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Autore: VexDominil    01/08/2013    1 recensioni
Una scelta è sempre una scelta. Anche se presa per le decisioni sbagliate.
Genere: Azione, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Incompiuta, Tematiche delicate
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Quando tieni stretta la loro attenzione, cuori e menti seguiranno.Terry Pratchett
 
Saverio si guardò attorno ammirato: il luogo dove si trovava non era la classica topaia dello spacciatore o del piccolo delinquente con cui aveva rapporti, nemmeno l'opulente e trash, almeno a suo modesto parere, villa di Tommy Busco che ormai gli era più famigliare della propria faccia.
"Almeno questo pezzente ha un minimo di gusto. E non spende tutti i NOSTRI soldi guadagnati in dorature e stupidaggini varie. Ma potrei sbagliarmi e magari se aprissi la porta giusta ci troverei un covo di prostitute o  un bagno con i rubinetti placcati d'oro. In questo caso sarebbe davvero interessante sbandierare agli altri capi come il nostro carissimo boss viva di rendita grazie allo sforzo di tutti noi. "
Saverio disprezzava in modo devastante il nuovo signore della malavita, ma a lui non era piaciuto nemmeno quello prima e di certo non avrebbe apprezzato quello dopo.
Gli andavano a genio solo dopo essere stati detronizzati, cioè ammazzati, il più delle volte e servivano solo per fare da confronto alla situazione attuale.
Nessuno era mai sul serio fedele al boss di turno, anche se non pretendeva troppo o durava a lungo: tanto un giro di giostra dopo sarebbe caduto. Ci poteva essere la paura, l'odio e la ribellione di quelli troppo stupidi e avidi, ma vera fedeltà non si vedeva mai da quelle parti. A parte per i vari gruppi: di solito erano famiglie intere ma c'erano piccole bande composte da persone con nessun legame di sangue tra loro. Non tutti erano come i Busco: non si poteva facilmente avere la stessa influenza e lo stesso potere di quelli che avevano almeno quattro generazioni di banchieri, politici, costruttori e proprietari terrieri.
Tommy Busco gli sfiorò il braccio per richiamarlo alla realtà: stavano per essere ammessi all'augusta presenza del capo dei capi.
Sal si preparò mentalmente ad entrare nella sala e mosse un po' le spalle mentre ripassava quello che non doveva fare al colloquio, come insultare, mancare di rispetto, perdere la calma. Se li ripeteva sempre come un mantra prima di qualsiasi incontro e magari, se la fortuna era con lui, nessuno lo avrebbe interpellato. Tanto era solo un amministratore di Busco. Tanto era solo il suo braccio destro. Tanto era solo una presenza necessaria ma non doverosa.
Di certo non avrebbe destato nessuna curiosità in Ebneye Raza: era solamente uno dei tanti segretari che quelli davvero importanti si portavano dietro.
In realtà Saverio era molto curioso di vedere questo personaggio misterioso che voleva prendere i loro guadagni come se fossero piovuti dal cielo; infatti, a parte Tommy e pochi altri fortunati, gli altri del gruppo non lo avevano mai visto.
In teoria quell'incontro era per incontrare i capi delle varie bande, in realtà era stato pianificato per ottenere la loro fedeltà.
Saverio strinse l'orlo della sua giacca grigia per il nervoso: non era la prima volta e non sarebbe stata l'ultima  che Busco lo portava con sé alle riunioni di quel tipo, ma si sentiva sempre un oggetto di scena al pari del fermacravatte d'oro con le iniziali che il suo capo indossava in quel momento.
Quest'ultimo appariva molto rilassato e sembrava quasi stesse partecipando a un allegro barbecue piuttosto che stando per entrare nella tana del lupo.
Tutto il suo corpo indicava potere e sicurezza, dalla punta delle scarpe di cuoio al panama bianco che gli ornava il capo. Non era mai stato un tipo discreto, almeno nell'abbigliamento e quel giorno sfoggiava un buon completo arancione a righe sottili nere, distanziate una dall'altra un centimetro buono. La cravatta aveva dei disegnini che in quel momento non voleva analizzare.
Insomma, tutto il contrario del sobrio guardaroba da beccamorto di tutti gli altri invitati alla festa.
Finalmente una guardia del corpo aprì le porte che dividevano le due stanze e tutti affluirono nell'altra.
Saverio si sentì stranito: che razza di mente aveva uno che arredava in modo elegante la propria sala d'aspetto per lasciare austero e mezzo vuoto lo studio? Sempre che quelle quattro mura bianche lo fossero.
