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Autore: MaryIsmyname    01/08/2013    4 recensioni
Lauren Brown è una timida ragazza canadese, con una paura enorme per gli aerei, così folle che la costringerà a dire tutte le sue paure e i suoi pensieri al suo compagno di posto che è tutt'altro che un semplice ragazzo.
Una serie di guai, per uno stupido scherzo del destino metterà a dura prova i due ragazzi, che a poco a poco dubiteranno della loro fortuna.
Uno strano incontro segnerà la vita di Lauren Brown ed Harry Styles e forse anche un semplice sconosciuto potrebbe diventare il ragazzo più 'Irresistibile' di questo mondo.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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Chapter One.

-Ready or Not-



 
“You’ll be my William, I’ll be your Kate
Livin’ like a fairytale”

<< I PASSEGGERI DEL VOLO 562 SONO PREGATI DI PRESENTARSI AL GATE 14 PER L' IMBARCO. RIPETO I PASSEGGERI DEL VOLO 562 SONO PREGATI DI PRESENTARSI AL GATE 14 PER L'IMBARCO >> disse una vocina metallica all'aeroporto di Toronto. << Tesoro è il tuo volo >> disse dispiaciuta mia madre, mentre cercava di asciugarsi una lacrima che le aveva solcato il viso e che cercava di nascondere. << Mamma vado da papà, non vado in guerra >> dissi abbracciandola. << Lo so, ma non posso credere che da oggi la mia piccola non abiterà più con me. Mi mancheranno i tuoi vestiti sparsi per la casa e tu spaparanzata sul divano ad ogni ora della giornata.. >> disse mia madre continuando a piangere come una fontana. Mamma e papà erano separati da quando avevo tre anni, poi papà era andato a stare a Londra, e mamma era rimasta in Canada con il suo nuovo compagno, ed ora per lavoro si sarebbero dovuti trasferire in giro per l'America, e io non me la sentivo di restare sola praticamente ogni giorno.. e poi mi sarebbe piaciuto rivedere papà! Non lo vedevo da quando avevo cinque anni. Ogni anno mi mandava i regali di Natale, del compleanno e fino a quando avevo dieci anni era venuto da noi per il giorno del Ringraziamento. << Anche tu mi mancherai, ma devo partire >> dissi mettendomi a tracolla la borsa firmata Louis Vitton. << Ciao Lauren >> disse mia madre salutandomi con la mano, sforzandosi di non piangere.

