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Autore: SummerRestlessness    31/07/2013    3 recensioni
[Ziall - accenni di Ziam e Larry]
La prima volta, Zayn ha paura di crollare e la stanza di Niall è semplicemente più vicina della sua. Dalla seconda in poi tutto diventa abitudine senza bisogno di spiegazioni, ma forse è solo che Niall è un bravo attore.
Genere: Angst, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Niall Horan, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
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3.


And I wanna kiss you, make you feel alright 
I'm just so tired to share my nights 

È sveglio, sdraiato sul letto a pancia in su a fissare il soffitto, ripensa a tutte le volte in cui Zayn è stato proprio tra quelle lenzuola, quando sente la maniglia abbassarsi e un imprecazione soffiata tra i denti quando la porta non si apre.

«Niall» dice la voce di Zayn dall'altra parte e Niall cerca di fingere con se stesso di non aver sentito, ma quando l’altro inizia a bussare sempre più forte alla porta non può più farlo. Mette la testa sotto al cuscino, ma all'ennesimo «Niall» è costretto ai suoi stessi nervi, più che da altro, a cedere. Si alza di scatto dal letto, ma all’ultimo momento, la mano già sulla maniglia, ci ripensa. Appoggia la testa contro la porta, chiude gli occhi e sospira. Prova a cancellare tutta la rabbia, tutto il dolore, tutto l’amore che sente. Prova a rinchiuderli in uno spazio della mente, prova a sorridere, ma non ci riesce. È come se tutti i muscoli del suo viso fossero bloccati. Respira forte, come per convincersi di essere ancora vivo. Quando gli sembra di sentire un eco di quel suo sospiro dall’altra parte della porta, gli crolla il mondo addosso.

Si decide ad aprire la porta. 

 

Qualche volta, Zayn è ubriaco quando entra nella sua stanza. Nel buio sbatte sempre contro il tavolino di legno, impreca con quel suo accento che diventa più marcato con l'alcool e poi ridacchia con quella sua risata acuta, da ragazzino. Niall, stupidamente, pensa che sia la cosa più adorabile del mondo. Poi si sposta e lascia che Zayn si sieda sul bordo del letto e lo fa sdraiare di fianco a sé, mentre quello continua a ridacchiare perso nel suo mondo.

Quelle sono le uniche volte in cui Zayn permette a Niall di abbracciarlo e di appoggiare la testa sul suo petto, per sentirne il battito accelerato. Una volta, dopo essersi scolato una bottiglia intera di vodka, finita poi ovviamente sul pavimento della stanza di Niall, Zayn gli ha persino detto «Ti voglio bene» appena prima di addormentarsi. Be', ha detto «I love you», ma Niall sa bene che non lo intendeva in quel senso. Poche ore prima di questo, Liam aveva litigato e poi fatto pace con Danielle al telefono, camminando per tutto il tempo per il salotto, incurante dello sguardo cupo di Zayn fisso su di lui. Niall si ricorda persino che maglia indossava Zayn quel giorno.

Un'altra volta, una fan aveva lasciato il suo numero a Liam e Liam non aveva accartocciato e buttato il foglietto, ma l’aveva ripiegato accuratamente e messo nella tasca dei jeans. Quella sera, prima di presentarsi alla porta di Niall, Zayn aveva fatto a gara con Harry a chi avrebbe retto più shots di tequila. Aveva perso.
Quella volta sono stati tutta la notte a guardare il soffitto e a parlare. Zayn, più loquace del solito, gli aveva raccontato schernendosi che se non fosse stato famoso avrebbe voluto fare l'insegnante di inglese e si era stupito quando Niall, invece di mettersi a ridere di lui e con lui gli aveva detto: "È una bella cosa-.