Era di grandezza media, abbastanza capiente per contenere la maggior parte dei capi di tutta la città, comprese quelle più piccole, ma conteneva in fondo solo una scrivania di legno chiaro con una sedia dietro e almeno un centinaio di quelle pieghevoli davanti.
Il primo pensiero di Sal fu:"Sembra una cazzo di sagra."
Anche tutti gli altri storsero il naso di fronte a quella sistemazione: in fondo alcuni di loro facevano il bello e il cattivo tempo a Egris e non volevano stare seduti su quei cosi come gli ultimi dei miserabili.
Ciò nonostante ci fu quasi una zuffa per accaparrarsi i posti davanti mentre lui guardava la scena attonito e Busco ne uscì vincitore, riuscendo ad ottenere ben due sedie di fronte alla scrivania.
Quello che Saverio non si aspettava era che Tommy lo invitasse a sedersi poiché aveva immaginato che lo riservasse a un alleato o comunque a qualcun altro. Forse aveva sentito puzza di guai e lo voleva vicino per essere protetto.
Quanto alle sue sensazioni, non era affatto tranquillo: tutto quello che aveva pensato su Raza si era dimostrato sbagliato e non si capacitava ancora di quel cambio improvviso e brutale di arredamento.
Quando si furono tutti sistemati ai loro posti, bisticciando come comari che volevano aggiudicarsi la fila migliore in chiesa, entrò quello che, se non lo era già, sarebbe diventato il loro capo.
Saverio lo fissò accigliato mentre questo li salutava e si sedeva alla scrivania: il tratto più marcato di Ebneye era l'indefinibilità.
Occhi, capelli, vestiti, età: non si riusciva a distinguere i colori di quell'uomo e a tratti, se lo si guardava con la coda dell'occhio, sembrava scomparire nel muro.
Sal cercò maggiori dettagli del carattere di Raza nei dettagli del suo abbigliamento, ma, a parte un po' di trascuratezza e pieghe, non risultò nulla. Non sembrava nemmeno portare una pistola, anche se quello era piuttosto comprensibile: erano tutti nella sua villa e lì fuori probabilmente c'era uno squadrone di guardie armate. Per non contare le telecamere e i trucchetti nascosti installati di sicuro negli angoli.
Pur guardandosi in giro cercando di non dare nell'occhio, lui non vide nessuna trappola e questo, ragionò lui, poteva significare solo due cose: o era tutto nascosto in modo magistrale o l'altro non aveva installato nulla, basandosi ciecamente sul proprio potere.
Saverio sperava la seconda: il nuovo capo non gli piaceva affatto.
La riunione fu, stranamente, calmissima e a tono contenuto, niente a vedere con le solite litigate furiose a cui era abituato.
Ebneye era segaligno e allampanato, con i tratti del volto affilati e pronunciati, e aveva una voce che, pur bassa, metteva in soggezione, aiutata dal pesante sarcasmo che aveva già fatto delle vittime tra i capi.
Sal lo ammirò per questo, ma si rendeva conto che si stava già facendo dei nemici: a quelli non piaceva passare per stupidi.
Insomma, stava tutto procedendo tranquillamente quando uno capo delle bande più piccole, la Loony, si alzò improvvisamente in piedi, dopo essere stato schernito da Raza, e gli gridò: "Fai tanto il pezzo grosso, ma tanto sei solo la nostra marionetta: quando ci stuferemo, ti taglieremo i fili! E col cazzo che verserò 55% delle mie entrate a te, coglione!"
Tutta la sala, che si era voltata per ascoltare, gelò sul posto quando Ebneye si alzò dalla sedia strascicandola e si avviò verso colui che aveva parlato, rispondendo nel frattempo:"Prima di tutto, è il 65%, è inutile che cerchi di fare la cresta. Poi chi dice che non sia il contrario, in realtà? Voi siete a casa mia, seduti su pezzi di legno di infima qualità, mentre nelle vostre ville avete tutte le sedie più confortevoli mai create. Ti sei chiesto perché, quando vi ho chiamato qui, siete venuti in frotte? E non credo proprio che qualcuno mi taglierà i "fili", al massimo tutto il contrario."
A quel punto era arrivato vicino al suo interlocutore e gli sorrideva dolcemente.
L'altro lo fissava angosciato, sicuro che sarebbe accaduto qualcosa di sgradevole. Saverio stesso si rese conto di stare trattenendo il fiato, in apprensione: cosa avrebbe fatto ora?
L'intera assemblea sfiorò per tranquillizzarsi le armi nascoste dagli strati di tessuto ma nessuno era davvero calmo: anche Busco era teso e aveva i palmi delle mani tesi fino all'inverosimile.