<< Grazie per aver scelto la nostra compagnia aerea signorina.. Brown il suo posto è quello là in fondo >> disse una hostess con i capelli biondi lucenti raccolti in una crocchia ordinata. << Grazie mille >> dissi sorridendo nervosa. Seguii le indicazioni della donna, fino ad arrivare al posto 14 C, posto vicino al finestrino. Accanto al posto, era seduto un ragazzo con i capelli marroni e ricci, occhi verdi smeraldo e un sorriso sbarazzino. Era al telefono, e da come parlava sembrava stesse parlando con una ragazza. << Okay, okay.. Zayn sa già a che ora deve venire a prendermi.. si, si. Verrò a trovarti, adesso devo chiudere! Ti voglio bene, ci vediamo >> disse concludendo la chiamata con quella che probabilmente era la sua ragazza. << Non sapevo che assumessero hostess così giovani >> disse guardandomi. << No, non sono un hostess ragazzo con un cespuglio in testa, e comunque vorrei passare dato che quello è il mio posto >> dissi indicando il posto accanto al finestrino. << Oh, scusa >> disse facendomi accomodare. << Mi voglio scusare ancora per essere stato così scortese >> disse porgendomi la mano. << Posso offrirti un caffè o un cappuccino? >> continuò incalzante durante il viaggio. << No, odio entrambi. E comunque non riesco a pensare al cibo quando ci sono queste turbolenze.. ed ora vorrei dormire se domani mattina voglio essere in forze >> dissi piuttosto acida. << Non mi dire che hai paura degli aerei? >> disse prendendomi in giro. Non risposi alla sua provocazione, anche perché mi costava ammettere che era vero: avevo una terribile fobia degli aerei e devo anche aggiungere che non ero mai stata così agitata in tutta la mia vita, neanche quando io e la mia amica Kerstin avevamo assistito al concerto di Justin Bieber; così mi limitai ad appoggiare il cellullare sul piccolo banchetto davanti a me, ed iniziai a chiudere gli occhi.
<< Chiedo ai passeggieri di allacciarsi le cinture di sicurezza, ci sono delle turbolenze >> disse una vocina metallica trapanandomi l'udito. << Oddio! >> urlai sentendo vacillare l'aereo.    << Ehy piccola non devi fingere per stare vicino a me >> disse il ragazzo riccio. << Che? -chiesi staccandomi da lui- Tu? Bleah? >> << Si, guarda che molte ragazze pensano che io sia davvero molto carino >> disse sfoderando un sorriso beffardo. << Si, va bene Mister Egocentrico >> dissi continuando a sbarrare gli occhi mentre sentivo ancora l'aereo muoversi. << Non voglio morire >> sussurravo.
E poi esplosi: << Odio quando la mia migliore amica finge di ascoltarmi, odio quando non trovo nessun taxi disponibile ed inizio a maledire tutto intorno a me, odio i ragazzi che credono che io sia una facile, odio il nuovo compagno di mia madre che sembra essere il marito perfetto, ho buttato il quadro della foto del secondo matrimonio di mia madre fingendo che non ne sapessi niente, il primo bacio che ho dato è stato ad uno di cui non ricordo nemmeno il nome, il mio ragazzo ideale deve soddisfare tutte le categorie della mia lista speciale e credo che le star siano tutti dei grandi vanitosi >> dissi tutt'un fiato.   << Ehy, guarda che la turbolenza è finita >> disse sorridendo il ragazzo. Perfetto, avevo raccontato molte delle mie cose private ad un perfetto sconosciuto che per tutto il tragitto aveva solo pensato a rompermi le ovaie. Gesùùùùù quel ragazzo era peggio di qualsiasi commedia romantica, dove ovviamente tu mentre vedi lei stare con un altro ragazzo urli in lacrime 'perchè non ritorna dall'altro? sono fatti l'uno per l'altro'. Non avevo il coraggio di guardarlo, non dopo avergli raccontato tutte quelle cose, così mi limitai ad accucciarmi su me stessa e pensai solamente a chiudere gli occhi.
<< Scusa, siamo arrivati >> mi sussurrò una voce. Mi stropicciai gli occhi per bene, per poi ritrovarmi a pochi centimetri dal cespuglio vanitoso. Mi staccai da lui, e poi lui si alzò. Davanti a me c'erano due IPhone neri simili, mi ricordai che il mio era alla destra e così lo afferrai e aspettai che lui prendesse l'altro per poi alzarsi per uscire. << Arrivederci e benvenuti a Londra >> disse la stessa hostess di prima. La salutai con uno strano sorriso piuttosto finto, e mentre scendevo dalla scaletta mi strinsi nel mio giubbotto. L'aria pungente di metà novembre iniziava a pizzicarmi il naso e a farmi congelare il naso. Attraversai come gli altri passeggeri la pista d'atterraggio e poi feci il controllo documenti. << Signorina ha diciasette anni, dove sono i suoi genitori? Ha qualche persona maggiorenne che l'ha accompagnata? >>. Lo sapevo che mi avrebbero fermato per l'età, lo sapevo che a Londra erano così rigidi.. ma uffa! Avevo diciassette anni e mezzo.. e sarei diventata maggiorenne tra qualche mese. << Io, ehm, veramente... >> << Tesoro! Eccoti, dov'eri finita? Non riuscivo a trovarti! >> disse lo stesso ragazzo di prima. << E lei sarebbe? >> chiese la signora del controllo documenti. << Sono il suo fidanzato maggiorenne >> disse cingendomi i fianchi. Cercai di essere più convincente possibile.. ma perché lui mi stava offrendo un aiuto? In fondo, ero solo la ragazza che aveva scambiato per un hostess, la stessa che per paura che l'aereo cadesse aveva rivelato molte delle sue cose private.. una piuttosto normale ovviamente.   << Perfetto, potete passare.. buon arrivo a Londra >> disse facendo un sorriso. << Arrivederci >> disse il ragazzo prendendomi le valigie. << Okay, grazie per aver recitato insieme a me.. ma adesso basta >> dissi fermandolo, mentre lui si stava già dirigendo fuori l'aeroporto di Greenwich. << Ehy, volevo solo scusarmi ancora per averti scambiata per un hostess >> disse davvero mortificato. << Beh, grazie per l'aiuto ma adesso devo davvero andare >> dissi dirigendomi verso l'uscita, sperando di arrivare in tempo per prendere la navetta.