Altre volte hanno solo dormito, perché Zayn era davvero troppo sbronzo per fare altro. E a Niall è andata bene così: ha dormito meglio di tutte le altre notti, con il respiro forte e regolare di Zayn al suo fianco, il suo calore vicino e i suoi gomiti ossuti nel fianco.
Sono state le uniche volte in cui Zayn ha dormito nel letto di Niall tutta la notte. Le uniche in cui si sono svegliati insieme.

In fondo, se ci pensa bene, le volte in cui Zayn è ubriaco sono le volte che Niall preferisce.

Ed è forse la cosa più triste dell’universo.

 

«Che cazzo c'è?» sbotta quando la porta non è ancora aperta del tutto, fissando Zayn con sguardo rabbioso «Che cosa ha fatto stavolta Liam?» aggiunge tra i denti, sfidandolo con gli occhi «Si è rimesso con Danielle? Ha portato a casa un’altra ragazza? Ha guardato una cazzo di tizia sulla copertina di un giornale?? Cosa?!?»

Da quando è single, Liam passa praticamente tutte le sere fuori in qualche club. Da quando Liam è single, Zayn passa praticamente tutte le notti in camera di Niall.

Zayn ha gli occhi cerchiati di nero spalancati su di lui, indifesi, e i capelli flosci che gli ricadono sulla fronte ed è bello da far male. Abbassa lentamente gli occhi sulle sue mani come per cercare una risposta e solo allora Niall nota che c’è qualcosa di rosso. Per un attimo non riesce a mettere a fuoco e ancora ha sulla lingua la voglia di urlare, di dirgli di andarsene, di sbattergli la porta in faccia. Poi però realizza.

Sangue.

La mano destra di Zayn ha le dita piegate come se non riuscisse ad aprirla ed è ricoperta di sangue. Niall fa in tempo a vedere le nocche sbucciate e il tremore delle dita, della mano, di tutto il corpo del ragazzo; poi reagisce. Lo tira per un braccio dentro la stanza e chiude la porta con una mano, mentre con l’altra, senza lasciarlo, lo fa sedere sul bordo del letto. Zayn sembra sconvolto, non dice una parola e segue Niall docilmente, come non farebbe mai in una situazione normale. Basta pochissimo però perché il suo sguardo ritorni duro, scontroso, pieno di dolore.

«Cos’è successo?» chiede Niall con il tono più dolce che lui stesso abbia mai sentito uscire dalla sua bocca e le sopracciglia di Zayn si corrugano quasi istantaneamente.

«Niente» risponde quello distogliendo lo sguardo e fingendo di fissare interessato le lenzuola.

Niall sbuffa e mugugna qualcosa mentre si allontana, nonostante tutto a malincuore, da lui.

Dopo qualche minuto, si trova a pensare che c’è un limite anche alla sindrome della crocerossina, e questo viene decisamente superato quando ti trovi letteralmente a fare da infermiere ad una persona. Intanto che questi pensieri gli passano per la mente, Niall guarda sconcertato le sue mani che sorreggono quella insanguinata di Zayn e che, non sa nemmeno lui come, la puliscono e poi la fasciano con delle bende bianche sterilizzate che ha trovato per pura fortuna sfacciata in una vecchia scatola per le emergenze.

«Mi sono arrabbiato» mormora all’improvviso Zayn e Niall sobbalza lievemente, tirando troppo la benda. Zayn fa una smorfia di dolore, ma Niall non è sicuro a cosa sia dovuta.

«Con il muro della mia stanza» prosegue quello e la frase finisce in una specie di sorriso amaro, che si trasforma in una risatina e poi in uno sbuffo stanco. Le dita della mano sana di Zayn tracciano linee che solo lui può vedere sulla superficie liscia e candida del lenzuolo. Tutto tace, tutto rimane per un attimo sospeso e non c’è niente tranne Niall che tiene tra le sue mani quella ferita dell’altro.

Poi il biondo scuote la testa, sperando di riscuotersi anche da quell’apatia dolorosa in cui era caduto. Quello di Zayn che si fa del male fisico a causa di un dolore non fisico non è un pensiero che pensa di riuscire a sopportare. E non è nemmeno la prima volta che succede, a quanto sembra dalla moltitudine di quadri di dubbio gusto che ricoprono le pareti della stanza di Zayn e che Niall fa finta di non associare alla cosa.

