediava suo padre con il resoconto degli avvenimenti al Ministero, Molly chiacchierava con Andromeda, Audrey ed Hermione sull’importanza della sicurezza ad Hogwarts, e dall’altra estremità Ginny, Harry, Ron, Hermione, Bill, Charlie, Fleur ed altri ridevano spensierati.

Era il momento di servire il dolce quando una figura alta irruppe nel giardino, scusandosi per l’interruzione.

Draco Malfoy guardava quella dolce riunione con un po’ d’invidia, anche se non lo avrebbe mai ammesso. Il mento appuntito e i capelli biondi, quasi bianchi, erano gli stessi di sempre.

“Scusatemi, non sapevo che ci fosse una festa in corso…” disse, con le guancie rosee per l’imbarazzo.

“Oh, Mal… Draco!” disse subito Ginny, stranita. “Non ti preoccupare, vieni, festeggia con noi!” aggiunse, raggiungendolo e cercando di essere cortese.

Draco arretrò di qualche passo. “Ti ringrazio, ma mia moglie e mio figlio mi stanno aspettando! Ero venuto solo per chiedere una cosa a Po… Harry” rivelò, sempre più imbarazzato a causa di tutti quegli occhi puntati su di lui. Lavorava nel dipartimento Auror vicino a quello di Harry e Ron, di cui era vice capo.

A Ginny si aggiunse Harry. “Non ti preoccupare Draco, me lo dirai dopo! Chiama tua moglie e Scorpius e festeggia con noi! Ai ragazzi farà piacere rivederlo!”

“No, no, grazie… E comunque auguri” aggiunse rigido come un palo.

“Grazie, ma insisto” disse irremovibile Harry. Perché voleva che il suo peggior nemico dell’adolescenza partecipasse alla sua festa? Forse perché voleva darci un taglio con quelle inimicizie, aveva quarant’anni ormai.

Draco sembrò sostenere una lunga lotta con se stesso, e alla fine disse: “Oh, se insisti! Va bene, vado a chiamare Astoria e Scorpius”.

Si allontanò, e Ron disse: “Ma è impazzito?” ma si zittì subito, dato che Hermione sembrava sul punto di ricominciare.

Poco dopo, ritornò con Astoria e Scorpius, che sembravano volersi fare piccoli piccoli. Il ragazzo fu accolto con gioia dai ragazzi, mentre Rose era rossissima in viso. Lily sembrava aver smesso di esistere, e lo osservava sognante.

Astoria prese posto vicino a Ginny e suo marito, imbarazzata per tutte le occhiate ricevute. Era davvero una bella donna, abbastanza alta e snella, con grandi occhi verdi e i capelli biondi, la tipica signora Malfoy. Si notava che era più giovane di qualche anno, anzi, sembrava dimostrare al massimo trent’anni.

Draco sembrava ancora un esce fuor d’acqua, e scrutò il figlio con invidia, vedendo che era perfettamente a suo agio tra tutte quelle teste rosse.

Ma, alla fine, non potendone più, Ron scoppiò. “E basta, Malfoy! Almeno per stasera dimentichiamo i nostri dispiaceri! Fingiamo di essere amici!”

Dopo secoli, l’ex mitico trio vide un ghigno comparire sulle sue labbra. “Ma come! Non mi avevi definito… mmm… Bastardo Doppiogiochista,o giù di lì?” chiese Malfoy.

“Beh, si, ma per stasera non voglio ricordarlo” disse Ron, che in realtà stava dicendo altro ma si era bloccato a causa di un calcio della moglie.

E poi, chissà come, Malfoy sorrise. “Va bene” disse, e sua moglie sorrise raggiante.

“Allora, Scorpius! Cosa mi combini?” chiese Albus mentre assaggiava dei pasticcini.

“Oh beh, niente” il giovane Scorpius scrollò le spalle, facendo ondeggiare i lunghi capelli biondi. “Mi sto allenando tutti i giorni, e poi… beh, ho fatto amicizia con Samantha Zabini” aggiunse, più colorato in volto.

“Ma già la conosci” puntualizzò Dominique, che faceva parte della loro comitiva.

“In senso che… Beh, ci esco insieme!” rivelò, davvero rosso. Cercò di non incrociare lo sguardo di Rose , dato che se lo sentiva sulla nuca.

Rose rimase fissa a guardarlo, come se non credesse ai suoi occhi.