<< Papà >> dissi entusiasta saltandogli al collo, mentre lui si occupava di stringermi a sè. << Guarda come sei cresciuta, non ti ricordavo così grande! >> disse emozionato. << Anche tu sei cresciuto >> dissi sarcastica. Ammetto che l'ultima volta che l'avevo visto avevo undici anni e portavo dei brutti occhiali RayBan.. e di certo non avevo previsto che sarei cresciuta di almeno venti centimetri durante l'estate, che avessi lasciato crescere i miei bei capelli biondo cenere, e che il mio corpo fosse cambiato così tanto. Ovviamente tutti l'anno dopo a scuola non riuscivano a credere della mia trasformazione.. la mia peggior nemica pensava addirittura che fossi ricorsa alla chirurgia oppure un'altra diceva che gli alieni mi avevano rapita.. ma lasciamo stare. Con l'aiuto della metropolitana arrivammo a Marshall Street, la zona dove abitava papà, e dove io avrei abitato almeno per un bel po' di anni. << E questa è la tua nuova casa tesoro >> disse mio padre aprendo le porte dell'appartamento. Il salotto era enorme, con molta luce naturale e al centro della stanza c'era un bel divano comodo e un tavolino di legno d'acero. Le finestre davano su una strada, da dove riuscivo ad intravedere un negozio Apple, e in quel momento anche un bel pullman londinese. Ovunque guardassi c'erano turisti che chiacchieravano felici con il loro vicino e ridevano per chissà che cosa.. Mi guardai intorno, incapace di formulare alcuna frase sensata. "Avanti, basta il soggetto, il verbo e qualche complemento oggetto" mi disse una vocina nella mia testa. Perfetto, ora iniziavo a parlare da sola, e poi non era una voce qualunque.. era una vocina assillante! "Ehy, semmai l'assillante tra le due sei tu.. per tutti i lustrini sbrilluccicanti hai una pessima cera.. hai bisogno di una doccia e di un bel po' di trucco.. come minimo" continuò. Okay, forse era vero.. "Logico che ho ragione.. insomma sono Cameron Diaz.. mica una stupida qualunque" Ecco dove l'avevo già sentita quella voce odiosa.. nel film 'Bad Teacher'. << Lauren, vieni.. ti mostro la tua camera >> disse mio padre mentre cercava di portare le mie valigie in giro per la casa. Mi mostrò una grande camera da letto, con pareti bianche ed arancioni e un computer Mac appoggiato sulla scrivania bianca. Dalle finestre enormi entrava molta luce e la vista era pazzesca. "Sai quante feste potremmo fare in questa casa? Avanti, vai fuori e fatti un bel po' di amici..." ricominciò a parlare quella vocina. << Basta >> urlai. << Ehy, Lauren.. che succede? >> chiese mio padre preoccupato. << Niente, non ti preoccupare.. vado a farmi una doccia e poi potremmo andare in giro per la città >> dissi cercando di mascherare quella che poteva essere considerata come la seconda figura da scema della giornata.. ed erano solo le nove e mezza della mattina! << Veramente.. tesoro, dovrei andare a lavoro alle dieci. Lo so, lo so che avrei dovuto rimanere con te oggi, ma ho una riunione importantissima e non posso rimandarla. Sarò a casa oggi alle quattro >> disse dispiaciuto. << Va bene, ma stasera andiamo a mangiare fuori, perché almeno da come ricordo non sei certo Gordon Ramsay >> dissi ridendo. << Va bene! Adesso scappo, per gli asciugamani trovi tutto in bagno.. e in poco tempo vedrai che riuscirai ad ambientarti >> disse baciandomi sulla fronte e lasciando un mazzo di chiavi sul tavolo. "3..2..1 SI INIZIA IL PARTYYYYYY" urlò a squarciagola la voce. << No, adesso mi faccio la doccia, vado a fare un giro e poi il resto si vedrà! >> dissi iniziando a canticchiare dopo essermi messa sotto la doccia.