«La devi smettere» dice rabbioso e spera che la sua preoccupazione non traspaia, spera che tutta la sofferenza che prova non straripi dai bordi di quella frase.

Non sente più niente, fino a quando «Sì, sì, la smetterò» farfuglia Zayn contro le sue labbra mentre cerca goffamente di liberarlo dalla maglia bianca lisa e stropicciata con la quale avrebbe dovuto dormire.

***

Dopo, Zayn non lo guarda in faccia nemmeno per un secondo. Va in bagno e poi, quando esce, si mette seduto sul bordo del letto, dando le spalle a Niall, il busto curvato in avanti.
«Hai chiuso la porta a chiave» mormora in tono piatto.
Niall respira forte e apre la bocca per rispondere, non sa cosa dire. Si alza dal letto sul quale era sdraiato e prende a passeggiare per la stanza di fronte a Zayn. «Sì, be', non volevo essere disturbato» dice gesticolando come per giustificarsi, dimenticandosi del modo in cui poche ore prima ha aggredito verbalmente Zayn e del vero motivo della sua risoluzione. Di solito, in situazioni normali, odia rispondere male, far star male gli altri anche solo a parole; non ne è proprio capace. Forse perché sa quanto male fanno le parole, sa quanto male fanno a lui.
«Da... me?» chiede Zayn alzando lo sguardo su di lui, tutto occhi limpidi e smarriti che brillano nel buio. E, cazzo, è così fragile e indifeso e, sì, spezzato, che Niall per un attimo vorrebbe solo stringerlo tra le braccia e dargli tutto quello che vuole, che sia il suo corpo, il suo cuore, la sua anima, un vagone di orsetti di peluche, il mondo intero, solo per farlo stare meglio. Solo per non vedere mai più quegli occhi stanchi e infelici e delusi. Ma poi si ricorda delle parole che Harry gli ha mormorato all’orecchio poche ore prima, salutandolo con un abbraccio sulla porta della sua stanza, «Lui non si merita questo, ma neanche tu». Distoglie gli occhi e con il tono più freddo che riesce a trovare dice: «Non é giusto. Questa cosa tra di noi, non è giusta».
Zayn si allontana un po' con il busto, come se fosse stato colpito da qualcosa. Poi i suoi occhi cambiano espressione; si alza da letto e alza una mano agitandola nell’aria mentre mormora «Ok». Apre la porta ed esce; se ne va, semplicemente e Niall chiude gli occhi per non vedere, per non sentire, e li riapre solo quando la porta della camera di fianco alla sua si chiude sbattendo. Poi, permette alle ginocchia di cedergli e cade sul pavimento, dove rimane raggomitolato come faceva da bambino quando voleva andare in campeggio e nessuno lo poteva portare.

 

4.

È mattino e come al solito, quando Niall si sveglia stropicciandosi gli occhi nella tenue luce che entra dalla finestra, Zayn non c'è. In più, stavolta, Niall è sdraiato sul pavimento. La schiena gli fa male e per qualche motivo sente gli occhi gonfi e pesanti. Il profumo di Zayn, tabacco e shampoo, aleggia ancora nella stanza e gli fa male alle narici. Gli viene da vomitare.

È quando si tira su a fatica ed esce dalla sua stanza diretto al piano di sotto per cercare qualcosa da mangiare - o forse solo per scappare da lì - che li sente.

«Cosa hai fatto?» dice la voce di Harry, minacciosa come non l'ha mai sentita. Da dove si trova, in cima alle scale, può assistere alla scena che si sta svolgendo oltre la porta che dà sulla cucina senza essere notato. Harry si rivolge a qualcuno che Niall non riesce a vedere; si china minaccioso con tutta la sua altezza su qualcuno e gli punta contro un dito, gli occhi infuocati. Niall rabbrividisce e pensa che probabilmente Louis ha di nuovo finito i suoi cereali preferiti.

