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Autore: _KaTeRiNa_    01/08/2013    0 recensioni
Ginevra, è una ragazza di 19 anni, con una madre morta in un incidente stradale, un padre menefreghista, una matrigna alla cenerentola, un fratello che chi sa che fa per campare, e una migliore amica, forse l'unica che le è sempre stata veramente vicino. Un giorno conosce Andrea, un ragazzo... Ma la sua poca fiducia la spinge a mentirgli sulla sua identità, ed è così...
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago
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POV GINEVRA
Era sera, ma non una di quelle serate qualsiasi, quelle che ti rigiri i pollici non sapendo che fare; era una di quelle serate che te lo senti dentro che ti succederà qualcosa, qualcosa di speciale, qualcosa che cambierà il tuo destino…
Mi trovavo dietro il bancone del pub, dove, a insaputa di tutti, lavoravo per poter guadagnare i soldi per gli studi all’università, che la moglie di mio padre non voleva darmi, perché lo riteneva uno spreco di denaro inutile.
Terminai il mio turno, ma come ogni sera, rimasi nel pub per bere con mille pensieri che mi attraversavano la mente e centomila cose da voler fare. Iniziai a bere qualche birra, tanto per dimenticare i miei problemi, una matrigna alla “cenerentola”, un padre che lo vedi un giorno no, e uno neanche, una madre morta, un fratello che chi sa per vivere cosa fa, e i ragazzi che ci provano con me solo per chiedere ‘me la dai?’… che vita di merda. Mentre bevevo birre a più non posso, mi si avvicinò uno dall’aspetto di un ragazzo ‘me la dai?’, e io ero già pronta a rifiutarlo, quando scherzando si sedette vicino a me e disse,
-non ho mai visto una ragazza bere così tante birre di seguito.
-con tutti i problemi che mi ritrovo, potrei scolarmi una birreria intera.
-un giro per me e la ragazza.- disse. E poi rivolto a me, offro io.- riprese –piacere Andrea. –terminò.
-piacere Matilde.- Mentii, perché, io, dei ragazzi, non mi fido più.
Parlammo fino a notte fonda, del più e del meno, dei miei problemi, dei suoi, del suo ragionamento, che ora comprendo alla grande, delle nostre famiglie, e scoprì che avevamo molto in comune, partendo da un genitore che non c’è più. Mia madre è morta in un incidente stradale quando io avevo poco più di 5 anni; suo padre è morto anche lui a causa di un incidente stradale quando Andrea aveva 7 anni… Questa cosa ci ha legato molto. Cosicché intorno alle due, decise di riaccompagnarmi a casa, tecnicamente ero troppo ubriaca per guidare e troppo traballante per camminare. Quando rientrai trovai mio padre sul divano in una fase di dormiveglia, corsi in bagno, mi sciacquai il volto per non far vedere la sbornia e mi accoccolai vicino a lui, cercando un po’ di conforto da parte sua… la mattina mi ritrovai ancora abbracciata a lui, anche se non me lo spiegavo il motivo della sua presenza, perché per me vederlo era raro…
POV ANDREA
Era molto tardi, per me era una di quelle serate “NO”, avete presente quelle sere che ti sembra che tutto il mondo ti stia crollando addosso?, ecco, era una di quelle serate.
Uscì per liberare la mente dai cattivi pensieri che me la riempivano, vagando per la strada, incrociai un pub, così decisi di entrare per prendere un po’ di alcool così da dimenticare ciò che mi succedeva intorno.
Appena entrai mi accasciai sul primo tavolo che trovai, ordinai una birra, ma poi il mio sguardo cadde su una ragazza, era proprio carina, mi sembrava leggermente ubriaca, da quando ero entrato si era già scolata due birre tutte d’un fiato. Mi alzai e mi avvicinai a lei, e le parlai, ci presentammo, quando ad un certo punto riuscì a guardarla negli occhi, notai che li aveva lucidi, come dopo aver pianto ore intere. Le chiesi, cercando di non essere indiscreto la ragione delle lacrime, ed è così che cominciammo a parlare. Parlammo tanto, e scoprimmo di avere molto in comune, partendo dalla mancanza di una figura materna, per lei, e paterna, per me. Scoprimmo anche che i nostri genitori erano morti entrambi in un incidente stradale.
Erano circa le due, quando mi accorsi che Matilde, così si chiamava quella ragazza, stava morendo di sonno, così le offrii un passaggio, dato che era troppo ubriaca per guidare e non avrei mai permesso che andasse in giro a quell’ora sola per le strade. La riportai a casa, e quando fui sicuro che stesse a casa, ritornai nella mi casetta, dove mia madre, che ormai già dormiva, aveva provato ad aspettarmi. Poi crollai sul letto accanto a lei, mi piaceva abbracciarla, mi faceva ritornare bambino, ma allo stesso tempo mi faceva sentire l’uomo di casa…
 
 
 SPAZIO AUTRICI:
Questa storia è stata scritta da me e dalla mia migliore amica. (Demidonotgiveup). 
Che ne dite? Ci stiamo impegnando tanto. Se vi piace, recensite e dite ciò che pensate, se vi piace continuiamo. 
Baci Baci.
  
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