Dopo aver provato almeno una marea di volte la regolazione giusta per il getto d’acqua, uscii dal box della doccia, più fresca e felice che mai. Papà mi era mancato moltissimo, certo, anche mamma adesso iniziava a mancarmi, ma papà lo vedevo pochissime volte l’anno per questo amavo il fatto che adesso avrei incominciato a convivere con lui. Mi avvolsi in un asciugamano, che profumava di cannella e mi diressi verso la mia stanza, che dava sua meravigliosa terrazza molto illuminata. Feci cadere a terra l’asciugamano indossando la biancheria intima, quando uno schiamazzo proveniente da fuori non attirò la mia attenzione. << Sei davvero carina >> urlò una voce da fuori, che proveniva da un ragazzo con dei capelli marroncini chiari, che aveva un tatuaggio di un cervo che spuntava fuori dalla sua maglietta. << Concordo con te >> urlava il suo amico, un biondino probabilmente tinto, con la pelle chiarissima. Oddio, adesso gli ubriaconi girano anche di giorno?   << Bella maglietta >> urlai improvvisamente prima di serrare le tende. Benissimo… non sono qui neanche da un’ora e già ci sono dei pazzi maniaci pervertiti in queste vie? Scostai nuovamente le tende, giusto per curiosità, notando che adesso i due ragazzi stavano osservando un negozio di torte ridendo felici prima di entrare. Certo che ne esiste di gente strana! “Invece tesoro, quei due erano DI-VI-NI”. Oddio, ma non hai un telecomando per spegnerti?

Una volta chiuse nuovamente le tende, indossai dei jeans puliti e una t-shirt per poi guardai intorno, constatando che era davvero una casa molto graziosa e a giudicare dall’ambiente così pulito e in ordine, probabilmente papà aveva una domestica. Anzi, ne ero certa: il frigorifero era pieno di cibo salutare, e nel lavabo non c’erano piatti sporchi o stoviglie inguardabili. Su uno dei mobili in salotto, era piazzata una bella foto raffiguranti due giovani sposi con una neonata tra le braccia, e vicino ce n’erano delle altre: io ad ogni anno per il giorno del Ringraziamento. Credo che per mio padre, tenere le foto della mia evoluzione fosse una cosa per starmi più vicina, probabilmente per sentirsi ancora accanto a me; comunque non potevo non pensare che quella fosse una delle cose più carine che avesse mai fatto. Ritornai nella mia camera, cominciando a sistemare le mie cose: qualche libro che mi ero portata (gli irrinunciabili libri di Suzanne Collins: Hunger Games la trilogia, e qualche libro della saga di Harry Potter), il mio acchiappasogni e i miei vestiti che adesso avevo sistemato con cura dentro ai cassetti e negli armadi. Presi un paio di Vans dalla scarpiera, per poi prendere la borsa, le chiavi di casa e il telefono prima di scendere. Girai un po’ per le vie della strada, contemplando Londra: bellissima, fredda e piena zeppa di gente che all’ora di pranzo si facevano largo per la strada per cercare un riparo al caldo in cui mangiare, prima di recarsi nuovamente al lavoro. Una marea di turisti ammirava la città da sopra un pullman, oppure c’erano persone che con una cartina in mano e una scarsa pronuncia inglese tentavano di chiedere indicazioni ai residenti. Ero cresciuta ad Ontario, un piccolo paesino canadese, dove conoscevi tutti e tutto; e quando combinavi qualcosa improvvisamente era come ritrovarsi al centro di una bufera scandalistica… ma non tutti erano così. Beh, amo la mia patria, nonostante gli impiccioni; ma ora… ritrovarmi in una città così grande e così bella è un trauma per una che è cresciuta in un piccolo paesino. D’un tratto, il telefono che avevo in mano cominciò a squillare così risposi alla chiamata.