Si sentiva nettamente l'elettricità della stanza convogliarsi in un unico punto sopra la testa di Ebneye.
Qualcuno, in seguito, giurò di aver visto un piccolo fulmine brillare.
Tutto tremava di aspettativa, persino la scrivania cigolò, quasi non riuscisse a sopportare un altro attimo di quella situazione terribilmente statica.
Raza riuscì però a stupirli tutti: tornò alla sua scrivania continuando a parlare mentre guardava davanti a sé:" Siete tutti in mio potere, che lo sappiate o no. So tutto di voi e la conoscenza è potere."
A quel punto era in piedi dietro il mobile e si stava allungando verso la platea che lo guardava ancora perplessa. Il tono era leggermente più alto e Saverio si accorse che molti si stavano incassando nelle spalle. "Sembrano bambini sgridati dalla maestra."
"So il vostro secondo nome, so da chi vostra figlia compra le canne, so dove vostra mogli compra il pane, so addirittura quante volte vostro figlio si masturba.
So delle vostre amanti, so delle vostre scommesse sui cavalli, so quanti capelli vi rimangano in testa, so quanto alcol bevete, quanto cibo mangiate, quante volte vi grattate...  So. So. So. E questo è solo un assaggio su quello che conosco su di voi e sull'intera la città. Quindi, fate due conti e pensate alla vostra incolumità, al vostro potere e alla vostra ricchezza. Posso distruggere l'abitante di Egris più onesto con due parole: pensate a quante ne userei per voi."
Soddisfatto per quel discorso, Ebneye esibì un sorrisetto sardonico e li invitò a uscire.
Lentamente tutti si alzarono, shockati da quell'orazione e con un senso di minaccia ben presente intorno a loro. Nessuno si fermò a chiacchierare con gli altri, ma filarono tutti via alle automobili.
Saverio non aveva mai visto Tommy Busco così preoccupato da non chiedergli cosa ne pensasse.
Capì che si prospettavano tempi duri per tutti loro.
Il giorno dopo girò la notizia che il capo della Loony era scomparso. Un brivido percorse le schiene di tutti i criminali della città, ma un po', dal resoconto della riunione, se l'aspettavano.
Due settimane dopo, Saverio ricevette la telefonata del capo di un'altra banda che voleva assolutamente parlare con Busco perché un barbone senz'occhi che affermava di essere appartenente alla Loony cercava di essere ammesso alla sua presenza. Si seppe che tutta quella banda si era volatilizzata, tranne per quel essere umano in fin di vita e con le orbite vuote.
Nel pomeriggio sei dei capi più importanti ricevettero un enorme pacco.
Quando lo aprirono ci trovarono un cadavere quasi irriconoscibile, sanguinolento e ridotto quasi ad un unico blocco di carne, indistinguibile, e un biglietto firmato E.R.:" Cuius testiculos habes, habeas cardia et cerebellum. Quando tieni stretta la loro attenzione, cuori e menti seguiranno. "
Saverio, appena lo vide, corse in bagno a vomitare l'anima e  capì che tutti avevano sottovalutato Ebneye: non era di certo una persona comune, che si potesse manipolare, e la città di Egris avrebbe di sicuro assaggiato ben presto la pasta di quell'uomo.
"In un modo orribile di certo. Condito con sangue, viscere e cervella."
Era tremendo per Saverio, ma dovette ammetterlo: aveva paura di quello che avrebbe riservato il futuro.
Pensava che stando così vicino ai Busco il terrore della morte non lo toccasse: ora invece capiva di essersi sbagliato di grosso. Non avrebbe mai voluto sapere cosa gli avrebbe fatto Ebneye se non gli fosse stato simpatico.
 
 
 
 
 
Angolo dell'autrice che non sa se essere fiera o no di questo capitolo:
Ciao a tutti!:)
In questo capitolo, una volta tanto, c'è un po' d'azione!
Ok, è anche parecchio violenta ma ci voleva, che ne dite?
L'unica nota riguarda questo nuovo personaggio, Ebneye Raza:
è un misto di tutti i capi malavitosi e no di cui ho letto.
Per chi intende, è un po' Lord Vetinari di Terry Pratchett e un po' Capa Barsavi de "Gli inganni di Locke Lamora". Pure il cognome è il nome di un altro Capa dello stesso libro.
Il nome è mio ed è orribile, lo so, ma per aver premuto dei tasti sulla tastiera a casaccio non  credo si potesse ottenere di meglio.
Grazie a chi recensisce, a chi segue e a chi legge questo "capolavoro", ma un ringraziamento particolare va a Acquamarine_ perchè se non ci fosse, sarei sommersa dai miei stessi errori.:D
Adieu!
Vex
  
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