«Cosa gli hai fatto ieri sera?» specifica Harry sempre più animato e Niall sobbalza. Ora ha paura di aver capito a cosa si sta riferendo. E a chi si sta rivolgendo.

«Lasciami in pace, Harry» dice infatti una voce profonda e triste. Zayn fa il suo ingresso nella visuale di Niall, facendo il giro del bancone al centro della cucina e prendendo con nonchalance studiata uno scone da un piatto.

«Aha, ti piacerebbe» insiste Harry con una risatina cattiva «Dimmi cos'è successo, cosa gli hai fatto ancora!»

«Tu non sai niente! » ribatte allora Zayn guardandolo finalmente negli occhi «Come osi... »

Harry ha gli occhi enormi e sembra a un passo dall'impazzire: «Ero qui ieri sera, ho sentito tutto! E poi so tutto! Tutto hai capito? Ne so persino più di te!»

Zayn spalanca gli occhi sconcertato e sta per ribattere, quando Niall sente un'altra voce intromettersi: «Poco casino, qui c'è gente che vorrebbe dormire! » esclama scherzoso quello che non può che essere Louis. Niall lo vede apparire nella stanza dallo spiraglio della porta, scalzo e con indosso un paio di pantaloni della tuta e una maglia nera e vede la sua espressione giocosa cambiare immediatamente quando lancia uno sguardo nella direzione di Harry.

«Cosa succede? » chiede allora incuriosito e lievemente preoccupato, senza staccare gli occhi tesi di dosso da Harry.

«Chiedilo a lui» sbotta questo indicando Zayn che ora volta le spalle a entrambi, intento a masticare svogliatamente la sua colazione.

«È lui che fa continuamente casini» aggiunge Harry «È lui che sta male e deve far star male anche tutti gli altri con... »

Zayn si volta di scatto e sbatte il palmo sul marmo del bancone: «Adesso basta! Come ti permetti? » sputa fuori «La permanente deve averti dato alla testa, ragazzin... »

«Come mi permetto? » replica Harry gesticolando «Sei solo un idiota viziato che vuole sempre e solo quello che non può avere! » continua mentre Zayn lo fissa con uno sguardo che potrebbe incenerirlo. Harry però continua: «Sei uno stronzo egoista, un narcisista che pensa solo a se stesso e mai agli altri, un insicuro che ha bisogno della costante approvazione di qualcuno…»

Zayn china la testa, sbriciolando con le dita la brioche e fingendo di non ascoltare. Poi la rialza ma fissa il muro alla sua sinistra, scuotendola leggermente senza più rabbia ma solo desolazione.

«E a cui non interessa» continua Harry imperterrito «se ferisce questo qualcuno perché tanto è lui l'unico che importa... »

«Ora basta, Haz».

La voce di Louis è tranquilla e pacata ma ferma e decisa e qualcosa nel suo tono convince Harry a interrompere la sua filippica. È che Harry ne sa molto di più di tutti di questa storia, ma forse Louis è più incline a capire le situazioni. Infatti, scruta preoccupato il viso di Zayn ancora per un attimo; poi prende Harry per un braccio e lo spinge fuori dalla cucina e poi su per una rampa di scale verso l'altro lato della casa, dove ci sono le loro due camere da letto.

Harry protesta lievemente, «Ma Lou, lui ha», ma «Lo so, Haz, lo so. Ma ora lascialo stare» replica Louis con voce tranquilla e Harry gli permette di portarlo via. Zayn, rimasto solo in cucina, ignaro di essere osservato da Niall, lascia cadere la testa finché il mento non tocca il petto. Poi si passa una mano sugli occhi come se gli facessero male e Niall potrebbe giurare di vedere qualcosa di bagnato luccicare sulle sue dita.

   
 
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