<< Pronto? >> chiesi curiosa di sapere chi fosse la persona che mi chiamava a quell’ora.
<< Hey, scusa se non sono venuto a prenderti all’aeroporto, ma è sorto un problema di traffico >> dice una voce calda dall’altra parte del telefono.
<< Come scusa? Chi sei? Forse hai sbagliato numero >> dico chiudendo la chiamata, ed iniziando ad incamminarmi verso un ristorante che avevo notato camminando. Qualche passo dopo, il telefono cominciò nuovamente a squillare, ed io non potei fare a meno di bloccare quell’odiosa suoneria rispondendo alla chiamata.

<< Hey amico, perché hai riattaccato? >> chiese.

<< Senti, intanto sono una ragazza… e poi non ti conosco >> dissi iniziando a sbraitare nel bel mezzo della strada.
<< Una ragazza? Harry smettila con questi scherzetti! Son
o Zayn >> continuò la voce.

<< Non mi chiamo Harry, come te lo devo dire? Mi chiamo Lauren, e non conosco nessun Zayn! >> urlai arrabbiata, entrando da Nando’s chiudendo la chiamata più furiosa di prima. Oltre che dei pazzi pervertiti ubriaconi, qui a Londra si divertono da matti a fare scherzi telefonici di cattivo gusto! Mi sedetti ad un tavolo libero e dopo aver ordinato mentre aspettavo l’ordinazione decisi di mandare un messaggio a mia mamma, comunicandole che ero a pranzo e che ero viva. Conoscendola se non le avrei mandato un messaggio probabilmente avrebbe chiamato perfino i servizi segreti. Ma quando provai a sbloccarlo dal PIN, prima due e poi dieci volte fino a disabilitarlo per qualche minuto, capii che quello non era il mio Iphone; bensì era quello di Mr. Sono-egocentrico-e-ho-un-cespuglio-al-posto-dei-capelli. In un attacco di panico, digitai immediatamente ‘Chiamata d’Emergenza’ componendo il mio numero di cellullare.

Prima uno squillo.
Poi due.
Poi tre… uffa! Ma questo ragazzo lo controlla il telefonino?
Poi quattro.
Finalmente al quinto squillo finalmente una voce rispose alla chiamata: << Pronto chi è? >> chiese la stessa voce di prima.
<< Senti, sono quella che ti ha agganciato il telefono in faccia. Io ho per sbaglio il telefono del tuo amico, si può sapere dov’è lui adesso? >> chiesi furiosa.
<< Siamo ad Holmes Chapel, ma lui deve ancora arrivare… abbiamo una riunione importante a casa sua. Devo staccare >> disse la vocina prima di riagganciare il telefono. No! E adesso?