Ti va di uscire con me ora che finisce la scuola, Rose?

Sei davvero carina, Rose.

Lasciate stare Rose!

Ti voglio bene, Rose.

Tante immagini le scorrevano davanti, ma sembravano aver perso il loro vero senso.

“Wow, mitico Scor! La Zabini è perfetta per te!” aveva detto improvvisamente Hugo, serio. “Perché un bastardo come te non si merita mia sorella!”

Inutile dire che la risposta fu accolta con un silenzio tombale, e la polemica si arrestò solo perché era arrivato il momento della torta.

Un coro di “Tanti auguri a te” invase il giardino, mentre Harry, dopo aver scartato i regali, sorrideva emozionato come prima, abbracciando la moglie.

“Ora capisco perché prima eri silenziosa” le disse. Vedendo che Ginny arrossiva, aggiunse: “Ormai ti conosco troppo bene. Hai pensato a tutta la nostra storia, e a Fred, Remus e Tonks che non sono più qui”

“Si, tesoro”  ammise la donna, stringendolo di più.

Sulla torta, quaranta candelina giacevano accese, attendendo di essere spente.

Harry soffiò, esprimendo un desiderio, facile da indovinare. Poi osservò tutti i presenti, Rose e Lily stranamente turbate come Hugo e Scorpius, i ragazzi un po’ imbarazzati, il suo figlioccio contento, i suoi migliori amici che battevano le mani, i cognati spensierati, i suoceri commossi come sempre, seppur molto invecchiati…

Avrebbe tanto voluto avere tanti momenti così gioiosi, da cui  avere così tanti bei ricordi.

Il tempo scorreva, e lui aveva tanta voglia di non perdersi nessun’attimo, nessun minimo scorcio di vita.

Ginny tagliò la torta, distribuendola dopo aver ringraziato Hermione per averla fatta davanti a tutti.

Vide Draco e Astoria assaggiarla silenziosamente, poi entrambi fare una piccola risata con George e Angelina.

“Hai chiuso, Scorpius!” urlò una voce isterica, che riconobbe essere Rose, la quale gli diede un sonoro schiaffo prima di allontanarsi con la sua corte.

Questa scena mi ricorda qualcosa” borbottò Ron, prima di correre ad accertarsi che quel Malfoy non avesse fatto niente alla sua bambina.

Hermione rise, suo malgrado, e Draco le disse: “Beh, mi auguro per mio figlio che tua figlia non abbia la tua forza, Granger. A volte mi sembra di averla guancia ancora dolorante”. Disse, riferendosi allo schiaffo ricevuto durante il loro terzo anno.

“Beh, io credo di sì a giudicare dallo sguardo di tuo figlio” rispose la riccia solare prima di allontanarsi, lasciandolo con l’ennesimo ghigno stampato in faccia.

Tutto sembrava essere ritornato come prima, pensò Ginny osservandoli, solo che ora il tutto era vissuto dai loro figli.

Riabbracciò Harry, soddisfatta. “Buon compleanno, amore” dichiarò, baciandolo.

“Grazie di tutto” disse sincero l’uomo, guardandola con i suoi adorabili occhi verdi, mentre dal piano di sopra si sentiva Rose dire: “Cacchio, Lily! E tu ora me lo dici!”.

Risero, per poi avviarsi vicino ai loro cari: la festa continuava!

*****

Salve! Ecco l’ennesima one-shot post DM. Cosa ve ne sembra? Ci ho messo un bel po’ a scriverla, e spero di non avervi annoiati a causa della sua lunghezza.

Non so come mi sia venuta in mente, anzi, in realtà non c’è una vera trama, più che altro è la descrizione della nuova generazione. Ma cosa posso fare se mi affascina così tanto?

Ho deciso di cambiare un po’ le cose, come Rose che gioca a Quidditch perché non mi andava di rappresentarla come la solita “Secchiona”, e mi andava di farla battibeccare un po’ con Lily a causa di Scorpius J

Poi altri personaggi, come Roxanne, li ho dovuti inventare di sana pianta, e mi è sembrato bello far avere una certa affinità tra Lily e Luna.

Beh, cosa dire? Il titolo l’ho preso dalla battuta di Ron, da come l’avrete capito. Mi aspetto qualche commento, fatemi sapere dove ho sbagliato! A presto, un bacione,

milly92.

  
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