In fretta e furia, pagai il conto prima di fiondarmi fuori e chiamare un taxi con destinazione Holmes Chapel. Durante tutto il viaggio, continuai a maledirmi mentalmente mentre cercavo le giuste parole per spiegare tutte quei strani fatti accaduti quel giorno: i due pazzi ubriaconi, il telefonino sbagliato, la turbolenza… mi verrà un enorme mal di testa prima di questa sera. Una volta saldato il conto con il tassista, scesi dalla macchina cercando di capire in quale luogo potesse mai stare quel depravato mentale. Una signora con sua figlia in quel momento passò dal lato opposto della strada, così urlai contro di loro in modo da farle fermare. << Sentite, qui vicino abita un certo Harry? >> chiedo constatando che non sapevo neanche il suo cognome. La donna si limitò solo a squadrarmi in modo gelido, mentre la figlia iniziò a ridacchiare, prima di parlare: << Oh si, prosegui dritta, e quando senti una folla di ragazzine urlanti sei arrivata! >> dice prima di andarsene via con la madre. Seguite le indicazioni della bambina, arrivai ad una casa con un enorme giardino molto curato con davanti una folla di ragazzine urlanti. Folla di ragazzine urlanti? Tutta questa attenzione per il ragazzo con un cespuglio in testa? Mi feci largo tra le ragazze, che sembravano infastidite di questa situazione. Bussai al citofono, quando il ragazzo dell’aereo mi aprì spalancando la bocca. << Si, si… felice di rivederti! Adesso fammi entrare! >> gli dico, e poco dopo il ragazzo mi fa entrare nella casa. << Cosa vuoi da me? Sono nel bel mezzo di una riunione.. e sono anche in ritardo. Quindi sbrigati! >>. << Hai il mio telefono >> gli spiego mostrandoglielo. Lui mi fa un cenno, pregandolo di seguirmi fino a vedere altri ragazzi seduti nei divani, mentre un uomo illustra loro qualcosa. Attiriamo la loro attenzione, e una volta girati capisco che gli ubriaconi di quella mattina sono lì dentro. << Merda >> sussurro tra me e me. << Harry chi è la tua amica? >> chiede l’uomo che ha fermato di parlare. Il ragazzo sembra in difficoltà, così prendo io la parola: << Sono Lauren >> e mentre i due ragazzi di quella mattina abbassano il capo al pavimento, l’uomo comincia a parlare: << E cosa ci fai qui? Sei la sua ragazza? >> <> dico prima di  riprendere il mio telefonino, uscire di casa ed incominciare a camminare per la strada mentre adesso ha iniziato anche a piovigginare. Meglio di così non poteva andare per oggi!

***


 

 
[SPAZIO AUTRICE]
CIAOOOO! SONO TORNATA CON UNA NUOVA FAN FICTION.
  • ORA, LO SO CHE NE HO INIZIATE ANCHE ALTRE DUE, E CHE NE HO ALTRE DUE IN CORSO… MA QUEST’IDEA è SPUNTATA DA UN PO’ DI TEMPO E HO QUINDI DECISO DI PUBBLICARLA.
  • COMUNQUE RIGUARDO AI PERSONAGGI HO SCELTO AVRIL LAVIGNE (è splendida, non trovate? Beh, io la amo) E POI HARRY.. LOGICO NO? COMUNQUE, A ME PIACCIONO COME PERSONAGGI PRINCIPALI.. E POI MI SONO INNAMORATA DEL BANNER!
  • PUNTO TERZO: SPERO CHE QUESTO PRIMO CAPITOLO VI SIA PIACIUTO, QUINDI PER FAVORE LASCIATE UNA RECENSIONE, perché CONTINUERò SOLO CON 4 RECENSIONI… VI PREGO!!!
  • ANYWAY, SE NON VI SPIACE, POTRESTE PASSARE A DARE UN’OCCHIATA ANCHE ALLE ALTRE MIE FAN FICTION? NE SAREI FELICISSIMA!
UN BACIO… xxmaraxx
Comunque, seguitemi su Twittah, ricambio: @/MaryFriends1



VI LASCIO CON DUE GIF:
  1. UNA DI AVRIL:


  1. UNA DI HARRY:


  
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